funzioni sacrali si separano da quelle politiche. La separazione tra il palazzo e gli edifici religiosi diventa definitiva a Babilonia, città annoverata tra le sette meraviglie del mondo.
domenica 19 luglio 2015
La nascita della città
La nascita della città
La città è un
luogo costituito da edifici e strade, e un punto di raccordo di numerose funzioni
politiche, economiche, sociali e culturali. Fin dalla sua nascita, si è
presentata con caratteristiche articolate: sede dell'autorità politica e
religiosa, comunità autogovernata, luogo di scambi commerciali, centro della
vita culturale, agglomerato di edifici e popolazione.
Le prime
comparvero circa 5.000 anni fa, e testimoniano un salto di qualità dell’evoluzione
umana, si parla, infatti, di rivoluzione urbana. Rispetto al villaggio, la
città comporta la riunione e l'integrazione in un'area delimitata di una serie
di funzioni, residenziali, militari, politiche, religiose, economiche. La cinta
delle mura diventa la delimitazione dello spazio dedicato alle sue attività
principali. Il passaggio dal villaggio alla città avviene quando le attività
svolte da una comunità producono una diversificazione della produzione con
conseguente perfezionamento di agricoltura e allevamento. Tutto ciò garantisce l’eccedenza
della produzione, la specializzazione delle attività produttive e lo sviluppo
dell'artigianato e del commercio, la comparsa della proprietà privata e la
differenziazione sociale all'interno della comunità del villaggio, la nascita
di un potere centralizzato di tipo politico o religioso. Già 5000 anni fa,
nelle grandi civiltà urbane sorte in Mesopotamia, in Egitto e nel bacino
mediterraneo, i luoghi tipici della città sono presenti: la cinta muraria, la
strada, il mercato, il recinto del tempio, gli uffici amministrativi, le
botteghe degli artigiani.
Le città più
antiche furono edificate in tre zone della Mesopotamia: a sud Ur, Eridu Uruk,
Lagash, risalenti al V millennio, trasformate un millennio dopo dai Sumeri in
vere e proprie città-Stato; nella regione centrale Kish, Akkad e Babilonia sono
le principali città edificate dagli Accadi e dai Babilonesi; Ninive, Assur,
Kalash, a nord, sono le città più importanti degli Assiri.
Le prime città
sumere erano un disordinato ammasso di abitazioni in fango, paglia e canne,
attraversato da poche strade tortuose e racchiuso da mura di cinta dotate di
torrioni difensivi. Il centro della città è il tempio, che concentra funzioni
religiose, politiche e amministrative. Gradatamente le
funzioni sacrali si separano da quelle politiche. La separazione tra il palazzo e gli edifici religiosi diventa definitiva a Babilonia, città annoverata tra le sette meraviglie del mondo.
funzioni sacrali si separano da quelle politiche. La separazione tra il palazzo e gli edifici religiosi diventa definitiva a Babilonia, città annoverata tra le sette meraviglie del mondo.
In Egitto, la
città sorge su un vasto territorio senza mura di cinta. Il deserto e le
montagne fungono da mura, i templi e le tombe dei faraoni assumono il ruolo di
cittadelle fortificate. La città, aperta e più dispersa rispetto a quella
mesopotamica, è fondamentalmente un centro cerimoniale, comprendente il
palazzo, il tempio e il santuario. A Creta, capitale dell’Egeo all’inizio del
II Millennio, la capitale Cnosso ripropone lo schema della città sumera: il
centro è costituito dal palazzo, sede politica, economica, religiosa e
amministrativa, chiuso da una cinta muraria attorno alla quale si sviluppa
l'abitato, con case addossate le une alle altre.
La città greca,
che acquista la sua forma definitiva intorno al V a.C., è piccola e povera, ma offre
vantaggi per la vita sociale, regolata da leggi. Legata al territorio circostante,
gestita da una collettività che si governa come uno Stato indipendente, la pòlis è
esaltata come forma perfetta della comunità umana. Anche nella pòlis le
costruzioni sacre hanno un posto privilegiato e sono collocate nell’ acropoli,
la parte alta della città, ma all'interno di uno spazio urbano concepito per
soddisfare esigenze politiche e culturali complesse, come dimostra la presenza
di infrastrutture collettive: la piazza o agorà per il mercato
e le riunioni dei cittadini; l'edificio adibito alle riunioni del Consiglio
cittadino, il teatro e il ginnasio, una palestra dove i giovani si esercitavano
nella ginnastica e venivano educati alla musica, alla letteratura e alla
filosofia. Pausania scrisse che non si può definire città un luogo privo di edifici
amministrativi, ginnasi, teatro e acquedotto.
Una delle
condizioni essenziali dell'equilibrio della pòlis erano le dimensioni
ridotte, infatti quando la popolazione cresceva si fondava una colonia. Successivamente,
le città-stato furono sostituite dalle capitali ellenistiche, Alessandria,
Antiochia, Pergamo, con caratteristiche monumentali: strade larghe, imponenti
edifici pubblici, monumenti grandiosi come il famoso Colosso di Rodi, un'altra
delle sette meraviglie del mondo.
Immagine di www.archeomolise.it
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