sabato 3 agosto 2013
Scoperta necropoli del Neolitico in Gran Bretagna
Scoperta necropoli del Neolitico in Gran Bretagna
di Leonardo Debbia
I resti di due ampie sale, antiche di 6000 anni, ognuna scavata all’interno di un tumulo preistorico, sono state scoperte durante uno scavo congiunto di archeologi dell’Università di Manchester e del Consiglio della Contea di Herefordshire, nel Regno Unito.
Si ritiene che questi reperti, venuti alla luce a Dorston Hill, nelle vicinanze di Peterchurch, nell’Herefordshire, siano stati edificati all’incirca tra il 4000 e il 3600 a.C.
Alcuni resti di legno combusti indicano le caratteristiche materiali delle strutture, che sono posizionate sotto il livello del terreno.
Non si conoscono le esatte dimensioni delle costruzioni, probabilmente utilizzate da intere comunità, ma si suppone possano essere state della stessa lunghezza – da 30 a 70 metri – dei tumuli neolitici che le ricoprivano.
Questi lunghi tumuli (o long barrow) sono monumenti tipici della cultura neolitica dell’Europa e se ne trovano circa 300 sparsi tra la Scozia e l’Inghilterra.
Secondo gli archeologi, le tombe di Dorston Hill furono deliberatamente bruciate dopo la costruzione e i resti rimasero sepolti sotto i due tumuli funerari, che hanno dimensioni diverse.
Molti dettagli sono rimasti conservati nel tumulo più grande: elementi strutturali in forme carbonizzate, buchi di pali che mostrano le posizioni dei montanti e i resti bruciati di paletti che delineavano i divisori interni.
Cosa ancora più importante, il nucleo di ogni tumulo si compone di argilla bruciata intensamente: è quel che rimane del fango di cui erano fatti i muri delle costruzioni, che probabilmente erano costituite da lunghe navate, delimitate da pali verticali con ulteriori divisori interni.
Il tumulo più piccolo contiene una camera mortuaria di 7 metri per 2,5, che presenta ad ogni estremità delle buche profonde in cui sarebbero stati infissi, perché si mantenessero in posizione verticale, dei tronchi d’albero. Questi pali massicci fungevano da supporto per sostenere una camera mortuaria in legno, destinata a contenere i resti dei defunti.
Lo scavo è stato diretto da Julian Thomas, professore di Archeologia dell’Università di Manchester insieme a Keith Ray, archeologo del Consiglio della contea di Herefordshire.
“Questo ritrovamento” – ha affermato il prof. Thomas – “è stato di enorme importanza per la comprensione della vita preistorica, perché rappresenta un collegamento tra la casa e la tomba con più evidenza di qualsiasi altra indagine mai realizzata finora”.
“Queste sale del Neolitico antico – ha continuato lo studioso – sono sempre estremamente rare, ma trovarle all’interno di un lungo tumulo rappresenta la scoperta di una intera vita”.
“Il tumulo” – aggiunge ancora – “ci dice qualcosa anche sulle persone che lo hanno costruito. Questa gente ha cercato di mantenere viva l’idea che per la loro comunità rappresentava l’abitazione.
“Trasformandola in parte integrante del paesaggio, diventava un richiamo permanente per le generazioni a venire. Basti pensare a come l’incendio della sala doveva essere veduto per miglia attorno, nella grande distesa di quello che è oggi il territorio di confine tra Inghilterra e Galles”.
Gli archeologi hanno a lungo ipotizzato che esistesse una stretta relazione tra la casa e le tombe nell’Europa neolitica e che la “casa dei morti” equivaleva ad una rappresentazione delle “case dei vivi”.
Oltre ai due lunghi tumuli, il sito ha fornito la prova di una serie di sepolture successive ed altri depositi prestabiliti, tra cui una sepoltura connessa a una cremazione e una fossa contenente un’ascia e un coltello di selce.
Questi oggetti presentano affinità con artefatti rinvenuti nello Yorkshire orientale del Tardo Neolitico (circa 2600 a.C.).
Il dott. Ray ha commentato: “Questi ritrovamenti successivi mostrano che mille anni dopo la costruzione dei tumuli-sala, il sito è ancora importante per le generazioni successive, che vivono a 200 miglia di distanza, una distanza enorme, in termini neolitici.
“L’ascia e il coltello non possono essere stati lasciati casualmente, ma deposti in quei luoghi durante una cerimonia o un pellegrinaggio ancestrale che proveniva da quello che è ora l’East Yorkshire”, ha continuato l’archeologo. “Così, siamo testimoni di un’unica civiltà che 5000 anni fa collegava l’Herefordshire e l’East Yorkshire, con matrimoni e con discendenze comuni”.
“Nel contesto britannico” – ha aggiunto – “la scoperta di Dorston è unica e senza precedenti.
Noi speravamo che il nostro lavoro con l’Università di Manchester ci avrebbe aiutato a definire un quadro più chiaro sulle origini di questi lunghi tumuli, ma siamo rimasti sorpresi di come la storia sia chiaramente andata oltre”.
“E’ molto eccitante per noi” – ha concluso – ”Personalmente, per 15 anni sono andato avanti a sostenere che Hereford avesse qualcosa di veramente importante da dire nel quadro nazionale del nostro patrimonio neolitico. Potete immaginare cosa significhi questa scoperta”
di Leonardo Debbia
I resti di due ampie sale, antiche di 6000 anni, ognuna scavata all’interno di un tumulo preistorico, sono state scoperte durante uno scavo congiunto di archeologi dell’Università di Manchester e del Consiglio della Contea di Herefordshire, nel Regno Unito.
Si ritiene che questi reperti, venuti alla luce a Dorston Hill, nelle vicinanze di Peterchurch, nell’Herefordshire, siano stati edificati all’incirca tra il 4000 e il 3600 a.C.
Alcuni resti di legno combusti indicano le caratteristiche materiali delle strutture, che sono posizionate sotto il livello del terreno.
Non si conoscono le esatte dimensioni delle costruzioni, probabilmente utilizzate da intere comunità, ma si suppone possano essere state della stessa lunghezza – da 30 a 70 metri – dei tumuli neolitici che le ricoprivano.
Questi lunghi tumuli (o long barrow) sono monumenti tipici della cultura neolitica dell’Europa e se ne trovano circa 300 sparsi tra la Scozia e l’Inghilterra.
Secondo gli archeologi, le tombe di Dorston Hill furono deliberatamente bruciate dopo la costruzione e i resti rimasero sepolti sotto i due tumuli funerari, che hanno dimensioni diverse.
Molti dettagli sono rimasti conservati nel tumulo più grande: elementi strutturali in forme carbonizzate, buchi di pali che mostrano le posizioni dei montanti e i resti bruciati di paletti che delineavano i divisori interni.
Cosa ancora più importante, il nucleo di ogni tumulo si compone di argilla bruciata intensamente: è quel che rimane del fango di cui erano fatti i muri delle costruzioni, che probabilmente erano costituite da lunghe navate, delimitate da pali verticali con ulteriori divisori interni.
Il tumulo più piccolo contiene una camera mortuaria di 7 metri per 2,5, che presenta ad ogni estremità delle buche profonde in cui sarebbero stati infissi, perché si mantenessero in posizione verticale, dei tronchi d’albero. Questi pali massicci fungevano da supporto per sostenere una camera mortuaria in legno, destinata a contenere i resti dei defunti.
Lo scavo è stato diretto da Julian Thomas, professore di Archeologia dell’Università di Manchester insieme a Keith Ray, archeologo del Consiglio della contea di Herefordshire.
“Questo ritrovamento” – ha affermato il prof. Thomas – “è stato di enorme importanza per la comprensione della vita preistorica, perché rappresenta un collegamento tra la casa e la tomba con più evidenza di qualsiasi altra indagine mai realizzata finora”.
“Queste sale del Neolitico antico – ha continuato lo studioso – sono sempre estremamente rare, ma trovarle all’interno di un lungo tumulo rappresenta la scoperta di una intera vita”.
“Il tumulo” – aggiunge ancora – “ci dice qualcosa anche sulle persone che lo hanno costruito. Questa gente ha cercato di mantenere viva l’idea che per la loro comunità rappresentava l’abitazione.
“Trasformandola in parte integrante del paesaggio, diventava un richiamo permanente per le generazioni a venire. Basti pensare a come l’incendio della sala doveva essere veduto per miglia attorno, nella grande distesa di quello che è oggi il territorio di confine tra Inghilterra e Galles”.
Gli archeologi hanno a lungo ipotizzato che esistesse una stretta relazione tra la casa e le tombe nell’Europa neolitica e che la “casa dei morti” equivaleva ad una rappresentazione delle “case dei vivi”.
Oltre ai due lunghi tumuli, il sito ha fornito la prova di una serie di sepolture successive ed altri depositi prestabiliti, tra cui una sepoltura connessa a una cremazione e una fossa contenente un’ascia e un coltello di selce.
Questi oggetti presentano affinità con artefatti rinvenuti nello Yorkshire orientale del Tardo Neolitico (circa 2600 a.C.).
Il dott. Ray ha commentato: “Questi ritrovamenti successivi mostrano che mille anni dopo la costruzione dei tumuli-sala, il sito è ancora importante per le generazioni successive, che vivono a 200 miglia di distanza, una distanza enorme, in termini neolitici.
“L’ascia e il coltello non possono essere stati lasciati casualmente, ma deposti in quei luoghi durante una cerimonia o un pellegrinaggio ancestrale che proveniva da quello che è ora l’East Yorkshire”, ha continuato l’archeologo. “Così, siamo testimoni di un’unica civiltà che 5000 anni fa collegava l’Herefordshire e l’East Yorkshire, con matrimoni e con discendenze comuni”.
“Nel contesto britannico” – ha aggiunto – “la scoperta di Dorston è unica e senza precedenti.
Noi speravamo che il nostro lavoro con l’Università di Manchester ci avrebbe aiutato a definire un quadro più chiaro sulle origini di questi lunghi tumuli, ma siamo rimasti sorpresi di come la storia sia chiaramente andata oltre”.
“E’ molto eccitante per noi” – ha concluso – ”Personalmente, per 15 anni sono andato avanti a sostenere che Hereford avesse qualcosa di veramente importante da dire nel quadro nazionale del nostro patrimonio neolitico. Potete immaginare cosa significhi questa scoperta”
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