Osservare un altro che lavora non basta a imparare bene la tecnica che usa. Prodotti probabilmente da Homo abilis (ma forse anche da Australopithecus garhi), gli strumenti litici olduvaiani sono i più antichi che si conoscano e sono costituiti da schegge e ciottoli taglienti (chopper) ottenuti dalla percussione di due pietre. La loro struttura è poco elaborata, ma si può notare la scelta del materiale adatto e l'intenzionalità delle operazioni che li hanno prodotti.
Questo tipo di scheggiatura rimase invariato per circa 700.000 anni, e fu poi
affiancata da una tecnica più sofisticata – che caratterizza la cosiddetta cultura acheuleana - che permetteva di produrre strumenti più rifiniti, come bifacciali, amigdale e asce. E secondo molti antropologi il fatto che la tecnologia olduvaiana non abbia conosciuto innovazioni per un periodo di tempo così lungo indicherebbe che le popolazioni dell'epoca non avevano una qualche forma di linguaggio.
Nel nuovo studio Natalie Uomini, Thomas Morgan, Kevin Laland e colleghi hanno studiato i meccanismi di apprendimento sociale nella creazione di strumenti di tipo olduvaiano. Hanno arruolato 184 studenti universitari che, divisi in “catene di apprendimento" di una decina di membri, dovevano produrre schegge e chopper basandosi su quanto potevano imparare dalla persona che li precedeva nella catena seguendo cinque differenti modalità di trasmissione culturale: in pratica, alla prima persona della catena veniva mostrato come procedere, che doveva poi mostralo alla persona successiva.
I risultati hanno mostrato che le istruzioni verbali portavano a un drastico miglioramento della competenza dei volontari, una scoperta che rafforza l'ipotesi che gli olduvaiani non fossero in grado di comunicare verbalmente: "Se qualcuno sta cercando di imparare un mestiere in cui vi sono molte sottigliezze tecniche, avere un insegnante che ti corregge permette di imparare molto più facilmente”, ha detto Morgan. "Se gli olduvaiani avessero avuto una lingua, avrebbero imparato più velocemente e sviluppato nuove tecnologie più rapidamente."
Eppure - osservano i ricercatori - è proprio nel periodo olduviano che, a causa dell'importanza di questi strumenti litici, devono essere stati piantati i semi del linguaggio e dell'insegnamento: alcuni di questi antichi ominidi devono avere acquisito la capacità di comunicare meglio, aprendo le porte agli sviluppi dell'Acheuleano. "Per sostenere la tecnologia dell'Acheuleano - ha detto Morgan - doveva esserci un qualche tipo di insegnamento e magari una sorta di linguaggio, quanto meno una semplice protolingua con suoni o gesti per 'sì', 'no', o 'qui', 'lì'."
Nessun commento:
Posta un commento