domenica 17 agosto 2014
Archeologia subacquea. Torna alla luce il decimo rostro delle Egadi
Archeologia subacquea. Torna alla luce il
decimo rostro delle Egadi
Proseguono
i lavori di ricerca condotti dalla Soprintendenza del Mare della Regione
Siciliana e dagli americani della RPM Nautical Foundation nelle acque delle
isole Egadi, laddove il 10 marzo del 241 a.C. si scontrarono, per il dominio
del Mediterraneo, le potenti flotte di Romani e Cartaginesi, durante le fasi
finali della Prima Guerra Punica.
A
partire dal 2005, tra gli altri materiali individuati grazie all'operato di un
team internazionale e all'ausilio di un potente apparato tecnologico, sono
stati individuati ben undici rostri (ne davamo notizia, da queste stesse pagine
nel 2008, nel 2010 e nel 2012). Nelle
scorse ore, un ROV filoguidato, calato dalla nave Hercules, ha raggiunto il
rostro Egadi 10, a 70 metri di profondità, 7 km ad Ovest dell'isola di Levanzo,
e lo ha imbragato e recuperato, restituendolo, dopo quasi 23 secoli, alla luce
del sole.
Il
prezioso reperto si trova in un buono stato di conservazione, e mostra notevoli
affinità con i rostri Egadi 7 e Egadi 9, recuperati nel corso delle varie
campagne del progetto Archeo Egadi. Si tratta di un massiccio rostro in bronzo,
appartenuto a una nave da guerra romana e caratterizzato da una struttura a
tridente, con una decorazione raffigurante un elmo del tipo Montefortino e, con
tutta probabilità, con le indicazioni epigrafiche relative all'attività dei quaestores,
al di sotto delle concrezioni. Alcuni chiodi e frammenti di legno rappresentano
le ultime tracce superstiti della giunzione dell'arma alla struttura della
nave.
I
rostri già recuperati hanno permesso di ricostruire dettagli importanti di un
capitolo fondamentale della storia di Roma. Si attendono ora i risultati del
trattamento di restauro del nuovo manufatto, nella speranza di poter aggiungere
ulteriori informazioni alla storia della battaglia.
Si
ringrazia la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana per le splendide
immagini
Fonte:
http://archeologiasubacquea.blogspot.it/
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