Archeologia, miti e leggende.
Del re Salomone è leggendaria la saggezza, ma fu veramente tanto saggio? Oppure sulla sua figura si coagularono nostalgie e frustrazioni successive ?
Articolo di Lydia
Schropp
Salomone nacque verso il 990 a.C. dal re Davide e da Betsabea, donna di cui Davide si era
innamorato mentre era intento all’assedio di Rabba. Sebbene Davide fosse già
sposato e avesse figli da molte altre mogli elencate fra l’altro in I Cronache 3, e
Betsabea fosse sposata con un militare ittita di nome Uria,(1) Davide , appena
seppe che la donna aspettava un figlio da lui, fece in modo che suo
marito Uria si trovasse coinvolto nella mischia dell’attacco nemico e fosse
colpito a morte. (2 Samuele 11). Dopo il prescritto tempo del lutto, sposò la
donna.
Salomone fu il secondo figlio, perché il primo morì
subito dopo la nascita. In seguito Betsabea gli diede altri tre figli, Scimea,
Shobab e Nathan (I Cronache, 3,5)
Sin dall’inizio Salomone fu prescelto come successore di Davide, sebbene non fosse il primogenito, per cui poco prima della morte di Davide un altro figlio, nato prima, Adonia, cercò di sottrargli la carica. Questi si procurò una guardia del corpo e cercò di attirare a sé l’esercito ed i sacerdoti, vantando i suoi diritti. Nathan lo mise in guardia del pericolo che correva e, scoperti i suoi piani, Salomone lo graziò. Ma Adonia non si diede per vinto e continuò a congiurare, cercando di coinvolgere anche la matrigna
Betsabea. Informato delle sue trame, Salomone lo fece giustiziare insieme ad altri suoi complici. Potè quindi governare senza essere insidiato da altri pretendenti. Il suo regno si distinse per pace e prosperità, così che egli potè vantarsi del titolo Jedidja “prediletto del Signore “ conferitogli dal profeta Nathan.( 2 Samuele,12,24.25) Regnò dal 961 al 922 a.C. Salomone mise bene a frutto quanto ereditato dal padre e governò in pace su un ampio territorio. Il suo regno si estendeva sino ai confini dell’ Egitto ed i re vicini gli erano in parte sottomessi o tributari.Negli ultimi anni
di Davide e nei primi anni di Salomone si crearono le fondamentali strutture
dello stato, che perse del tutto i suoi connotati tribali, in quanto il potere si concentrò nelle mani
del re ed assunse un carattere autoritario e quasi assoluto. Lo stato
si centralizzò. Alla corte di Gerusalemme assunsero ruoli primari 1)il prefetto del palazzo, addetto a tutti gli
affari di stato ed abilitato in casi particolari a sostituire il re, 2) il
segretario del re, redattore di tutti i
documenti di stato e 3)l’araldo del re, che ebbe le funzioni di portavoce del
palazzo e di maestro delle cerimonie. Questa nuova distribuzione dei poteri e
l’organizzazione a corte rifletteva l’influsso egiziano. (2)
Salomone divise il paese in 12 distretti governati da
funzionari da lui designati, che dovevano provvedere a turno ai bisogni della
corte. I 12 distretti rievocavano in qualche modo le 12 tribù, che però erano state
autonome, e qui sta una differenza
fondamentale: erano collegate fra loro da vincoli di sangue e di fede in un Dio
unico, che aveva stretto con loro un’alleanza resa visibile dall’Arca, che
accompagnava il popolo in tutte le imprese. Nell’arca erano riposte le tavole
di Mosè. Quando Davide si trasferì da Hebron a Gerusalemme, che poi diventò la
capitale, egli trasferì con se anche
l’arca. (1 Cronache, 15)I funzionari, designati da Salomone, non rientravano in
questa tradizione ed in ogni caso erano responsabili solo nei confronti del re
e non del popolo.
Un ruolo fondamentale assunse l’esercito, che ora non era più composto, come ai tempi della presa di
possesso del territorio, dal popolo e da piccoli gruppi di volontari esperti nella
lotta, scelti fra il popolo, ma da mercenari (3). L’esercito comprendeva 1400
carri da guerra, 4000 animali da tiro e 12.000 guerrieri (2 Cronache 1,14 ;
9,25) La posizione geografica di Israele, in realtà molto insicura e contesa perché insediata da molti nemici e facile da conquistare da potenze limitrofe più
forti, gli permetteva il controllo di
molte strade carovaniere e del commercio, che passava per il suo territorio da nord a sud e di conseguenza consentiva la riscossione di forti
tributi.
Al commercio Salomone dedicò molta cura, si alleò con i Fenici, già esperti nel settore ed ottimi naviganti. Costituì una flotta ancorata nel porto di Elath, nel nord del golfo di Aqaba, per approvvigionarsi dei tesori provenienti da Ophir (oro, argento, avorio, scimmie e pavoni ) e riattivò le miniere di rame ad Ezeon-Geber, città portuale situata sul golfo di Aqaba (1 RE, 9,26 ;22,49) (4)
Il prestigio ed il potere di Salomone aumentò talmente da essere riconosciuto
anche dai paesi vicini, e dall’Egitto, potenza ancora egemone, sebbene sulla
via del declino, con il quale strinse
stretti rapporti sposando la figlia di un faraone, probabilmente della XXI
dinastia, residente a Tanis ( I RE, 3,1)
In segno di riappacificazione, poi, egli sposò le figlie di molti re limitrofi
sconfitti ed annessi, anticipando di secoli la politica di Alessandro Magno,
tipica dei paesi orientali, ed arrivò alla bella cifra di ben 700 mogli delle stirpi più diverse e di 300 concubine.
La fama della sua saggezza si diffuse anche nei paesi più lontani, tanto
che la regina di Saba (5) si recò a visitarlo per rendersene conto portandogli
immensi doni, fra cui aromi e spezie. La
tradizione riporta che ebbe da lui
un figlio , che diffuse credenze ebraiche in territorio eritreo.
A Salomone fu attribuita la composizione di circa 3000
proverbi e 1005 inni, parte dei quali ci sono pervenuti nella Bibbia
Anche il Cantico dei Cantici e l’
Ecclesiaste riportano erroneamente il suo nome. Dopo la sua morte gli furono
attribuiti i libri apocrifi “la Saggezza
di Salomone “ I Salmi di Salomone “ e “Le Odi di Salomone “Da tutto ciò si
evince la grande ammirazione che il discendente del guerriero Davide suscitò sia
negli animi dei suoi contemporanei che dei suoi successori, che potevano solo
rimpiangere i tempi dell’ unità del Regno, di cui vedevano ormai solo i lati
positivi, infatti, dopo la scissione del Regno e l’indebolimento degli stati
Giuda ed Israele, le guerre e devastazioni furono continue, finché si arrivò
all’esilio in Babilonia.
L’impresa più nota
e ragguardevole di Salomone fu la
costruzione del Tempio di Gerusalemme e del palazzo reale, che egli
ultimò rispettivamente dopo 7 e 13 anni
, grazie all’aiuto del principe Hiram di Tiro, già amico di Davide , adoperando
manodopera fenicia. La costruzione del
tempio, già auspicata da Davide, che aveva iniziato a raccogliere piani e
materiale, incominciò verso il 967 a.C. Quindi
per ben 20 anni, dal 967 al 947 a.C. a
Gerusalemme fervettero grandi lavori edilizi.
Queste opere di costruzione, oltre ad altre minori, come
fortezze, stalle etc. richiesero molto personale esperto, che egli reclutò fra i Fenici: Inoltre, costrinse i Cananei
ancora residenti nel paese a prestare mano d’opera coatta, mentre affidò
alcuni posti direttivi ai suoi amici Israeliti.
Il tempio fu eretto su una piccola altura, denominata
oggi Haram esch-Scherif, e presentava all’interno una struttura simile al
tempio greco più semplice, chiamato in antis. Consisteva di un rettangolo
equilatero suddiviso in un portico e in una sala maggiore, (nel tempio greco cella) chiamata Santuario, che al suo interno custodiva in fondo una piccola camera, dove era riposto
il Santissimo, cioè l’arca dell’ alleanza, accessibile solo al capo sacerdote
una volta l’anno. Il tempio non presentava colonne, eccetto due colonne di bronzo poste
lateralmente dinanzi all’ingresso. Il
tempio misurava circa 31,5 m di
lunghezza, 19,5 m di larghezza e 15,75 m di altezza.(5) Tutt’intorno al tempio correva
un ampio ambulacro a 3 piani dal quale si accedeva a delle camere dove si riponevano
le offerte dei pellegrini, gli attrezzi cultuali e provviste varie. Per la
costruzione si adoperarono pietre calcaree già intagliate che dovevano essere
solo assemblate e sovrapposte in loco (quasi un prefabbricato antico). Per il tetto
si adoperarono travi ed assi di legno di cedro, fatto arrivare appositamente dal
Libano. Piccole finestre con grate servivano ad arieggiare l’interno del
tempio, tutto rivestito di legno di cedro e decorato con motivi floreali e
vegetali. Il pavimento, invece, era fatto con tavole di legno di cipresso. Nello
spazio retrostante al santuario, chiamato Santissimo, ricavato con una parete
di legno di cedro, e somigliante ad un cubo
per le sue misure (alto , lungo e largo 10,5 m) , ed accessibile per mezzo di una porta
fatta di legno d’olivo, si trovava
l’arca dell’alleanza, sovrastata da due cherubini in legno d’olivo, rivestito
d’oro, ed una tenda simile a quella del
Tabernacolo. Le pareti del Santissimo erano
rivestite d’oro. Chi accedeva al
Santissimo, vedeva dinanzi alla parete d’accesso un altare di legno di cedro, rivestito d’oro. Nel Santuario c’erano invece un altare
sacrificale, 10 candelabri d’oro a 7 bracci, 10 tavole d’oro di
presentazione per i pani offertori. Le pareti del tempio erano decorate con
motivi floreali (palme e fiori
sbocciati) e con rappresentazioni di cherubini. Anche sulle due porte del
tempio e del santuario e sui battenti,
formati da due pezzi mobili, quindi piuttosto grandi, si ripeteva lo stesso
motivo decorativo.(6)
Davanti al Tempio si estendevano due cortili, circondati
da mura, uno previsto per i sacerdoti ed uno accessibile alla popolazione, che
voleva recarsi alle varie funzioni. In questo secondo cortile si trovava un altare
sacrificale in rame, lungo e largo 10,5 m, un artistico recipiente d’acqua, pure in rame, chiamato “il mare” forse per la
sua grandezza, che serviva sia per le abluzioni dei sacerdoti che per attingere l’acqua da versare nei 10 bacini,
che per altri scopi connessi con le funzioni religiose. “Il mare” aveva una
forma rotonda che si allargava
superiormente, presentando un motivo decorativo, il suo diametro era di circa 5,25 m, la sua altezza circa 2,50 m, e poteva contenere circa 44.000 litri d’acqua, se prendiamo per
vera l’indicazione di 1 RE,7,26. (7) “Il
mare “ poggiava su 12 buoi , suddivisi a gruppi di 3 tutt’intorno alla base e disposti verso i 4
punti cardinali. Era senz’altro
un’opera artistica notevole, di rame
massiccio con decorazioni tipiche dell’arte fenicia, ma fu distrutta durante la conquista di
Gerusalemme da parte dei Babilonesi nel
586 a.C.( 2 RE, 25,13 )’
Oltre al “Mare “ c’erano 10 grandi conche (bacini) , pure di rame,
provviste di ruote, quindi mobili, che servivano ai sacerdoti per le loro
funzioni.
La descrizione del Tempio si trova sia in 1 RE che in 2
Cronache e colpisce senz’altro sia
l’abbondanza che la preziosità del
materiale utilizzato, che i testi mettono in risalto.
Il giorno dell’inaugurazione del Tempio fu una grande
festa pubblica. Salomone assunse le sue funzioni di re-sacerdote, elevando preghiere e offrendo sacrifici,
veramente eccezionali, ben 22.000 buoi e 120.000 pecore, ed è presumibile che
parte della carne sia stata distribuita fra il popolo accorso da ogni dove. Si festeggiò per ben 7 giorni,
poi Salomone congedò il popolo.
Per il palazzo di Salomone abbiamo indicazioni più vaghe, che non ci permettono neanche una
descrizione approssimativa. L’autore di
1 Re 7 parla soprattutto di colonne e di ordini di colonne, di
innumerevoli camere (45), di finestre, che per essere poste di fronte dovevano necessariamente
guardare su ampi cortili, e del portico del trono, dove
Salomone amministrava la giustizia. Tutto fa pensare ad un palazzo ad
imitazione di quelli cretesi. Del trono abbiamo
un’indicazione più esatta, era d’avorio, rivestito d’oro, aveva due
braccioli, ai cui lati si trovavano due leoni e poggiava su 6 gradini ,
affiancati anch’essi da due leoni per lato. 1 Re 10 vv 18- 20 , nell’esaltare
la ricchezza di Salomone , ne evidenzia anche la peculiarità, perché mai
prima c’era mai stato un trono così magnifico. Ed a v 23 afferma: ”Salomone fu il più grande
di tutti i re della terra per ricchezze e per sapienza “
Ma fu vera gloria ? Ai posteri l’ardua sentenza.
Certamente Salomone poté approfittare di un momento
storico a lui favorevole per ingrandire il suo regno. L’Egitto e l’impero
ittita erano in crisi e gli Assiri non
avevano ancora intrapreso la loro nefasta politica espansiva (8) I piccoli staterelli
indipendenti esistenti prima del suo regno erano stati incorporati e Salomone
si servì della loro popolazione come
mano d’opera a basso prezzo . (9)
Alle funzioni nel tempio furono adibiti ben 24.000 Leviti con diverse cariche. Prima
della costruzione del tempio era loro
compito trasferire il Tabernacolo con dentro l’arca nei luoghi dove le tribù
israelite si dirigevano. Oltre ai sacerdoti furono scelti numerosi guardiani dei tesori del tempio, portinai ed anche 288
cantori sacri ( 1 Cronache 23-26).
Per amministrare i
beni del re furono nominati parenti o uomini di fiducia di Davide e Salomone (
1 Cronache 27, 28-34).
Come si può notare,
un vero stuolo di persone fu adibito alle mansioni più varie, che
richiedevano esperienza e conoscenza. Ma
molto probabilmente il salto di qualità fu troppo rapido, perché il passaggio
da una vita nomade ad una sedentaria richiede un cambiamento radicale di stile
di vita. All’allevamento delle greggi si sostituì la coltivazione dei campi,
che per essere redditizia richiede conoscenze ed esperienze specifiche e l’assuefazione
ad una vita sedentaria. Durante la
conquista del territorio, molti villaggi erano stati distrutti, ora bisognava
ricostruirli, ma spesso i nuovi abitanti ricorrevano a riparazioni sommarie, probabilmente
per mancanza di mezzi e di esperienza. Quanto poco attraenti fossero i villaggi
risulta da un passo di 1 RE 9 , vv 10-14
, in cui si narra che il re Hiram, di Tiro, che aveva contribuito con grandi
mezzi e mano d’opera alle costruzioni di Salomone, rifiuta l’offerta di 20
città della Galilea come ricompensa dei suoi favori. Spesso la conquista fruttava
ricco bottino, parte del quale fu investito nell’edilizia. Ma al popolo
mancavano ancora esperti artigiani, operai edili e marinai, per cui Davide e
Salomone dovettero ricorrere all’ aiuto del re fenicio Hiram , che mandò le sue
maestranze , ed al lavoro coatto dei
precedenti abitanti della zona menzionati in 1 RE 9,v.10 , e cioè amorei , ittiti, ferezei, hivvei e gebusei.
Questo repentino cambio di stile di vita e lo sforzo economico imposto dal re Salomone per le sue
attività commerciali, edilizie ed anche
industriali (miniere ed impianti di fabbricazione del rame) causò grave malcontento,
soprattutto presso le tribù che usufruirono
meno del grande sviluppo, e cioè la tribù settentrionali, che alla morte di
Salomone richiesero una riduzione dei tributi e degli obblighi di lavoro.
Ad una medaglia così splendida ed attraente sul dritto,
fa da contrappeso un rovescio ruvido ed opaco connotato da spietatezza ed
esosità.
Al raduno di
Sichem le tribù avanzarono specifiche
richieste al figlio di Salomone ,
Roboamo “ Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; tu ora rendi più lieve la
dura servitù ed il giogo pesante che tuo padre ci ha imposto, e noi ti
serviremo” Ma, Roboamo, mal consigliato dai giovani, probabilmente abituati
alla vita di palazzo, ed agli agi connessi,(già allora c’era questa diatriba!!)
respinse orgogliosamente le loro richieste e con tono duro minacciò condizioni
ancora più drastiche. Fu la rottura. Dieci tribù si staccarono e sotto la guida
di Geroboamo (10)costituirono il regno d’Israele. A Roboamo rimasero solo la
sua tribù Giuda e quella di Beniamino.
Sebbene Roboamo comandasse su un territorio molto più ridotto, egli ebbe la
fortuna di continuare a possedere Gerusalemme, la capitale , ed il tempio ,
luogo sacro per tutte le 12 tribù. Dopo la divisione dei due regni ci fu una ridistribuzione della popolazione ,
perché ognuno rientrò nel territorio della sua tribù. I Leviti ritornarono nel
regno di Giuda e soprattutto a Gerusalemme e Roboamo ebbe sufficienti mezzi per
fortificare le sue città(11)Ma dopo 5 anni di regno, egli dovette affrontare
l’invasione del farone Scishak (Sheshonq) della XXII dinastia libica , che
sottrasse al tempio ed al palazzo del re tutti i tesori. Forse lo rese soggetto
a tributi. Il faraone voleva ripristinare l’egemonia egiziana sul territorio.
Geroboamo ( che
regnò per 18 anni ) dovette affrontare molte difficoltà. Non avendo a
disposizione un palazzo , risiedette in diversi luoghi, prima a Sichem,
poi a Penuel ed infine a Tirtsa. Costruì due piccoli santuari a Bethel e Dan, per
agevolare la popolazione ed impedire che si recasse a Gerusalemme. Nominò
sacerdoti di suo gradimento, che non erano Leviti, perché questi erano tornati
a Gerusalemme. Alla fine della sua vita dovette combattere contro il regno di
Giuda, dove a Roboamo era succeduto il figlio Abija. Sconfitto, morì poco dopo.
Alcuni territori degli Israeliti passarono al regno di Giuda, e cioè Bethel,
Jeshana ed Efraim. Un successore di Geroboamo ,il re Omri fondò verso l’anno 880 a.C. una nuova capitale , che
in greco prese il nome di Samaria, (in ebraico Shomrom) distante circa 12 km da
Sichem. Scavi fatti sul luogo hanno
portato alla luce sia l’impianto della fortezza che della casa reale e resti
risalenti all’ età del bronzo .(13) Comunque i due regni non si unirono più ed
alla fine soccombettero alle mire espansionistiche degli Assiri e dei Babilonesi
, che sotto Sargon e Nebucadnetsar menarono
la popolazione superstite in esilio a Babilonia.
Probabilmente in questo arco di tempo, durato circa 3
secoli, molta popolazione emigrò verso lidi più sicuri, come la Sicilia , la
Calabria , e la Sardegna, dove ricorrono molti toponimi ed anche cognomi di
famiglia di origine ebraica ed aramaica, ad esempio i cognome Morabito, molto
diffuso in Calabria, potrebbe risalire
al popolo moabita, confinante con Israele.
Concludendo si può affermare, penso senza obiezioni, che
lo splendore di Salomone fu acquistato a carissimo prezzo, a spese della
popolazione, e se il suo successore fosse stato più oculato ed informato ed
avesse prestato ascolto agli anziani, che ancora conoscevano le condizioni di
vita dei loro coetanei, avrebbe fatto larghe concessioni. Infatti , anni dopo,
quando Roboamo mosse guerra a Geroboamo, egli ammise il suo errore, ma questa
ammissione fu anche uno stratagemma tattico per guadagnarsi il favore degli
avversari. Egli risultò vincitore, ma non riconquistò l’unità.
1) Gli Ittiti dominarono in precedenza, verso il XIII e
XII sec. in Siria e Cipro. Abramo comprò il suo primo appezzamento di terra a
Canaan da un ittita, di nome Efron; si tratta della spelonca
di Macpela , in cui egli seppellì sua moglie Sara. Gli ittiti furono
ottimi guerrieri e gruppi sparsi di ittiti continuarono a risiedere in Palestina
(cfr: Genesi , cap 23 e La Storia, Dalla
Preistoria all’Antico Egitto, Mondadori, Milano ,2007 pp. 396-397 e
401-408) Davide e poi Salomone li asservirono ai loro scopi.
2) Cfr. La Storia, IBIDEM, pag 487 “Se Davide si mantenne
nell’ambito della tradizione, Salomone rinnovò completamente l’esercito
d’Israele, adeguando le strutture a quelle dei contemporanei stati filistei e
probabilmente approfittando dell’organizzazione militare degli ultimi centri
“cananei” come Gerusalemme, incorporati nello stato israelitico. L’innovazione
principale fu l’introduzione dei carri da guerra.
3) Cfr. F. RIENECKER, Lexikon zur Bibel,Brockhaus,
Wuppertal, 1988 , pag. 390 Nelson Glueck
ha ritrovato sul posto rovine di impianti minerari , estesi anche a zone vicine. Le rovine di Tell el-Kheleife, come
si chiama oggi il posto, con i relativi forni di fusione risalgono all’ XI sec.
a.C. Salomone li ha riattivati, perché aveva grande bisogno di rame per la
costruzione del tempio e del suo palazzo. Famose sono anche le stalle di
Salomone, che si sono ritrovate a Megiddo, un importante centro cananeo a circa
15 km di distanza da Nazareth. IBIDEM, pag. 907.
4) La regina di Saba proveniva dall’ Arabia, forse
dall’attuale Jemen. Sulle varie tribù e la loro storia cfr. F. RIENECKER,
Lexikon zur Bibel, Wuppertal, 1988, pag. 1165.
5) Cfr. F. RIENECKER, ibidem, pag. 1375 e 1 RE, 6
6) La descrizione del Tempio è riportata in 1 RE, 5
7) L’ indicazione del contenuto è controversa, secondo 2
Cronache 4,5 era di 3.000 Bath (1 Bath =
22 l
) , secondo 1 Re, 7,26 era
solo di 2.000 Bath. Per le unità
di misura ebraiche cfr. F. RIENECKER, Ibidem pag. 893- 897 .
8) Cfr. LA STORIA, Ibidem, cap. XIII L’impero neo assiro
pp 562-576. Per la terribile pratica delle deportazioni di intere comunità cfr. pp 581 -582 , e per la distribuzione delle terre conquistate ai veterani cfr. pag. 584.
9) Per i popoli sconfitti cfr. 2 Samuele cap. 8 ed 11.
Sono Filistei, Moabiti, Siri, Edomiti, Ammoniti
10) Geroboamo, della tribù di Efraim, era stato
al servizio di Salomone, e si era occupato in un primo momento del rafforzamento delle
mura di Gerusalemme e poi dei lavori
coatti per la costruzione del tempio e del palazzo reale.Fuggito in Egitto
per paura del re Salomone, al quale forse si era ribellato, fu richiamato dai suoi
per partecipare al raduno di Sichem, dove prese la parola . Divenne poi il primo re d’Israele
11) Cfr. 2 Cronache 11
12) Cfr. 2 Cronache 13,19-20
13) Cfr. F.RIENECKER, Lexikon zur Bibel, pag.
1187-1188.
Per ulteriori approfondimenti cfr. LA STORIA, Dalla Preistoria
all’Antico Egitto, MONDADORI, 2006. Il
Capitolo IX sulla Siria e la Palestina
nel Tardo Bronzo, il Capitolo X Sugli Ebrei da Abramo all’esilio di Babilonia,
ed il Capitolo XII sui Fenici e le loro colonie.
Per quanto riguarda le fonti, bisogna dire che sia le
Cronache che i 2 libri dei RE non sono contemporanei ai fatti esposti, ma si
basano su testi od annotazioni precedenti., del tipo degli Annali Romani. Lo
studioso W.F. ALBRIGHT ritiene che le Cronache siano state stese verso il
400-350 a.C. ma che contengano molto materiale antico.. In 2 Cronache 33,18
si menziona una Storia dei re d’ Israele
, ed Ibidem , 33,19 un libro di Hozai, non pervenutoci.
Per quanto riguarda il libro dei RE, si pensa che la stesura
definitiva dovette avvenire dopo il 561 a.C., anno in cui il re di Giuda
Joiakin fu rimesso in libertà da un re babilonese altrimenti sconosciuto,
Evilmerodac. (2 RE, 25, vv 27-30) Ma anche qui le fonti sono molto più antiche.
Fra l’altro sono menzionate : “La
Cronaca di Salomone “ (1 RE, 11,41), “
La Cronaca dei Re d’Israele “ (1 RE, 14,19 ) e “La Cronaca dei RE di Giuda “ (1
RE, 14,29) Poi queste Cronache sono state forse utilizzate anche
per la stesura dei due libri delle Cronache. Può darsi che furono ripresi anche
passi dei libri profetici di Elia e di
Isaia. Si pensa che l’autore dei libri dei RE
abbia composto la sua opera fra il 597 ed il 586 a.C. ,poiché menziona
ancora il re Jojachim .
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