Diretto da Pierluigi Montalbano

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Associazione Culturale Honebu

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Visualizzazione post con etichetta Miti e leggende. Mostra tutti i post
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giovedì 15 giugno 2023

I misteri eleusini: agricoltura, iniziazione, anima e morte. Articolo di Pierluigi Montalbano

I misteri eleusini: agricoltura, iniziazione, anima e morte.

Articolo di Pierluigi Montalbano

Nella mitologia greca, Demetra è figlia di Crono e di Rea, e quindi sorella di Zeus, ed è per i greci la dea delle piante e dei cereali, patrona della fertilità del suolo e della fecondità femminile. Ebbe due figli: Persefone dal fratello Zeus e Pluto (dio delle ricchezze) dal mortale Iasione.  Nella mitologia latina è Cerere, dea della vegetazione, il cui culto veniva festeggiato nelle feste chiamate cerialia, nelle quali venivano sacrificate delle scrofe, a lei sacre, e si offrivano le primizie dei campi. Un giorno Persefone, mentre coglieva dei fiori con altre compagne si allontanò dal gruppo ma all'improvviso la terra si aprì e dal profondo degli abissi apparve Ade, dio dell'oltretomba e signore dei morti che la rapì perché da tempo innamorato di lei. Secondo la tradizione, ciò avvenne con il consenso di Zeus. Demetra, accortasi che Persefone era scomparsa, corse invano per tutto il mondo per 9 giorni alla ricerca della figlia. All'alba del decimo giorno venne in suo aiuto Ecate, che aveva udito le urla disperate della fanciulla ma non riuscì a vedere il volto del rapitore. Suggerì a Demetra di chiedere ad

venerdì 6 gennaio 2023

Il Natale, la nascita di Gesù. Articolo di Pierluigi Montalbano

Il Natale, la nascita di Gesù

Articolo di Pierluigi Montalbano

Duemila anni fa, in una grotta a Betlemme, nasceva Gesù, il Figlio di Dio. Secondo la tradizione, era figlio del falegname Giuseppe e della giovanissima Maria. A 12 anni predicò nel tempio, poi combatté contro Satana nel deserto per 40 giorni, ricevette il battesimo a 30 anni da Giovanni, morì crocifisso tre anni dopo e risorse dopo tre giorni, come annunciato ai suoi 12 apostoli. Andando a ritroso nel tempo, troviamo varie popolazioni che adoravano l'astro più vicino al nostro pianeta: il sole, il creatore, Dio. Le religioni andavano in parallelo con l'astrologia, una delle scienze più studiate. Costellazioni, movimenti astrali, eclissi, precessioni, erano tutti eventi oggetto di approfondimenti. La divinazione di Horus, Dio sole dell'Egitto, risale a 3000 anni prima di Cristo. La sua vita è una serie di

martedì 3 gennaio 2023

Epifania / Befana : Sonoro Messaggio. Studio sull’etimologia del nome Epifania, nel linguaggio popolare conosciuto come Befana. Articolo di Zoltán Ludwig Kruse

Epifania / Befana : Sonoro Messaggio.

Studio sull’etimologia del nome Epifania, nel linguaggio popolare conosciuto come Befana

Articolo di Zoltán Ludwig Kruse

 

Studio sull’etimologia del nome Epifania, nel linguaggio  popolare conosciuto come Befana

La sera del solstizio d’inverno del 2020 abbiamo avuto la rara occasione di poter ammirare sulla volta celeste il fenomeno splendente di congiunzione ☌ dei due pianeti giganti del sistema solare: Giove ♃ e Saturno ♄. Due mila anni fa fu lo stesso splendente fenomeno celeste a condurre i tre  Maghi venuti dall’orientale Parthia a Betlehem con doni di adorazione per il neonato Gesù Christo, figlio di Dio e luce del

sabato 19 febbraio 2022

Atlantide, è realmente esistita? Fu un'invenzione di Platone o possiamo trovare elementi di verità? Riflessioni di Pierluigi Montalbano.

Atlantide, è realmente esistita? 

Fu un'invenzione di Platone o possiamo trovare elementi di verità?

Riflessioni di Pierluigi Montalbano.


Sotto: videoconferenza youtube con lo studioso Gerolamo Exana che offre alcuni spunti di riflessione sulla reale esistenza di Atlantide. A seguire, un articolo con le mie considerazioni sulla questione.



Atlantide era un gran bel posto, con abitanti gentili, creativi e intelligenti che fondarono la più bella società che il mondo avesse mai conosciuto. Le città erano luoghi splendidi, dove torri che si erigevano verso il cielo s’intrecciavano con canali dalle acque cristalline. Dai suoi porti salpavano imbarcazioni che veleggiavano per rifornirsi dei materiali necessari agli artigiani e donando in cambio la civiltà. Tutte le meravigliose conquiste del mondo antico e le culture più evolute, dall'antico Egitto fino all’Oriente, furono originate da questa fonte di civiltà. Ma una immane tragedia, un cataclisma di proporzioni giganti, cancellò per sempre dalla geografia questo paradiso terrestre. Terremoti, eruzioni vulcaniche e maremoti, fecero crollare le torri, affondarono le imbarcazioni e provocarono un olocausto di incalcolabili dimensioni. Tutto ciò che

giovedì 14 ottobre 2021

La nebbia mitologica e la verità storica: studi sulle fonti letterarie della Sardegna antica. Miti ed eroi, da Norace all'accabadora, dai Tespiadi ai Cartaginesi.. Articolo di Emanuele Melis

La nebbia mitologica e la verità storica: studi sulle fonti letterarie della Sardegna antica. Da Norace all'accabadora, dai Tespiadi ai Cartaginesi.

Articolo di Emanuele Melis

Fonte: theologica & historica, annali della pontificia facoltà teologica della Sardegna, xxv, Cagliari 2016

Analisi dei lavori più importanti che, a partire dal 1881, sono stati dedicati all’analisi delle fonti letterarie greche e latine sulla Sardegna, con attenzione alle chiavi di lettura utilizzate e alle interpretazioni degli studiosi.

L’interesse degli studiosi per le fonti letterarie relative alla Sardegna è molto antico. Le prime citazioni degli autori classici si trovano già in pieno Rinascimento, nelle opere di Arquer e di Fara, i quali, nel descrivere i monumenti tipici dell’isola, accennano a Norace e identificano i nuraghi con gli edifici a «tholos» ricordati nello scritto pseudo-aristotelico De mirabilibus auscultationibus. Il primo studio scientifico compare solo nel 1881 ad opera di Ettore Pais. Per il futuro (e ipercritico) storico di Roma, l’attenzione alle fonti letterarie è un fondamentale ausilio per la ricostruzione dei fatti antichi, anche nel caso della Sardegna in cui, nonostante le fonti siano «scarse e vaghe», sono pur sempre da considerare nel novero degli elementi da cui gli studi devono di necessità prendere le mosse. Nelle ricerche archeologiche «è necessaria la minuta e paziente indagine ed il tener conto di tutti i fatti che si

martedì 7 settembre 2021

Archeologia. Ipotesi surreale, immaginifica e metamorfica di un’Isola nell’Isola, al centro dell’Oceano “Mediterraneo”, lungo l'asse del 40° parallelo, che taglia esattamente a metà la Sardegna, e Sorgono ne è il suo perno Centrale, Terracqueo e Simbolico. Articolo di Cesare Crobu

Archeologia. Ipotesi surreale, immaginifica e metamorfica di un’Isola nell’Isola, al centro dell’Oceano “Mediterraneo”, lungo l'asse del 40° parallelo, che taglia esattamente a metà la Sardegna, e Sorgono ne è il suo perno Centrale, Terracqueo e Simbolico.

Articolo di Cesare Crobu

Mi rivolgo principalmente a coloro che amano fantasticare, un po' sognando e un po' frugando nel proprio “IO” memoriale, immaginare, cosa poteva aver vissuto, se fosse stato in un tempo indefinito, forse anche prima dei nostri antenati Nuragici, e se poteva esserci stata, una civiltà diversa, da quelle finora conosciuta, come potenzialmente, si sarebbe comportato.

Premetto: i denigratori, della prima, possibile, “Civiltà” del mondo Latino,  in cui, potessero essere individuati negli antichi popoli Sardi, o meglio dire, i Nuragici, o Shardana, Sherdana o ancora, Popoli del Mare, come sono chiamati in diverse sfumature, ma che dovrebbero essere le stesse persone; a loro, chiedo di leggere attentamente, magari chiedere chiarimenti, perché il dubbio, non solo è lecito, ma indicativo d’interesse, chiedo anche collaborazione, a coloro che

martedì 31 agosto 2021

Terapie magiche in Sardegna: malocchio, brebus e altri rituali.

Terapie magiche in Sardegna: malocchio, brebus e altri rituali.

Articolo di Nando Cossu

Occhi che si incontrano, pupille contro pupille, chi ha il sangue “più forte” colpisce inevitabilmente il più debole. Lo scatenarsi della crisi è un atto istantaneo e immediato e, quindi, impossibile da controllare. L’aggressione dell’occhio può essere inconsapevole e involontaria e chiunque, potenzialmente, può causarla. Può essere dovuta anche al troppo affetto, al troppo amore ed allora diventa ancora più difficile da guarire. I sintomi che la rivelano sono improvvisi e tra essi vi sono spossatezza e forte mal di testa, ma anche nausea, inappetenza, febbre alta e malinconia.
Secondo importanti studi di antropologia medica ("A luna calante", Nando Cossu, ed. Argo), in Sardegna sono oltre 36.000 le persone che si recano dai guaritori per curare questi segnali, poiché si

sabato 26 giugno 2021

Archeologia, miti e leggende. Del re Salomone è leggendaria la saggezza, ma fu veramente tanto saggio ? oppure sulla sua figura si coagularono nostalgie e frustrazioni successive ? Articolo di Lydia Schropp

Archeologia, miti e leggende. 

Del re Salomone è leggendaria la saggezza, ma fu veramente tanto saggio? Oppure sulla sua figura si coagularono nostalgie e frustrazioni successive ?

Articolo di Lydia Schropp

 


Salomone nacque verso il 990 a.C. dal re Davide e  da Betsabea, donna di cui Davide si era innamorato mentre era intento all’assedio di Rabba. Sebbene Davide fosse già sposato e avesse figli da molte altre mogli elencate fra l’altro in I Cronache 3, e Betsabea fosse sposata con un militare ittita di nome Uria,(1) Davide , appena seppe che la donna aspettava un figlio da lui, fece in modo  che  suo marito Uria si trovasse coinvolto nella mischia dell’attacco nemico e fosse colpito a morte. (2 Samuele 11). Dopo il prescritto tempo del lutto, sposò la donna.

Salomone fu il secondo figlio, perché il primo morì subito dopo la nascita. In seguito Betsabea gli diede altri tre figli, Scimea, Shobab e Nathan (I Cronache, 3,5)

Sin dall’inizio Salomone fu prescelto come successore di Davide, sebbene non fosse il primogenito, per cui  poco prima della  morte di Davide un altro figlio, nato prima, Adonia, cercò di sottrargli  la carica. Questi si procurò una guardia del corpo e cercò di attirare a sé l’esercito ed i sacerdoti, vantando i suoi diritti. Nathan lo mise in guardia del pericolo che correva e, scoperti i suoi piani,  Salomone lo graziò. Ma Adonia non si diede per vinto e continuò a congiurare, cercando di coinvolgere anche la matrigna

martedì 20 aprile 2021

Archeologia. La caccia sacra: un duello fra uomo e natura. Articolo di Lisa Catola

 Archeologia. La caccia sacra: un duello fra uomo e natura.

Articolo di Lisa Catola

Sappiamo che i nostri antenati erano onnivori. L’archeologia ha permesso di reperire resti di cibo fossile di origine animale e vegetale. Una conferma è che la natura onnivora dell’uomo trova riscontro nelle similitudini di denti e stomaco del maiale, onnivoro anch’esso. Anche nell’orso possiamo osservare abitudini simili alle nostre. L’uomo preistorico si cibava di ciò che trovava: frutta, insetti, larve, vegetali e carcasse, nonché la carne dei suoi stessi simili, proprio come il nostro amico orso, venerato nel Paleolitico, e a cui sono state dedicate grotte e riti come se fosse una divinità. L’uomo del Paleolitico si spostava in cerca di terre abbondanti in base alle stagioni e il dispendio energetico dei viaggi era notevole. In questo contesto nasce anche la pratica della conservazione dei cibi per essere sicuri di

venerdì 16 aprile 2021

Agatocle, tiranno di Siracusa, nemico giurato di Cartagine. Articolo di Lydia Schropp

Agatocle, tiranno di Siracusa, nemico giurato di Cartagine.

Articolo di Lydia Schropp



Agatocle, tiranno siracusano di umili origini, fautore del partito democratico “radicale,” in seguito, durante la guerra in Africa ,autoproclamatosi re ad imitazione dei diadochi di Alessandro Magno e fondatore  di un vasto regno ( nato nel 361 a.C. a Termini Imerese, morto nel  289 a.C. a  Siracusa )

Agatocle nacque  a Termini Imerese (PA) nel 361 a.C., quando il territorio rientrava ancora nella sfera d’influenza cartaginese, da un vasaio profugo di Reggio, che nel 342 a.C. si trasferì  a Siracusa. Lì padre e figlio ottennero la cittadinanza siracusana concessa da Timoleonte ai profughi. Agatocle e suo fratello Antandro si dedicarono con successo alla carriera militare; e ben presto Agatocle si distinse nelle campagne militari condotte da Timoleonte contro  gli Etnei ed i mercenari campani, contro Agrigento e nelle guerre contro i Bruzi. Antandro ottenne  verso il 330 a.C. la carica di stratega. Ambedue parteciparono attivamente alle varie lotte partitiche che funestavano le varie città sia

lunedì 22 febbraio 2021

Est unu becu e non unu boe s'iscultura de Sant'Andria Priu . È un caprone e non un bue la scultura di Sant'Andra Priu. Articolo di Bartolomeo Porcheddu

Est unu becu e non unu boe s'iscultura de Sant'Andria Priu.  

È un caprone e non un bue la scultura di Sant'Andra Priu.

Articolo di Bartolomeo Porcheddu

(Testo in italiano dopo quello in sardo)

 


Su campu suta Bonorva de Santa Lughia, chi sa festa che ru[gh]et su 13 de Nadale/Idas, die de idillos de luna prena ispigrados in sa terra cando bortat in su chircu de s’annu, est unu de sos logos prus ispantosos de sa Sardigna. In custos terrinos, surcados dae deghinas de ri[v]os chi falant a totu coddu dae su cùcuru de Campeda ispinghende su Riu Mannu deretu a su Coghinas, sos Sardos de su Brunzu ant fra[b]igadu sa règia nuràgica de Santu Antine e, sèculos innantis, in sos montigros de trachite ruja de su matessi colore de sa pedde bestida dae su prìntzipe, ant iscavadu sa tumba de su Re, oje mutida de Sant’Andria Priu, posta a pagu tretu dae sa bena de abba gasada naturale, cussiderada “meraculosa” in

sabato 13 febbraio 2021

Associazione Culturale Honebu. L'archeologo Momo Zucca illustra l'argomento: "Centauri Bronzei della Sardegna", un approfondimento su alcuni bronzetti sardi che appartengono alla sfera mitologica della civiltà nuragica

Associazione Culturale Honebu.

L'archeologo Momo Zucca illustra l'argomento: "Centauri Bronzei della Sardegna", un approfondimento su alcuni bronzetti sardi che appartengono alla sfera mitologica della civiltà nuragica.

Video su youtube al link https://youtu.be/pBk9LThlxy8



Nella bronzistica sarda di epoca tardo nuragica sono rappresentati guerrieri, sacerdoti, animali, offerenti e altri personaggi. Fra questi bronzetti, alcuni spiccano per la particolarità di appartenere alla mitologia. In diretta, l'archeologo Momo Zucca racconta del Minotauro di Nule e di altri straordinari bronzetti che sono a metà strada fra umani e divinità. Imperdibile serata organizzata da Honebu e dedicata a tutti gli appassionati dell'antica storia sarda.


Video su facebook al link: https://www.facebook.com/pierluigi.montalbano/videos/3861817710550400

sabato 16 gennaio 2021

Archeologia: Omero e Odissea. Ulisse ad Itaca. Articolo di Lydia Schropp

Archeologia: Omero e Odissea. Ulisse ad Itaca.

Articolo di Lydia Schropp

Con il  rientro di Ulisse ad Itaca assistiamo ad  un cambiamento di prospettiva notevole, perché ora l’eroe deve rientrare in possesso delle sue prerogative di re, che dopo venti anni di assenza, sono state usurpate da altri nobili Achei, e cioè dai pretendenti di Penelope, che non credendo più nel ritorno del loro re , pensano di assumerne il ruolo sposando la vedova . Dopo aver appreso il triste destino di Agamennone,  tradito dalla propria moglie ed ucciso dal suo antagonista, Ulisse sa di dover agire con la massima cautela e possibilmente nascondere la sua vera identità. Quindi i travestimenti e le “metamorfosi” di Ulisse giocano un ruolo importante, insieme ai suoi falsi racconti, che hanno uno sfondo storico, collocabile verso l’VIII-VII sec. a.C. , quindi molto dopo la conquista di Troia, ma

mercoledì 2 dicembre 2020

Archeologia e Odissea. Ulisse, Itaca e Omero. Eterogeneità delle popolazioni greche e degli stanziamenti greci in Asia Minore. Articolo di Lydia Schropp

Archeologia e Odissea. Ulisse, Itaca e Omero.

Eterogeneità delle popolazioni greche e degli stanziamenti greci in Asia Minore

 Articolo di Lydia Schropp

Le sventure del povero ed infelice re di Itaca(1), che per cause avverse della natura è costretto a solcare  le vie del mare per ben dieci anni dopo la distruzione di Troia (2), sono la veste formale  di una narrazione, che ha come nucleo centrale la ricerca di nuove terre e di convenienti rapporti commerciali. Vi si distinsero  dapprima gli Achei /micenei cretesi ( identici ai “popoli del Mare “ ed ai Filistei) (3) e poi per breve tempo i Traci, soppiantati dai Calcidesi (abitanti dell’isola Eubea, menzionata anche da Alcinoo),dai Rodi,e dagli  Ioni, ed Eoli, greci dell’ Asia Minore.  Queste popolazioni greche incontrarono però sulle rotte marine i Fenici, che sulla sponda del Mediterraneo  soppiantarono gli Egiziani, dei quali erano stati in precedenza tributari.

Per l’intreccio , molto complesso, dei rapporti commerciali  del Mediterraneo bisogna tener conto di alcuni dati storici.

Dopo la caduta , verso la fine del XIII sec. , dell’ impero ittita , che nel periodo del suo massimo splendore si estese dalle coste  del Mar Nero sino alla Palestina, per l’azione concentrica  dei Popoli del Mare  (Ulisse ricorda il nome del suo nonno materno Autolukos . e forse vuol dire che suo nonno fosse un  suddito  o meglio un piccolo capo alleato dell’ impero ittita, che era governato da un sistema di

mercoledì 11 novembre 2020

Archeologia. Il ritorno di Ulisse: viaggio verso la patria. Naufragio. Articolo di Lydia Schropp

Archeologia. Il ritorno di Ulisse: viaggio verso la patria. Naufragio.

Articolo di Lydia Schropp

Al ritorno di Ulisse in Corsica, emerge chiaramente dal dialogo con Circe che l’eroe si è attenuto scrupolosamente  alle istruzioni ed ha eseguito correttamente i riti prescritti nel Mondo degli Inferi. Prima del congedo Circe lo mette nuovamente in  guardia per quanto attiene ai pericoli del viaggio. Gli consegna dei viveri ed in segno di amicizia gli invia un vento favorevole, chiamato  cercius, identificato da WHATMOUGH con il Mistral.

Il primo ostacolo si trova presso le isole Sirene (1) ,cioè le isole vicine alla penisola Sorrentina e forse anche Ischia (2), le une pericolose per le correnti marine e gli scogli, l’altra  per la sua origine vulcanica, perché in antichità fu flagellata da molte eruzioni.(3) Circe sconsiglia l’approdo ed ingiunge ad Ulisse  di procedere oltre senza  fermarsi, anzi lo avvisa di farsi  legare ad un albero dai suoi

mercoledì 4 novembre 2020

Archeologia. Chi era Circe, la poliedrica maga, figlia del Sole e della ninfa Persa, nipote di Oceano? Era in Corsica la sua reggia? Articolo di Lydia Schropp

Archeologia. Chi era Circe, la poliedrica maga, figlia del Sole e della ninfa Persa, nipote di Oceano? Era in Corsica la sua reggia? 

Articolo di Lydia Schropp 

Dal paese dei Lestrigoni, ubicato nel Lazio ,Ulisse procede verso nord-ovest e dopo un arco di tempo non meglio definito, approda  all’isola Aiaie, chiamata cosi da Ajaccio,(1)  da sempre il centro più importante della Corsica  ed abitato sin dall’antichità. La città sporge su un amplissimo golfo che fu usato come scalo dalle navi dirette in Francia e Spagna. Corsica è il nome romano dell’isola, mentre quello etrusco è Kyrne e quello greco Kurnos, inteso come  “la signora isola”, a causa della bellezza primordiale del paesaggio.(2)

Ulisse si avvicina all’isola dalla costa tirrenica, meno popolata in età recente a causa del territorio paludoso e malarico. Si ferma per due giorni in riva al mare, probabilmente  vicino alla foce del fiume Tavignano (in passato chiamato Rottanos),dove  si imbatte  in bell’esemplare di cervo adulto,  che abbatte con la sua lancia  per poi imbandirlo  per un lauto pranzo con i suoi compagni (3) Il giorno successivo, seguendo il corso del fiume, si dirige verso l’interno, alla ricerca di una città. La salita è ripida ed in breve si ritrova fra alti monti, ricoperti di folte selve di querce secolari, brulicanti di

venerdì 7 agosto 2020

Libri. Francesca Poretti: Ifigenia, l'innocente sfortunata. Può un dio sottoporre un personaggio mitologico a durissime prove? Recensione di Felice Di Maro

Libri. Francesca Poretti: Ifigenia, l'innocente sfortunata.

Può un dio sottoporre un personaggio mitologico a durissime prove? 

Recensione di Felice Di Maro

Scorpione Editrice 2020, pp. 119 con illustrazioni.


Può un dio sottoporre un personaggio non divino certo, ma mitologico, a durissime prove? L’interrogativo è d’obbligo perché la figura di Ifigenia in qualche modo è tra i miti greci un’eccezione perché subisce sì, una sorte che certamente è tra le più tragiche, ma come la raccontano scrittori dell’epoca antica come Euripide che c’è stata una lotta che ha portato avanti e che non si è fermata mai.

La storia di una donna? Certo ma teniamo conto che nonostante che i processi culturali oggi siano sempre più raffinati perché utilizzano nuove tecniche di comunicazione, e principalmente mi riferisco a quelli che continuamente rilanciano nuove frontiere di ricerca sulla storia dell’umanità, proprio la mitologia classica che umilmente si ripresenta sempre e ogni volta offre occasioni di riflessioni, oggi,

giovedì 16 luglio 2020

Miti, Dei e Regine della Sardegna antica. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Miti, Dei e Regine della Sardegna antica.
Articolo di Pierluigi Montalbano



La storia della Sardegna antica ci è stata raccontata da autori greci e latini che la manipolarono e adattarono alle loro esigenze politiche, tuttavia, le tappe indicate dagli storici del V secolo a.C. trovano corrispondenze nei dati archeologici. Pausania e altri affermano che la stirpe sarda fu generata dalla Dea Madre Terra con la sua discendente più antica: Medusa, regina di Sardegna, un personaggio che pietrificava con lo sguardo, metafora della divinità che creò i menhir. Medusa è riportata anche come la regina delle Amazzoni che porta i suoi attacchi nel Peloponneso e assedia Perseo a Micene. Il padre di Medusa è Forcus (Phorcus), re del Mare e paredro della Dea Madre Terra, una sorta del greco Poseidone che col suo bastone con forcella avrebbe potuto reggere la volta celeste e aiutare i rabdomanti nella ricerca dell'acqua, il più prezioso fra gli elementi. Fra i bronzetti si notano alcune rappresentazioni che fanno pensare a questa divinità. Orfeo, Esiodo e Omero descrivono vicende legate all’epoca micenea, con i sardi che assediarono Creta al tempo di Talos, prima dell’arrivo degli argonauti di Giasone. Discendente di Medusa e Phorcus è Crisaore, padre di Gerione, un invincibile spadaccino; Gerione è Re di Tartesso, e difese le sue mandrie di buoi rossi da Eracle/Ercole, inviato nella sua decima fatica a Occidente dal Re di Micene, Euristeo.

Gerione, dunque, è nipote di Medusa e padre di Eritheia, la rossa che sposò Hermes, fratello di Eracle, da cui generò Norax (Norace). Ricordiamo che Eracle portò via la mandria di buoi rossi (metafora dei lingotti in rame ox-hide) proprio dall’isola che i greci chiamano Eritheia, un luogo strategico posto lungo la rotta del rame e dell’argento, e dello stagno proveniente dalle Cassiteriti, le isole della Cornovaglia. Altre figure di rilievo, inseribili a pieno titolo nella discendenza matrilineare legata all’isola, sono Sardòa, della dinastia regale di Micene, e Sarda, moglie di Tyrrenòs, fondatore della stirpe dei Tirreni.  Una delle prime figure maschili a comparire nella genealogia sarda è Norax - Norace. Sallustio racconta che fosse figlio di Hermes (fratello di Eracle) e di Eritheia la rossa, figlia di Gerione. Solino racconta che gli Iberi, guidati da Norace, provengono da Tartesso, una regione mineraria ricca d’argento e piombo, intermediaria dello stagno. Norace, nei suoi viaggi commerciali, fondò Nora. Solino aggiunge che gli Iberi erano in guerra con i Libi, e la pace arrivò con Aristeo, fondatore di Cagliari, che unì le genti dei due popoli. Nelle genealogie del Peloponneso, Perseo ed Eracle sono riferiti a 5 e 3 generazioni prima della guerra di Troia, avvenuta intorno al 1230 avanti Cristo nei conflitti scatenati dai Popoli del Mare. Perseo sarebbe da inquadrare circa al 1330 a.C. ed Eracle al 1290 a.C. Di conseguenza, l’uccisione della regina Medusa avvenne intorno al 1380 a.C., mentre Norace si collocherebbe cento anni dopo, ai tempi della guerra di Qadesh fra Ittiti ed Egizi.

E’ evidente che quando i fenici giunsero a Nora, intorno al IX a.C., come attestato sulla famosa stele, ossia nello stesso periodo in cui Didone, sorella di Pigmalione, Re di Tiro, fuggì rubando il tesoro del tempio e fondando Cartagine, la città di Nora era già florida essendo stata fondata da Norace almeno 400 anni prima. Se, come penso, la mitica Tartesso era una potenza commerciale che aveva come principale centro amministrativo la città di Tharros, se ne deduce che la popolazione mista iberico-sarda insediata nel Golfo di Oristano, fu artefice di quel miracolo commerciale che la letteratura riferisce alla mitica Tarsis biblica. C'è da rilevare, tuttavia, che gli archeologi posizionano Tartesso in Andalusia, alla foce del Guadalquivir. A mio parere, il territorio coloniale tartessico si estendeva dalla Nurra verso le coste occidentali sarde, comprendeva Tharros, proseguiva per Sulky, l'attuale Sant'Antioco, e giungeva fino a Nora e Karalis (Cagliari). Tartesso controllava i traffici marittimi provenienti dal golfo del Leone, dalle Baleari e dalle Bocche di Bonifacio, a dimostrazione di una talassocrazia commerciale sarda ancora non indagata dagli studiosi. Il cuore pulsante dell’economia del Mediterraneo Occidentale era Tharros, mentre tutti gli approdi-empori presenti lungo le coste costituivano l’ossatura di una potenza marittima che faceva del commercio il proprio cavallo di battaglia. 
Nel passaggio dall'età del Bronzo all'età del Ferro, le relazioni commerciali fra oriente e occidente furono agevolate da alleanze strategiche fra mercanti e indigeni. Seguendo il mito, i potenti clan nuragici si accordarono con i nuovi arrivati attraverso il richiamo a un eroe indigeno di matrice iberica, quel Norax-Norace, eponimo del nuraghe. Il sito di Nora conserva ancora il nome che evoca il nuraghe e l’eroe Norace, e c'è da osservare che l’antica denominazione di Minorca era Nure, come Nurra si chiama ancora la regione posta nel nord-ovest della Sardegna e Nure è anche il nome di un insediamento ubicato a nord di Alghero. I dati archeologici, linguistici e letterari, dunque, ci aiutano a individuare delle genti che giunsero in Sardegna dalla penisola iberica, diedero il nome alle isole Baleari, e si riconoscono nei Balari. Se gli Iberi sono da riconoscersi nei Balari, il loro eroe Norax si contrappose a Sardo, antenato dei Sardi e probabilmente dei Libi, che si stanziarono nel sud dell’isola. Pausania racconta che il più importante fiume sardo, il Tirso (Tharsos) segnava l’antico confine fra Iolei-Iliei (greci e troiani) a sud e “barbari” a nord. Questi ultimi sono da riconoscersi negli iberici Balari.

Nelle immagini:
I bronzetti denominati: "L'offerta della gruccia" e " Il Musico". Questi due personaggi potrebbero ricordare, invece, un rabdomante o la divinità Phorcus, il Dio del Mare.

Archeologia. I Sardi nella guerra di Troia. Riflessioni di Carlo D'Adamo

Archeologia. I Sardi nella guerra di Troia
Riflessioni di Carlo D'Adamo



La storiografia greca ha elaborato nel ciclo dell’epopea troiana il processo di crisi del sistema miceneo, mentre la storiografia egizia ha narrato parte dello stesso processo sotto il tema dell’invasione degli “Abitanti delle Isole del Grande Verde” che ordivano una “congiura” contro l’Egitto assalendo le sue coste e tentando un’invasione.
La sostanziale autoreferenzialità delle due tradizioni storiografiche impedì a Platone, al quale la tradizione egizia era giunta di seconda o di terza mano, di riconoscere nel racconto di Crizia (che egli riporta nel Timeo) gli stessi avvenimenti che i greci avevano già elaborato nei miti di Teseo e del ritorno degli Eraclidi e nella grande epopea della guerra di Troia.
Ma se noi ci misuriamo direttamente con Medinet Habu ed evitiamo il bypass “sacerdoti egiziani-Solone-Crizia-Platone” per accedere direttamente alle fonti che parlano degli Abitanti delle Isole del

sabato 28 marzo 2020

L'albero cosmico, asse del mondo nella mitologia europea Articolo di Greta Fogliani

L'albero cosmico, asse del mondo nella mitologia europea
Articolo di Greta Fogliani

Uno degli elementi più presenti nei miti e nel folklore delle popolazioni antiche è l’albero. Questo elemento naturale assume una grande varietà di funzioni, ma una più di tutte le altre rende evidente l’importanza che l’albero ha sempre rivestito nell’antichità: quella di centro e asse dell’universo.
Di per sé, l’albero non è propriamente un motivo cosmologico, perché è innanzi tutto un elemento naturale che, per i suoi attributi, ha assunto una funzione simbolica. L’albero, in quanto tale, si rigenera sempre con il passare delle stagioni: perde le foglie, secca, sembra morire, ma poi ogni volta rinasce e recupera il suo splendore. Per queste sue caratteristiche, esso diventa non solo un elemento sacro, ma addirittura un