lunedì 4 gennaio 2016
Archeologia funeraria. La Valle dei re, il più importante cimitero dell’Egitto.
Archeologia funeraria. La
Valle dei re, il più importante cimitero dell’Egitto.
di R. Pirelli
La necropoli regale del Nuovo Regno (XVIII, XIX e XX
dinastia) è chiamata Biban el-Mulūk. Si tratta di un grande wādī,
incuneato nella montagna tebana occidentale, a 3,5 km da Deir el-Baḥrī, che si
biforca verso la fine in due rami e in altre ramificazioni inferiori. Lo wādī è collegato ai due siti di Deir el-Baḥrī e Deir
el-Medīna (ramo orientale). Presso la cima della montagna che lo sovrasta,
chiamata el-Qurna, c'era un piccolo tempio dedicato alla dea Ḥatḥor.
La Topographical
Bibliography di Porter e Moss elenca 62 ipogei, cui ne vanno aggiunti
tre senza numero. Tra i primi, dopo la riscoperta nel 1994 da
parte dell'egittologo americano Kent Weeks, va ricordata la tomba multipla che,
oggi sappiamo, apparteneva ai figli di Ramesse II (Tomba 5).
Nella
necropoli sono state identificate tutte le tombe dei sovrani del Nuovo Regno,
tranne quella di Amenophis IV/Ekhnaton, che si trovava a Tell el-'Amārna, e
quelle di Aḥmose e Amenophis I, la cui collocazione è ancora incerta. Le mummie
di questi ultimi comunque sono state riportate alla luce nel ripostiglio di
Deir el-Baḥrī, prova che essi furono seppelliti a Tebe.
Dalla
Tomba di Thutmosis I (Tomba 38) si può seguire l'evoluzione delle tombe regali
del Nuovo Regno. Gli elementi comuni a tutti gli ipogei sono: l'entrata scavata
nella
roccia, una rampa a gradini, uno o più corridoi e la camera funeraria. La
pianta si può sviluppare però in vari modi, che vengono differenziati come
segue: 1) con asse curvo o ad angolo; 2) con asse diritto, lievemente spostato
da un certo punto in poi, mediante una scala decentrata che portava nei locali
inferiori; 3) con asse diritto ininterrotto. I tre tipi, all'interno dei quali
si presenta una serie di varianti, corrispondono solo parzialmente a una
sequenza cronologica.
La
tomba con asse curvo (tipo 1) continua la tradizione del Medio Regno. Nel Nuovo
Regno vengono però aggiunti numerosi elementi nuovi, che ne rendono più
complessa l'architettura: scale, corridoi e, nella camera funeraria, situata a
un livello inferiore rispetto alle precedenti, pilastri scavati nella roccia. È
interessante ricordare che la forma ovale delle camere funerarie di Thutmosis
I, II e III si rifà al disegno del cartiglio regale.
Nel
corso della XVIII dinastia, testi e raffigurazioni sono dipinti e decorano solo
i locali principali: la sala funeraria, il locale di accesso a essa (vestibolo)
e il pozzo, introdotto da Thutmosis III. Se l'immediata funzione del pozzo
sembra essere quella di raccogliere le acque piovane per proteggere il
sarcofago e il corredo funerario, i suoi testi paiono suggerire anche un altro
ruolo: quello di luogo di transizione tra il mondo terreno e l'aldilà.
Thutmosis III (Tomba 34) introduce inoltre una sala superiore a pilastri,
subito dopo il pozzo, in analogia con la più profonda sala del sarcofago. Dei
testi funerari è presente solo il Libro dell'Amduat,chiamato in
egiziano antico Libro della camera segreta, poiché in questo
periodo veniva iscritto esclusivamente nella camera funeraria. Successivamente,
parte di esso fu spostato nel secondo e terzo corridoio. Il Libro
dell'Amduat è una descrizione di «ciò che è nell'aldilà», realizzata
seguendo il viaggio notturno della barca del dio-sole durante le dodici ore
della notte. I soffitti sono decorati con la rappresentazione del cielo
stellato.
Il
programma figurativo presenta scene in cui il sovrano è in compagnia di varie
divinità, da cui riceve l’ankh, il simbolo della vita. Questo tipo
di scena si modifica verso la fine della dinastia e più precisamente dal
periodo di Ḥoremheb: il faraone viene ancora rappresentato con gli dei, ma in
atteggiamento più attivo, di adorazione o nell'atto di fare offerte.
Dopo
la prima metà della XVIII dinastia, la pianta base si amplia sia nel numero dei
locali, sia nelle dimensioni degli stessi; vengono inoltre stabiliti alcuni
elementi «canonici»: dall'epoca di Amenophis II (Tomba 35), l'uso di sei
pilastri nella camera funeraria, che si protrarrà fino al regno di Seti I; dal
regno di Amenophis III (Tomba 22), le dimensioni della sezione del corridoio di
5x5 cubiti, che saranno rispettate fino al regno di Ramesse II. Va segnalato
inoltre l'uso di una serie di naòi in legno dorato, di
dimensioni diverse, posti l'uno nell'altro intorno al sarcofago regale. Non ne
conosciamo con precisione i termini cronologici, poiché la profanazione delle
tombe regali sin dall'antichità non ha permesso di ricostruire con certezza il
corredo funerario dei faraoni e la sua disposizione all'interno della tomba, ma
l'ipogeo di Tutankhamon, l'unico sfuggito alla vista dei ladri, e il disegno
della Tomba di Ramesse IV, su un papiro conservato presso il museo di Torino,
ce ne documentano la presenza.
La
tendenza costante alla monumentalità, sia nell'architettura sia nei sarcofagi,
che si manifesta nel corso della dinastia, viene bruscamente interrotta durante
il regno di Amenophis IV. Gli ipogei di Tell el-'Amārna sono di dimensioni
inferiori e ad asse diritto, perché i raggi del sole potessero giungere fino
alle parti più profonde della tomba, e presentano soggetti nuovi, mutuati dalle
tombe dei privati.
Pianta
e tipo di decorazione del periodo di Ekhnaton vengono ripresi nelle tombe
post-amarniane, in cui i nuovi motivi si mescolano a quelli tradizionali. Da
Ḥoremheb (Tomba 57, tipo 3), l'asse della tomba rimane obbligatoriamente
diritto, con l'unica eccezione della Tomba di Ramesse II, mentre la decorazione
da dipinta diviene in molti casi in bassorilievo, e i testi funerari, in
precedenza disposti in una linea continua, vengono smembrati e collocati in
parti diverse della tomba. Il Libro dell'Amduat viene
sostituito dal Libro delle Porte.
Innovazioni
significative sono introdotte da Seti I (Tomba 17, tipo 2), il quale
arricchisce la pianta e la decorazione. Vengono aggiunti numerosi locali sussidiari,
l'uso dei pilastri è allargato anche a locali secondari, mentre il soffitto
della camera funeraria diviene a volta e i sarcofagi antropomorfi. Per quanto
riguarda il programma figurativo, realizzato ormai completamente in
bassorilievo, vengono introdotti altri testi funerari, quali la Litania
del Sole (che già Thutmosis III aveva parzialmente raffigurato sui
pilastri della sua camera funeraria), il Libro dei Morti, il Libro
della Vacca Celeste e il Rituale dell'Apertura della Bocca, che
trova posto nei corridoi che collegano la sala a pilastri superiore al
vestibolo. La Litania del Sole o Libro dell'adorare Ra
nell'Occidente è sicuramente, uno dei più importanti per l'ideologia
funeraria regale. Esso è inciso nel primo corridoio ed è costituito da due
parti: nella prima vengono enumerate le diverse immagini e funzioni di Ra,
nella seconda viene realizzata l'identificazione del sovrano con il dio. Tra i
capitoli più importanti del Libro dei Morti trovano posto il
n. 30, che comprende il giudizio del defunto da parte del Tribunale divino
presieduto da Osiride e il n. 148, che ha lo scopo di assicurare le offerte
funerarie. Il cielo stellato viene sostituito dal «soffitto astronomico»,
comprendente i decani e altri astri.
Ramesse
II (Tomba 7) non solo accetta le innovazioni del padre, ma ne introduce delle
altre: aumenta il numero dei pilastri nella camera funeraria da sei a otto e il
numero dei locali sussidiari; sceglie una pianta ad angolo (tipo 1), in cui
vestibolo e sala funeraria sono perpendicolari all'asse del corridoio, mentre
le due file di pilastri, in mezzo ai quali è posto il sarcofago, sono
trasversali all'entrata della sala stessa. Si è ipotizzato che tale scelta sia
stata dettata dalla volontà di annullare ogni reminiscenza del periodo amarniano.
Per quanto riguarda la decorazione, egli modifica il soggetto dei pilastri
della camera funeraria: al posto del faraone in compagnia di una divinità viene
raffigurato il pilastro djed, che nella simbologia dal Nuovo
Regno in poi è connesso a Osiride e, nella tomba regale in particolare, al
ruolo osiriaco del sovrano.
Già
dall'epoca del suo successore, Merenptaḥ, si ritorna all'asse diritto (Tomba
8), la cui importanza è sottolineata da una diminuzione del numero dei locali
annessi lungo i corridoi e dall'aggiunta di una camera in asse su cui si aprono
due camere laterali simmetriche, dietro la sala del sarcofago, dove dovevano
essere deposti gli ushabti. Un'innovazione profonda avviene
nella facciata della tomba che, per la prima volta, assume un aspetto
monumentale.
Nella
tarda XIX dinastia si tende a diminuire ancora il numero dei locali e ad
aumentarne le dimensioni. Alcune innovazioni riguardano anche il programma
testuale in cui vengono introdotti il Libro della Terra e ilLibro
delle Grotte. Quest'ultimo è una versione abbreviata del Libro
dell'Amduat e del Libro delle Porte; non è più suddiviso
nelle dodici ore notturne, ma è ripartito solo in due o tre sezioni. La sua
denominazione deriva dagli elementi ovali all'interno dei quali sono raffigurati
i defunti e gli dei, in attesa della luce e delle parole salvifiche del
dio-sole.
All'inizio
della XX dinastia, Ramesse III (Tomba 11) arricchisce ulteriormente il
programma figurativo, a scapito della qualità di rilievi e pitture, e aumenta
il numero dei portali lungo l'asse della tomba. Possiamo considerare questa
come l'ultima espressione di una evoluzione verso la monumentalità in senso
quantitativo. Le successive piante si svilupperanno con modalità e soluzioni
differenti.
Ramesse
IV (Tomba 2) diminuisce la lunghezza della pianta e rinuncia alle sale a
pilastri e ai locali sussidiari. Egli limita anche il numero dei testi
funerari, che comprendono solo la Litania del Sole, il Libro
delle Porte e alcuni capitoli del Libro dei Morti, mentre
il soffitto della camera funeraria viene decorato con il Libro del
Cielo.
In
contrasto con la diminuzione del numero dei locali, la Tomba di Ramesse IV
presenta però un aumento delle dimensioni delle sale e dei corridoi.
Nel
periodo seguente ricompaiono tutti i testi funerari, a eccezione della Litania
del Sole. Ramesse XI (Tomba 4) inoltre reintroduce, questa volta nella
camera funeraria, il pozzo, innovazione destinata a rimanere senza seguito,
poiché dopo la morte di questo sovrano la V. d. R. non fu più una necropoli
regale. I faraoni successivi si fecero seppellire nel Nord, in prossimità delle
nuove capitali, dove già alcuni sovrani ramessidi avevano fatto costruire i
propri cenotafî. La storia della V. d. R. comunque registra ancora alcune
testimonianze: oltre ad alcune tombe non regali di epoca tarda, i graffiti
greci e latini di pellegrini di epoca tolemaica e quelli di viaggiatori del XIX
sec., che spesso trovarono rifugio negli ampi locali degli ipogei regali
abbandonati.
Oltre
alle tombe regali, la V. d. R. ospita alcune tombe di privati e di parenti dei
faraoni. Tra di esse, la Tomba di Ḥapuseneb, uno dei costruttori dell'epoca di
Ḥatshepsut, costituita da un pozzo più una piccola camera funeraria senza
decorazione, e la Tomba di luya e Tuya, genitori di Tye, moglie di Amenophis
III. Quest'ultima, priva di decorazione come la precedente, è formata da una
scala, un corridoio e una camera funeraria.
Dalla
fine della XVIII dinastia compare anche un altro tipo di sepoltura, la tomba
multipla o «politafio» dove potevano essere inumati principi regali: era
costituita da più locali, tutti con funzione di camera funeraria. È probabile
che anche la Tomba di Tutankhamon fosse in origine un «politafio», poi
trasformata in tomba regale e senz'altro lo è la Tomba 5 dell'epoca di Ramesse
II, cui si è accennato in apertura. Lo scavo di questo ipogeo piuttosto
complesso, probabilmente realizzato su due livelli, è cominciato da poco;
attualmente è nota solo la pianta del livello superiore, che già si presenta
particolarmente interessante: dalla rampa si accede a due locali quadrati
piuttosto piccoli, cui fa seguito una grande sala a 16 pilastri, affiancata da
locali annessi. Segue un corridoio assiale, sul cui muro di fondo è un'immagine
in altorilievo di Osiride. Da qui si dipartono ancora due corridoi trasversali,
dalle cui estremità si accede a rampe discendenti. In tutti e tre i corridoi si
aprono cappelle su entrambi i lati. I bassorilievi scoperti fino a oggi hanno
restituito i nomi di alcuni dei principi regali: Mery-amon, Amon-her-khepeh hef
e Ramesse. In uno dei locali è stato inoltre rinvenuto un vaso canopo del
settimo figlio di Ramesse II, Seti.
Fonte:
Enciclopedia dell’arte antica Treccani.
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