loro visione della vita e della morte?
domenica 23 agosto 2015
Archeologia. In Italia, un rito di scarnificazione di 7000 anni fa
In Italia, un rito di scarnificazione di 7000 anni fa
Circa 7.000 anni
fa in Italia, i primi agricoltori praticavano il macabro rituale di sepoltura
noto come "scarnificazione". Quando le persone morivano, le loro ossa
venivano rimosse dal corpo, messe da parte e poi mischiate con i resti animali
in una grotta vicina. La pratica aveva lo scopo di separare i morti dai vivi,
dicono i ricercatori.
Secondo John
Robb, archeologo all'Università di Cambridge e capo del progetto di ricerca, si
tratta "del primo caso ben documentato di scarnificazione funebre da parte
dei primi agricoltori in Europa". "La scarnificazione è qualcosa che
avviene nei riti di sepoltura in tutto il mondo, ma finora non conoscevamo dei
casi in Europa".
Robb e il suo
team hanno analizzato le ossa sparse di almeno 22 uomini del Neolitico - di cui
molti bambini - morti tra i 7.200 e i 7.500 anni fa. I loro resti furono
sepolti nella grotta di Scaloria, in Puglia.
La grotta di
Scaloria - sigillata fino alla sua scoperta nel 1931 - contiene resti umani ben
conservati, mischiati in modo casuale a ossa animali, pezzi di ceramica e
utensili di pietra. Le comunità neolitiche di solito seppellivano i loro morti
sotto o di fianco alle loro case, oppure nei dintorni dell'insediamento.
Tuttavia in questo caso gli agricoltori portarono i loro morti a ben 15-20 km
di distanza. Perché lo fecero, e cosa ci dice riguardo la
loro visione della vita e della morte?
loro visione della vita e della morte?
Per rispondere a
queste domande, il team di Robb ha eseguito delle dettagliate analisi dei resti
scheletrici, scavati dal 1978 e ora all'Università di Cambridge su prestito del
Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia. I risultati hanno mostrato che
nella grotta erano presenti pochi scheletri completi - erano state interrate
solo delle ossa selezionate. Alcune delle ossa avevano dei leggeri segni da
taglio, suggerendo che durante la scarnificazione dovevano essere rimossi solo
dei tessuti muscolari residui. Ciò vuol dire che i resti furono probabilmente
depositati anche un anno dopo la morte.
Date le prove,
Robb e il suo team ipotizzano che il processo di scarnificazione facesse parte
di una lunga sepoltura a più fasi. Non sappiamo cosa succedesse ai corpi
durante le prime fasi: la mancanza di danni sulle ossa da parte degli animali
suggerisce che non erano esposti agli elementi; forse venivano rinchiuse da
qualche parte o sotterrate in profondità. Quello che è chiaro è che i riti
finivano un anno dopo, quando delle ossa selezionate venivano pulite dalla
rimanente carne e poste nella grotta. Questa era probabilmente la fine del rito
funebre. I parenti potevano ora porre i resti tra altri oggetti di scarto, ossa
animali e vasi rotti - forse un gesto simbolico che segnava la completa
transizione dalla vita alla morte.
Robb contrappone
l'antico rituale con quello moderno: "Oggi la morte è un tabù culturale.
Tendiamo a evitare la morte e ad avere brevi interazioni, tutte in una volta,
coi morti. Ma in molte antiche culture le persone avevano interazioni
prolungate coi morti, sia perché c'erano dei lunghi rituali come in questo
caso, sia perché i morti rimanevano presenti in qualità di antenati, reliquie,
spiriti o potenti memorie".
Ma qual era il
significato della caverna? Robb e il suo team hanno ipotizzato che per via
della loro somiglianza, le ossa sarebbero state considerate come stalattiti.
Infatti, notando la connessione tra la formazione delle stalattiti e le gocce
d'acqua che cadevano dal soffitto, gli uomini neolitici avevano messo dei
recipienti per raccoglierle. Come la sostanza creava 'ossa di pietra',
probabilmente aveva potere spirituale. È perciò possibile che il processo di
pulitura e deposizione nella grotta fosse un modo dei vivi di riportare le ossa
alle loro origini, sia nell'aspetto sia nel luogo, completando un ciclo di
incarnazione.
"Forse
pensavano che la vita si originasse da forze o sostanze sotterranee",
spiega Smith, "oppure credevano che nei luoghi sottoterra l'anima
viaggiasse verso il mondo ultraterreno. In ogni caso, la grotta di Scaloria
fornisce delle informazioni sulle credenze neolitiche a cui non abbiamo
normalmente accesso.
Fonte: http://ilfattostorico.com/2015/04/06/un-rito-di-scarnificazione-nellitalia-neolitica/
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