una quantità di resti ittiologici del tutto eccezionale, anche per lo stato di conservazione, costituito da resti di tonni, di pesce spada e di ricciole.
lunedì 18 gennaio 2016
Archeologia. Scoperte strutture murarie e depositi di un impianto di 2000 anni fa per la lavorazione del tonno.
Archeologia. Scoperte strutture murarie e depositi di un impianto di 2000 anni fa per la lavorazione del tonno.
Tonni,
pesci spada e ricciole risalenti all’età romana. Sono stati ritrovati al Tono
di Milazzo nei mesi scorsi, oggi l’area è stata vincolata dalla Soprintendenza
di Messina. A comunicarlo è l’assessore ai Beni Culturali di Milazzo, Salvatore Presti. Durante i lavori di
sbancamento per la costruzione di un fabbricato in contrada Tono, nella parte
più interna della Baia, nella zona adiacente la Chiesa, sono state ritrovate
strutture e depositi archeologici di eccezionale interesse per la storica economica
di Milazzo in epoca romana. Si tratta di due ambienti, delimitati da strutture
murarie poste in opera a secco con pietrame parzialmente lavorato. Le indagini
eseguite nell’area interessata hanno consentito il recupero di
una quantità di resti ittiologici del tutto eccezionale, anche per lo stato di conservazione, costituito da resti di tonni, di pesce spada e di ricciole.
una quantità di resti ittiologici del tutto eccezionale, anche per lo stato di conservazione, costituito da resti di tonni, di pesce spada e di ricciole.
Dalla
relazione tecnica a firma della Dirigente Gabriella
Tigano e del Funzionario direttivo, Annunziata Ollà, si evince che l’impianto
sembra essere stato distrutto da una frana proveniente dal soprastante costone
roccioso, frana che ha coperto con detriti tutta l’area, sigillando il pesca
accatastato e in lavorazione. I due ambienti esplorati, alla luce dei materiali
rintracciati, sono da correlare ad un più ampio edificio destinato all’attività
di lavorazione del pesce, attivo durante i primi secoli dell’impero. Il
ritrovamento dello stabilimento del Tono, offrendo quindi un tassello nuovo
allo studio delle aree produttive in età romano-imperiale e, più in
particolare, delle aree dedicate alla lavorazione del tonno pescato nella Baia
e conservato sotto sale all’interno di anfore, ha spinto la Soprintendenza
BB.CC.AA di Messina, sezione per i Beni Archeologici, ad apporre sull’area il
vincolo diretto per dichiarazione di interesse culturale.
Fonte:
http://www.oggimilazzo.it/
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