La storia della Sardegna antica ci è stata raccontata da autori greci e latini che la manipolarono e adattarono alle loro esigenze politiche, tuttavia, le tappe indicate dagli storici del V secolo a.C. trovano corrispondenze nei dati archeologici. Pausania e altri affermano che la stirpe sarda fu generata dalla Dea Madre Terra con la sua discendente più antica: Medusa, regina di Sardegna, un personaggio che pietrificava con lo sguardo, metafora della divinità che creò i menhir. Medusa è riportata anche come la regina delle Amazzoni che porta i suoi attacchi nel Peloponneso e assedia Perseo a Micene. Il padre di Medusa è Forcus (Phorcus), re del Mare e paredro della Dea Madre Terra, una sorta del greco Poseidone che col suo bastone con forcella avrebbe potuto reggere la volta celeste e aiutare i rabdomanti nella ricerca dell'acqua, il più prezioso fra gli elementi. Fra i bronzetti si notano alcune rappresentazioni che fanno pensare a questa divinità. Orfeo, Esiodo e Omero descrivono vicende legate all’epoca micenea, con i sardi che assediarono Creta al tempo di Talos, prima dell’arrivo degli argonauti di Giasone. Discendente di Medusa e Phorcus è Crisaore, padre di Gerione, un invincibile spadaccino; Gerione è Re di Tartesso, e difese le sue mandrie di buoi rossi da Eracle/Ercole, inviato nella sua decima fatica a Occidente dal Re di Micene, Euristeo.
Gerione, dunque, è nipote di Medusa e padre di Eritheia, la rossa che sposò Hermes, fratello di Eracle, da cui generò Norax (Norace). Ricordiamo che Eracle portò via la mandria di buoi rossi (metafora dei lingotti in rame ox-hide) proprio dall’isola che i greci chiamano Eritheia, un luogo strategico posto lungo la rotta del rame e dell’argento, e dello stagno proveniente dalle Cassiteriti, le isole della Cornovaglia. Altre figure di rilievo, inseribili a pieno titolo nella discendenza matrilineare legata all’isola, sono Sardòa, della dinastia regale di Micene, e Sarda, moglie di Tyrrenòs, fondatore della stirpe dei Tirreni. Una delle prime figure maschili a comparire nella genealogia sarda è Norax - Norace. Sallustio racconta che fosse figlio di Hermes (fratello di Eracle) e di Eritheia la rossa, figlia di Gerione. Solino racconta che gli Iberi, guidati da Norace, provengono da Tartesso, una regione mineraria ricca d’argento e piombo, intermediaria dello stagno. Norace, nei suoi viaggi commerciali, fondò Nora. Solino aggiunge che gli Iberi erano in guerra con i Libi, e la pace arrivò con Aristeo, fondatore di Cagliari, che unì le genti dei due popoli. Nelle genealogie del Peloponneso, Perseo ed Eracle sono riferiti a 5 e 3 generazioni prima della guerra di Troia, avvenuta intorno al 1230 avanti Cristo nei conflitti scatenati dai Popoli del Mare. Perseo sarebbe da inquadrare circa al 1330 a.C. ed Eracle al 1290 a.C. Di conseguenza, l’uccisione della regina Medusa avvenne intorno al 1380 a.C., mentre Norace si collocherebbe cento anni dopo, ai tempi della guerra di Qadesh fra Ittiti ed Egizi.
Nel passaggio dall'età del Bronzo all'età del Ferro, le relazioni commerciali fra oriente e occidente furono agevolate da alleanze strategiche fra mercanti e indigeni. Seguendo il mito, i potenti clan nuragici si accordarono con i nuovi arrivati attraverso il richiamo a un eroe indigeno di matrice iberica, quel Norax-Norace, eponimo del nuraghe. Il sito di Nora conserva ancora il nome che evoca il nuraghe e l’eroe Norace, e c'è da osservare che l’antica denominazione di Minorca era Nure, come Nurra si chiama ancora la regione posta nel nord-ovest della Sardegna e Nure è anche il nome di un insediamento ubicato a nord di Alghero. I dati archeologici, linguistici e letterari, dunque, ci aiutano a individuare delle genti che giunsero in Sardegna dalla penisola iberica, diedero il nome alle isole Baleari, e si riconoscono nei Balari. Se gli Iberi sono da riconoscersi nei Balari, il loro eroe Norax si contrappose a Sardo, antenato dei Sardi e probabilmente dei Libi, che si stanziarono nel sud dell’isola. Pausania racconta che il più importante fiume sardo, il Tirso (Tharsos) segnava l’antico confine fra Iolei-Iliei (greci e troiani) a sud e “barbari” a nord. Questi ultimi sono da riconoscersi negli iberici Balari.
Nelle immagini:
I bronzetti denominati: "L'offerta della gruccia" e " Il Musico". Questi due personaggi potrebbero ricordare, invece, un rabdomante o la divinità Phorcus, il Dio del Mare.
Buongiorno Pierluigi,
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo. Da quale fonti posso approfondire la Fondazione di Cagliari da parte di Aristeo? mi interessa tanto
Grazie
Ciao Alessandro, inviami l'indirizzo mail e ti spedisco la fonte.
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