mercoledì 22 luglio 2020
Archeologia, la Cultura San Ciriaco e la nascita delle Domus de Janas. Articolo di Pierluigi Montalbano.
Archeologia, la Cultura San Ciriaco e la nascita delle Domus de Janas.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Verso la metà del V Millennio a.C. iniziò in Sardegna una fase culturale che portò a una serie di innovazioni in campo economico, funerario e manifatturiero. E’ conosciuta come “cultura San Ciriaco”, e prende il nome da una chiesa di Terralba vicino alla quale furono trovate ceramiche simili a quelle di Cuccuru is Arrius di Cabras. A differenza della precedente fase Bonu Ighinu, si nota la scomparsa della decorazione, l’assottigliamento delle pareti dei manufatti e una accurata finitura delle superfici che diventano chiare. Fra le attività c’è un
incremento nell’allevamento di bovini e ovi-caprini, e raffigurazioni di teste di animali con le corna iniziano a comparire fra le decorazioni plastiche delle ceramiche. Fra i contesti funerari più caratteristici della fase San Ciriaco c’è la necropoli Li Muri di Arzachena, con la presenza di sarcofagi in pietra ottenuti con lastre infilate verticalmente nel terreno a formare una cassetta (cista litica) nella quale veniva sistemato il defunto in posizione inginocchiata. Il ricco corredo e le sepolture individuali suggeriscono una società differenziata per ruolo con personaggi appartenenti all’èlite. E’ proprio nel periodo San Ciriaco che inizia la stagione delle Domus de Janas, con grotticelle ipogeiche, scavate prevalentemente nella roccia sedimentaria, che presentano una morfologia a celletta singola e un corredo funerario che illumina sul modo di vivere di quelle antiche genti. Le belle statuine volumetriche della Dea Madre sono sistemate nel palmo della mano dei defunti, deposti in posizione fetale.
Ne parleremo Venerdì 24 Luglio, in diretta alle ore 19 sul mio profilo facebook, nell’ambito della rassegna culturale organizzata dall’Associazione Honebu che vede la partecipazione di 15 archeologi che raccontano i loro scavi e il loro pensiero sul patrimonio di beni culturali sardo. In questa serata ospiteremo in studio il Prof. Giovanni Ugas che, oltre a parlare della cultura San Ciriaco, affronterà la questione Shardana e Sardegna.
I dettagli dell’evento sono al link https://www.facebook.com/events/1589883297846270/
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Verso la metà del V Millennio a.C. iniziò in Sardegna una fase culturale che portò a una serie di innovazioni in campo economico, funerario e manifatturiero. E’ conosciuta come “cultura San Ciriaco”, e prende il nome da una chiesa di Terralba vicino alla quale furono trovate ceramiche simili a quelle di Cuccuru is Arrius di Cabras. A differenza della precedente fase Bonu Ighinu, si nota la scomparsa della decorazione, l’assottigliamento delle pareti dei manufatti e una accurata finitura delle superfici che diventano chiare. Fra le attività c’è un
incremento nell’allevamento di bovini e ovi-caprini, e raffigurazioni di teste di animali con le corna iniziano a comparire fra le decorazioni plastiche delle ceramiche. Fra i contesti funerari più caratteristici della fase San Ciriaco c’è la necropoli Li Muri di Arzachena, con la presenza di sarcofagi in pietra ottenuti con lastre infilate verticalmente nel terreno a formare una cassetta (cista litica) nella quale veniva sistemato il defunto in posizione inginocchiata. Il ricco corredo e le sepolture individuali suggeriscono una società differenziata per ruolo con personaggi appartenenti all’èlite. E’ proprio nel periodo San Ciriaco che inizia la stagione delle Domus de Janas, con grotticelle ipogeiche, scavate prevalentemente nella roccia sedimentaria, che presentano una morfologia a celletta singola e un corredo funerario che illumina sul modo di vivere di quelle antiche genti. Le belle statuine volumetriche della Dea Madre sono sistemate nel palmo della mano dei defunti, deposti in posizione fetale.
Ne parleremo Venerdì 24 Luglio, in diretta alle ore 19 sul mio profilo facebook, nell’ambito della rassegna culturale organizzata dall’Associazione Honebu che vede la partecipazione di 15 archeologi che raccontano i loro scavi e il loro pensiero sul patrimonio di beni culturali sardo. In questa serata ospiteremo in studio il Prof. Giovanni Ugas che, oltre a parlare della cultura San Ciriaco, affronterà la questione Shardana e Sardegna.
I dettagli dell’evento sono al link https://www.facebook.com/events/1589883297846270/
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