martedì 4 agosto 2015
Archeologia. I tappi delle anfore svelano antiche tecniche di marcatura delle merci
I tappi delle anfore svelano antiche tecniche di marcatura delle merci
di Martina Calogero
Sono rifiuti, scarti, alcune volte collezionati da appassionati. Ad ogni modo nel nostro tempo i tappi non sono oggetti di grande valore e tanto meno contengono preziose informazioni. Ma in tempi antichi, quando le merci venivano conservate e trasferite in anfore, i loro coperchi (veri e propri tappi) riportavano marchi che erano i precursori dei nostri codici a barre. La scoperta emerge da un’attività di ricerca iniziata con gli scavi delle fognature romane di Aquileia (Ud), effettuati tra il 1968 e il 1971.
I lavori hanno portato alla messa in luce di centocinquantamila testimonianze, tra le quali si nascono cinque-seimila tappi, ai quali bisogna sommare i reperti provenienti dall’area transalpina e dalle coste Adriatiche che consistono in molti altri tappi e compongono un corpus di svariate migliaia di oggetti. In una parte non visibile del coperchio venivano impressi segni grafici rivolti al mondo del commercio: informazioni che si rivolgevano alla produzione, al settore dei trasporti o all’immagazzinamento delle merci.
I risultati delle ricerche sui tappi sono stati recentemente messi in evidenza grazie al convegno “Opercula inscripta”, promosso dalla Soprintendenza regionale per i Beni archeologici, in sinergia con la Società Friulana di Archeologia e con l’Università di Udine, e svoltosi al Museo Archeologico di Aquileia, coinvolgendo una ventina di esperti provenienti da Italia, Germania, Spagna, Austria e Croazia. Da una piccola realtà friulana, infatti, i ritrovamenti si sono allargati a tutto il bacino mediterraneo, offrendo una chiave di lettura per svelare i segreti del commercio in età romana e fare chiarezza su secoli bui ed oscuri di cui possediamo poche notizie.
Fonte: Archeorivista
di Martina Calogero
Sono rifiuti, scarti, alcune volte collezionati da appassionati. Ad ogni modo nel nostro tempo i tappi non sono oggetti di grande valore e tanto meno contengono preziose informazioni. Ma in tempi antichi, quando le merci venivano conservate e trasferite in anfore, i loro coperchi (veri e propri tappi) riportavano marchi che erano i precursori dei nostri codici a barre. La scoperta emerge da un’attività di ricerca iniziata con gli scavi delle fognature romane di Aquileia (Ud), effettuati tra il 1968 e il 1971.
I lavori hanno portato alla messa in luce di centocinquantamila testimonianze, tra le quali si nascono cinque-seimila tappi, ai quali bisogna sommare i reperti provenienti dall’area transalpina e dalle coste Adriatiche che consistono in molti altri tappi e compongono un corpus di svariate migliaia di oggetti. In una parte non visibile del coperchio venivano impressi segni grafici rivolti al mondo del commercio: informazioni che si rivolgevano alla produzione, al settore dei trasporti o all’immagazzinamento delle merci.
I risultati delle ricerche sui tappi sono stati recentemente messi in evidenza grazie al convegno “Opercula inscripta”, promosso dalla Soprintendenza regionale per i Beni archeologici, in sinergia con la Società Friulana di Archeologia e con l’Università di Udine, e svoltosi al Museo Archeologico di Aquileia, coinvolgendo una ventina di esperti provenienti da Italia, Germania, Spagna, Austria e Croazia. Da una piccola realtà friulana, infatti, i ritrovamenti si sono allargati a tutto il bacino mediterraneo, offrendo una chiave di lettura per svelare i segreti del commercio in età romana e fare chiarezza su secoli bui ed oscuri di cui possediamo poche notizie.
Fonte: Archeorivista
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