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mercoledì 29 luglio 2015

Archeologia. I popoli del mare e la fine dell’età del Bronzo. 7 Agosto convegno a Cagliari.

Archeologia. I popoli del mare e la fine dell’età del Bronzo
di Pierluigi Montalbano


Si svolgerà Venerdì 7 Agosto, dalle ore 19, alla lega navale di Cagliari, nei pressi del molo Su Siccu in Viale Colombo, una doppia conferenza con le relazioni di Giovanni Ugas e Pierluigi Montalbano.

Nel mio libro "Antichi Popoli del Mediterraneo", edito nel 2011, ho inserito una serie di avvenimenti legati alle vicende dei Popoli del Mare e ho pensato di scrivere qualche riga per inquadrare l'argomento e offrire ai lettori il mio personale punto di vista sugli avvenimenti. Buona lettura. 

Così sono conosciuti gruppi di popolazioni che invasero il Vicino Oriente tra la fine del XIII e l’inizio del XII sec. a.C. E’ una definizione moderna, ispirata ai testi egiziani, raccontata in due eventi principali: sotto il faraone Merenptah, nel 1230 a.C., alcuni gruppi di origine mediterranea (eqwesh, lukka, shekelesh, teresh/tursha e sherden) si unirono all’invasione dei libici nel Delta occidentale; poi sotto Ramses III, nel 1190 a.C., un più consistente complesso di invasori (peleset/filistei, zeker, shekelesh, danuna, weshesh) arrivò alle soglie del Delta orientale dopo aver travolto l’Anatolia (khatti, arzawa, qode), Cipro (alashiya) e la Siria (karkemish, amurru). Le raffigurazioni di Ramses III sulle pareti del tempio di Medinet Habu mostrano l’avvicinamento marittimo, su lunghe navi, e terrestre, su carri pesanti, la grande battaglia e le caratteristiche acconciature e armature degli invasori. La spiegazione data dagli egiziani per questa pressione è la carestia, probabilmente dovuta a una serie di annate aride, effettivamente documentate dalla dendrocronologia, ossia calcolando i cerchi all’interno dei tronchi d’albero. Questa visione migratoria e per grandi eventi è molto discussa: il testo di Ramesse II sembra mettere insieme a scopo celebrativo vari episodi minori, e i coevi testi di Ugarit denunciano l’arrivo di piccoli gruppi di navi. Inoltre gli sherden sono attestati come mercenari nel Levante e in Egitto già prima delle invasioni. Anche certi indicatori archeologici (sarcofagi filistei, ceramica submicenea) sono presenti nel Levante prima dell’episodio di Ramesse III. Comunque dai testi di Ugarit sappiamo di uno sbarramento per mare e per terra stabilito dagli ittiti in Anatolia occidentale, sbarramento che fu evidentemente travolto. L’effetto di devastazione è ben documentato archeologicamente, con la distruzione di numerose città in Anatolia e nel Levante (da Khattusha a Ugarit), e l’effetto politico è evidente, con la fine dell’impero ittita e il ritiro dell’Egitto entro i suoi confini. Invasione dunque vi fu, e servì da fattore moltiplicatore per la crisi socioeconomica latente nel Mediterraneo orientale: i livelli di urbanizzazione e di aggregazione politica crollarono nell’Egeo, in Anatolia e nel Levante, e occorsero tre secoli per tornare a livelli analoghi a quelli del Bronzo Finale. L’invasione, infatti, segna convenzionalmente il passaggio dall’Età del bronzo all’Età del ferro, con una complessa ristrutturazione socioeconomica, politica, territoriale e con l’adozione di nuove tecnologie, in particolare la metallurgia del ferro. Considerando che il moto migratorio travolse e coinvolse innanzi tutto il mondo miceneo, per spostarsi poi verso est, si pensa che la provenienza ultima fosse nella Penisola Balcanica. L’identificazione mediterranea dei vari popoli è in qualche caso ovvia, ad esempio quella di eqwesh con achei, e lukka con lici. In altri probabile, come gli sherden con i sardi, gli shekelesh con i siculi e i teresh/tursha con gli etruschi. Lo stanziamento finale è noto per i filistei nella costa palestinese, per i danuna in Cilicia e per gli zeker, al confine con i filistei.

Nell'immagine, un frammento di bassorilievo che mostra la battaglia navale del 1174 a.C. fra popoli del mare ed Egizi di Ramesse III

6 commenti:

  1. Erano prevalentemente di origine nordica, come i loro antenati costruttori di megaliti o come i loro discendenti vichinghi; le fonti storiche egizie ci parlano di misteriosi “popoli del mare” provenienti da verdi isole situate nell’Oceano, che entravano a far razzie nel Mediterraneo: gli archeologi continuano a disputare da tempo sul loro luogo di origine. Molti ritengono che provenissero dalla Turchia o dal Vicino Oriente, che però per gli Egizi non erano certo luoghi misteriosi e sconosciuti, ma a questo punto è facile pensare che questi possenti guerrieri provenissero dalle isole britanniche e dal Nord Europa; lo proverebbero anche le somiglianze tra molti reperti archeologici. Talvolta i guerrieri si fermavano a fondar colonie e a metter su famiglia: questo spiega la presenza al giorno d’oggi di individui con caratteristiche somatiche nordiche, pelle chiara, capelli biondi, occhi azzurri, all’interno di popolazioni meridionali. E' difficile trovare altre prove di questa colonizzazione perché tutto il resto, case, attrezzi, recipienti, eccetera, veniva costruito dai bravi nordici con il legno o altri materiali rapidamente deperibili, che quindi lasciavano ben poche tracce archeologiche. Gli stessi popoli del mare potevano essere costituiti da una coalizione tra popoli nordici e varie tribù mediterranee che mal sopportavano la dominazione egizia, o che erano attirate dalla prospettiva di lucrose razzie

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    1. Mi pare che l'ipotesi nordica sia poco sostenibile, per un semplice motivo: le citazioni dei nomi dei popoli invasori. In genere si sono trasmesse ai posteri molte informazioni attinenti il nome delle popolazioni e il nome dei luoghi.
      Se fossero pervenuti dagli estremi paesi nordici, è molto improbabile che avessero conservato i nomi delle tribù originarie, dato appunto l'acclimatamento in mediterraneo. Altro motivo la mancanza di corrispondenze di fenomeni di siccità al nord, è dunque mancherebbe la spinta migratoria.

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  2. giocando con le parole si può far credere tutto e il contrario di tutto

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  3. Ma cosa ci sarebbe di Nordico nei popoli del mare?

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  4. Risposte
    1. sono d'accordo. Il grande mare verde a cui si riferiscono gli egiziani era l'atlantico e non certo il mediterraneo occidentale che è anche più piccolo di quello orientale e gli egizi lo sapevano bene. i fenici (i rossi) erano, secondo me, i danesi e i loro vicini che sono, appunto, rossi.
      Antonio

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