martedì 14 luglio 2015
Archeologia. I modellini di nuraghe. Rappresentazioni di architettura
Archeologia. I modellini di nuraghe. Rappresentazioni di
architettura
di Valentina Leonelli
(Tratto da: La Pietra e gli Eroi: Le sculture restaurate di Mont’e Prama – 2011)
Nella fase finale
dell’età del bronzo, intorno al X sec. a.C., l’esigenza di raffigurare il
nuraghe sembra diventare funzionale alla necessità di una legittimazione e di
un rafforzamento del potere politico, a causa della crisi dei sistemi
territoriali, incentrati proprio sui nuraghi, e del conseguente bisogno dei
gruppi dominanti di mantenere il prestigio sociale acquisito. Nei rituali
collettivi è indispensabile disporre di un oggetto che sia rappresentativo del
gruppo eminente, e nel contempo riconoscibile dalla comunità, e il modello di
nuraghe risponde allo scopo. L’immagine del nuraghe assume così una forte
valenza simbolica e può essere considerata uno strumento politico: il gruppo
egemone, che appartenga alla sfera politica o a quella religiosa, può avvalersi
dell’emblema-nuraghe per assicurarsi consenso e stabilità. La raffigurazione
del nuraghe prescinde dal materiale utilizzato e dalle dimensioni. Si
distinguono due categorie principali: i piccoli modelli in pietra, in ceramica
e in bronzo, che sono offerte votive, e i modelli-altare in pietra, che possono
raggiungere dimensioni ragguardevoli e possono essere modulari, cioè costituiti
da più parti assemblate. I modelli-altare in pietra si rinvengono all’interno
dei nuraghi in vani riadattati a scopo cultuale, come nel sacello del nuraghe
Su Mulinu di Villanovafranca, nei grandi santuari e
luoghi di culto, come Serra
Niedda di Sorso, Su Monte di Sorradile, Santa Vittoria di Serri, Sant’Anastasìa
di Sardara, Sa Carcaredda di Villagrande Strisaili, nelle grandi capanne dette
delle riunioni, di Barumini, di Punta ‘e Onossi di Florinas, di Palmavera di
Alghero. I blocchi che si rinvengono nei crolli delle parti sommitali dei
nuraghi confermano la corrispondenza perfetta dei modelli con l’architettura reale.
Alcuni elementi architettonici peculiari del nuraghe sono raffigurati nei
modelli con motivi decorativi: i mensoloni, che sporgevano dalla parte
superiore delle torri per sostenere il terrazzo e dalle cortine che
raccordavano le torri, sono resi con incisioni parallele o con scanalature
profonde; il parapetto del terrazzo viene decorato con motivi a zig-zag, a
spina di pesce, con tratti verticali. Numerosissimi frammenti di modelli di
nuraghe in pietra sono stati rinvenuti nell’eccezionale sito di Mont’e Prama in
associazione con le grandi statue di guerrieri. In tutta la Sardegna è il
contesto che ha restituito il più alto numero di modelli di nuraghe con
caratteristiche formali peculiari. Si registrano formidabili intuizioni e
soluzioni tecniche nella loro realizzazione: esistono modelli tratti da un
unico grande blocco di pietra, altri che sono componibili, modulari, costituiti
cioè da una giustapposizione di elementi. Tra i modelli di maggiori dimensioni
spiccano i nuraghi quadrilobati, costituiti cioè da una torre centrale e da
quattro torri laterali collegate da cortine rettilinee, con altezza fino a m
1,40, e i nuraghi polilobati, costituiti da quattro torri alternate a cortine
rettilinee e da altre quattro torri secondarie semicircolari. Dei due esemplari
quadrilobati e dei tre polilobati il terrazzo della torre centrale è circolare,
ed ha un diametro che varia dai cm 36 ai 38, ed un’altezza del parapetto di
circa cm 12.
Tra le centinaia di frammenti caratterizzati, quali basi, corpi
centrali e terrazzi, si individuano, oltre ai tredici modelli collocati sui
sostegni per l’allestimento, altri modelli ancora, deducibili dalle 50 porzioni
delle parti sommitali. I parapetti dei terrazzi sono decorati con una serie
continua di triangoli, a volte disposti su due file, e nella maggioranza dei
casi con tratti verticali; sono rarissime le piccole concavità e i tratti
obliqui. Come in esemplari da altri contesti, è raffigurato un particolare
architettonico, del quale non resta traccia nei crolli degli alzati dei
nuraghi: si tratta del vano cupolato al centro del terrazzo, che serviva
probabilmente a proteggere gli ultimi gradini della scala dalle acque
meteoriche: nei modelli in esame la piccola cupola è di forma conica. In molti
casi nei modelli componibili il terrazzo è collegato al fusto rappresentante la
torre attraverso un foro centrale longitudinale in cui è inserita un’anima di
piombo. Le dimensioni di questi terrazzi variano dai 13 ai 20 cm di diametro,
con un’altezza del parapetto di 7-8 cm.
I fusti superano anche i 40 cm di
lunghezza. Sono attestati inoltre modelli conservati in un’unica grande torre,
almeno cinque esemplari, che presentano il terrazzo di forma circolare, ad
eccezione di un caso di forma quadrangolare, e raggiungono i 60 cm di diametro
e un’altezza del parapetto di circa 20 cm. In questi tipi di modelli la parte
del fusto della torre presenta al centro una concavità pressoché quadrangolare,
profonda circa cm 6, che si raccorda con un secondo elemento corrispondente, a
rendere un incastro perfetto. Considerata la tecnica costruttiva dei grandi
monotorre non è da escludere che fossero parte di modelli ben più articolati,
comprendenti torri laterali caratterizzate dallo stesso tipo di
giustapposizione di parti. La peculiarità strutturale e decorativa e il numero
di modelli di nuraghe ribadiscono, nell’unicità delle sculture, l’eccezionalità
del contesto di Mont’e Prama.
Fonte: http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20140521121030.pdf
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento