sabato 24 agosto 2013
Notizia bomba: forse scoperto il sepolcro di Alessandro Magno
Notizia bomba: forse scoperto il sepolcro di Alessandro Magno
Fonte Ansa
Straordiario ritrovamento nella regione greca della Macedonia, vicino ad Anfipoli, di un complesso funerario del IV secolo a.C.:una parete lunga circa 500 metri e alta tre. Il tumulo, una sorta di collina artificiale, potrebbe essere una tomba reale, forse appartenente ad Alessandro Magno. Ma l'entusiasmo è stato subito frenato dal ministro della Cultura e dall'archeologa responsabile degli scavi, Katerina Peristeri: "E' prematuro e azzardato parlare del sepolcro del conquistatore macedone".
Il ritrovamento nella regione greca della Macedonia di un grande tumulo, ossia una di collina artificiale con la quale si coprivano le sepolture, ha fatto ipotizzare lì la tomba di Alessandro Magno. Il complesso funerario si trova vicino ad Anfipoli, e all’interno è stata scoperta una parete di circa 500 metri. Secondo la Peristeri, il ritrovamento è rilevante, dal momento che si tratta di un complesso funerario del IV a.C.. Sino ad ora però, non si può dire sia niente più di questo.”Ancora non abbiamo cominciato a scavare dentro il complesso, quindi non possiamo dire niente con certezza”, ha argomentato l’archeologa. Alessandro Magno morì nel 323 a.C. in Babilonia. I suoi resti furono deposti in un mausoleo in Egitto, ma dalla fine dell’età Antica si era persi i segni della tomba. Negli ultimi decenni, archeologi e investigatori l’hanno cercata senza esito ad Alessandria, in Uzbekistan e fino al nord dell’Australia.
Commento di Matteo Riccò
Occorre però fare alcune precisazioni. Sebbene questa tomba potrebbe essere oggettivamente stata destinata ad Alessandro, non ne ospitò mai il corpo. Alla morte di Alessandro (il 10. Giugno del 323 a.C.), questi non aveva dato precise disposizioni per la propria sepoltura. Non casualmente. La morte arrivò improvvisa ed inoltre, secondo la tradizione della dinastia Macedone, la sepoltura del sovrano era parte integrante del complesso rito di legittimazione del re subentrante, che passava per la preliminare accettazione da parte dell'esercito. E da qui cominciamo a capirci.
Per alcuni mesi (a dire il vero, per alcuni anni) Perdicca riuscì a tenere insieme gli eredi di Alessandro, per tramite del ricordo (celeberrime le riunioni in cui i diadochi discutevano di fronte ad un trono vuoto, sul quale erano deposti scettro e corona, quasi come se sul trono ci fosse uno spettro), della salma di Alessandro e dell'erede di Alessandro, Alessandro IV di Macedonia. La cui posizione, per altro, era discussa in quanto (per le leggi macedoni) egli non aveva diritto ereditario ancorché figlio di un erede legittimo (la madre non era infatti greca, ma barbara: ricordiamoci che da un secolo, Alessandro I aveva legittimato la posizione ellenica dei macedoni, e che la legittimità di Alessandro III il Grande nasceva dall'ancor più remota accettazione quale ellenici degli epiroti ergo degli Albanesi, etnia cui la madre Olimpiade apparteneva).
Bene. Nel susseguirsi degli eventi, mentre i Diadochi iniziavano a massacrarsi e ad insanguinare mezza Asia minore, Perdicca si preoccupò di fare imbalsamare alla maniera egiziana il corpo di Alessandro - non solo per omaggiare le manie globalizzanti del macedone, ma anche per guadagnare tempo in attesa della sepoltura. A tale proposito, si aggiunge un dettaglio macabro: le fonti antiche suggeriscono infatti che Alessandro non fosse realmente morto il 10. Giugno del 323 a.C., ma solo all'atto della sua imbalsamazione... colpito da Febbre del Nilo o similare, era entrato in stato di coma cerebrale a causa dell'infezione, il che rende merito della mancata decomposizione del cadavere, che stupì anche gli antichi, e della mancata coagulazione del sangue (che lasciò di stucco gli imbalsamatori).
Torniamo a noi. Da accordi con Antigono Monoftalmo, il plenipotenziario dei sovrani macedoni, e con il fugace successore Cratero (che in realtà non entrò mai in carico) la tomba definitiva di Alessandro si sarebbe dovuta trovare in Macedonia, nella terra originaria della dinastia regnante - sita in prossimità di Tessalonica, città che per altro deve la sua moderna denominazione ad una sorella di Alessandro (altra curiosa storia dell'epoca dei Diadochi), ma non probabilmente a Vergina - sede dell'antica capitale, ma in un sito più nobile. All'epoca, Anfipoli era la città più importante dell'area (città greca DOC, anzi di sangue e diritto ateniese in territorio macedone, una clerurchia ovverosia una colonia di Atene) e quindi è ragionevole che lì fosse predisposto il sepolcro finale.
Quando infine arrivò il momento, Perdicca predispose che il catafalco giungesse in Macedonia dopo una lunga processione cerimoniale che avrebbe dovuto attraversare tutta l'Arché (impero) macedone, sia per legittimare la posizione della dinastia (Alessandro IV era ancora considerato erede designato e nominalmente regnava con lo zio Filippo Arrideo) sia per guadagnare tempo in attesa della decisione finale circa la sua sepoltura. Arrivato in area siriaca, che all'epoca apparteneva amministrativamente all'Egitto, Tolomeo I Sotere si impossessò dalla salma e la trasportò ad Alessandria d'Egitto seppellendola con rito macedone in un sito sotterraneo al cuore della città, il cosiddetto Souma (che in greco antico significa "corpo" ma in macedone significa "sepolcro"), di cui dal terremoto di Alessandria dell'VIII secolo d.C. si sono ampiamente perse le tracce.
In altre parole, il sepolcro di Anfipoli è un monumento eccezionale, è probabilmente ciò che si ritiene che sia - ma è sicuramente un sepolcro vuoto. Così come è sicuramente vuoto il Souma.
Pochi lo sanno, ma i resti di Alessandro furono trafugati in epoca medievale. Da alcuni mercanti. Veneziani.
Sì: i resti di San Marco, come suggerito dalla datazione al carbonio, potrebbero essere del III secolo a.C.
Potrebbero essere quelli di Alessandro il Grande.
Fonte Ansa
Straordiario ritrovamento nella regione greca della Macedonia, vicino ad Anfipoli, di un complesso funerario del IV secolo a.C.:una parete lunga circa 500 metri e alta tre. Il tumulo, una sorta di collina artificiale, potrebbe essere una tomba reale, forse appartenente ad Alessandro Magno. Ma l'entusiasmo è stato subito frenato dal ministro della Cultura e dall'archeologa responsabile degli scavi, Katerina Peristeri: "E' prematuro e azzardato parlare del sepolcro del conquistatore macedone".
Il ritrovamento nella regione greca della Macedonia di un grande tumulo, ossia una di collina artificiale con la quale si coprivano le sepolture, ha fatto ipotizzare lì la tomba di Alessandro Magno. Il complesso funerario si trova vicino ad Anfipoli, e all’interno è stata scoperta una parete di circa 500 metri. Secondo la Peristeri, il ritrovamento è rilevante, dal momento che si tratta di un complesso funerario del IV a.C.. Sino ad ora però, non si può dire sia niente più di questo.”Ancora non abbiamo cominciato a scavare dentro il complesso, quindi non possiamo dire niente con certezza”, ha argomentato l’archeologa. Alessandro Magno morì nel 323 a.C. in Babilonia. I suoi resti furono deposti in un mausoleo in Egitto, ma dalla fine dell’età Antica si era persi i segni della tomba. Negli ultimi decenni, archeologi e investigatori l’hanno cercata senza esito ad Alessandria, in Uzbekistan e fino al nord dell’Australia.
Commento di Matteo Riccò
Occorre però fare alcune precisazioni. Sebbene questa tomba potrebbe essere oggettivamente stata destinata ad Alessandro, non ne ospitò mai il corpo. Alla morte di Alessandro (il 10. Giugno del 323 a.C.), questi non aveva dato precise disposizioni per la propria sepoltura. Non casualmente. La morte arrivò improvvisa ed inoltre, secondo la tradizione della dinastia Macedone, la sepoltura del sovrano era parte integrante del complesso rito di legittimazione del re subentrante, che passava per la preliminare accettazione da parte dell'esercito. E da qui cominciamo a capirci.
Per alcuni mesi (a dire il vero, per alcuni anni) Perdicca riuscì a tenere insieme gli eredi di Alessandro, per tramite del ricordo (celeberrime le riunioni in cui i diadochi discutevano di fronte ad un trono vuoto, sul quale erano deposti scettro e corona, quasi come se sul trono ci fosse uno spettro), della salma di Alessandro e dell'erede di Alessandro, Alessandro IV di Macedonia. La cui posizione, per altro, era discussa in quanto (per le leggi macedoni) egli non aveva diritto ereditario ancorché figlio di un erede legittimo (la madre non era infatti greca, ma barbara: ricordiamoci che da un secolo, Alessandro I aveva legittimato la posizione ellenica dei macedoni, e che la legittimità di Alessandro III il Grande nasceva dall'ancor più remota accettazione quale ellenici degli epiroti ergo degli Albanesi, etnia cui la madre Olimpiade apparteneva).
Bene. Nel susseguirsi degli eventi, mentre i Diadochi iniziavano a massacrarsi e ad insanguinare mezza Asia minore, Perdicca si preoccupò di fare imbalsamare alla maniera egiziana il corpo di Alessandro - non solo per omaggiare le manie globalizzanti del macedone, ma anche per guadagnare tempo in attesa della sepoltura. A tale proposito, si aggiunge un dettaglio macabro: le fonti antiche suggeriscono infatti che Alessandro non fosse realmente morto il 10. Giugno del 323 a.C., ma solo all'atto della sua imbalsamazione... colpito da Febbre del Nilo o similare, era entrato in stato di coma cerebrale a causa dell'infezione, il che rende merito della mancata decomposizione del cadavere, che stupì anche gli antichi, e della mancata coagulazione del sangue (che lasciò di stucco gli imbalsamatori).
Torniamo a noi. Da accordi con Antigono Monoftalmo, il plenipotenziario dei sovrani macedoni, e con il fugace successore Cratero (che in realtà non entrò mai in carico) la tomba definitiva di Alessandro si sarebbe dovuta trovare in Macedonia, nella terra originaria della dinastia regnante - sita in prossimità di Tessalonica, città che per altro deve la sua moderna denominazione ad una sorella di Alessandro (altra curiosa storia dell'epoca dei Diadochi), ma non probabilmente a Vergina - sede dell'antica capitale, ma in un sito più nobile. All'epoca, Anfipoli era la città più importante dell'area (città greca DOC, anzi di sangue e diritto ateniese in territorio macedone, una clerurchia ovverosia una colonia di Atene) e quindi è ragionevole che lì fosse predisposto il sepolcro finale.
Quando infine arrivò il momento, Perdicca predispose che il catafalco giungesse in Macedonia dopo una lunga processione cerimoniale che avrebbe dovuto attraversare tutta l'Arché (impero) macedone, sia per legittimare la posizione della dinastia (Alessandro IV era ancora considerato erede designato e nominalmente regnava con lo zio Filippo Arrideo) sia per guadagnare tempo in attesa della decisione finale circa la sua sepoltura. Arrivato in area siriaca, che all'epoca apparteneva amministrativamente all'Egitto, Tolomeo I Sotere si impossessò dalla salma e la trasportò ad Alessandria d'Egitto seppellendola con rito macedone in un sito sotterraneo al cuore della città, il cosiddetto Souma (che in greco antico significa "corpo" ma in macedone significa "sepolcro"), di cui dal terremoto di Alessandria dell'VIII secolo d.C. si sono ampiamente perse le tracce.
In altre parole, il sepolcro di Anfipoli è un monumento eccezionale, è probabilmente ciò che si ritiene che sia - ma è sicuramente un sepolcro vuoto. Così come è sicuramente vuoto il Souma.
Pochi lo sanno, ma i resti di Alessandro furono trafugati in epoca medievale. Da alcuni mercanti. Veneziani.
Sì: i resti di San Marco, come suggerito dalla datazione al carbonio, potrebbero essere del III secolo a.C.
Potrebbero essere quelli di Alessandro il Grande.
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Ovviamente quando parlo di Tessalonica, sottintendo "l'odierna Tessalonica", in quanto all'epoca non era stata ancora fondata (segue di circa una generazione gli eventi di cui sopra).
RispondiEliminaBell'articolo e storia affascinante. Quella dei veneziani che trafugano il corpo di Alessandro mi è nuova!
RispondiEliminaAugusto Bruni.
RispondiEliminaI resti di san Marco sono stati trafugati nell'828 d.c. secondo la leggenda agiografica medievale da due commercianti Veneziani che li nascosero sotto carni di porco per ferle sfuggire ai doganieri musulmani. Il furto avvenne nella Basilica dedicata a Marco evangelista che si trova ad Alessandria d'Egitto, eretta nel luogo detto Cenarione dove dovrebbero essere stati incinerati i resti dell'evangelista trascinato per le vie di Alessandria con un cappio al collo. Montalbano non lo dice, ma secondo lui il Souma dovrebbe allora coincidere con la Basilica! la leggenda di San marco si è evidentemente allora sovrapposta a quella del macedone, o è Montalbano che ha preso un abbaglio? tengo a precisare che il sepolcro del santo aveva subito due inondazioni e almeno un incendio nel corso dei secoli e che sempre secondo la leggenda ahiografica la pira che doveva incinerare il corpo non si accese per una pioggia "divina", sicchè testa e corpo avevano preso direzioni diverse. Ad ogni buon conto, incinerato o no, del corpo del Santo dopo più di 7 secoli non potevano che restare delle ossa. L'ultimo atto della commedia si ha però nel 1962 quando paolo VI decide di rendere alle chiese d'oriente molte delle reliquie residenti a Roma e in Vaticano e a Venezia trafugate anche prima dell'inizio dello scandaloso mercato delle reliquie che imperversò per tutto l'alto medioevo. Dunque: dal 1962 i veneziani adorano un seplocro vuoto, e i copti d'Egitto hanno "formalmente" le "vere" reliquie di San Marco. In tutto questo alessandro non c'entra proprio nulla a meno che Montalbano ci dimostri che la Basilica di marco è stata costruita SOPRA il Souma e che le due cripte coincidono.
Francesco Dazzo.
RispondiEliminaQuello dei resti trafugati in un barile di mezzeni dai venziani perchè creduti di S. Marco, è l'epilogo di un doppio caso curioso la cui seconda parte è molto mitizzata: Il primo caso fu che durante il tentativo di distruzione del cadavere di Marco a mezzo fuoco, un acquazzone violentissimo spense la pira e costrinse i soldati alla fuga. I seguaci di Marco, parimenti flagellati, trovarono una costruzione semidistrutta e, messi lì dentro precipitosamente i resti bruciacchiati, fuggirono in cerca di scampo come i soldati. Appresa tale storia, i veneziani mandarono dei ricercatori che, trovato un ingresso di costruzione nella zona in cui si disse che fosse avvenuta l'uccisione di Marco, penetrati all'interno trovarono una tomba regale e si convinsero che solo Marco potesse essere degno di tale mausoleo (!!!), e per trasportare le ossa a Venezia, le avvolsero in un drappo impermeabilizzato e le posero sul fondo di un barile di mezzeni (tagli di maiale essiccato) che i musulmani non potevano toccare.
La seconda cosa curiosa fu la scoperta di secoli dopo, che queste ossa NON erano state poste nel sito appositamente ricavato, dentro l'altare maggiore. Le ricerche fecero trovare le ossa murate in una nicchia nei sotterranei della chiesa. Ignoro come sia poi accaduto, ma si perdettero nuovamente e a questo punto, essendo le povere ossa in cerca di una sede stabile, da una colonna si dice che sia fuoriuscito un braccio-fantasma la cui mano indicò il punto in cui giacevano. In realtà, in qualche modo le autorità veneziane dovettero capire che NON di Marco, ma di ALESSANDRO fossero le ossa
Beh, comunque esiste un modo sicuro per capire se quelle sono ossa di Alessandro Magno.
RispondiEliminaDurante la sua Anabasi, Alessandro rimase gravemente ferito nel corso di un maldestro assalto ad una città indiana. Leonnato e Perdicca gli salvarono la pelle fortunosamente, ma il macedone riportò una frattura costale determinata dalla penetrazione nel torace di un freccia (o forse di un giavellotto).
Ora: se le ossa sono di Alessandro, la 3° e la 4° costa devono riportare il segno di una frattura sul versante frontale, e forse anche dorsalmente.
Colpisce la notizia dell'ANSA:
RispondiElimina-Negli ultimi decenni, archeologi e investigatori l’hanno cercata senza esito ad Alessandria, in Uzbekistan e fino al nord dell’Australia.
Australia: leggo bene??
Sì. C'è una ragione più degna di Voyager che di un libro di archeologia. Secondo l'Anabasi di Alessandro, durante il rientro in patria, difficoltoso, costosissimo dal punto di vista umano (l'attraversamento dei deserti iranici costò al macedone la più parte del proprio esercito, decimando soprattutto le nuove reclute), si imbatté in una principessa degli Sciiti. Quest'ultima, sapendo di trovarsi di fronte al conquistatore del mondo, consentì il passaggio di Alessandro a patto che giacesse con lei un giorno ed una notte per concepire un erede. Basandosi su questo appiglio, alcuni hanno pensato che lei (o magari Roxane per altre ragioni) sfruttasse l'occasione per impossessarsi del corpo. Per lo stesso motivo, alcuni hanno fantasticato sul fatto che qualcuno, magari i soliti templari, abbiano successivamente cercato di celare il capo in una terra la cui esistenza era teoricamente nota ai greci ed ai fenici (che esistesse l'Australia è cosa nota anche ai romani: Australia deriva da Terra Australis incognita : calcolando l'asse di inclinazione terrestre, i geografi greci avevano dedotto dovesse esistere al di sotto dell'equatore una massa di terra continentale... il calcolo era basato su dati erronei (non si conoscevano le americhe) ma il risultato corretto...)... Comunque sia, il concetto di fondo è che il corpo del Macedone aveva un valore simbolico enorme, in quanto (lo ripeto) il rituale di intronazione macedone vedeva nel seppellimento del predecessore un passo inemendabile nell'ascesa al trono. Anche Filippo Arrideo fu per questo sontuosamente seppellito a Vergina, nonostante le circostanze abbastanza meschine della sua morte. Tutti i Diadochi sarebbero stati pronti ad uccidere per impossessarsi del corpo di Alessandro, in quanto ciò li avrebbe posti in diretta linea di successione con il Signore del Mondo, e da qui il moltiplicarsi di leggende sulla sua sepoltura...
Elimina“La terra della nostra macedonia – ha detto il primo ministro Samaras dopo la visita allo scavo – ci commuove e ci sorprende rivelando le viscere dei tesori che compongono insieme questo mosaico unico della nostra storia greca, per la quale tutti sono ancora molto orgogliosi”.Qualle vostra MACEDONIA primo ministro?
RispondiEliminaVoi greci ancora oggi dopo piu di 2000 ani volete convigere che Alexandro era greco.Non era greco no é greco é non sarrà mai greco:Filippo 2 era Makedon-Arman,Mirtale=Olimpia Molosian era epirota é epiroti erano Makedoni nessuno di loro non centranno nulla con i greci antichi.Secondo me i greci nascondono la verita su chi sono le persone sepolte nella tomba di Anfipoli,non credo che non ci sono indizzi,la donna e sicuro Mirtale=Olimpia la madre di Alexandro Magno e non e escluso che ce anche Il Grande Alexandro Magno,le testimonianze antiche comunque non sono cosi certe che Alexandro è stato o è rimasto sepolto in Egito.
Noi Makedoni-Armani(conosciuti in Europa come arumeni) no greci latinizati come anche qui non e una verità,i romani non sono stati capaci di latinizare il loro proprio imperio,siamo i unici è veri discendenti,Alexandro Magno è il nostro e sarrà sempre il nostro.Un Makedon-Arman.