Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

lunedì 28 settembre 2015

I misteri del primo decapitato d'America. Scoperto in Brasile un cranio di 9.000 anni fa, coperto da entrambe le mani mozzate e disposte in senso opposto. Chi era, perché è stato ridotto così e dov'è il resto del corpo?

I misteri del primo decapitato d'America. Scoperto in Brasile un cranio di 9.000 anni fa, coperto da entrambe le mani mozzate e disposte in senso opposto. Chi era, perché è stato ridotto così e dov'è il resto del corpo?
di Erika Engelhaupt

Gli archeologi hanno scoperto il più antico caso di decapitazione del Nuovo Mondo. Il cranio appartiene a un giovane uomo sepolto in Brasile 9.000 anni fa. Le mani dell'uomo, a loro volta mozzate, sono disposte in modo particolare: la sinistra è stata appoggiata sul lato destro della faccia con le dita rivolte verso l’alto, mentre la destra copre il lato sinistro con le punte rivolte in basso. Nessuno, pare, ha mai visto finora qualcosa del genere. Perché quest'uomo fu decapitato? Perché quella posa? E dov'è il resto del corpo?
André
 Strauss del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology ha rinvenuto il cranio, ma ancora non è riuscito a rispondere a questi interrogativi. La scoperta è avvenuta nel sito di Lapa do Santo, nel Brasile orientale; il cranio era nascosto sotto una roccia, parzialmente schiacciato a causa del
lungo seppellimento. Strauss ha continuato a setacciare il resto del sito alla ricerca del corpo, ma senza successo.
L'ultima cosa che Strauss o altri si aspettavano in un sito così antico era una testa decapitata: il più antico caso finora documentato in America del Sud risale a "soli" 3.000 anni fa in Perù, praticamente al lato opposto del continente. Poiché tutti gli altri casi finora riscontrati in America del Sud sono sulle Ande (da parte delle culture Nazca, Moche, Wari, Tiwanaco) finora si pensava che la pratica della decapitazione sul continente meridionale fosse un fenomeno prettamente andino. La scoperta obbliga gli studiosi a rivedere molte ipotesi formulate finora su questa pratica e sulla sua diffusione.
Il ritrovamento ha sollevato molti altri interrogativi. Uno di questi è: come hanno fatto questi cacciatori raccoglitori che avevano uno stile molto semplice e disponevano di pochi strumenti (di certo non un machete) a tagliare la testa? Una delle ipotesi formulate sembra confermata da Sue Black, antropologa forense alla University of Dundee.

Black ha osservato delle somiglianze con un caso attuale a cui sta lavorando, in cui lo scheletro di una donna era stato decapitato. Le vertebre del collo dell’úomo trovato in Brasile presentano lo stesso tipo di fratture, suggerendo dopo essere stata parzialmente tagliata, la sua testa è ruotata e staccata manualmente. Un lavoro decisamente difficile e alquanto cruento.
Lapa do Santo è anche il sito in cui è stato rinvenuto lo scheletro più antico dell'America del Sud, soprannominato Luzia, e la più antica forma di arte rupestre della regione: una figura incisa che rappresenta una figura con un fallo sproporzionato, che gli archeologi hanno soprannominato "the little horny man" . Questi cacciatori raccoglitori quindi sembrano condividere lo stesso interesse di miriadi di culture nella storia dell'umanità verso ciò che è legato al sesso, alla fertilità, e la morte.
I crani ad esempio sono oggetti tutt'ora molto rappresentati, soprattutto nella moda. Per molte civiltà hanno costituito trofei di guerra: l'imperatore inca Atahualpa beveva dal cranio incrostato d'oro di un rivale, forse il fratello. “Questi comportamenti praticati in varie parti del mondo spesso non hanno legami fra loro”, spiega l'antropologa del Natural History Museum di Londra Silvia Bello, esperta di pratiche funerarie. “L'unica cosa che li accomuna è la fascinazione degli esseri umani nei confronti delle teste e dei crani".
Non sappiamo perché l'uomo di Lapa do Santo sia stato decapitato, ma gli studiosi tendono a escludere che si tratti di un trofeo. Il cranio non presenta buchi o segni che ci si potrebbe aspettare se la testa fosse stata ripulita, e il cervello rimosso, per essere esibita.
Strauss inoltre dubita sia stato ucciso in quanto rivale o nemico: l'analisi degli isotopi dello stronzio nelle ossa indicano che il decapitato era una persona del luogo; potrebbe forse non essere vittima di un'esecuzione, ma magari morì per cause naturali e la sua testa venne rimossa e sepolta per ragioni a noi sconosciute.

"Suggeriamo una decapitazione rituale anziché l'ottenimento di un trofeo", scrivono nello studio pubblicato suPlosOne i ricercatori, "il che testimonierebbe la diffusione di riti funerari sofisticati tra i cacciatori raccoglitori delle Americhe durante il primo periodo Arcaico. In assenza di architetture elaborate o beni di lusso, sembra che gli antichi abitanti di Lapa do Santo ricorressero al corpo umano per esprimere le proprie credenze cosmologiche sulla morte". 
Resta comunque un mistero la disposizione delle mani sul volto (nell'immagine, la ricostruzione dei ricercatori). "Sicuramente hanno una forte valenza simbolica", commenta l'antropologo John Verano della Tulane University. “Destra e sinistra, ovvero il dualismo”. Quello degli opposti è un tema ricorrente degli Inca e di altre culture sudamericane. Difficile però dire se questa disposizione delle mani avesse un significato positivo o negativo; probabilmente entrambi.


Fonte: http://www.nationalgeographic.it

Nessun commento:

Posta un commento