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sabato 26 giugno 2021

Archeologia, miti e leggende. Del re Salomone è leggendaria la saggezza, ma fu veramente tanto saggio ? oppure sulla sua figura si coagularono nostalgie e frustrazioni successive ? Articolo di Lydia Schropp

Archeologia, miti e leggende. 

Del re Salomone è leggendaria la saggezza, ma fu veramente tanto saggio? Oppure sulla sua figura si coagularono nostalgie e frustrazioni successive ?

Articolo di Lydia Schropp

 


Salomone nacque verso il 990 a.C. dal re Davide e  da Betsabea, donna di cui Davide si era innamorato mentre era intento all’assedio di Rabba. Sebbene Davide fosse già sposato e avesse figli da molte altre mogli elencate fra l’altro in I Cronache 3, e Betsabea fosse sposata con un militare ittita di nome Uria,(1) Davide , appena seppe che la donna aspettava un figlio da lui, fece in modo  che  suo marito Uria si trovasse coinvolto nella mischia dell’attacco nemico e fosse colpito a morte. (2 Samuele 11). Dopo il prescritto tempo del lutto, sposò la donna.

Salomone fu il secondo figlio, perché il primo morì subito dopo la nascita. In seguito Betsabea gli diede altri tre figli, Scimea, Shobab e Nathan (I Cronache, 3,5)

Sin dall’inizio Salomone fu prescelto come successore di Davide, sebbene non fosse il primogenito, per cui  poco prima della  morte di Davide un altro figlio, nato prima, Adonia, cercò di sottrargli  la carica. Questi si procurò una guardia del corpo e cercò di attirare a sé l’esercito ed i sacerdoti, vantando i suoi diritti. Nathan lo mise in guardia del pericolo che correva e, scoperti i suoi piani,  Salomone lo graziò. Ma Adonia non si diede per vinto e continuò a congiurare, cercando di coinvolgere anche la matrigna

Betsabea. Informato delle sue trame, Salomone lo fece giustiziare insieme ad altri suoi complici. Potè quindi governare senza essere insidiato da altri pretendenti. Il suo regno si distinse per pace e prosperità, così che egli potè vantarsi del titolo Jedidja “prediletto del Signore “ conferitogli dal profeta Nathan.( 2 Samuele,12,24.25) Regnò dal 961 al 922 a.C. Salomone mise bene a frutto  quanto ereditato dal padre e governò in pace su un ampio territorio. Il suo regno si estendeva sino ai confini dell’ Egitto ed i re vicini gli erano in parte sottomessi o tributari.

Negli  ultimi anni di Davide e nei primi anni di Salomone si crearono le fondamentali strutture dello stato,  che perse  del tutto i suoi connotati tribali,  in quanto il potere si concentrò nelle mani del re ed  assunse un carattere autoritario e quasi assoluto. Lo stato si centralizzò. Alla corte di Gerusalemme assunsero  ruoli primari  1)il prefetto del palazzo, addetto a tutti gli affari di  stato ed abilitato  in casi particolari a sostituire il re, 2) il segretario del re, redattore  di tutti i documenti di stato e 3)l’araldo del re, che ebbe le funzioni di portavoce del palazzo e di  maestro  delle cerimonie.  Questa nuova distribuzione dei poteri e l’organizzazione a corte rifletteva l’influsso egiziano. (2)

Salomone divise il paese in 12 distretti governati da funzionari da lui designati, che dovevano provvedere a turno ai bisogni della corte. I 12 distretti rievocavano in qualche modo le 12 tribù, che però erano state autonome, e qui sta una differenza fondamentale: erano collegate fra loro da vincoli di sangue e di fede in un Dio unico, che aveva stretto con loro un’alleanza resa visibile dall’Arca, che accompagnava il popolo in tutte le imprese. Nell’arca erano riposte le tavole di Mosè. Quando Davide si trasferì da Hebron a Gerusalemme, che poi diventò la capitale, egli trasferì  con se anche l’arca. (1 Cronache, 15)I funzionari, designati da Salomone, non rientravano in questa tradizione ed in ogni caso erano responsabili solo nei confronti del re e non del popolo.

Un ruolo fondamentale assunse l’esercito, che ora non era più composto, come ai tempi della presa di possesso del territorio, dal popolo e da  piccoli gruppi di volontari esperti nella lotta, scelti fra il popolo, ma da mercenari (3). L’esercito comprendeva 1400 carri da guerra, 4000 animali da tiro e 12.000 guerrieri (2 Cronache 1,14 ; 9,25) La posizione geografica di Israele, in realtà molto insicura e contesa perché insediata da molti nemici e facile da conquistare da potenze limitrofe più forti,  gli permetteva il controllo di molte strade carovaniere e del commercio, che passava per il suo territorio da  nord a  sud e  di conseguenza consentiva la riscossione di forti tributi.


Al commercio Salomone dedicò molta cura, si alleò con i Fenici, già esperti nel settore ed ottimi naviganti. Costituì una flotta ancorata nel porto di Elath, nel nord del golfo di Aqaba, per approvvigionarsi dei tesori provenienti da Ophir (oro, argento, avorio, scimmie e pavoni )  e   riattivò  le miniere di rame ad Ezeon-Geber, città portuale situata sul golfo di Aqaba (1 RE, 9,26 ;22,49) (4)

Il prestigio ed il  potere di Salomone aumentò talmente da essere  riconosciuto anche dai paesi vicini, e dall’Egitto, potenza ancora egemone, sebbene sulla via del declino, con il quale strinse stretti rapporti sposando la figlia di un faraone, probabilmente della XXI dinastia, residente a Tanis ( I RE, 3,1) 

In segno di riappacificazione, poi, egli  sposò le figlie di molti re limitrofi sconfitti ed annessi, anticipando di secoli la politica di Alessandro Magno, tipica dei paesi orientali, ed arrivò alla bella cifra di  ben 700 mogli delle stirpi più diverse  e di 300 concubine.

La fama della sua saggezza  si diffuse anche nei paesi più lontani, tanto che la regina di Saba (5) si recò a visitarlo per rendersene conto portandogli immensi doni, fra cui aromi  e spezie. La tradizione riporta che  ebbe  da  lui un figlio , che diffuse credenze ebraiche in territorio eritreo.

A Salomone fu attribuita la composizione di circa 3000 proverbi e 1005 inni, parte dei quali ci sono pervenuti nella  Bibbia  Anche il Cantico dei Cantici  e l’ Ecclesiaste riportano erroneamente il  suo nome. Dopo la sua morte gli furono attribuiti i libri apocrifi “la  Saggezza di Salomone “ I Salmi di Salomone “ e “Le Odi di Salomone “Da tutto ciò si evince la grande ammirazione che il discendente del guerriero Davide suscitò sia negli animi dei suoi contemporanei che dei suoi successori, che potevano solo rimpiangere i tempi dell’ unità del Regno, di cui vedevano ormai solo i lati positivi, infatti, dopo la scissione del Regno e l’indebolimento degli stati Giuda ed Israele, le guerre e devastazioni furono continue, finché si arrivò all’esilio in Babilonia.

 L’impresa più nota e ragguardevole  di Salomone fu la costruzione del Tempio di Gerusalemme e del  palazzo reale, che egli ultimò rispettivamente  dopo 7 e 13 anni , grazie all’aiuto del principe Hiram di Tiro, già amico di Davide , adoperando  manodopera fenicia. La costruzione del tempio, già auspicata da Davide, che aveva iniziato a raccogliere piani e materiale, incominciò  verso il 967 a.C. Quindi per  ben 20 anni, dal 967 al 947 a.C. a Gerusalemme fervettero grandi lavori edilizi. 

Queste opere di costruzione, oltre ad altre minori, come fortezze, stalle etc. richiesero molto personale  esperto, che egli reclutò fra i Fenici: Inoltre, costrinse  i Cananei  ancora residenti nel paese a prestare mano d’opera coatta, mentre affidò alcuni  posti direttivi ai suoi amici Israeliti.

Il tempio fu eretto su una piccola altura, denominata oggi Haram esch-Scherif, e presentava all’interno una struttura simile al tempio greco più semplice, chiamato in antis.  Consisteva di un rettangolo equilatero suddiviso in un  portico e in una sala maggiore, (nel tempio greco cella) chiamata Santuario, che al suo interno custodiva  in fondo una piccola camera, dove era riposto il Santissimo, cioè l’arca dell’ alleanza, accessibile solo al capo sacerdote una volta l’anno. Il tempio non presentava  colonne, eccetto due colonne di bronzo poste lateralmente dinanzi  all’ingresso. Il tempio misurava  circa 31,5 m di lunghezza, 19,5 m di larghezza e 15,75 m di altezza.(5) Tutt’intorno al tempio correva  un ampio ambulacro a 3  piani dal quale si accedeva a delle  camere dove si  riponevano  le offerte dei pellegrini, gli  attrezzi cultuali e provviste varie. Per la costruzione si adoperarono pietre calcaree già intagliate che dovevano essere solo assemblate e sovrapposte in loco (quasi un prefabbricato antico). Per  il  tetto si adoperarono travi ed assi di legno di cedro, fatto arrivare appositamente dal Libano. Piccole finestre con grate servivano ad arieggiare l’interno del tempio, tutto rivestito di legno di cedro e decorato con motivi floreali e vegetali. Il pavimento, invece, era fatto con tavole di legno di cipresso. Nello spazio retrostante al santuario, chiamato Santissimo, ricavato con una parete di legno di cedro, e somigliante ad un cubo  per le sue misure (alto , lungo e largo 10,5 m) , ed accessibile per mezzo di una porta fatta di legno d’olivo, si trovava l’arca dell’alleanza, sovrastata da due cherubini in legno d’olivo, rivestito d’oro, ed una tenda simile a quella del Tabernacolo. Le pareti  del Santissimo erano rivestite d’oro. Chi accedeva  al Santissimo, vedeva dinanzi alla parete d’accesso un altare  di legno di cedro, rivestito d’oro.  Nel Santuario c’erano invece  un altare  sacrificale, 10 candelabri d’oro a 7 bracci, 10 tavole d’oro di presentazione per i pani offertori. Le pareti del tempio erano decorate con motivi floreali (palme e  fiori sbocciati) e con rappresentazioni di cherubini. Anche sulle due porte del tempio e del santuario  e sui battenti, formati da due pezzi mobili, quindi piuttosto grandi, si ripeteva lo stesso motivo decorativo.(6)

Davanti al Tempio si estendevano due cortili, circondati da mura, uno previsto per i sacerdoti ed uno accessibile alla popolazione, che voleva recarsi alle varie funzioni. In questo secondo  cortile si trovava un  altare  sacrificale in rame, lungo e largo 10,5 m, un artistico recipiente  d’acqua,  pure in rame, chiamato “il mare” forse per la sua grandezza, che serviva sia per le abluzioni dei sacerdoti che per  attingere l’acqua da versare nei 10 bacini, che per altri scopi connessi  con le funzioni religiose. “Il mare” aveva una  forma rotonda che si allargava superiormente, presentando un motivo decorativo, il suo  diametro  era di circa 5,25 m, la sua altezza  circa 2,50 m, e  poteva contenere  circa 44.000 litri d’acqua, se prendiamo per vera l’indicazione di 1 RE,7,26. (7)    “Il mare “ poggiava su 12 buoi , suddivisi a gruppi di  3 tutt’intorno alla base e disposti verso i 4 punti cardinali. Era senz’altro un’opera artistica notevole, di  rame massiccio con decorazioni tipiche dell’arte fenicia, ma  fu distrutta durante la conquista di Gerusalemme da parte dei Babilonesi  nel 586 a.C.( 2 RE, 25,13 )’

Oltre al “Mare “ c’erano 10  grandi conche (bacini) , pure di rame, provviste di ruote, quindi mobili, che servivano ai sacerdoti per le loro funzioni.

La descrizione del Tempio si trova sia in 1 RE che in 2 Cronache e colpisce senz’altro  sia l’abbondanza  che la preziosità del materiale utilizzato, che i testi mettono in risalto.

Il giorno dell’inaugurazione del Tempio fu una grande festa pubblica. Salomone assunse le sue funzioni di re-sacerdote, elevando preghiere e offrendo sacrifici, veramente eccezionali, ben 22.000 buoi e 120.000 pecore, ed è presumibile che parte della carne sia stata distribuita fra il popolo accorso  da ogni dove. Si festeggiò per ben 7 giorni, poi Salomone congedò il popolo.

Per il palazzo di Salomone abbiamo indicazioni più vaghe, che non ci permettono neanche  una descrizione approssimativa. L’autore di  1 Re 7 parla soprattutto di colonne e di ordini di colonne, di innumerevoli camere (45), di finestre, che per essere  poste di fronte dovevano necessariamente guardare  su  ampi cortili, e del portico del trono, dove Salomone amministrava la giustizia. Tutto fa pensare ad un palazzo ad imitazione di quelli cretesi. Del trono abbiamo  un’indicazione più esatta, era d’avorio, rivestito d’oro, aveva due braccioli, ai cui lati si trovavano due leoni e poggiava su 6 gradini , affiancati anch’essi da due leoni per lato. 1 Re 10 vv 18- 20 , nell’esaltare la ricchezza di Salomone , ne evidenzia anche la peculiarità, perché mai prima  c’era mai stato un trono  così magnifico.  Ed a v 23 afferma: ”Salomone fu il più grande di tutti i re della terra per ricchezze e per sapienza “

Ma fu vera gloria ? Ai posteri l’ardua sentenza.

Certamente Salomone poté approfittare di un momento storico a lui favorevole per ingrandire il suo regno. L’Egitto e l’impero ittita erano in crisi  e gli Assiri non avevano ancora  intrapreso  la loro nefasta  politica espansiva (8) I piccoli staterelli indipendenti esistenti prima del suo regno erano stati incorporati e Salomone si servì  della loro popolazione come mano d’opera a basso prezzo . (9)

Alle funzioni nel tempio furono adibiti  ben 24.000 Leviti con diverse cariche. Prima della costruzione del tempio  era loro compito trasferire il Tabernacolo con dentro l’arca nei luoghi dove le tribù israelite si dirigevano. Oltre ai sacerdoti furono scelti  numerosi guardiani  dei tesori del tempio, portinai ed anche 288 cantori sacri ( 1 Cronache 23-26).

Per  amministrare i beni del re furono nominati parenti o uomini di fiducia di Davide e Salomone ( 1 Cronache 27, 28-34).

Come si può notare,  un vero stuolo di persone fu adibito alle mansioni più varie, che richiedevano esperienza e conoscenza.  Ma molto probabilmente il salto di qualità fu troppo rapido, perché il passaggio da una vita nomade ad una sedentaria richiede un cambiamento radicale di stile di vita. All’allevamento delle greggi si sostituì la coltivazione dei campi, che per essere redditizia richiede conoscenze ed esperienze specifiche e l’assuefazione ad una vita sedentaria.  Durante la conquista del territorio, molti villaggi erano stati distrutti, ora bisognava ricostruirli, ma spesso i nuovi abitanti ricorrevano a riparazioni sommarie, probabilmente per mancanza di mezzi e di esperienza. Quanto poco attraenti fossero i villaggi risulta  da un passo di 1 RE 9 , vv 10-14 , in cui si narra che il re Hiram, di Tiro, che aveva contribuito con grandi mezzi e mano d’opera alle costruzioni di Salomone, rifiuta l’offerta di 20 città della Galilea come ricompensa dei suoi favori. Spesso la conquista fruttava ricco bottino, parte del quale fu investito nell’edilizia. Ma al popolo mancavano ancora esperti artigiani, operai edili e marinai, per cui Davide e Salomone dovettero ricorrere all’ aiuto del re fenicio Hiram , che mandò le sue maestranze ,  ed al lavoro coatto dei precedenti abitanti della zona menzionati in 1 RE 9,v.10 , e cioè  amorei , ittiti, ferezei, hivvei e gebusei. Questo repentino cambio di stile di vita e lo sforzo  economico imposto dal re Salomone per le sue attività commerciali, edilizie  ed anche industriali (miniere ed impianti di fabbricazione del rame) causò grave malcontento, soprattutto presso le tribù che  usufruirono meno del grande sviluppo, e cioè la tribù settentrionali, che alla morte di Salomone richiesero una riduzione dei tributi e degli obblighi di lavoro.

Ad una medaglia così splendida ed attraente sul dritto, fa da contrappeso un rovescio ruvido ed opaco connotato da spietatezza ed esosità.

 Al raduno di Sichem le tribù  avanzarono specifiche richieste  al figlio di Salomone , Roboamo “ Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; tu ora rendi più lieve la dura servitù ed il giogo pesante che tuo padre ci ha imposto, e noi ti serviremo” Ma, Roboamo, mal consigliato dai giovani, probabilmente abituati alla vita di palazzo, ed agli agi connessi,(già allora c’era questa diatriba!!) respinse orgogliosamente le loro richieste e con tono duro minacciò condizioni ancora più drastiche. Fu la rottura. Dieci tribù si staccarono e sotto la guida di Geroboamo (10)costituirono il regno d’Israele. A Roboamo rimasero solo la sua tribù Giuda  e quella di Beniamino. Sebbene Roboamo comandasse su un territorio molto più ridotto, egli ebbe la fortuna di continuare a possedere Gerusalemme, la capitale , ed il tempio , luogo sacro per tutte le 12 tribù. Dopo la divisione dei due regni  ci fu una ridistribuzione della popolazione , perché ognuno rientrò nel territorio della sua tribù. I Leviti ritornarono nel regno di Giuda e soprattutto a Gerusalemme e Roboamo ebbe sufficienti mezzi per fortificare le sue città(11)Ma dopo 5 anni di regno, egli dovette affrontare l’invasione del farone Scishak (Sheshonq) della XXII dinastia libica , che sottrasse al tempio ed al palazzo del re tutti i tesori. Forse lo rese soggetto a tributi. Il faraone voleva ripristinare l’egemonia egiziana sul territorio.

 Geroboamo ( che regnò per 18 anni ) dovette affrontare molte difficoltà. Non avendo a disposizione un palazzo , risiedette in diversi luoghi, prima a Sichem, poi  a Penuel ed infine  a Tirtsa. Costruì  due piccoli santuari a Bethel e Dan, per agevolare la popolazione ed impedire che si recasse a Gerusalemme. Nominò sacerdoti di suo gradimento, che non erano Leviti, perché questi erano tornati a Gerusalemme. Alla fine della sua vita dovette combattere contro il regno di Giuda, dove a Roboamo era succeduto il figlio Abija. Sconfitto, morì poco dopo. Alcuni territori degli Israeliti passarono al regno di Giuda, e cioè Bethel, Jeshana ed Efraim. Un successore di Geroboamo ,il re Omri fondò  verso l’anno 880 a.C. una nuova capitale , che in greco prese il nome di Samaria, (in ebraico Shomrom) distante circa 12 km da Sichem. Scavi  fatti sul luogo hanno portato alla luce sia l’impianto della fortezza che della casa reale e resti risalenti all’ età del bronzo .(13)  Comunque i due regni non si unirono più ed alla fine soccombettero alle mire espansionistiche degli Assiri e dei Babilonesi , che sotto Sargon e Nebucadnetsar  menarono la popolazione superstite in esilio a Babilonia.

Probabilmente in questo arco di tempo, durato circa 3 secoli, molta popolazione emigrò verso lidi più sicuri, come la Sicilia , la Calabria , e la Sardegna, dove ricorrono molti toponimi ed anche cognomi di famiglia di origine ebraica ed aramaica, ad esempio i cognome Morabito, molto diffuso  in Calabria, potrebbe risalire al popolo moabita, confinante con Israele.

Concludendo si può affermare, penso senza obiezioni, che lo splendore di Salomone fu acquistato a carissimo prezzo, a spese della popolazione, e se il suo successore fosse stato più oculato ed informato ed avesse prestato ascolto agli anziani, che ancora conoscevano le condizioni di vita dei loro coetanei, avrebbe fatto larghe concessioni. Infatti , anni dopo, quando Roboamo mosse guerra a Geroboamo, egli ammise il suo errore, ma questa ammissione fu anche uno stratagemma tattico per guadagnarsi il favore degli avversari. Egli risultò vincitore, ma non riconquistò l’unità.   

1) Gli Ittiti dominarono in precedenza, verso il XIII e XII sec. in Siria e Cipro. Abramo comprò il suo primo appezzamento di terra a Canaan da un ittita, di nome Efron; si tratta della   spelonca  di Macpela , in cui egli seppellì sua moglie Sara. Gli ittiti furono ottimi guerrieri e gruppi sparsi di ittiti continuarono a risiedere in Palestina (cfr: Genesi , cap 23 e  La Storia, Dalla Preistoria all’Antico Egitto, Mondadori, Milano ,2007 pp. 396-397  e  401-408) Davide e poi Salomone li asservirono ai loro scopi.

2) Cfr. La Storia, IBIDEM, pag 487 “Se Davide si mantenne nell’ambito della tradizione, Salomone rinnovò completamente l’esercito d’Israele, adeguando le strutture a quelle dei contemporanei stati filistei e probabilmente approfittando dell’organizzazione militare degli ultimi centri “cananei” come Gerusalemme, incorporati nello stato israelitico. L’innovazione principale fu l’introduzione dei carri da guerra.

3) Cfr. F. RIENECKER, Lexikon zur Bibel,Brockhaus, Wuppertal, 1988 , pag. 390  Nelson Glueck ha ritrovato sul posto rovine di impianti minerari , estesi anche a zone  vicine. Le rovine di Tell el-Kheleife, come si chiama oggi il posto, con i relativi forni di fusione risalgono all’ XI sec. a.C. Salomone li ha riattivati, perché aveva grande bisogno di rame per la costruzione del tempio e del suo palazzo. Famose sono anche le stalle di Salomone, che si sono ritrovate a Megiddo, un importante centro cananeo a circa 15 km di distanza da Nazareth. IBIDEM, pag. 907.

4) La regina di Saba proveniva dall’ Arabia, forse dall’attuale Jemen. Sulle varie tribù e la loro storia cfr. F. RIENECKER, Lexikon zur Bibel, Wuppertal, 1988, pag. 1165.

5) Cfr. F. RIENECKER, ibidem, pag. 1375  e 1 RE, 6

6) La descrizione del Tempio è riportata in 1 RE, 5

7) L’ indicazione del contenuto è controversa, secondo 2 Cronache 4,5 era di 3.000 Bath  (1 Bath = 22  l  ) , secondo  1 Re, 7,26  era  solo di 2.000 Bath.  Per le unità di misura ebraiche cfr. F. RIENECKER, Ibidem pag. 893- 897 .

8) Cfr. LA STORIA, Ibidem, cap. XIII L’impero neo assiro pp 562-576. Per la terribile pratica delle deportazioni di intere comunità  cfr. pp 581 -582 , e  per la distribuzione  delle terre conquistate  ai veterani cfr. pag. 584.

9) Per i popoli sconfitti cfr. 2 Samuele cap. 8 ed 11. Sono  Filistei,  Moabiti, Siri, Edomiti, Ammoniti

10) Geroboamo, della tribù di Efraim,  era stato  al servizio di Salomone, e si era occupato  in un primo momento del rafforzamento delle mura di Gerusalemme  e poi dei lavori coatti per la costruzione del tempio e del palazzo reale.Fuggito in Egitto per  paura del re Salomone, al quale  forse si era ribellato, fu richiamato dai suoi per partecipare al raduno di Sichem, dove prese la parola . Divenne poi  il primo re d’Israele

11) Cfr. 2 Cronache 11

12) Cfr. 2 Cronache 13,19-20

13) Cfr. F.RIENECKER, Lexikon zur Bibel, pag. 1187-1188.

Per ulteriori approfondimenti cfr. LA STORIA, Dalla Preistoria all’Antico  Egitto, MONDADORI, 2006. Il Capitolo IX  sulla Siria e la Palestina nel Tardo Bronzo, il Capitolo X Sugli Ebrei da Abramo all’esilio di Babilonia, ed il Capitolo XII sui Fenici e le loro colonie.

Per quanto riguarda le fonti, bisogna dire che sia le Cronache che i 2 libri dei RE non sono contemporanei ai fatti esposti, ma si basano su testi od annotazioni precedenti., del tipo degli Annali Romani. Lo studioso W.F. ALBRIGHT ritiene che le Cronache siano state stese verso il 400-350 a.C. ma che contengano molto materiale antico.. In 2 Cronache 33,18 si  menziona una Storia dei re d’ Israele , ed Ibidem , 33,19 un libro di Hozai, non pervenutoci.

Per quanto riguarda il libro dei RE, si pensa che la stesura definitiva dovette avvenire dopo il 561 a.C., anno in cui il re di Giuda Joiakin fu rimesso in libertà da un re babilonese altrimenti sconosciuto, Evilmerodac. (2 RE, 25, vv 27-30) Ma anche qui le fonti sono molto più antiche.  Fra l’altro sono menzionate : “La Cronaca di Salomone “  (1 RE, 11,41), “ La Cronaca dei Re d’Israele “ (1 RE, 14,19 ) e “La Cronaca dei RE di Giuda “ (1 RE, 14,29) Poi queste Cronache sono state forse utilizzate   anche  per  la stesura dei due  libri delle  Cronache. Può darsi che furono ripresi anche passi dei libri profetici  di Elia e di Isaia. Si pensa che l’autore dei libri dei RE  abbia composto la sua opera fra il 597 ed il 586 a.C. ,poiché menziona ancora il re Jojachim .

 

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