martedì 22 marzo 2016
Archeologia. La più antica decapitazione del Nuovo Mondo
Archeologia. La più
antica decapitazione del Nuovo Mondo
di Danilo
Bernardo
Scoperti in Brasile i resti di
una testa tagliata più di 9 mila anni fa: non per vendetta ma dopo la morte,
come parte di un macabro e curioso rituale funebre. Chiamarlo
"cold case" è un eufemismo. Il teschio di un uomo decapitato
più di 9 mila anni fa rinvenuto in una grotta del Brasile potrebbe
rappresentare il più antico caso di decapitazione mai documentato nelle
Americhe. Il cranio appartenente a un uomo di mezza età è stato trovato a 55 cm
di profondità sotto alcune pietre calcaree, accompagnato da due mani anch'esse
amputate, che avvolgono la testa in un modo misterioso: una punta verso l'alto,
l'altra verso il basso. Il
reperto era venuto alla luce nel 2007 nel riparo roccioso di Lapa do Santo, a
100 km dall'Oceano Atlantico, in Brasile. Ora André Strauss e i colleghi del
Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia (Germania), autori
della
scoperta, hanno determinato l'età delle ossa: le analisi al radiocarbonio
le collocano tra i 9.127 e i 9.438 anni fa, 4500 anni prima della più antica
decapitazione documentata in Sud America, e circa 1000 anni prima della più
antica testa tagliata in Nord America. Di rilievo è anche la posizione geografica
del ritrovamento, il primo sulla costa orientale del continente. Finora
evidenze di decapitazione erano state trovate soltanto nella parte occidentale
del Sud America e in America Centrale (Perù, Bolivia, Messico) in relazione a
civiltà famose come quelle Inca, Nazca, Chimus e Wari. Il macabro rituale non
sarebbe stato tuttavia la causa della morte. Il taglio della testa sarebbe
avvenuto poco dopo il decesso, non come sfregio o per mostrare pubblicamente la
testa del nemico, ma piuttosto come rituale d'onore post mortem, un trattamento
del corpo - forse parte di un culto degli antenati - che doveva conferire nuova
importanza alla sepoltura. Usanze analoghe sono state documentate nel Medio
Oriente preistorico di 11 mila anni fa. Distante dai
sacrifici umani cari alla cultura Inca, il ritrovamento sembrerebbe indicare
rituali funebri sofisticati, che dovevano funzionare da collante sociale.
L'analisi delle ossa ha confermato inoltre che il defunto era originario del
posto: un locale, dunque, e non uno straniero catturato e ucciso. Anche
la strana posizione delle mani, disposte in modo simbolico e certamente non
casuale, forse a indicare una sorta di dualismo o significato cosmologico,
sembrerebbe avvalorare questa ipotesi.
Fonte:
Focus.it
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