Archeologia e Odissea. Ulisse, Itaca e Omero.
Eterogeneità delle popolazioni greche e degli stanziamenti greci in Asia Minore
Le sventure del povero ed infelice re di Itaca(1), che per cause avverse della natura è costretto a solcare le vie del mare per ben dieci anni dopo la distruzione di Troia (2), sono la veste formale di una narrazione, che ha come nucleo centrale la ricerca di nuove terre e di convenienti rapporti commerciali. Vi si distinsero dapprima gli Achei /micenei cretesi ( identici ai “popoli del Mare “ ed ai Filistei) (3) e poi per breve tempo i Traci, soppiantati dai Calcidesi (abitanti dell’isola Eubea, menzionata anche da Alcinoo),dai Rodi,e dagli Ioni, ed Eoli, greci dell’ Asia Minore. Queste popolazioni greche incontrarono però sulle rotte marine i Fenici, che sulla sponda del Mediterraneo soppiantarono gli Egiziani, dei quali erano stati in precedenza tributari.
Per l’intreccio ,
molto complesso, dei rapporti commerciali
del Mediterraneo bisogna tener conto di alcuni dati storici.
Dopo la caduta , verso la fine del XIII sec. , dell’ impero ittita , che nel periodo del suo massimo splendore si estese dalle coste del Mar Nero sino alla Palestina, per l’azione concentrica dei Popoli del Mare (Ulisse ricorda il nome del suo nonno materno Autolukos . e forse vuol dire che suo nonno fosse un suddito o meglio un piccolo capo alleato dell’ impero ittita, che era governato da un sistema di
città-stato ,(4) l’ Asia Minore fu funestata da un lungo periodo di lotte per la supremazia e da incursioni straniere, alle parteciparono anche i Traci, alleati dei Frigi nel XIII e XII sec. e naturalmente gli Ioni ed Eoli (5) Gli Ioni e gli Eoli, a quanto sembra, si riversarono verso l’Asia Minore, incalzati dai Dori, popolazioni residenti al Nord della penisola balcanica, che emigrarono verso il Peloponneso. Troppo complessi ed incerti sono i rapporti dei vari popoli succedutisi nel dominio del mar Egeo e le storie delle loro numerose migrazioni (6) perciò dobbiamo limitarci ad un breve resoconto.Il nome del nostro eroe Ulisse è un indice di questa
complessità, perché è attestato con
parecchie varianti, in base al ceppo linguistico, e si presta a molte
etimologie diverse, in base alla lingua
alla quale si risale. Ulisse stesso
cerca di spiegare l’ etimologia del suo nome nel libro XIX,verso 407 , quando
afferma che è collegato con il verbo odiare , egli è odiato da molti. Ma i
Greci trascrivevano il suo nome anche sotto la forma Olusseus,Olutteus ,
ritenuta da alcuni , forse più antica , spiegando così la variante italica
Ulisse(7) In etrusco sono attestate le forme più varie : Utuse, Utuse (accentato ), U uze , U uste,, U ste e Utzte
(cfr. Pauly – Realencyclopaedie , colonna 1189 ). Il nome è stato spiegato
anche come originario trace (8), Utuse , in origine ut/ uze , reso in
etrusco con Outis ed in Italia sotto due varianti principali
Oluteus vaso Francois, Oluseus vaso di Napoli,
Odusseus vaso
di Paestum (9) fatto molto significativo, se la terra dei Feaci si trova nei
pressi.
La variante con la
u si spiega perché l’etrusco non conosce la o,
a Paestum ci troviamo già in un ambiente influenzato dall’ osco. Ulisse si presenta a Polifemo con il nome
Outis ……….(libro IX, v. 460)e la variante Outis Oudeis è quasi impercettibile.
Solo dopo averlo accecato Ulisse rivela un altro nome Odusseus, e aggiunge
distruttore di rocche, a conferma dell’etimologia omerica “ molto odiato”. Ma
probabilmente il nome di Ulisse ha insito in sé la valenza “acqua”. Ou ar –
atos sansc. Udhar , greco udop udatos. A questo significato si
potrebbe sovrapporre l’egiziano od odyt spedizione ed anche
od’ dividere , giudicare
(10),termine appropriato per la seconda parte dell’ Odissea, dopo il ritorno di
Ulisse ad Itaca. Se poi al posto della u poniamo una i abbiamo la variante iter
latina, e forse la contrapposizione di Ulisse con Iro , il mendicante
vagabondo,che incontra ad Itaca (Ita-ca non
vi risuona forse iter ?) risente
di questo gioco linguistico, che nell’ Odissea ha un ruolo rilevante.
Dall’ Iliade sappiamo
che Ulisse combattè con gli Achei contro Troia ed i Pelasgi /Filistei ,
loro alleati, che si erano stanziati sulle isole Lemno.Imbro e Samotracia,
prospicienti la costa iliaca (11) I Pelasgi abitarono però anche in Italia,
come risulta da Erodoto (12) Ai Pelasgi
si attribuiscono le gigantesche
mura del Lazio centrale , ad Alatri, Segni e Ferentino ed anche in
Grecia, ad Atene, dove il muro di difesa dell’ Acropoli si chiamava Pelargikon
(13)
Da tutto ciò bisogna dedurre che i Pelasgi, identici ai
“Popoli del Mare” degli Egiziani ed ai Filistei della Bibbia, e chiamati in
Grecia, Achei, forse in base ad un ceppo linguistico diverso , e cioè da
Ak = acqua, mentre i Pelasgi etimologicamente
si rifanno al termine greco per “mare “pelagos , (come giustamente traducono i
test egiziani ) costituiscono una denominazione comune per stirpi poi italiche
e greche, che si sparsero in varie tappe
nel bacino mediterraneo. (14)
I documenti egiziani ci riferiscono che intorno al 1225
circa a.C. , cioè 40 anni prima della caduta di Troia omerica ( sul luogo di scavo di Troia ci sono ben 9
strati e la nostra città coincide con il settimo livello e precisamente il VII
A, come constatato dall’archeologo americano Prof. Blegen) ), popolazioni
piratesche , fra cui i Tursha (= Pelasgi/Tirreni ?) , i Shardana (Sardi da
Serdiana ? ), i Shakarusha (Sicani ? ) e
gli Akaiwasa (Achei ?) (15) si sparsero
nell’ Asia Minore, in Siria ed in
Palestina e distrussero interi regni. E più grave si ripetè l’assalto sotto il regno di Ramses
III verso il 1200 a.C. (16)
Che cosa indusse questi popoli ad emigrare così in massa
? Probabilmente gravi fenomeni tellurici, terremoti ed eruzioni vulcaniche, che
causarono il disidratamento dei bacini d’acqua e la rovina di interi villaggi nella zona campana, già
fortemente popolata da epoca remota,come ci è attestato dalle antichissime
necropoli del Sarno. (17)
Probabilmente i Pelasgi si riversarono verso i paesi
balcanici (18) e soprattutto verso la Grecia Meridionale, e poi, respinti
sempre più a sud ed ad oriente da nuovi immigrati Achei, si rivolsero verso
Creta e da lì verso l’ Asia Minore
(19)soprattutto nel territorio dell’odierna Palestina, che da loro prese il nome.
I nuclei pelasgici più forti, abitanti le isole
prospicienti Troia e Troia stessa , cercarono di opporre resistenza
all’invasione achea, alleandosi con i popoli dell’ Asia Minore e forse anche
dell’odierna Bulgaria, Ucraina meridionale (Amazzoni).E bisogna considerare che sia i Pelasgi che i Troiani dovevano essere
popoli affini agli Achei, perché
veneravano gli stessi dei. Dai concili divini risulta che alcuni dei
propendevano per la vittoria dei Troiani, altri per la vittoria degli Achei,
fatto veramente insolito, perché in genere nelle guerre ogni popolo aveva i
propri dei tutelari, che venivano poi trascritti nei trattati di pace,come nel
caso delle guerre puniche, dove gli stessi dei si fanno garanti del rispetto
dei trattati di pace.
Ai tempi di Omero i Pelasgi abitano ancora in Tessaglia,
dove i toponimi Larisa e Lamia (20) mostrano evidenti analogie con quelli
italici, etruschi. Piccoli nuclei di Pelasgi risiedono ancora a Creta (21) da
dove sono partiti in massa per le conquiste già accennate.
Tutti questi dati ci permettono di localizzare i Pelasgi
in Grecia, e precisamente in Tessaglia
prima dell’ arrivo degli Achei, a Creta, nell’ Italia Centrale ed infine in
Caria, nell’ Asia Minore, verso dove sono
stati risospinti dagli Achei. In Tessaglia
si dovette formare l‘unione triphylia di Achei, Argivi e Danai, a cui
aderì anche Ulisse, tanto nefasta per i Pelasgi/Troiani, perché Omero usa
indistintamente i tre nomi per indicare i greci (22)
Per il nostro studio dell’Odissea è importante rilevare
che nel XII sec. uno dei gruppi noti agli Egiziani come “popolo del Mare “ si
stabilì probabilmente in Cilicia, sospingendo i precedenti abitanti verso est, in Siria; ed infatti il regno
cilicio di Que (IX ed VIII
sec.a.C.) non usava la scrittura
geroflica ittita, e a quel che appare, non partecipava affatto alla tradizione
ittita Ciò risulta anche dalle fonti assire (23) Quanto fosse
difficile la situazione in Siria per i vari piccoli stati ed i loro regnanti
risulta dalle tavolette di argilla trovate ad Amarna in Egitto. Sono richieste
di aiuto al faraone d’Egitto, affinchè intervenga e ripristini l’ordine nella zona, ma ormai anche l’Egitto
non era più solido come prima, perché dopo Ramses III si avvicendarono faraoni
deboli.
Inoltre i re ittiti dell’antico regno non praticavano la
cremazione, come invece usano i Troiani con i loro eroi. I Troiani, successori
degli Ittiti in zona, sono di stirpe diversa , cioè frigia e dardanide per un
verso e pelasgica per l’altro. I due eroi principali Enea ed Ettore ne sono i capi.
In Egitto invece,
come abbiamo già visto, con la XXII dinastia dei Bubastiti inizia la divisione
del regno con due capitali, una a Tebe ed una a Tanis. Una serie di faraoni di
origine mercenaria rivendicano a sé il potere, si avvicendano sulla scena; essi
costituiscono la XXIII e XXIV dinastia formata da sovrani libici (945-715
a.C.), alla quale succede quella etiopica (760-656 a.C.) Il riferimento omerico
all’ Etiopia si intende meglio, se si
tengono in debito conto questi dati storici, e se si tiene presente che i Greci
chiamarono Etiopi i Nubi. Nel 751 a.C. circa Pianchi, dinastia etiopica (747-716 a.C.) scese dalla Nubia in Egitto e non abbandonò più il
dominio conquistato. Egli eresse a capitale la città Napata, in Nubia. Continua
a sussistere il polo religioso di Tebe, anzi
dal 1085 al 670 a.C. in Egitto si formò uno stato quasi ecclesiastico.(
24) A questa grave situazione politica posero fine gli Assiri, che penetrarono
nel delta nel 671 a.C. Ormai l’Egitto aveva abdicato al suo ruolo egemone nel Mediterraneo
da parecchi secoli, ma l’influsso culturale e religioso rimase valido ancora a lungo, possiamo dire , sotto
certi aspetti, sino ad oggi nei più diversi campi, dall’agronomia
all’erboristeria ed alla cosmetica .
Nel corso delle
varie migrazioni i Pelasgi entrarono in contatto con diversi popoli autoctoni
preesistenti, che modificarono i loro costumi originari e la loro lingua.(25)
Solo così si spiega lo strato
linguistico pelasgico ancora evidente in alcuni toponimi della Tessaglia e di
Creta(26) e sulle sponde fenicie/cananee Dopo l’invasione dell’Egeo da parte
degli Achei, i Troiani superstiti ed i Pelasgi, loro alleati, ritornarono per
così dire alla loro terra d’origine, (27), cioè l’Italia, come accenna anche
Virgilio nell’ Eneide.
Ulisse deve appartenere ad una corrente migratoria forse
trace , con agganci con l’Asia Minore,( il nome di suo padre Laerte si
riscontra in Cilicia (28) , suo nonno si chiama Autolukos ,)Gli Achei chiedono
il suo supporto contro la sua volontà ed infatti egli si finge al primo
contatto pazzo, ma deve poi cedere alle loro pressioni. Ulisse deve essere antecedente o coetaneo all’ arrivo degli Ioni ed Eoli sulla costa
dell’ Asia Minore. Infatti Omero non menziona gli Ioni od Eoli , emigrati in
Asia Minore dopo il 1000. Siccome però egli compone i suoi versi in
dialetto ionico intriso di elementi eolici ed arcado-ciprici, si deve dedurre
che egli descrive in parte fatti anteriori alla sua generazione e
probabilmente in un ambiente diverso dall’ Asia Minore, dove il dialetto
ionico-eolico era usato come koine .(29)Gli atticismi , riconosciuti già
nel IV sec. a.C. si fanno risalire alla redazione di
Pisistrato (30)
Data la diffusione della koine in tutta l’area egea,
diverse città si contesero l’onore di aver dato i natali al grande rapsodo,ma
nulla prova che l’Odissea sia stata composta in Asia Minore, sebbene molte sue
città si contendano questo onore , fra
cui Smirne ed anche Mileto. Quest’ultima vantava origini mitiche risalenti a
Poseidone, Neleo da parte maschile ed ad Ino, figlia di Cadmo da parte femminile
.Per intendere meglio le implicazioni linguistiche di questi miti , che si
rifanno ad un ambiente semitico , è bene leggere il capitolo di G.
SEMERANO La Ionia, Cadmo e il Vicino
Oriente in “L’infinito : un equivoco millenario “ Milano, 2001,pp 82-86. In
breve egli afferma “che tutti i nomi della stirpe di Cadmo acquistano
reale significato solo nelle lingue del
Vicino oriente semitico”.
Di Omero ci sono tramandate delle Vite, una scritta da
uno Pseudo Erodoto,un’ altra attribuita forse falsamente a Plutarco, altre a
Proclo ed anche ad anonimi, ma nessuna è attendibile. In alcune si afferma che
Omero viaggiò molto e visitò anche
l’Italia, e fatto curioso si
parla dell’ Etruria.
L’ampiezza dell’
epos,la varietà e ricchezza delle vicende narrate e l’uso dell’esametro
presuppongono l’introduzione della scrittura (31) In effetti il problema della
scrittura diventa un po’ marginale se si considera che in Egitto esisteva il
demotico. Gli studiosi sono oggi concordi nell’affermare che la stesura dell
‘Odissea risalga al 750 a.C. circa .Ciò coincide anche con alcuni fatti
storici, di cui l’archeologia e la vulcanologia sono prove indirette.
Concludendo possiamo affermare che l’Odissea fu trascritta verso il 750 a.C. in greco, ma forse in ambiente diverso dall’ Asia Minore .Infatti nell’epos il richiamo all’ Egitto è molto forte e presuppone una conoscenza più approfondita del paese e della sua storia. Come già detto , i Greci si stanziarono molto presto in Egitto, e Menelao vi fondò città. Menelao , re di Sparta, è un capostipite per cosi dire dei futuri Dori, perché Sparta è in seguito città dorica ed i Dori si sono distinti come colonizzatori più di altre tribù greche. I mercenari greci ebbero assegnata in seguito la città di Naukratis in Egitto, dove fondarono verso il 570 a.C. il famoso Hellenium, al cui mantenimento contribuirono tutte le stirpi greche presenti sul territorio . Inoltre Omero descrive abbastanza dettagliatamente sia la Feacia che Itaca. Era anch’egli un ramingo come Ulisse ? Se da aedo visse presso corti greche, può aver sentito descrizioni e storie dei vari territori descritti. In ogni caso , il nucleo essenziale dell’epos, il viaggio di Ulisse, è per alcuni episodi anteriore di alcuni secoli, come ci attesta il ritrovamento di un vaso raffigurante l’ accecamento di Polifemo a Micene (32) Il nome stesso dell’eroe Ulisse sembra risalire ad un ambito trace/frigio , e significherebbe acqua , dal greco Udor quindi alla fin fine . Udor, Acheo e Pelasgo sarebbero termini equivalenti, ma in linguaggi differenti. (33) Se poi si considerano le successive storie degli insediamenti greci in Italia Meridionale ed in Sicilia, si potrebbe avanzare anche l’ipotesi che Ulisse sia di stipe dorica. Ad Itaca si accenna alla Messenia(zona situata in Grecia e funestata da una lunga guerra ) ed a Siracusa, colonia dorica, che, fatto sorprendente vanta, come Itaca ,una fonte di nome Aretusa . Gli schiavi più fedeli di Ulisse , Eumeo ed Ericlea provengono uno da Siracusa ,l’altra probabilmente dalla Campania (Opo Pisenoride ) Siracusa è ancora retta da un re autoctono, a cui i Fenici rapiscono il figlioletto, quindi siamo prima del 730 a.C. Comunque Ulisse è in contatto ed in amicizia sia con Menelao che con Nestore, che risiedono in territori in futuro dorici.
Il fatto che l’epos
sia in realtà lontano dal mondo miceneo, si deduce da tanti piccoli
dettagli, come la descrizione del vestiario, che non ha riscontro con quello
miceneo, dal nome di alcuni dei che compaiono in età classica (34) e dalla
descrizione delle usanze funebri. Nel caso dei Troiani che essi usino
la cremazione, mentre gli Ittiti
praticavano l’inumazione.
L’Odissea tratta di un viaggio in occidente e quindi deve logicamente rispecchiare realtà occidentali, di un paese quale l’
Italia , dove nel primo periodo etrusco si afferma uno stile chiamato
“orientalizzante “, nel senso anche di un forte influsso egiziano. Omero
descrive oggetti d’arte riscontrabili anche in Grecia dopo che i Greci si sono
avventurati in Asia Minore ed in Egitto. Infatti il periodo , chiamato
“orientalizzante “ succede immediatamente alla fase geometrica in Grecia. Nell’
epos si parla chiaramente di importazioni dall’ Egitto e dalla Fenicia. Sia
l’Italia che la Grecia risentono della stessa situazione storica e politica ed
hanno uno sviluppo parallelo e complementare.
Possiamo quindi concludere con le parole di C. Gallavotti
: Se ci fu una consistente poesia
nell’età micenea, la maniera della sua versificazione e quindi i motivi del suo
linguaggio poetico ci rimangono sostanzialmente ignoti, perché non si possono
dedurre dall’epopea omerica e non si debbono unicamente dedurre da essa. Tali
motivi in vario modo e per diverse vie possono aver influito sulle disparate
manifestazioni letterarie dell’età
classica nelle differenti regioni ,
…allo stesso modo che elementi
della lingua micenea non si rintracciano nel vocabolario omerico in
maggior copia che in altri poeti e in altre regioni della grecità “ (35)
Lo stesso afferma lo studioso inglese Page :“ Nulla è così certo che questo, che la
tradizione epica ha preservato poco o nulla
di intatto dal mondo miceneo eccetto i nomi delle divinità principali,
collegate inseparabilmente a certi epiteti, componenti indispensabili e già
pronte del verso. Ciò si evidenzia dalla lettura delle tavolette di lineare B trovate a
Pilo.”(36)
NOTE
Sull’ ubicazione di Itaca i critici sono incerti, perché la descrizione dell’isola con il monte Nerito, il cui nome compare anche a Pilo, si adatta piuttosto ad un’isola maggiore. Cfr. G. CAPOVILLA, Praehomerica e Praeitalica, Roma, 1964, p. 241.
Però IRAD MALKIN nel suo encomiabile libro “ I ritorni di
Odisseo” , Roma , 2005 localizza Itaca
ad Itaca e l’autore ritrova nella famosa
grotta dedicata alle ninfe il tesoro regalato dai Feaci ad Ulisse, e cioè i
lebeti ed i tripodi.
La distruzione di
Troia risale al 1184 a.C.
AMOS, 9,7 e GEREMIA 47,4
dicono che i Filistei provengono da Kaphtor, cioè Creta. Siccome i Filistei conoscevano il segreto della
fusione del ferro, approfittarono della debolezza delle città-stato della
Siria, seguita al crollo dell’impero ittita, per fondare degli empori. Il nome
della città di Tarso ci rimanda ai Tirreni. E’ probabile che i Pelasgi siano identici ai Tirreni , e
che Tirreni fosse il loro nome in ambito siriaco. Cfr. M.C.ASTOUR,
Hellenosemitica, Leiden, 1965, p. 11. I Pelasgi /Filistei sono attestati in epoche
diverse che vanno dal periodo miceneo al
4° -3° sec. a.C. in Grecia, Asia Minore, Creta, Sicilia, Italia Meridionale ed
Etruria. I principi filistei si chiamano
surreni Già nel lontano 1951 J.
BERARD e V. GEORGIEV avevano provato che
il termine Filisteo è eguale a Pelasgico. Afferma l’archeologo
americano W.F. ALBRIGHT, L’archeologia in Palestina , Firenze 1958 “ La
Palestina è la parte più povera e culturalmente parlando, più arretrata della
regione di Canaan “ p. 246.
4)Autolukos …….potrebbe significare “licio autentico”, in
quanto Omero usa Eteocretesi ,per dire gente immigrata, che ora risiede a
Creta. La Licia era uno stato vassallo dell’impero ittita. Cfr.
M.C.ASTOUR,Hellenosemitica, Leiden 1965, p. 6. La tradizione epica ha
interpretato il nome Autolukos come “astuto, ladro” e considera suo padre
Mercurio, dio del commercio, non troppo onesto quindi. Inoltre egli aveva il
dono di rendere invisibile tutto ciò che toccava con mano, quindi ladro
patentato.
5)Cfr.J.BELOCH, Griechische Geschichte , Strassburg, 1893
, vol I, p. 56, nota 1 :
“Con la posizione eminente che i greci asiatici
guadagnarono sia in campo economico che
spirituale a partire dal IX sec, questi nomi di stirpi furono applicati
lentamente in senso più lato. Il nome ionico fu trasferito agli abitanti affini
agli Ioni della maggior parte delle Cicladi, dell’Eubea e dell’ Attica; il nome
dorico agli abitanti di Creta e delle Cicladi meridionali, che, come sappiamo
erano dori asiatici, di stirpe argolica ed abitanti dell’ Argolide stessa.
Ugualmente si diffuse il nome eolico verso Lesbo e più oltre verso la Beozia e
la Tessaglia.Ciò è successo quando le due grandi epopee giunsero alla loro
conclusione nelle parti principali, quindi all’incirca verso la fine dell’ VIII
sec. a.C. Poichè l’epos non conosce
ancora Dori nel Peloponneso, anche se in un passo dell’ Odissea si menzionano
Dori a Creta (libro 19 v. 177) ed in un
passo dell’ Iliade gli Ateniesi si chiamano “Iaoni”. Per il termine Ionian cfr.
M.C. ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden, 1965, p. 49. Egli lo fa risalire ad verbo
significante “vagare, andare “latino ire.
6)Cfr. G. CAPOVILLA, Praehomerica e Praeitalica, Roma,
1964
7) CfrI, MALKIN,
Il ritorno di Odisseo, Colonizzazione e identità etnica nella Grecia antica,
Roma, 2005 p. 111-112
(8 ) Cfr. G.CAPOVILLA , idem sopra
p. 222 ed R. ENKING, in “RE” ,
IX A I, col. 1189. Ma i Traci erano , a
quanto sembra,linguisticamente affini ai
Frigi ed oltre che nell’ Asia Minore
erano stanziati nelle isole del Mar Egeo.
9)Quindi è più probabile
Odusseus ………………… vaso di Cere,
e Odusseus vaso Paestum .
’etimologia è facile da comprendere se
si parte dal latino odium, quindi è probabile
Oduseus (cfr. Pauly
Wissowa sotto Odysseus)
10) Cfr. S. DONADONI,Appunti di grammatica egiziana,
Milano 1973, p. 101
11)Le iscrizioni delle isole di Lemno, Imbro e Samotracia
attestano l‘uso di una lingua simile
all’etrusca. TUCIDIDE IV, 109 chiama i
Pelasgi di Lemno anche Tirreni, ciò confermerebbe la tesi che i Tirreni sono
Pelasgi emigrati o viceversa. Inoltre la scrittura della stele tirrenica di Lemno è quasi
identica con l’alfabeto delle iscrizioni
vetero-frigie del VII sec. Cfr. KIRCHHOFF in Pauly-Wissowa sotto la voce
Tyrrhener.
12) Cfr.ERODOTO, I, 57
13)J.BELOCH, Griechische Geschichte, Strassburg, 1923,
vol. 1, p. 62 “ Anche nell’ Attica devon aver vissuto un tempo i Pelasgi:
Infatti il muro che difendeva l’accesso
alla fortezza di Atene si chiamò Pelargikon, e nessuno sapeva dire che cosa
volesse significare ; per questo si pensò che fosse corrotto da Pelasgikon e
che la fortezza fosse costruita da Pelasgi. Questi Pelasgi sarebbero stati poi
allontanati dagli Ateniesi ed emigrati verso Lemno. Cfr. ERODOTO,V , 137 s.
TUCIDIDE chiamò i Pelasgi di Lemno anche
Tirreni cfr. TUCIDIDE IV, 109.
14): E’ strano che i Greci non capissero più l’etimologia
di Pelasgo = mare , in greco Pelagos. Se Achei si ricollega ad una radice “ak w
, abbiamo acqua , sinonimo di mare, ma
da altra lingua.
15) Gli studiosi sono incerti su alcuni nomi di popoli
riportati, ma senz’altro vi compaiono gli Achei.
16) Ciò compare sui bassorilievi di Medinet Habu in Egitto del Faraone Ramses III , (1200-1168
a.C.) circa. Cfr. G. BUSOLT,
Griechische Geschichte, Gotha , 1893, p. 125 :
“ Su rozzi carri, a due ruote, tirati da buoi seguivano
alla schiera donne e bambini mentre una flotta di grandi barche aperte
accompagnava la schiera lungo la costa. Da dove i popoli siano venuti e dove si
erano riuniti, resta oscuro. Quando arrivarono all’ Egitto, avevano già
distrutto il regno ittita nel Nord della Siria e si erano ammassati nel paese
degli Amorei. Al confine orientale dell’ Egitto venne loro incontro Ramses III,
che ottenne per terra e per mare una grande vittoria, che evitò all’ Egitto
un’invasione. “ L’identificazione dei popoli non era ancora riuscita ai tempi
di Busolt, che rileva che i loro volti non hanno tratti egiziani né semitici.
17) Cfr. E. PAIS,
Italia Antica, vol. 2, p. 237 ed A. RITTMANN, I vulcani e la loro attività,
Bologna, 1967, p. 107- 187
18) Cfr. V.I. GEORGIEV, Introduzione alla storia delle
lingue indoeuropee, Roma, 1966, p. 188
19)Infatti la tradizione biblica fa provenire i Filistei
da Kaphtor, cioè Creta, egiziano Keftiu .Cfr. DEUTER. II,12; AMOS, IX, 7;
GEREMIA, XLVII, 4. Cfr. C.M.ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden, 1965 , p. 7
20) Larisa forse da Larice, Lamia da Lamo/Tlamo etrusco
Tlamu (Talamone) per indicare una depressione inondata, nome frequente di fiume
in Italia.
21)Cfr.ODISSEA, Canto
IXX, v. 178
C.H. GORDON – The Mediterranean Factor in the Old
Testament Congress volume, Bonn, 1962 p. 27 ha dimostrato che
gli Eteocretesi furono Fenici. Cfr.pure M.C. ASTOUR, Hellenosemitica, p. 347
22)Cfr.V.I. GEORGIEV, Introduzione alla storia delle
lingue indoeuropee, Roma, 1966, p. 188. Questa triphilia avvenne verso la fine dell’epoca
micenea. Cfr. M.C. ASTOUR, Hellenosemitica , p. 8
23) Cfr. S. Mazzarino, Fra oriente ed occidente , p. 128
24) Cfr.
G. STEINDORFF e K.C. SEELE,When Egypt ruled the East, Chicago, 1971 p.271
25) I testi di Rash Shamra provano che Ugarit e gli stati vassalli dell’ impero ittita
fecero del loro meglio per respingere l’invasione dei Popoli del Mare,ma non vi
riuscirono. Cfr. M.C. ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden, 1965, p.349. E’ interessante a questo riguardo che Achille
risulta anche re di un’Argo pelasgica e porta il titolo reksenor ………..
Il fatto che Ulisse dica che suo nonno è un autentico
Licio,proverebbe che gli Achei/Pelasgi si adattarono alle usanze del luogo.
26) Forse Pilo e Pireo sono pure nomi Pelasgi, se dai
Lestrigoni si trova una Telepulos ………..Odissea X, verso 82 . Nell’Iliade II,
681 e IXX , 329 Achille risulta re di un’Argo pelasgica. ODISSEA IXX, 177
ci dice che a Creta dimorano Pelasgi.
27) Karl BLEGEN , Troy and the Troyans, 1964, ha
dimostrato che i fondatori di Troia VI,
durata dal 1800 al 1300 a.C. erano
achei. Cfr. CENTRO DI STUDI MICENEI ED EGEO-ANATOLICI, Congresso di
Micenologia, Roma, 1967, p. 1218:Gli achei devono quindi precedere i Troiani di
cui parla Omero ed Ulisse. Virgilio nell’ Eneide ci dice che gli abitanti di
Troia erano composti da due gruppi
principali : i Dardanidi , rappresentati da Enea ed i Troiani rappresentati da
Ettore ed in genere li considera
Frigi. Ex-Achei e Pelasgi avranno assimilato quindi in Asia Minore la cultura
tardo-ittita. Ciò spiegherebbe perché l’etrusco è affine al tardo-ittita. Cfr.
V.J. GEORGIEV, Introduzione alla storia delle lingue indoeuropee, Roma,1966, p.
272.
28)Cfr. J. HARMATTA,
Centro di studi micenei ed Egeo-anatolici, Congresso di Micenologia, Roma, 1967 , p. 407.
29)Cfr.V.J. GEORGIEV, Minoica und Homer, Berlin, 1961 pp.
12-15 I dotti chiamarono questa koine ………micenea .
30) Cfr.
J.L. Myres, Homer and his critics, London, 1958 ,pp 1-9..
31) Cfr. A. LESKY, Homeros, Stuttgart, 1967, pp. 22-23 Bisogna però considerare che gli studiosi,
partendo dal presupposto che l’Iliade e l’Odissea sono state scritte in
greco,partono da analisi storiche relative alla Grecia, cioè quando fu
introdotta la scrittura in Grecia. Ma sia in Anatolia che in Egitto la
scrittura esisteva da lungo tempo. Cfr. W. SCHADEWALT , Von Homers Welt und Werk, Stuttgart, 1944, pp
87-129, in particolare p. 92.
32) Cfr.
O.W.-von VACANO, Die Etrusker in der
Welt der Antike, Hamburg, 1957, p. 82
33) Acheo = acqua
in latino pelasgo = pelagos in greco ,
mare ll contatto fra Traci e Fenici fu
ostacolato dai Greci. I Traci emigrarono
in Bitinia . I greci ricorsero poi ad un prestito per definire il mare :
thalassa, mentre il termine latino mare
risale al celtico.
34) Cfr.
W.HELBIG, L’épopée homérique expliquée par les monuments , Paris, 1894, p. 16 e
D.L. PAGE, The Homeric Odyssey, Oxford,
1955, p. 24
35)Cfr. C. GALLAVOTTI in Centro di studi micenei ed
Egeo-anatolici , Congresso di Micenologia, Roma 1967
36)Cfr.
D.L. PAGE, The Homeric Odyssey, Oxford, 1955 p. 24
Nessun commento:
Posta un commento