martedì 21 luglio 2015
Archeologia. Ballatoio terminale del nuraghe e modellini di nuraghe, di Massimo Pittau
Ballatoio terminale del
nuraghe e modellini di nuraghe.
“Petizione di principio”
di Massimo Pittau
La
calura continua e continua pure l'usanza di tentare di evitarla con le
chiacchiere fatte tra amici nei tavolini dei bar all'aperto e fino a sera
tarda.
1)
Ovviamente non provo vergogna a dire che, oltre la laurea in Lettere Classiche,
ho conseguito quella in Filosofia. Ebbene nella “Logica”, che è la parte della
filosofia che studia il corretto modo del “ragionare”, viene citata la “petitio
principii” «petizione di principio», detta comunemente “circolo vizioso”, come
errore che consiste nel cercare di dimostrare A con B e B con A. Orbene i miei
contradditori non si accorgono di commettere appunto un “circolo vizioso” o una
“petizione di principio” quando sostengono che i nuraghi avevano il ballatoio
terminale perché lo hanno i cosiddetti modellini di nuraghe e sostengono che
certi reperti in pietra o in bronzo sono modellini di nuraghe perché hanno il
ballatoio terminale, proprio come i nuraghi. Senonché è evidente che questo è
un “ragionamento logicamente scorretto”, cioè logicamente inattendibile.
2) È un
fatto strano, ma pure reale che fino ad ora nessuno dei sostenitori
dell'esistenza dei “modellini di nuraghe” ha mai detto alcunché sulla loro
natura e sulla loro funzione e destinazione: Che cosa erano effettivamente? A
che cosa servivano? Io sono vissuto e ho insegnato a Pisa per 9 anni e vi ho
sempre visto un largo smercio di modellini in metallo oppure in alabastro della
“torre pendente”, la quale quasi certamente è il monumento architettonico più
fotografato nel mondo sia per la sua bellezza architettonica, sia per la sua
strana e curiosa pendenza. Ebbene, il largo smercio di modellini della Torre di
Pisa ha una sua chiara natura e sicura funzionalità in vista del loro smercio
come “oggetti di ricordo” fra i turisti di tutto il mondo che visitano la
famosissima “Piazza dei Miracoli”. Ciò premesso, insisto nel chiedere quale
fosse la natura, il significato e la destinazione dei cosiddetti “modellini di nuraghe”?
Non ci si venga a dire che erano “oggetti
di ricordo” acquistati da un grande flusso di
turisti, sardi e stranieri, che si aggiravano attorno ai nostri nuraghi!
3)
Ma in realtà i “modellini di nuraghe” non esistono affatto! Quelli che sono
stati definiti tali sono:
a)
Capitelli di colonne, come ha visto e detto bene Giovanni Lilliu per quelli
trovati a Monti Prama.
b)
Statuine di candelieri o candelabri, con sulla cima una cupoletta indicante la
fiamma accesa, che probabilmente facevano parte dell'acroterio del tempio del
Sardus Pater di Monti Prama, quello già segnalato dal geografo-astronomo
Claudio Tolomeo (III 3, 5) proprio nel Sinis.
c)
Modellini di candelieri o candelabri a cinque becchi come i bronzetti di Olmedo
e di Ittireddu, implicanti, come ha detto l'architetto Franco Laner, una
“simbologia cosmica” (nord, est, sud, ovest; basso ed alto).
d)
Semplici altari, anche forniti di una cavità sulla cima per abluzioni e lavacri
rituali, come quello della sala delle riunioni del nuraghe di Palmavera di
Alghero e come qualcuno di Monti Prama.
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Quanto da te scritto,Pierluigi ha confermato cio` che sostengo da lunghi anni .Grazie.
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