domenica 30 dicembre 2018
Archeologia. Gli Assiri, i temuti guerrieri che conquistarono il regno di Mitanni, la città di Babilonia, devastarono le città costiere del Vicino Oriente, sconfissero gli ittiti e giunsero a fronteggiare gli Egizi. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Gli Assiri, i temuti guerrieri che conquistarono il regno di Mitanni, la città di Babilonia, devastarono le città costiere del Vicino Oriente, sconfissero gli ittiti e giunsero a fronteggiare gli Egizi.
Articolo di Pierluigi Montalbano
L’Assiria è
un’antica regione della Mesopotamia, oggi localizzabile nell’Iraq
settentrionale fra l’alta valle del Fiume Tigri, fino alle montagne dell’Armenia
a nord, i Monti Zagros a est, e le valli del Grande e del Piccolo Zāb a
sud-ovest, nella piana mesopotamica. Le città più importanti, oltre alla
capitale Assur, furono Kalkhu (oggi Nimrud), Ninive, Harran e Tirqa. Le
vicende assire vanno dal 2000 al 612 a.C., data della caduta di Ninive, e sono
divise in tre periodi: Antico Regno (1950-1750 a.C.), Medio Regno (1365-932
a.C.) e Nuovo Regno (911-612 a.C.), il più importante. Le fonti sono
sabato 29 dicembre 2018
Archeologia. Gli Ittiti, formidabili guerrieri che organizzarono in Anatolia e Siria un'immenso impero sotto la capitale Hattusha. Furono loro a contrastare il faraone Ramesse II nella celebre battaglia di Qadesh. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Gli Ittiti, formidabili guerrieri che organizzarono in Anatolia e Siria un'immenso impero sotto la capitale Hattusha. Furono loro a contrastare il faraone Ramesse II nella celebre battaglia di Qadesh.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Gli Ittiti furono uno dei più potenti popoli indoeuropei
dell’età del Bronzo. Presenti nella zona anatolica, raggiunsero l’apice del
loro sviluppo fra il 1400 e il 1200 a.C., quando il loro impero abbracciava la
zona compresa fra il Mediterraneo e il Mar Nero, l’alto corso del Tigri e le
sorgenti dell’Oronte. La qualità del clima favorì l’allevamento ovino e
caprino, l’agricoltura
di cereali e la coltivazione della vite e dell’ulivo, con una produzione di
vino e olio che affiancava l’abbondanza di materie prime come legname e
metalli pregiati, consentendo di organizzare nelle loro città, intorno a palazzi e templi, una
serie di attività artigianali e mercantili che condussero a un florido sistema
di palazzo. L’organizzazione era gestita da guerrieri e amministratori che
dipendevano direttamente dal
venerdì 28 dicembre 2018
Archeologia. Il regno Hurrita di Mitanni, una delle tre potenze mondiali dell'età del Bronzo insieme a quello dei re ittiti e a quello dei faraoni egizi. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Il
regno Hurrita di Mitanni, una delle tre potenze mondiali dell'età del Bronzo insieme a quello dei re ittiti e a quello dei faraoni egizi.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Quello
di Mitanni è un impero situato sulla sponda occidentale dell'Eufrate, a
mezzogiorno del Tauro, nel Vicino Oriente antico, dove la massa della
popolazione apparteneva alla stirpe degli Hurriti, parlanti una propria lingua
del gruppo caucasico, mentre quella parlata dai Mitanni non è altro che un
dialetto. Gli Hurriti, chiamati Horiti dall'Antico Testamento e detti Khōr
dagli Egiziani, abitavano nell'Armenia, nelle provincie orientali dell'impero
degli Hittiti in Asia Minore, nella Mesopotamia settentrionale e, frammisti con
altre popolazioni, in Assiria, in Babilonia, in Siria e in Palestina. Mitanni è
dunque una parte del paese dei Hurriti ma intorno al 1500 a.C. il regno viene
unificato sotto l’autorità di Mitanni, comprendendo il territorio dell’Anatolia
sud-orientale, dell’Alta Mesopotamia settentrionale bagnata dal Fiume Eufrate, e
della Siria, fino a Qadesh, la città dove si
giovedì 27 dicembre 2018
Archeologia. Gli Hyksos, sovrani in Egitto per quasi due secoli, un popolo nomade poco conosciuto ma artefice di grandi imprese. Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Gli Hyksos, sovrani in Egitto per quasi due secoli, un popolo nomade poco conosciuto ma artefice di grandi imprese.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Articolo di Pierluigi Montalbano
Gli
Hyksos, termine che in egizio significa sovrani dei paesi stranieri, erano
genti asiatiche di stirpe semitica che si insediarono in Egitto durante la fine
del XVIII a.C. Inizialmente i faraoni non si preoccuparono di queste genti
straniere e consentirono l’occupazione della regione del Delta. Quando il
potere della XIII dinastia si indebolì, gli Hyksos imposero la propria
supremazia iniziando da Avaris e, in breve tempo, avanzando fino a Menfi. La
conquista di Avaris è riportata in una stele dell’epoca di
domenica 23 dicembre 2018
mercoledì 12 dicembre 2018
Archeologia. Bronzetti nuragici.
Archeologia. Bronzetti nuragici.
Sardegna, 3000 B.P. (prima di oggi), uomini armati, in elegante posa di riposo, mostrano un abbigliamento elegante che li caratterizza: copricapo, mantello, gambali, tunica, giubbotto, gonnellino, protezioni di vario genere. Sono pregevoli sculture di bronzo, realizzate con la sofisticata tecnica a cera persa, che ritraggono i personaggi sardi che mantenevano viva la loro storia.
Nobili e aristocratici sono due fra le tipologie di queste eleganti statuette che i nuragici posizionavano nei loro santuari per onorare le divinità e gli antenati. Il loro immenso valore economico, la loro bellezza e l'originalità ne fanno oggetti artistici ambiti dai musei di tutto il mondo.
Sardegna, 3000 B.P. (prima di oggi), uomini armati, in elegante posa di riposo, mostrano un abbigliamento elegante che li caratterizza: copricapo, mantello, gambali, tunica, giubbotto, gonnellino, protezioni di vario genere. Sono pregevoli sculture di bronzo, realizzate con la sofisticata tecnica a cera persa, che ritraggono i personaggi sardi che mantenevano viva la loro storia.
Nobili e aristocratici sono due fra le tipologie di queste eleganti statuette che i nuragici posizionavano nei loro santuari per onorare le divinità e gli antenati. Il loro immenso valore economico, la loro bellezza e l'originalità ne fanno oggetti artistici ambiti dai musei di tutto il mondo.
lunedì 10 dicembre 2018
Archeologia. La Dea Madre in Sardegna nel Neolitico e nell'età del Rame.
Archeologia. La Dea Madre in Sardegna nel Neolitico e nell'età del Rame.
Due capolavori dell'arte scultorea sarda: sopra la Dea Madre Neolitica di Cuccuru is Arrius, nei pressi di Cabras; sotto la Dea Madre Turriga di Senorbi, trovata in agro di Selegas, realizzata nella prima Età del Rame, circa mezzo millennio dopo.
La prima è la rappresentazione di una donna obesa, legata alla creazione di una nuova vita; la seconda è cruciforme, stilizzata, magra, con il seno in evidenza, legata alla dea nutrice, dispensatrice di vita.
La donna trasformava il proprio corpo durante la gravidanza, dava alla luce un bimbo e poi ritornava nella sua forma di fanciulla. Il miracolo della vita era rappresentato in Sardegna e in tutte le più importanti antiche civiltà.
Due capolavori dell'arte scultorea sarda: sopra la Dea Madre Neolitica di Cuccuru is Arrius, nei pressi di Cabras; sotto la Dea Madre Turriga di Senorbi, trovata in agro di Selegas, realizzata nella prima Età del Rame, circa mezzo millennio dopo.
La prima è la rappresentazione di una donna obesa, legata alla creazione di una nuova vita; la seconda è cruciforme, stilizzata, magra, con il seno in evidenza, legata alla dea nutrice, dispensatrice di vita.
La donna trasformava il proprio corpo durante la gravidanza, dava alla luce un bimbo e poi ritornava nella sua forma di fanciulla. Il miracolo della vita era rappresentato in Sardegna e in tutte le più importanti antiche civiltà.
domenica 9 dicembre 2018
Archeologia. I Giganti di Mont'e Prama.
Archeologia. I Giganti di Mont'e Prama.
Nella costa della Sardegna centro occidentale, fra Tharros e Cabras, i nuragici realizzarono decine di guerrieri in pietra che arricchivano un viale funerario della necropoli del Sinis, realizzata 3000 anni fa.
Queste monumentali sculture, alte oltre due metri, sono le statue a tutto tondo più antiche di tutto l'Occidente.
La Civiltà Nuragica è il fiore all'occhiello della Storia Sarda, ed è nostra responsabilità tutelarla, valorizzarla e mostrarla al mondo.
Nella costa della Sardegna centro occidentale, fra Tharros e Cabras, i nuragici realizzarono decine di guerrieri in pietra che arricchivano un viale funerario della necropoli del Sinis, realizzata 3000 anni fa.
Queste monumentali sculture, alte oltre due metri, sono le statue a tutto tondo più antiche di tutto l'Occidente.
La Civiltà Nuragica è il fiore all'occhiello della Storia Sarda, ed è nostra responsabilità tutelarla, valorizzarla e mostrarla al mondo.
domenica 2 dicembre 2018
Archeologia. Tiscali, un villaggio nuragico sul Supramonte, nel cuore della Sardegna. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Tiscali, un villaggio nuragico sul Supramonte, nel cuore della Sardegna.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Nel cuore della Sardegna, sul Supramonte, al confine tra
Oliena e Dorgali, sulla cima del Monte Tiscali, a 500 metri sul livello del
mare, a destra del Rio Sa Oche nella Valle di Lanaittu, a pochi km da Sa Sedda
e Sos Carros, in seguito al crollo della volta dell’ampia sala di una grotta,
in epoca nuragica si sviluppò un insediamento unico nel suo genere: Tiscali. Il
sito fu studiato nel 1910 da Ettore Pais e nel 1927 dal Taramelli, da ambedue
interpretato come rifugio dei Sardi durante la conquista romana della Sardegna.
L’insediamento civile è costituito da strutture abitative, magazzini e recinti
per custodire gli animali, legato allo sfruttamento agro-pastorale del
territorio, costruito in un
giovedì 29 novembre 2018
Archeologia. In Sardegna la prima città mercato nasce 3000 anni fa, nei pressi di Alghero: Sant'Imbenia, un piano urbanistico che favorisce gli incontri fra mercanti. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia. In Sardegna la prima città mercato nasce 3000 anni fa, nei pressi di Alghero: Sant'Imbenia, un piano urbanistico che favorisce gli incontri fra mercanti.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Gli scavi di Sant’Imbenia, nei pressi di Alghero, condotti dallo staff di archeologi guidato da Marco Rendeli, ha messo in luce uno spazio collettivo centrale che calamita attorno a sé una serie di ambienti chiusi e spazi aperti, una sorta di intervento urbanistico che si compie nel villaggio. Coinvolge una serie di più antiche abitazioni che vengono abbattute, pesantemente modificate o entrano a far parte di strutture edilizie complesse a più vani. In questa fase si passa da un’edilizia di tipo circolare, generalmente con un unico ambiente, a una complessa nella quale alcune parti di antiche abitazioni sono rimodulate. Parte delle murature diventano rettilinee, gli stipiti degli ingressi sono curati, si realizzano progetti con alternanza di vani chiusi e di ambienti aperti. Nella parte di
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Gli scavi di Sant’Imbenia, nei pressi di Alghero, condotti dallo staff di archeologi guidato da Marco Rendeli, ha messo in luce uno spazio collettivo centrale che calamita attorno a sé una serie di ambienti chiusi e spazi aperti, una sorta di intervento urbanistico che si compie nel villaggio. Coinvolge una serie di più antiche abitazioni che vengono abbattute, pesantemente modificate o entrano a far parte di strutture edilizie complesse a più vani. In questa fase si passa da un’edilizia di tipo circolare, generalmente con un unico ambiente, a una complessa nella quale alcune parti di antiche abitazioni sono rimodulate. Parte delle murature diventano rettilinee, gli stipiti degli ingressi sono curati, si realizzano progetti con alternanza di vani chiusi e di ambienti aperti. Nella parte di
martedì 27 novembre 2018
Archeologia. L'Impero di Cartagine, video della conferenza registrato nell'Associazione Culturale Honebu Venerdì 23 Novembre 2018
Archeologia. L'Impero di Cartagine, video della conferenza registrato nell'Associazione Culturale Honebu Venerdì 23 Novembre 2018
Buona Visione.
Buona Visione.
lunedì 26 novembre 2018
Archeologia. Il Vino nell'Antichità: cerimoniali e rituali legati alla religiosità e alla sfera del sacro.
Archeologia. Il
Vino nell'Antichità: cerimoniali e rituali legati alla religiosità e alla
sfera del sacro.
Il vino, fin dell'antichità, è legato al sacro perché gli sono stati
riconosciuti poteri mistici, religiosi e rituali, collegati ai suoi effetti
inebrianti. La vitis vinifera era una pianta rampicante spontanea nelle
foreste, nelle zone corrispondenti all’Anatolia e alla Turchia orientale nella
zona del mar Caspio, già 300.000 anni fa. Le genti preistoriche apprezzavano il
frutto di questa pianta, consumandone i grappoli o il succo spremuto. Tutte le
civiltà antiche collegavano la scoperta del vino alle loro mitologie, e in queste storie la
coltivazione della vite avveniva dopo un grande diluvio, a seguito del quale la
divinità affidava agli uomini giusti, che si erano salvati, il dono del vino.
Ad esempio, nella
venerdì 23 novembre 2018
Archeologia. Cartagine, l'impero che rivaleggiò con i greci e l'antica Roma per la supremazia nel mare Mediterraneo Occidentale. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Cartagine, l'impero che rivaleggiò con i greci e l'antica Roma per la supremazia nel mare Mediterraneo Occidentale.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Un’area importante nel I Millennio a.C. è quella del Magreb, in particolare della Tunisia, con Cartagine, una città fondata dai Tiri nel 814-813 a.C. che riesce, a partire dal VI a.C., a imporre la propria supremazia nel Mediterraneo Centrale e Occidentale. I rapporti con l’oriente diventano sempre più labili e i cartaginesi decidono di stabilire proprio in questa città nord-africana la base per il futuro.
Vicinissima all’odierna Tunisi, svolge il ruolo che nella Spagna Atlantica fu svolto da Cadice. L’area è urbanizzata, sede di un vasto agglomerato residenziale nonché dei vari consolati dei principali Stati, pertanto è difficile individuare le tracce del passato. Il mito di fondazione risale al 814-813 a.C.. Si parla di Elissa (la Didone greca), una principessa di Tiro, sorella del re Pigmalione e sposata con Acherbas, il sacerdote del tempio di Melqart. Pigmalione, per appropriarsi del tesoro del tempio, uccide il cognato Acherbas ed Elissa, che
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Un’area importante nel I Millennio a.C. è quella del Magreb, in particolare della Tunisia, con Cartagine, una città fondata dai Tiri nel 814-813 a.C. che riesce, a partire dal VI a.C., a imporre la propria supremazia nel Mediterraneo Centrale e Occidentale. I rapporti con l’oriente diventano sempre più labili e i cartaginesi decidono di stabilire proprio in questa città nord-africana la base per il futuro.
Vicinissima all’odierna Tunisi, svolge il ruolo che nella Spagna Atlantica fu svolto da Cadice. L’area è urbanizzata, sede di un vasto agglomerato residenziale nonché dei vari consolati dei principali Stati, pertanto è difficile individuare le tracce del passato. Il mito di fondazione risale al 814-813 a.C.. Si parla di Elissa (la Didone greca), una principessa di Tiro, sorella del re Pigmalione e sposata con Acherbas, il sacerdote del tempio di Melqart. Pigmalione, per appropriarsi del tesoro del tempio, uccide il cognato Acherbas ed Elissa, che
lunedì 19 novembre 2018
Archeologia. Antiche tribù sarde il cui nome è legato a divinità: Cunusitani o Knumsitani? Riflessioni di Gustavo Bernardino
Archeologia. Antiche tribù sarde il cui nome è legato
a divinità: Cunusitani o Knumsitani?
Riflessioni di Gustavo Bernardino
A volte capita che tra le
pagine di un libro trovi la soluzione di un problema irrisolto che ti ha fatto
lambiccare il cervello e ti ha costretto a ore e ore di ragionamenti e
consultazione di testi.
Dopo aver scritto l'articolo
“Vi presento Knum signore di Sa sedda de sos Carros” pubblicato su Honebu in
data 18 ottobre restava, per me, irrisolto il problema relativo all'origine del
nome della tribù dei “Cunusitani” citati da Tolomeo (III, 3).
Era probabile, secondo il mio
ragionamento, che tale nome potesse discendere dalla divinità Knum nel senso
che chi ne era devoto e praticava il culto di quel dio-creatore, poteva essere
identificato proprio con tale nome. Seguendo questo istinto, ho consultato vari
autori i cui studi, speravo mi portassero alla soluzione dell'enigma.
E così è stato.
Devo premettere che le
ricerche che da qualche tempo conduco per dare risposte ai numerosi problemi
insoluti che riguardano la storia della nostra terra, mi hanno consentito di proporre
sotto una luce differente diverse questioni date per certe e storicizzate per
cui se, per esempio, capita di andare a visitare certi siti, si può
mercoledì 14 novembre 2018
Archeologia. Un eloquente esempio di professionalità nella storia dell’ archeologia etrusca. “Occorre avere la modestia e la prudenza di riconoscere che non tutto è per noi spiegabile”. Riflessioni di Alberto Zei
“Occorre avere la modestia e la
prudenza di riconoscere che non tutto è per noi spiegabile”.
Riflessioni di Alberto Zei
Tra Etruschi e Appiani - Da qualche tempo a questa parte, a seguito
delle precisazioni sempre più a carattere stringente sulla arbitrarietà della decisione di trasformare l’ipogeo di
Marciana in una fantasmagorica zecca del
Principato di Piombino, appare del tutto evidente che le azioni che la Pubblica
Amministrazione della Provincia e della Regione dovranno intraprendere saranno
quelle di ripristinare un
patrimonio archeologico del nostro Paese, sottraendolo all’uso a cui finora è
stato destinato. Anche nella passata stagione estiva i
fantasmi dei Principi Appiani, evocati dagli artefici della zecca, hanno guidato i visitatori a pagamento, all’interno del museo colà allestito, dove di
lunedì 12 novembre 2018
Archeologia, storie e mito. Iliade, Achei, Micenei, quanti errori! Nel poema di Omero ci sono diverse sviste.
Archeologia,
storie e mito. Iliade, Achei, Micenei, quanti errori! Nel poema di Omero ci sono diverse sviste
Le imprese degli Achei di cui
parla l'Iliade sono ispirate ai Micenei. Ma davvero tutto quello che è citato
nel poema è riconducibile alla cultura di Micene? Secondo gli storici no. Sono
molte, infatti, le citazioni errate.
I protagonisti Greci dell'Iliade, gli Achei, sono ispirati ai
Micenei, un popolo guerriero che intorno al II millennio a.C. si stanziò nel
Peloponneso e negli anni della cosiddetta guerra di Troia diede vita a una vera
e propria civiltà.
Se è vero però che gran parte
dei fatti narrati nel poema sembra riferirsi a quella cultura (i Micenei si
comportavano in guerra come tanti piccoli Achille), esistono alcuni passaggi
dove i conti... non
lunedì 5 novembre 2018
Archeologia. La nascita della città e della scrittura: dalla rivoluzione neolitica alla rivoluzione urbana. Riflessioni di Pierluigi Montalbano.
Archeologia. La nascita della città e della scrittura: dalla rivoluzione neolitica alla rivoluzione urbana.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano.
Video della conferenza sulla nascita della scrittura. Si parla di pittogrammi, ideogrammi, geroglifico, cuneiforme, Lineare A e Lineare B, con riferimenti all'organizzazione di Palazzo adottata a Uruk, la città dei Sumeri in Mesopotamia.
A cura di Ferdinando Atzori (Videomaker) e Associazione Honebu.
Buona Visione.
Fonte:
https://www.youtube.com/watch?v=asomSAZEsO8&feature=share
Riflessioni di Pierluigi Montalbano.
Video della conferenza sulla nascita della scrittura. Si parla di pittogrammi, ideogrammi, geroglifico, cuneiforme, Lineare A e Lineare B, con riferimenti all'organizzazione di Palazzo adottata a Uruk, la città dei Sumeri in Mesopotamia.
A cura di Ferdinando Atzori (Videomaker) e Associazione Honebu.
Buona Visione.
Fonte:
https://www.youtube.com/watch?v=asomSAZEsO8&feature=share
mercoledì 31 ottobre 2018
Archeologia. Farro e stambecco per l'ultimo pasto di Ötzi, l'uomo di Similaun, la mummia trovata nei ghiacciai alpini.
Archeologia. Farro
e stambecco per l'ultimo pasto di Ötzi, l'uomo di Similaun, la mummia trovata nei ghiacciai alpini.
L'analisi del contenuto dello
stomaco della mummia di Similaun ha rivelato che prima di essere ucciso aveva
consumato cibo estremamente ricco di grassi e piccole dosi di una felce tossica. Era ad alto contenuto di grassi animali l'ultimo pasto di Ötzi, la mummia del Similaun: un'alimentazione molto calorica adatta all'ambiente di alta montagna. A rivelarlo è uno studio compiuto dagli esperti di mummie di Eurac Research pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology.
I ricercatori hanno individuato numerose biomolecole come proteine, grassi e carboidrati, risalendo alla loro origine. Grazie a queste scoperte hanno potuto ricostruire per la prima volta un pasto dell'età del Rame. Ötzi si deve essere sentito al sicuro poco prima di morire. In un intervallo di tempo che va
giovedì 25 ottobre 2018
Archeologia. Evoluzione dell'uomo ed economia sono discipline legate a doppio filo. I Sumeri l'avevano capito oltre 5000 anni fa, e inventarono la scrittura cuneiforme per formulare i contratti. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Evoluzione dell'uomo ed economia sono discipline legate a doppio filo. I Sumeri l'avevano capito oltre 5000 anni fa, e inventarono la scrittura cuneiforme per formulare i contratti.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Una delle prime
questioni che dovetti affrontare nei primi Anni Ottanta, quando decisi di
studiare economia all’Università di Cagliari, fu la partita doppia, ossia la
geniale idea di un frate di fine Quattrocento, Luca Pacioli, di riportare in un
registro da una parte le entrate e da un’altra le uscite, pietra angolare della
moderna contabilità. L’idea di spostare capitali con semplici lettere di
credito, e non trasportando forzieri sui carri, la dobbiamo agli intraprendenti
Templari delle prime Crociate, che pagarono con la vita la loro inventiva. Per ciò che riguarda i derivati, invece,
quando venne in mente a qualcuno di inserire la scommessa in una transazione? Ebbene, sembrerà incredibile, ma lo dobbiamo
ai Sumeri, i primi a incidere con una stecca una serie di segni cuneiformi in
tavolette d’argilla create apposta 5000 anni fa per registrare numeri e dati. Su una tavoletta c’è scritto che un sumero
vende un terreno a qualcuno, stabilendone il prezzo in una determinata quantità
d’argento, legando alla bontà del futuro raccolto un ulteriore guadagno o una
perdita. Sostanzialmente quella tavoletta è un contratto in cui i due individui scommettono su una
plusvalenza, o minusvalenza, futura. Fra le
mercoledì 24 ottobre 2018
Archeologia subacquea. Individuato e fotografato un relitto del V secolo a.C. nel Mar Nero.
Archeologia subacquea. Individuato e fotografato un relitto del V secolo a.C. nel Mar Nero.
Nel Mar Nero è stato
individuato il relitto di una barca lunga 23 metri a 2 km di profondità. Le
particolari condizioni sottomarine l'hanno conservata bene. Risale al V secolo
a.C. Non può essere recuperata con le attuali tecnologie. Ci accontentiamo di vederla
perché è quasi intatta. Si tratta di una nave commerciale scoperta da un team d’archeologi guidati dal britannico
Joe Adams nell’ambito di un programma di ricerca sottomarino denominato Black
Sea Maritime Archaeology Project. A darne un’anticipazione è il Guardian, in
attesa della proiezione, al British Museum di Londra, di un documentario girato
durante i lavori d’indagine. Il reperto, non recuperabile con le moderne
tecnologie, è completo di albero, timone e postazioni per i rematori. Il suo perfetto
stato di
giovedì 18 ottobre 2018
Archeologia della Sardegna. Vi presento Khnum, Signore de Sa Sedda ‘e sos Carros e padre di Anuquet, Signora del Fiume Tirso. Articolo di Gustavo Bernardino
Archeologia della Sardegna. Vi
presento Khnum, Signore de Sa Sedda ‘e sos Carros e padre di Anuquet, Signora
del Fiume Tirso
Articolo di Gustavo
Bernardino
Mario Tosi, eminente
egittologo italiano, medaglia d'oro della Pubblica Istruzione, a pag. 77 del
suo libro “ Dizionario delle divinità dell'Antico Egitto”, Kemet Edizioni 2017,
trattando la divinità Khnum (pronuncia Khneum), dice che : ”Il suo nome
significa “colui che unisce “, ed ancora “Dio ariete o con corpo umano e
testa di ariete, era considerato un Demiurgo, un dio-creatore, simile al dio
Ptah di Menfi. Ogni uomo che nasceva era opera delle sue mani e veniva
modellato con il fango sulla sua ruota di vasaio: ogni uomo era seguito dal suo
Ka, dal suo doppio, simile in tutto all'uomo appena creato, quindi le figure
formate da Khnum erano sempre due”, l'autore conclude la descrizione
informandoci che “Ad Esna Khnum formava una triade con la sposa Satet e la
figlia Neith, invece ad Elefantina aveva la stessa sposa ma la figlia era
Anuquet”.
Dalle informazioni di Tosi
ricaviamo due importanti elementi: il primo è che il dio viene rappresentato
con la
mercoledì 17 ottobre 2018
Archeologia della Sardegna. Basilica di Porto Torres: San Gavino (ante 1065-ante 1111). Giudicato di Torres, curatoria di Flumenargia. Articolo di Roberto Coroneo
Archeologia della Sardegna. Basilica di Porto Torres: San
Gavino (ante 1065-ante 1111).
Giudicato di Torres, curatoria di Flumenargia
Articolo di Roberto Coroneo
La basilica di S. Gavino turritano è parrocchiale del
moderno abitato di Porto Torres, che occupa il sito della colonia romana di
Turris Libisonis, sede episcopale dal 484 (quando Felix è fra i cinque vescovi
sardi al sinodo di Cartagine convocato dal re vandalo Unerico) sino al 1441,
quando fu trasferita a Sassari. La cattedrale romanica sorge alta sul mare fra
due cortili, “atrio Comita” e “Metropoli”, nell’area della necropoli orientale
e in particolare nel monte Agellu, dalla voce latina “agellus”, «cimitero
all’aperto per la sepoltura dei poveri» (G. Spano).
Gli scavi seicenteschi
identificarono una piccola struttura cruciforme, probabilmente una memoria
divenuta ipogeica quando fu incorporata nell’edificio romanico, la cui navata
settentrionale si sovrappone a una basilica trinavata con abside a occidente.
Da questa proverrebbero i marmi di spoglio individuabili nell’edificio: due
altari a cippo e un pilastrino da recinzione di età bizantina, un
lunedì 15 ottobre 2018
Archeologia. Il Sulcis fra la bella età dei nuraghi e l'età del Ferro. Riflessioni di Paolo Bernardini
Archeologia. Il Sulcis fra la bella età dei nuraghi e l'età del Ferro.
Riflessioni di Paolo Bernardini
La vasta concentrazione di insediamenti che distingue il territorio sulcitano nel Bronzo è il necessario palcoscenico sul quale introdurre un nuovo protagonista: il paesaggio della successiva Età del Ferro nella regione del Sulcis. Per quanto i processi interni di organizzazione del territorio e di gerarchizzazione degli insediamenti siano ancora privi di approfondimenti, la distribuzione del popolamento indica un fervido dinamismo e un sofisticato livello di appropriazione e di gestione del territorio e delle sue risorse da parte di quelle comunità di cultura nuragica che vivono, secondo la felice espressione di Giovanni Lilliu, nella «bella età dei nuraghi». Il medesimo studioso, dopo aver presentato, in un dettagliato studio del 1995, i quadri nuragici del Sulcis nel Bronzo, si scusava con i lettori per non aver potuto dare conto con altrettanta dovizia di dati della successiva Età del Ferro, per la quale venivano indicate linee estremamente generali di sviluppo culturale in linea con il divenire di quella “età delle aristocrazie” propugnata altrove dallo stesso autore. Oggi la situazione non è cambiata di molto; la comprensione dei quadri culturali e organizzativi dell’età nuragica è stata limitata in modo notevole dal prevalente orientamento della ricerca sui contesti di cultura fenicia e punica del territorio sulcitano, in qualche modo sollecitata dalla presenza in questa regione di importanti giacimenti legati alla problematica dell’irradiazione fenicia e del successivo dominio cartaginese.
Riflessioni di Paolo Bernardini
La vasta concentrazione di insediamenti che distingue il territorio sulcitano nel Bronzo è il necessario palcoscenico sul quale introdurre un nuovo protagonista: il paesaggio della successiva Età del Ferro nella regione del Sulcis. Per quanto i processi interni di organizzazione del territorio e di gerarchizzazione degli insediamenti siano ancora privi di approfondimenti, la distribuzione del popolamento indica un fervido dinamismo e un sofisticato livello di appropriazione e di gestione del territorio e delle sue risorse da parte di quelle comunità di cultura nuragica che vivono, secondo la felice espressione di Giovanni Lilliu, nella «bella età dei nuraghi». Il medesimo studioso, dopo aver presentato, in un dettagliato studio del 1995, i quadri nuragici del Sulcis nel Bronzo, si scusava con i lettori per non aver potuto dare conto con altrettanta dovizia di dati della successiva Età del Ferro, per la quale venivano indicate linee estremamente generali di sviluppo culturale in linea con il divenire di quella “età delle aristocrazie” propugnata altrove dallo stesso autore. Oggi la situazione non è cambiata di molto; la comprensione dei quadri culturali e organizzativi dell’età nuragica è stata limitata in modo notevole dal prevalente orientamento della ricerca sui contesti di cultura fenicia e punica del territorio sulcitano, in qualche modo sollecitata dalla presenza in questa regione di importanti giacimenti legati alla problematica dell’irradiazione fenicia e del successivo dominio cartaginese.
martedì 9 ottobre 2018
Archeologia della Sardegna. Cosa utilizzavano gli antichi sardi per scolpire il granito? Dovremo retrodatare di parecchi secoli la conoscenza del ferro nell'isola? Scoperta una "filiera" metallurgica sui monti di Domusnovas. Riflessioni di Pierluigi Montalbano e Marcello Onnis
Archeologia della Sardegna. Cosa utilizzavano gli antichi sardi per scolpire il granito? Dovremo retrodatare di parecchi secoli la conoscenza del ferro nell'isola?
Scoperta una "filiera" metallurgica sui monti di Domusnovas.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano e Marcello Onnis
Recentemente, abbiamo depositato alla Soprintendenza archeologica di Cagliari una denuncia di rinvenimento di un sito di valenza Archeometallurgica.
Nel territorio del Comune di Domusnovas, immerso nell’incantevole vallata di Oridda, dietro le Grotte di San Giovanni, l’allineamento di Punta Tinnì, Punta Fundu de Forru e Perda Niedda, con il vertice opposto di punta Serra Tinnì, costituisce un triangolo, attraversato dal Rio Tiny, particolarmente interessante già per la sola toponomastica. La località di Perda Niedda tradisce la presenza di un giacimento di magnetite dal tenore di ferro intorno al 74 %. La Punta Fundu de Forru, indica la presenza di attività fusoria. Il nome del rio e delle sommità dei luoghi dedicate a Tinnì dichiarano palesemente la frequentazione dei mercanti di età
Scoperta una "filiera" metallurgica sui monti di Domusnovas.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano e Marcello Onnis
Recentemente, abbiamo depositato alla Soprintendenza archeologica di Cagliari una denuncia di rinvenimento di un sito di valenza Archeometallurgica.
Nel territorio del Comune di Domusnovas, immerso nell’incantevole vallata di Oridda, dietro le Grotte di San Giovanni, l’allineamento di Punta Tinnì, Punta Fundu de Forru e Perda Niedda, con il vertice opposto di punta Serra Tinnì, costituisce un triangolo, attraversato dal Rio Tiny, particolarmente interessante già per la sola toponomastica. La località di Perda Niedda tradisce la presenza di un giacimento di magnetite dal tenore di ferro intorno al 74 %. La Punta Fundu de Forru, indica la presenza di attività fusoria. Il nome del rio e delle sommità dei luoghi dedicate a Tinnì dichiarano palesemente la frequentazione dei mercanti di età
sabato 6 ottobre 2018
Archeologia. A Villasimius è iniziata una nuova campagna di scavi nel sito di Cuccureddus, un luogo sacro e strategico che ha attraversato la Civiltà Nuragica, l’età fenicia, quella punica e arrivò all’età romana.
Archeologia. A Villasimius è
iniziata una nuova campagna di scavi nel sito di Cuccureddus, un luogo sacro e
strategico che ha attraversato la Civiltà Nuragica, l’età fenicia, quella
punica e arrivò all’età romana.
A 30 anni dalle prime ricerche, emergono nuovi studi e reperti che
rivelano un insediamento molto più ampio di quanto originariamente ipotizzato,
e ne confermano l’importanza cruciale nelle rotte commerciali del Mediterraneo.
Il rinvenimento di nuovi
ambienti e reperti che potranno aiutare a rispondere alle numerose domande
sulle origini del sito fenicio-punico e, in particolare, consentiranno di
chiarire quale sia stato il suo ruolo nel Mare Mediterraneo. I primi scavi
furono condotti negli anni Ottanta del secolo scorso, e i dati emersi a seguito
del riordino e dello studio dei
venerdì 5 ottobre 2018
Archeologia. La produzione di utensili in pietra favorì l'evoluzione della lingua nelle comunità preistoriche.
Archeologia. La produzione di utensili in pietra favorì l'evoluzione della lingua nelle comunità preistoriche.
La produzione delle schegge di pietra che i nostri antichi antenati usavano come lame ha favorito lo sviluppo del linguaggio. A dimostrarlo è uno studio sperimentale sull'efficienza di diverse modalità di trasmissione culturale delle tecniche di scheggiatura per produrre quegli strumenti.
Capacità tecnologiche e linguaggio si sono coevoluti nel corso di un lungo processo iniziato fra i nostri antenati 2,5 milioni di anni fa, durante il periodo Olduvaiano, e acceleratosi circa 1,7 milioni di anni fa, agli inizi del periodo Acheuleano. E' la conclusione di un gruppo di ricercatori dell'Università di St. Andrews, in Gran Bretagna, dell'University College di Londra e del Max Planck Intitut per l'antropologia evoluzionistica di Lipsia, autori del più vasto studio sperimentale mai condotto sulla trasmissione culturale nell'età della pietra, descritto in un articolo su “Nature Communications.
Osservare un altro che lavora non basta a imparare bene la tecnica che usa. Prodotti probabilmente da Homo abilis (ma forse anche da Australopithecus garhi), gli strumenti litici olduvaiani sono i più antichi che si conoscano e sono costituiti da schegge e ciottoli taglienti (chopper) ottenuti dalla percussione di due pietre. La loro struttura è poco elaborata, ma si può notare la scelta del materiale adatto e l'intenzionalità delle operazioni che li hanno prodotti.
Questo tipo di scheggiatura rimase invariato per circa 700.000 anni, e fu poi
Osservare un altro che lavora non basta a imparare bene la tecnica che usa. Prodotti probabilmente da Homo abilis (ma forse anche da Australopithecus garhi), gli strumenti litici olduvaiani sono i più antichi che si conoscano e sono costituiti da schegge e ciottoli taglienti (chopper) ottenuti dalla percussione di due pietre. La loro struttura è poco elaborata, ma si può notare la scelta del materiale adatto e l'intenzionalità delle operazioni che li hanno prodotti.
Questo tipo di scheggiatura rimase invariato per circa 700.000 anni, e fu poi
mercoledì 3 ottobre 2018
Archeologia. Il mistero della più antica mano in metallo d'Europa. Il raro manufatto, scoperto in Svizzera e risalente all'Età del Bronzo, è la più antica rappresentazione conosciuta in Europa di una parte del corpo umano. Potrebbe essere stata usata per scopi rituali. Articolo di Andrew Curry
Archeologia. Il mistero della
più antica mano in metallo d'Europa. Il raro manufatto, scoperto in Svizzera e risalente
all'Età del Bronzo, è la più antica rappresentazione conosciuta in Europa di
una parte del corpo umano. Potrebbe essere stata usata per scopi rituali.
Articolo di Andrew Curry
Gli archeologi svizzeri hanno
recentemente annunciato la scoperta di quella che affermano essere la più
antica rappresentazione in metallo di una parte del corpo umano mai trovata in
Europa.
L'oggetto, risalente a circa 3500 anni fa, è la riproduzione di una mano in bronzo, leggermente più piccola del normale, del peso di circa mezzo chilo. Presenta una sorta di polsino in lamina d'oro, e una cavità interna che, si pensa, potesse permettere di montarla su un bastone o una statua.
Il ritrovamento è avvenuto casualmente nel 2017 vicino al Lago di Bienne, o Bienna, nella zona occidentale del cantone di Berna, effettuato da cacciatori di tesori che utilizzavano il metal detector, e
L'oggetto, risalente a circa 3500 anni fa, è la riproduzione di una mano in bronzo, leggermente più piccola del normale, del peso di circa mezzo chilo. Presenta una sorta di polsino in lamina d'oro, e una cavità interna che, si pensa, potesse permettere di montarla su un bastone o una statua.
Il ritrovamento è avvenuto casualmente nel 2017 vicino al Lago di Bienne, o Bienna, nella zona occidentale del cantone di Berna, effettuato da cacciatori di tesori che utilizzavano il metal detector, e
lunedì 1 ottobre 2018
Archeologia. Scoperte le più antiche tracce di formaggio nel bacino del Mediterraneo, individuate in Croazia su frammenti di ceramica di 7.200 anni fa. Articolo di Maya Wei-Haas
Archeologia. Scoperte le più
antiche tracce di formaggio nel bacino del Mediterraneo, individuate
in Croazia su frammenti di ceramica di 7.200 anni fa.
Articolo di Maya Wei-Haas
Sembra che gli esseri umani
non riescano proprio a fare a meno del formaggio: impazziscono dalla gioia al
pensiero della mozzarella, desiderano ardentemente il parmigiano e non fanno
altro che esaltare la bontà del brie. Non è chiaro esattamente quando sia
cominciata questa ossessione. Sembra che gli antichi uomini abbiano iniziato a
prelevare il latte di mucche, capre e pecore poco dopo l'inizio della
domesticazione di questi animali, poco più di 10 mila anni fa. E a questi
eventi potrebbe essere seguito l'avvento della preparazione del formaggio.
Adesso, un nuovo studio pubblicato su Plos One testimonia il ritrovamento della più antica produzione casearia nel Mediterraneo, grazie all'identificazione di tracce di formaggio su frammenti di ceramica risalenti a 7.200 anni fa. Tuttavia, alcuni scienziati sollevano alcuni dubbi, suggerendo
Adesso, un nuovo studio pubblicato su Plos One testimonia il ritrovamento della più antica produzione casearia nel Mediterraneo, grazie all'identificazione di tracce di formaggio su frammenti di ceramica risalenti a 7.200 anni fa. Tuttavia, alcuni scienziati sollevano alcuni dubbi, suggerendo
giovedì 27 settembre 2018
Salvatore Dedola da Honebu. Nuovo dizionario Etimologico della Lingua Sarda.
Salvatore Dedola da Honebu. Nuovo dizionario Etimologico della Lingua Sarda.
Straordinario e imperdibile appuntamento per tutti gli appassionati di lingua sarda. Dopo 70 anni dal precedente, è stato pubblicato il testo che tutti i sardi dovrebbero avere a casa, il Dizionario della nostra Lingua.
Venerdì 28 settembre nella sala conferenze dell'Associazione Culturale Honebù, a Cagliari / Pirri, in Via Fratelli Bandiera 100, alle ore 19, il linguista e glottologo Salvatore Dedola presenterà il suo ultimo lavoro: "NOFELSA", Nou Faeddarzu Etimològicu dessa Limba Sarda, il dizionario etimologico della lingua sarda. Durante la serata saranno presentati anche i primi 3 tomi della Enciclopedia della Civiltà Sarda. Il Dizionario Etimologico, un testo di 1500 pagine, sostituisce integralmente il Dizionario Etimologico Sardo scritto da M. L. Wagner, rivoluzionando il metodo etimologico utilizzato dallo studioso tedesco e dai suoi
Straordinario e imperdibile appuntamento per tutti gli appassionati di lingua sarda. Dopo 70 anni dal precedente, è stato pubblicato il testo che tutti i sardi dovrebbero avere a casa, il Dizionario della nostra Lingua.
Venerdì 28 settembre nella sala conferenze dell'Associazione Culturale Honebù, a Cagliari / Pirri, in Via Fratelli Bandiera 100, alle ore 19, il linguista e glottologo Salvatore Dedola presenterà il suo ultimo lavoro: "NOFELSA", Nou Faeddarzu Etimològicu dessa Limba Sarda, il dizionario etimologico della lingua sarda. Durante la serata saranno presentati anche i primi 3 tomi della Enciclopedia della Civiltà Sarda. Il Dizionario Etimologico, un testo di 1500 pagine, sostituisce integralmente il Dizionario Etimologico Sardo scritto da M. L. Wagner, rivoluzionando il metodo etimologico utilizzato dallo studioso tedesco e dai suoi
mercoledì 26 settembre 2018
Archeologia. Monserrato, conferenza sulla Navigazione Antica nel Mare Mediterraneo.
Archeologia. Monserrato, conferenza sulla Navigazione Antica nel Mare Mediterraneo.
Sabato 29 Settembre, alle 17.30, a Monserrato in Via del Redentore 216, nella sala conferenze dell'associazione Pauly Onlus, Pierluigi Montalbano racconterà le tecniche di costruzione delle prime barche, le rotte di navigazione, i primi approdi, l'organizzazione di un porto e parlerà degli accordi commerciali che sancirono le più antiche relazioni economiche nel nostro Mare Mediterraneo.
Durante la serata saranno mostrate immagini e video che arricchiranno la presentazione e renderanno
Sabato 29 Settembre, alle 17.30, a Monserrato in Via del Redentore 216, nella sala conferenze dell'associazione Pauly Onlus, Pierluigi Montalbano racconterà le tecniche di costruzione delle prime barche, le rotte di navigazione, i primi approdi, l'organizzazione di un porto e parlerà degli accordi commerciali che sancirono le più antiche relazioni economiche nel nostro Mare Mediterraneo.
Durante la serata saranno mostrate immagini e video che arricchiranno la presentazione e renderanno
lunedì 24 settembre 2018
Muscoli mimici e Riso sardonico. Riflessioni di Aldo Casu
Muscoli
mimici e
Riso sardonico
Riflessioni
di Aldo Casu
In
“Contributo all'antropologia delle parti molli di Sardi centro-meridionali. - I
muscoli mimici”, del Prof. Carlo Maxia, allora Direttore dell’ Istituto di
Antropologia dell'Università di Cagliari, pubblicato nella rivista
“Quaderni di anatomia pratica”, Serie XII, N. 1-4, p. 159-204, 1957, nello
“SCOPO DELLE RICERCHE” (Cap. 2.1) si legge testualmente:
“… La
popolazione della Sardegna, soprattutto quella della regione centro-meridionale
dal massiccio del Gennargentu ai Campidani (Capo di Sotto), si distingue
nettamente, dal punto di vista delle classificazioni antropologica, dalla massa
diventata straordinariamente ibrida di tutte le altre popolazioni europee …”.
Nel
capitolo 3 - “MATERIALE DI OSSERVAZIONE”- si legge che lo studio è stato svolto
su corpi di Sardi della provincia di Cagliari e di quella di Nuoro, che
“… due sole donne erano della provincia di Sassari …”, che
“… Tutti
gli individui, che sono stati oggetto di studio, erano Sardi di nascita e di
ascendenza. I maschi in maggioranza avevano esercitato la professione di
minatore, di contadino e di manovale: le
venerdì 21 settembre 2018
Archeologia. Uraš, la Signora dell’Olimpo Sumero. Riflessioni di Gustavo Bernardino
Archeologia. Uraš, la Signora
dell’Olimpo Sumero.
Riflessioni di Gustavo Bernardino
Il paese della provincia di
Oristano noto tra l'altro per aver ospitato nel 1470 nel suo territorio una
cruenta battaglia tra le truppe viceregie di Nicolò
Carroç e le truppe marchionali di Leonardo d’Alagon (Sergio Salis, “La battaglia di Uras”, su Trexenta Storica blog), ha
radici molto antiche testimoniate anche dalla presenza nelle sue vicinanze del
maestoso Nuraghe “Sa domu beccia”. Rivive così il glorioso passato della nostra
amatissima terra che nel periodo ricompreso tra il tardo neolitico e fino
all'arrivo delle milizie romane era un crocevia di naviganti, richiamati dalle
ingenti risorse minerarie conosciute grazie alla attività commerciale che
giovedì 20 settembre 2018
Marciana – La Zecca inesistente e l’auspicato intervento della Regione Toscana. È difficile anche con la fantasia arrampicarsi sugli specchi per sostenere a lungo il tentativo. Riflessioni di Alberto Zei
Marciana – La Zecca inesistente e
l’auspicato intervento della Regione Toscana.
È difficile anche con la fantasia
arrampicarsi sugli specchi per sostenere a lungo il tentativo.
Riflessioni di Alberto Zei
Le zecche italiane
Nel 2011
oltre 60 studiosi di tutto il mondo
contribuirono con la loro scienza numismatica a ‘costruire’ due ponderosi
volumi per un totale di 1664 pagine che - citiamo da IBS - “raccolgono la documentazione relativa a tutte le zecche
italiane dal V secolo d. C. fino all'unità d'Italia. Si tratta di una ingente
massa di dati ampiamente documentati, qui raccolti per la prima volta in
un'unica opera, che offrono una comprensione ampia e comparativa delle attività
delle zecche italiane... Non esistono lavori simili in ambito europeo”.
Tale opera, che uscì con il titolo “ Le zecche italiane fino all’Unità”, fu
pubblicata dall’Istituto Poligrafico dello Stato e fu curata dalla Prof.ssa
Lucia Travaini dell’Università di Milano, considerata a ragione, dovunque,
un’autorità in fatto di numismatica e di sedi di zecche ma di Marciana non se
ne fa menzione.
Orbene:
nel mese di novembre 2017 intervistai la Prof.ssa Travaini sulla storia delle zecche. L’ ultima
domanda riguardò la discussa veridicità della
zecca di Marciana, ubicata in un ipogeo
che il
lunedì 17 settembre 2018
Archeologia. Stonehenge, il circolo di pietre monumentali sosteneva un altare?
Archeologia. Stonehenge, il circolo di pietre monumentali sosteneva un altare?
Lo storico Julian Spalding ha avanzato una nuova ipotesi su Stonehenge. A suo parere, le pietre circolari servivano a sostenere una piattaforma sopraelevata per l'esecuzione di riti ancestrali. Una rampa, o delle scale, avrebbero portato i sacerdoti sulla piattaforma. Con il passare dei millenni, le pietre sono rimaste, ma il legno si è decomposto. Che si trattasse di un tempio druido, di un calendario astronomico o di un centro per le guarigioni, il mistero di Stonehenge ha alimentato un dibattito senza fine nel corso dei secoli. Alle varie ipotesi avanzate, si aggiunge questa proposta dallo storico Julian Spalding, direttore di alcuni importanti musei del Regno Unito. Per lo studioso, il
domenica 16 settembre 2018
Archeologia. L’alba della scrittura in Sardegna, tra fonti, epigrafi e manufatti. Pierluigi Montalbano
Archeologia. L’alba della scrittura in Sardegna, tra fonti, epigrafi e manufatti.
Pierluigi Montalbano
La storia della parola, dalla comunicazione verbale a quella scritta, è un percorso lungo millenni, nel corso dei quali l’uomo è riuscito a fissare la parola fuggevole in qualcosa di duraturo: verba volant e picta manent. Nacquero scritture di tipo pittografico, nelle quali viene riprodotto in disegni il contenuto delle parole, ad esempio il disegno della casa scrive la parola casa. L’esempio più conosciuto è l’utilizzo dei geroglifici nella scrittura egizia, in cui è documentato anche il valore consonantico dei segni, ad esempio oltre a significare la parola casa il segno grafico può assumere il valore del nesso consonantico CS. Un simile valore hanno i segni rinvenuti a Serabit el-Khahim, una località del Sinai, e perciò detti protosinaitici: derivati dai segni geroglifici, esprimono, tuttavia, una
Pierluigi Montalbano
La storia della parola, dalla comunicazione verbale a quella scritta, è un percorso lungo millenni, nel corso dei quali l’uomo è riuscito a fissare la parola fuggevole in qualcosa di duraturo: verba volant e picta manent. Nacquero scritture di tipo pittografico, nelle quali viene riprodotto in disegni il contenuto delle parole, ad esempio il disegno della casa scrive la parola casa. L’esempio più conosciuto è l’utilizzo dei geroglifici nella scrittura egizia, in cui è documentato anche il valore consonantico dei segni, ad esempio oltre a significare la parola casa il segno grafico può assumere il valore del nesso consonantico CS. Un simile valore hanno i segni rinvenuti a Serabit el-Khahim, una località del Sinai, e perciò detti protosinaitici: derivati dai segni geroglifici, esprimono, tuttavia, una
venerdì 14 settembre 2018
Archeologia. Il mondo degli Etruschi, i Tusci dei romani, i Tursha dei popoli del mare. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Il mondo degli Etruschi, i Tusci dei romani, i Tursha dei popoli del mare.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Gli Etruschi sono, insieme ai nuragici, la più importante popolazione dell'Italia preromana. Inizialmente occupavano un vasto territorio tra l'Arno e il Tevere, poi chiamato Toscana perché i Romani chiamavano Tusci gli Etruschi, ed erano conosciuti precedentemente come Tursha, una componente della coalizione dei Popoli del mare che partecipò alle vicende legate all'invasione dell'Egitto intorno al 1220-1175 a.C. Di lì poi si estesero verso nord, in Emilia Romagna, e verso sud, in Campania. Il massimo splendore della civiltà etrusca precede l’avvento di
mercoledì 12 settembre 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. I metalli e le leghe, elementi naturali e artificiali che spinsero l'uomo ad incrementare le conoscenze tecnologiche: miniere, metallurgia e complessi processi di fusione, attivarono un'evoluzione sociale, culturale e organizzativa per attivare intrecci commerciali su tutto il pianeta. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità.
I metalli e le leghe, elementi naturali e artificiali che spinsero l'uomo ad incrementare le conoscenze tecnologiche: miniere, metallurgia e complessi processi di fusione, attivarono un'evoluzione sociale, culturale e organizzativa per attivare intrecci commerciali su tutto il pianeta.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
La metallurgia comprende 3
processi produttivi che consentono di ricavare metalli dai loro minerali e
renderli idonei alla trasformazione in oggetti: concentrazione del minerale;
ottenimento del metallo; purificazione e raffinazione. Le tracce più antiche di
utilizzo dei metalli risalgono al Neolitico quando oro, argento e rame nativi, per
le loro caratteristiche di malleabilità e duttilità, venivano lavorati, a
freddo e a caldo, per martellatura e stiramento, e poi impiegati per realizzare
oggetti ornamentali e simboli di prestigio. Il primo materiale fu probabilmente
il rame, la cui utilizzazione è favorita dalla visibilità dei giacimenti e dai vivaci
colori dei prodotti ottenuti con il trattamento, ad esempio il verde della malachite,
l'azzurro dell’azzurrite e il rosso del rame nativo. Sotto la crosta
superficiale, i principali minerali di rame sono solfuri, il più diffuso dei
quali è la calcopirite. L'uomo raccoglieva i
lunedì 10 settembre 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. Le schegge di ossidiana, i diamanti del Neolitico. Una roccia vulcanica che contribuì all'evoluzione umana avviando una fitta rete di scambi commerciali terrestri e marittimi, anche a lunga distanza. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità.
Le schegge di ossidiana, i diamanti del Neolitico. Una roccia vulcanica che contribuì all'evoluzione umana avviando una fitta rete di scambi commerciali terrestri e marittimi, anche a lunga distanza.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
L’ossidiana è una
roccia vulcanica effusiva a raffreddamento rapidissimo. La composizione silicea
e la mancata cristallizzazione causata dalla veloce solidificazione le danno
una caratteristica lucentezza vitrea nerastra ma ci sono delle tipologie con
riflessi di colore verde, grigio, blu e rossastro. La facilità di estrazione e
di lavorazione per scheggiatura, contribuirono alla sua diffusione come materia
prima per una grande quantità di armi e arnesi da lavoro, e grazie alla sua
bellezza entrò a far parte delle pietre preziose utilizzate come doni
cerimoniali. Affiancò la selce, utilizzata dall’alba dei tempi come roccia
ideale per la realizzazione di utensili, e fu progressivamente sostituta dai
metalli fino a perdere gran parte del suo valore con l’inizio della fusione del
bronzo. Da quel momento fu relegata alla produzione di ornamenti, ma il fitto
intreccio di scambi di cui era stata protagonista rimase in vita consentendo
alle popolazioni che partecipavano ai traffici di consolidare alleanze e
contribuire all’evoluzione umana. Gli studiosi utilizzano i concetti di commercio e scambio per
spiegare la
venerdì 7 settembre 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. Il sale, utilizzato fin dall'antichità come bene di scambio, strumento per la mummificazione dei faraoni egizi, paga per i soldati romani, elemento per rituali sacri e profani, preziosa sostanza che segna amicizia e condivisione fra le persone. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità.
Il sale, utilizzato fin dall'antichità come bene di scambio, strumento per la mummificazione dei faraoni egizi, paga per i soldati romani, elemento per rituali sacri e profani, preziosa sostanza che segna amicizia e condivisione fra le persone.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Nel Neolitico antico, con lo sviluppo dell’agricoltura, lo
stile di vita dell’uomo cambiò profondamente perché la necessità di conservare gli
alimenti con la salatura, rese necessario il diffuso utilizzo del sale.
Inoltre, i cereali coltivati erano poveri di sale, e questo prezioso elemento
entrò quindi a far parte dell’alimentazione quotidiana. Successivamente, la sua
qualità di insaporire lo rese indispensabile nella preparazione e nella
cottura dei cibi. Estratto in forma solida dai depositi di salgemma, o ricavato
mediante la cristallizzazione dell’acqua salata, diventò ben presto oggetto di
produzioni industriali e di commercio, anche a lunga distanza. Le antiche
popolazioni costiere, lo
giovedì 6 settembre 2018
Archeologia. Video conferenza sulla presenza degli Shardana nel Vicino Oriente. Registrata in data 02 Settembre 2018 a Domus De Maria. Relatore Pierluigi Montalbano. Video di Ferdinando Atzori.
Archeologia.
Video conferenza sulla presenza degli Shardana nel Vicino Oriente.
Registrata in data 02 Settembre 2018 a Domus De Maria.
Relatore Pierluigi Montalbano.
Video di Ferdinando Atzori.
Chi erano gli Shardana?
Dove operavano?
Che mansioni svolgevano?
Quando arrivarono nel Vicino Oriente?
A queste e altre domande sarà offerta una risposta nel video.
Buona visione.
https://www.youtube.com/watch?v=l6Y9EHav5f8&feature=share
Video conferenza sulla presenza degli Shardana nel Vicino Oriente.
Registrata in data 02 Settembre 2018 a Domus De Maria.
Relatore Pierluigi Montalbano.
Video di Ferdinando Atzori.
Chi erano gli Shardana?
Dove operavano?
Che mansioni svolgevano?
Quando arrivarono nel Vicino Oriente?
A queste e altre domande sarà offerta una risposta nel video.
Buona visione.
https://www.youtube.com/watch?v=l6Y9EHav5f8&feature=share
lunedì 3 settembre 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. I profumi e le sostanze balsamiche, gli strumenti utilizzati dagli antichi per entrare in contatto con le divinità. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità. I profumi e le sostanze balsamiche, gli strumenti utilizzati dagli antichi per entrare in contatto con le divinità.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Le fonti documentarie più
antiche sulle sostanze profumate provengono dalla civiltà egizia che le
utilizzava nei templi per favorire l’intermediazione fra uomini e dei. In tutti
i rituali di purificazione, di imbalsamazione dei defunti e di elevazione
dell’anima, si fa uso di aromi e profumi. In Asia i due maggiori centri che si
dedicano alla produzione sono Palmira e Babilonia, specializzati in resina di
terebinto, olibano, galbano, laudano e mirra. Unguenti e oli profumati fanno
parte delle attività dei sacerdoti che si dedicano alla pulizia delle statue,
alla cura personale e alla preparazione dei defunti, con offerte che assicurano
la protezione degli dei per il loro passaggio nell’aldilà mantenendo
l’integrità del corpo. Nei templi sono presenti sale
adibite alla preparazione degli aromi da bruciare e dell’olio profumato
destinato agli dei, con attività che durano diversi mesi per pestare le piante,
i fiori, i grappoli, le erbe aromatiche e tritare resine e gomme. Altri assistenti
rimestano in grandi calderoni il vino, gli oli, il miele mentre il sacerdote
officiante, capo del laboratorio, legge le
martedì 28 agosto 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. Lo zafferano, la spezia più costosa del mondo, utilizzata fin dall'antichità per i rituali di guarigione e per una serie di proprietà che lo resero un ambito elemento di scambio apprezzato dalle classi più agiate e dai sovrani. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità.
Lo zafferano, la spezia più costosa del mondo, utilizzata fin dall'antichità per i rituali di guarigione e per una serie di proprietà che lo resero un ambito elemento di scambio apprezzato dalle classi più agiate e dai sovrani.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
E’
assai difficile risalire ai luoghi d’origine delle prime coltivazioni di
zafferano, la spezia più costosa del mondo. I persiani la chiamavano zarparān,
ossia stigmi d'oro, da cui derivò il termine arabo za'farān e l’aggettivo asfar
(giallo), ma somiglia anche alla parola persiana za'ferân che originò il
francese safran e la parola latina safranum, che diventano in inglese saffron,
in spagnolo azafrán e in italiano zafferano. In altre lingue
abbiamo: azupiranu (accadico), azafrán (galiziano), azafrai (basco),
saffran (tedesco), szafran (polacco), shafran (russo), kesar o zafran (India),
hong hua (Cina), zaferen (turco), saframi (finlandese), sáfrány (ungherese),
safrána (lettone), safranu (rumeno), safárum (malese), khekhrum (armeno),
kurkum (farsi) e safrà (catalano). Il mito greco narra dell’amore di
un
venerdì 24 agosto 2018
Archeologia, le materie prime dell'antichità. La selce, conosciuta fin dalla preistoria come pietra focaia, è il primo materiale utilizzato dall'uomo per realizzare strumenti utili alla vita quotidiana. Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia, le materie prime dell'antichità.
La selce, conosciuta fin dalla preistoria come pietra focaia, è il primo materiale utilizzato dall'uomo per realizzare strumenti utili alla vita quotidiana.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Il
primo materiale utilizzato dagli antichi per realizzare strumenti di lavoro è
la selce, una roccia sedimentaria chiamata anche pietra focaia. La procedura di
ottenimento di uno strumento in selce consisteva nell’esecuzione di una serie
ripetuta di azioni. Inizialmente, la pietra naturale veniva progressivamente
ridotta tramite percussione o per pressione, con una pietra o con un pezzo di
corno, producendo un certo numero di schegge e il manufatto desiderato. Oggetti
più complessi, come le punte di freccia, venivano perfezionati con numerosi
ritocchi attraverso i quali si otteneva la forma finale. Le prestazioni
erano inferiori a quelle degli strumenti successivi perché l’esperienza portò
l’uomo a selezionare le migliori varietà di rocce capaci di produrre strumenti
da taglio efficaci e duraturi. Generalmente, consideriamo l’età della pietra
riferendoci a un periodo popolato da uomini e donne lontane dal nostro
modo di vivere e di pensare, ebbene, bisogna considerare che per il 99% del
tempo trascorso dalla sua comparsa avvenuta circa 2,5 milioni di anni fa,
l'Uomo è vissuto proprio in
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