Ora l'attenzione dei ricercatori è focalizzata sull'estrazione del Dna dai due teschi scoperti, anche se il Dna non può fornire informazioni circa la morfologia cranica di questi antichi uomini. Purtroppo, inoltre, su questi antichi teschi non sono stati trovati denti per cui non possono farsi dei raffronti con i denti recuperati nella Grotta di Denisova. Tuttavia l'estrazione e lo studio del Dna possono fornire risposte alla domanda se questi teschi appartengono o meno ad una sconosciuta specie umana.
sabato 1 aprile 2017
Archeologia. Scoperta a Dorgali una necropoli nuragica simile a quella di Mont'e Prama: il gigante di Dorgali e i teschi del paleolitico.
Archeologia. Scoperta a Dorgali una necropoli nuragica simile a quella di Mont'e Prama: il gigante di Dorgali e i teschi del paleolitico.
Una
necropoli nuragica di tombe a pozzetto inviolate in un terreno che presenta una
serie di frammenti simili a quelli del sito di Mont’e Prama. Oltre a frammenti
di lastre di copertura dei sepolcri, fra i reperti più interessanti si notano
pezzi di busto, di arco, di scudo, gomiti e piedi. Siamo nel territorio di
Dorgali, lungo la strada provinciale 38, a circa 1 km dal villaggio nuragico di
Serra Orrios. I lavori di ripristino del fondo stradale hanno portato alla luce
anche alcune tombe a cremazione del tipo a cassetta di embrici e ad anfora
segata. La datazione dei nuovi rinvenimenti rimane incerta ma sembra
collocabile alla Prima età del Ferro per ciò che riguarda le tombe a inumazione,
e a inizio età imperiale per quelle a cremazione. Per approfondire la ricerca
sarà necessario ottenere le autorizzazioni per attivare un cantiere
archeologico per rimuovere lo strato di terreno superficiale. Le fattezze della statua, secondo gli archeologi,
richiamano quelle dell’arciere sulcitano, un bronzetto rientrato
in patria dopo che era stato individuato in una vecchia foto polaroid che lo
ritraeva nel bollettino delle acquisizioni del museo americano di Cleveland nel
1991, volume 78, n.3). Acquisito in maniera irregolare nell’anno 1991 dal Museum of Art,
divenne l’emblema del museo stesso. Alla conclusione delle indagini, si appurò
che il
manufatto fu il frutto di scavi clandestini avvenuti a Sant’Antioco. La nuova scoperta è di giovedì mattina e i reperti
sono ancora nel cantiere, da dove saranno quanto prima trasferiti nei magazzini
della Soprintendenza.
Il cantiere nei giorni scorsi
era stato visitato dai tombaroli, il cui arrivo ha evidenziato un problema di
sicurezza dell’area causando polemiche per la mancanza di un adeguato servizio
di guardiania.
I frammenti della grande
scultura di Dorgali sono diversi da quelli delle statue di Mont’e Prama, una quarantina,
più o meno complete, scoperte finora e oggi esposte a Cagliari e Cabras. La
particolarità del gigante sta nel fatto che è quasi intero, ma soprattutto nel
fatto che la statua è una sorta di pezzo unico: si tratta di un arciere, ma è
diverso dagli altri arcieri rinvenuti finora perché la mano che tiene l’arco è
priva di quelle decorazioni in stile geometrico che caratterizzano i giganti di
Mont’e Prama. Inoltre l’arco è poggiato sulla spalla sinistra.
La tipologia e il numero dei
frammenti, così come il loro stato di conservazione, fanno di questo ritrovamento
uno degli eventi culturali più importanti del 2017. La statua, di dimensioni
monumentali, rappresenta la manifestazione di una civiltà che non ha uguali nel
bacino occidentale del Mediterraneo e proietta nuova luce sull’arte e la
cultura delle popolazioni della Sardegna.
Caratteristica è la resa del
volto e in particolare degli occhi, identici a quelli delle sculture di Mont’e
Prama: due cerchi concentrici, una fronte sporgente che scende su un naso
stilizzato e pronunciato che rende lo sguardo della statua magnetico e severo.
Dallo scavo della necropoli, inoltre, sono
emersi due teschi, conservati
parzialmente, che potrebbero appartenere a una non meglio specificata e conosciuta specie umana. I teschi
risalgono uno a 105.000 anni fa, l'altro a 125.000 anni fa e recano, mescolati,
tratti caratteristici di altre specie umane conosciute, tra i quali i Neandertaliani.
Al momento sono classificati semplicemente come appartenenti alla specie "Homo arcaico".
I ricercatori hanno descritto i due reperti come dei veri e propri mosaici. I crani possono fornire notizie utilissime
sull'evoluzione morfologica umana nel continente Europeo. Alcune
caratteristiche sono simili a quelle degli antichi umani euroasiatici; altre caratteristiche somigliano agli umani contemporanei, altre ancora ai neandertaliani. Quest'analisi suggerisce l'esistenza di
interconnessioni tra le popolazioni di tutta l'Eurasia durante il Pleistocene. La
scatola cranica piuttosto grande di questi due antichi esseri umani esclude che
si tratti di Homo erectus e altre specie note di ominidi. Alcuni studiosi hanno avanzato
l'ipotesi che possa trattarsi di un ramo dei Denisoviani, un gruppo umano
conosciuto solo attraverso l'analisi del Dna di pochissimi resti: un dente e le ossa di un dito ritrovati
nella Grotta di Denisova, in Siberia. L'esistenza dei Denisoviani,
in effetti, è provata solo dal Dna prelevato da questi due reperti. I
Denisoviani condividono elementi genetici sia con gli esseri umani moderni che
con i Neanderthal, un'evidenza che ha spinto gli scienziati a credere che, a un
certo punto della storia, siano coesistiti con gli esseri umani moderni.
Ora l'attenzione dei ricercatori è focalizzata sull'estrazione del Dna dai due teschi scoperti, anche se il Dna non può fornire informazioni circa la morfologia cranica di questi antichi uomini. Purtroppo, inoltre, su questi antichi teschi non sono stati trovati denti per cui non possono farsi dei raffronti con i denti recuperati nella Grotta di Denisova. Tuttavia l'estrazione e lo studio del Dna possono fornire risposte alla domanda se questi teschi appartengono o meno ad una sconosciuta specie umana.
Ora l'attenzione dei ricercatori è focalizzata sull'estrazione del Dna dai due teschi scoperti, anche se il Dna non può fornire informazioni circa la morfologia cranica di questi antichi uomini. Purtroppo, inoltre, su questi antichi teschi non sono stati trovati denti per cui non possono farsi dei raffronti con i denti recuperati nella Grotta di Denisova. Tuttavia l'estrazione e lo studio del Dna possono fornire risposte alla domanda se questi teschi appartengono o meno ad una sconosciuta specie umana.
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Mi sa che in tanti hanno abboccato...
RispondiEliminaah ah... 125.000... 105.000 anni fa!
RispondiEliminasarà stato anche allora il 1° di aprile?
1° Aprile?
RispondiEliminaFonte: Buon primo Aprile, ma da domani ritorniamo professionali. :-D
RispondiEliminaahahaha..che callonada!!
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