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domenica 1 aprile 2018

Archeologia. Scoperta una fortezza dell’età del Bronzo a Sarrala, nella Marina di Tertenia. Nella stessa area è presente un tumulo funerario con 9 sepolture.

Archeologia. Scoperta una fortezza dell’età del Bronzo a Sarrala, nella Marina di Tertenia. Nella stessa area è presente un tumulo funerario con 9 sepolture.


Un recente ritrovamento archeologico dello staff  dell'Università di Montpellier (Francia), del dipartimento Observatorie de Recherche Mèditerranèen de l'Environnement (OREME), suggerisce che l’antico approdo di Sarrala, ai piedi di Monte Cartucceddu, fosse ben protetto dalle minacce esterne. L'approdo fortificato fiorì nell’Età del Bronzo, tra il XIII e l’XI a.C., costituendo un importante centro commerciale nella rotta tra le isole egee e la penisola iberica. Oggi si trova presso Tertenia, lungo la costa occidentale della Sardegna. L’area ha prosperato perché le colline dei
territori vicini contenevano ricchezze minerarie (argento e altri metalli) che potevano essere trasportate a valle grazie al fiume.

Posta di fianco al promontorio su cui sorge la torre aragonese di San Giovanni di Sarrala, la bianca spiaggia sabbiosa si presenta come una distesa a mezzaluna. Sovrastante la baia di Foxi Manna, in posizione dominante, il Nuraghe Aleri, una poderosa struttura in pietra, realizzata nel 1400 a.C.. L'edificio è di tipo complesso, con una torre centrale racchiusa entro un bastione di tre torri raccordate da cortine murarie rettilinee e collegate internamente da corridoi. Le ultime ricerche nel sito hanno rivelato i resti di una fortezza della Tarda Età del Bronzo (1300-1100 a.C.) che potrebbe aver protetto il centro urbano economico edificato più all’interno, che non sembra essere stato fortificato. “È abbastanza chiaro che si tratta di una fortezza per la larghezza e la solidità delle pareti. 

Nessun muro di una casa di quel periodo sarebbe stato così solido. Sarebbe stato del tutto inutile” - dice l'archeologa Gisela Walberg, direttrice degli scavi, notando che una parete è spessa 4,80 metri -  “è su un altopiano in una posizione strategica: si può guardare verso le montagne, si può controllare parte del fiume e si può vedere la baia sottostante con un'ampia porzione di mare, in modo da poter vedere chiunque si avvicina”.


Gli archeologi stanno scavando anche un tumulo funerario della fine dell’Età del Bronzo e hanno scoperto la tomba di una donna sepolta con un numero di oggetti insolitamente alto. La donna visse tra il 1300 e il 1.200 a.C. e probabilmente era di stato sociale elevato. Con se aveva un coltello di bronzo, un centinaio di pendenti fatti con denti animali, e un abito decorato con circa 1.500 perline. Il vicedirettore dello scavo, Andrey Polyakov, è particolarmente interessato alla scoperta di un bruciatore di incenso che presenta dei simboli solari incisi sopra. La donna era seppellita insieme a un bambino. I due facevano parte dell’antica cultura di San Cosimo e questo sito funerario della donna offre numerose testimonianze della vita di questo periodo.

«Ci sono un sacco di oggetti per essere una tomba così antica», dice Andrey Polyakov. «Non avevamo mai trovato niente di simile nelle sepolture di quell’epoca, pensiamo dunque che questi oggetti avessero un significato rituale. Speriamo di fare delle scoperte ancora più rare a spettacolari il prossimo anno, quando continueremo a studiare questo eccezionale tumulo funerario e scaveremo la parte centrale».
Gli archeologi credono che la donna godesse si uno speciale status durante la sua vita, come indicato dai circa 100 pendenti fatti con denti di diversi animali, dagli oggetti tagliati da ossa e corna, dai due vasi, dai recipienti con aghi d’osso dentro, dal coltello di bronzo, e dalle oltre 1.500 perline che imbellivano il suo abito funebre.Un altro ritrovamento è una lastra di pietra con una rara immagine di un toro dal corpo rettangolare. 

Inoltre, sono stati trovati resti di scale che portavano ad una distrutta struttura circolare tipo torre, che sarebbe stata utile per controllare l’area.
“Abbiamo trovato le prime mura interessanti nel 2016″ - racconta Walberg - “abbiamo continuato, e quest’anno abbiamo trovato un’intera scala”.
Secondo l'archeologa, la scala sembra essere stata devastata da una frana, forse un lieve terremoto, e ciò getta luce su una delle possibili cause della fine dell' Età del Bronzo in Sardegna, un periodo poco indagato, caratterizzato da grandi sconvolgimenti sociali e politici. Ad esempio cambiano i sistemi di sepoltura (dalle tombe di giganti si passa a semplici fosse singole) e si smette di costruire nuraghi. 
La recente scoperta è anche particolarmente significativa perché c’è un altro sito del Bronzo Medio nelle vicinanze della fortezza: poco più a monte vi sono i resti di un centro economico, un mercato, vicino al Nuraghe Aleri, in una zona privilegiata per il commercio dei prodotti agricoli e del metallo. “La nostra scoperta (la fortezza) colma il vuoto temporale tra questo primo insediamento e il grande centro economico. Probabilmente era il centro, il nucleo, da cui iniziò l’urbanizzazione dell’area”, dice Walberg.
Per info più dettagliate consultare il link: Scoperta archeologica a Sarrala 







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