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venerdì 28 dicembre 2018

Archeologia. Il regno Hurrita di Mitanni, una delle tre potenze mondiali dell'età del Bronzo insieme a quello dei re ittiti e a quello dei faraoni egizi. Articolo di Pierluigi Montalbano


Archeologia. Il regno Hurrita di Mitanni, una delle tre potenze mondiali dell'età del Bronzo insieme a quello dei re ittiti e a quello dei faraoni egizi.
Articolo di Pierluigi Montalbano

Quello di Mitanni è un impero situato sulla sponda occidentale dell'Eufrate, a mezzogiorno del Tauro, nel Vicino Oriente antico, dove la massa della popolazione apparteneva alla stirpe degli Hurriti, parlanti una propria lingua del gruppo caucasico, mentre quella parlata dai Mitanni non è altro che un dialetto. Gli Hurriti, chiamati Horiti dall'Antico Testamento e detti Khōr dagli Egiziani, abitavano nell'Armenia, nelle provincie orientali dell'impero degli Hittiti in Asia Minore, nella Mesopotamia settentrionale e, frammisti con altre popolazioni, in Assiria, in Babilonia, in Siria e in Palestina. Mitanni è dunque una parte del paese dei Hurriti ma intorno al 1500 a.C. il regno viene unificato sotto l’autorità di Mitanni, comprendendo il territorio dell’Anatolia sud-orientale, dell’Alta Mesopotamia settentrionale bagnata dal Fiume Eufrate, e della Siria, fino a Qadesh, la città dove si
svolgerà la celebre guerra del 1274 a.C. fra Ramesse II e gli ittiti del generale Muwatalli. Successivamente, i Mitanni furono annessi prima dagli Ittiti e poi dagli Assiri, ma la componente culturale Hurrita continua in Siria fino alla fine del II Millennio a.C.  La seconda metà del II millennio a.C. è il periodo meglio documentato grazie agli archivi della capitale ittita Hattusha, fonte principale degli Hurriti e del regno di Mitanni, e agli archivi egizi di el-Amarna, senza dimenticare le iscrizioni celebrative dei sovrani medio-assiri. I testi sono prevalentemente religiosi, con rituali purificatori, scongiuri, preghiere e oracoli, ma sono noti anche testi mitologici, vocabolari bilingui e trilingui e alcune lettere.

Nella prima metà del II millennio a.C. la presenza Hurrita in Alta Mesopotamia e Siria settentrionale è testimoniata dai potentati governati da dinastie e regni Hurriti che si coalizzano per fronteggiare la politica espansionistica del re ittita Khattushili I e proseguita dal suo successore Murshili I, che annettono la Siria fino a una serie di conflitti interni che faranno perdere il controllo dei territori precedentemente sottomessi. Il conseguente vuoto di potere, permette alla componente Hurrita di dar vita al regno di Mitanni che riuscirà a unificare sotto un’unica autorità tutta la regione. Il termine Mitanni deriva da un’iscrizione geroglifica rinvenuta nella tomba di un ufficiale egiziano che, nel resoconto di una spedizione del faraone Tuthmose I in Siria, cita il paese di mtn. Nei testi ittiti si utilizza il termine “paese di Khurri”, nelle fonti egizie, invece, Mitanni è indicato come Nakharina/Nakhrima. La capitale Mitannica, l’antica Washshukkanni, oggi si chiama Tell Fekheriye, e si trova nella Siria nord-orientale. Durante la prima metà del XIV secolo a.C., la nuova aggressività hittita e assira fecero precipitare la situazione quando il sovrano hittita Shuppiluliuma conquistò la capitale e provocò il crollo del tradizionale sistema di alleanze su cui basavano il potere i re di Mitanni. Seguì un periodo confuso, che vide fronteggiarsi due sovrani imposti rispettivamente dagli hittiti e dagli assiri, fino alla definitiva conquista assira, avvenuta nel 1350 a.C. Il regno di Mitanni era costituito su base feudale e il legame fra il nucleo centrale dello stato e i regni vassalli periferici di Nuzi, Aleppo, Karkemish, Alalakh, Ashtata e Nuhash, era piuttosto debole. Dopo aver perso l’indipendenza, la capitale viene spostata a Taide un sito che gli archeologi, grazie ai ritrovamenti ceramici, hanno individuato a Nuzi, nell'odierna collina di Yorgantepe, nella pianura tra le montagne del Kurdistan. Si tratta di una produzione di lusso, caratterizzata da un impasto molto fine, e decorata con motivi spiraliformi e vegetali stilizzati, losanghe, cerchi, stelle a quattro raggi, uccelli e serpenti schematizzati, dipinti in bianco su uno sfondo monocromo. Tra i reperti più notevoli abbiamo una statuetta d'osso del 1500 a. C. con un personaggio con tiara alta, di tipo tronco conico e munita di corna. Significativi sono i sigilli reali sia dei sovrani di Mitanni che del regno vassallo di Arrapkhe, caratterizzati da figure di demoni, animali mostruosi e scene di lotta che riempiono lo spazio in una sorta di “horror vacui” tipico di questa produzione. I Hurriti-Mitanni svilupparono una propria arte che trae origini dallo spirito artistico dei Sumeri, e da questi si propagò in tutta l'Area mesopotamica fin dall’inizio del III Millennio a.C. Nei palazzi, i Mitanni rivestivano di lastre, infisse verticalmente nel terreno, lo zoccolo esterno delle mura. In questi ortòstati c’erano bassorilievi che descrivevano la vita di corte, i sacrifici, le cerimonie religiose, i banchetti, la caccia e altri divertimenti dei sovrani. L'arte Mitannica comprende anche la scultura a tutto tondo, come testimoniato dalle numerose sculture trovate nelle rovine della città assira di Guzana, sul Tell Ḥalaf nella Mesopotamia settentrionale. Alcune peculiarità della dinastia Mitannica sono gli stretti legami culturali con la tradizione antico indiana e la venerazione di divinità note dai Veda quali Mitra, Varuna, Indra e Nasatya, ma la componente etnica principale del regno Mitannico è Hurrita. E’ da rilevare che i documenti scritti sono redatti in una variante dell’accadico, pur se fortemente influenzati dalla lingua degli Hurriti. La religione si basava su una triade divina composta dalla divinità solare Khebat e dagli dei delle tempeste Teshub e Sharruma. I primi sovrani di Mitanni sono Kirta, Shuttarna I e Parattarna I, il cui regno si data alla prima metà del XV secolo a.C. La supremazia Mitannica in Siria è minacciata dalla politica aggressiva del faraone Thutmosis III, che conduce una serie di spedizioni militari in Siria, arrivando fino ad Aleppo, e scontrandosi più volte con gli Hurriti, che faticano a mantenere il controllo sulla regione. Verso est, invece, l’estensione del territorio Mitannico si espande notevolmente verso l’Assiria fino ad annettere il regno di Arrapkhe, situato a est del Tigri, la cui capitale è oggi la città di Kirkuk in Iraq settentrionale. Le migliaia di fonti documentarie, scritte in accadico e ritrovate negli archivi di Nuzi, offrono uno spaccato della vita quotidiana di una comunità Hurrita del 1400 a.C. L’amministrazione di palazzo è gestita dal re e dal khazannu, una sorta di primo cittadino. L’economia si basa su agricoltura, allevamento, pastorizia e commercio. La popolazione era divisa in quattro gruppi: i maryannu, ossia l’élite guerriera cui spettava anche la guida politica dello stato, i funzionari minori, i contadini liberi e i pastori. Dopo la conquista le terre appartenevano di diritto al sovrano, che poteva poi concederle in usufrutto ai propri funzionari in cambio del loro servizio oppure lasciarle da coltivare ai vecchi proprietari in cambio d’imposte e corvée. Rilevante era il ruolo delle comunità di villaggio, riunite a loro volta in distretti. La proprietà terriera era divisa fra terreni del sovrano e terreni privati, ma nel XV secolo a.C. la piccola proprietà entrò in crisi e i contadini furono costretti ad alienare la terra e a prestare servizio ai nuovi proprietari come manodopera servile. L’archivio palatino documenta attività d’immagazzinamento e smistamento di materiale bellico, tessitura e gestione delle terre. Gli archivi privati appartengono alle famiglie dei grandi proprietari terrieri e comprendono testi giuridici che mostrano una società in profonda crisi economica, dove il progressivo impoverimento dei piccoli proprietari terrieri porta all’asservimento per indebitamento, una situazione che deriva dal mutato atteggiamento del palazzo. Inizialmente, il re emanava degli editti di cancellazione dei debiti che funzionavano da equilibratori delle tensioni sociali, successivamente, invece, il sistema di palazzo si incrinò perché i crediti erano vantati dall’aristocrazia militare da cui dipendeva la sicurezza stessa della corte. I grandi proprietari terrieri erano la classe sociale dei mariannu, i carristi, che salirono alla ribalta quando il carro da guerra assunse un ruolo centrale nella pratica militare, con la diffusione di ideali eroici che accomunavano chi ricopriva una posizione elevata nella gerarchia sociale, poiché il costo dell’attrezzatura e dell’addestramento richiedevano grandi risorse economiche. Il sistema di palazzo funzionava con carristi assunti a tempo pieno cui erano assegnati lotti di terra coltivati da coloni, fino a giungere a una classe dirigente composta da militari, sacerdoti, amministratori e scribi, un quadro diffuso in gran parte del Vicino Oriente durante tutto il Tardo Bronzo. Con re Artatama I, si assiste a una svolta nella politica nei confronti dell’Egitto, con tre generazioni di alleanze sancite da matrimoni fra famiglie reali, come quello di una figlia di Artatama con il faraone Thutmosi IV, o quello combinato fra il successivo faraone Amenoteph III con Gilukhepa, la figlia del re mitannico Shuttarna II. Successivamente, il regno di Mitanni viene dilaniato da lotte intestine e da guerre contro gli Ittiti di Shuppiluliuma, che da sempre minacciava la supremazia Mitannica nella Siria settentrionale fino ad incorporare il regno e farlo diventare uno Stato vassallo degli Ittiti. Dal XIII a.C. gli Assiri conducono una serie di guerre vittoriose contro il regno di Mitanni, indicato come Khanigalbat, sottraendolo al controllo ittita e assoggettandolo all’Assiria. Shattuara II è l’ultimo re di Mitanni/Khanigalbat, e sarà la famiglia reale assira a portare il titolo di re del paese di Khanigalbat, una definizione che non indica più il regno Hurrita, ma semplicemente una regione del regno assiro.

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