sentiero sterrato fino al capanno Is Tostoinus, realizzato su una sorgente a quasi 1000 metri di altezza sul mare, e meta ideale per una escursione naturalistica. Certamente le antiche popolazioni locali trovarono in questa sorgente un buon motivo per antropizzare l’area. Non dimentichiamo che a poca distanza si trovano le ricche miniere di piombo e argento che furono il fattore determinante per decidere di realizzare questo millenario abitato in montagna. Proseguiamo a piedi per un centinaio di metri fino a una struttura muraria diroccata che testimonia la presenza di un insediamento nuragico di confine fra Gairo e Ussassai. L’edificio è realizzato con grosse pietre posizionate a secco, e consente una parziale interpretazione solo dall’alto. Saliamo sul terrazzo e notiamo che si tratta di un nuraghe imploso, forse a causa di smottamenti causati poco più a valle dal passaggio di un torrente che, nella stagione piovosa, s’ingrossa notevolmente grazie all’apporto di una serie di rivoli provenienti dai picchi rocciosi circostanti. Un cedimento strutturale nella zona dell’ingresso ha provocato il crollo a valle di parte del nuraghe, con conseguente sfascio di tutta la parte alta che ha ricoperto il piccolo cortile interno. In questo, non apprezzabile perché completamente otturato dal crollo, si nota l’ingresso tronco ogivale, architravato, orientato a sud. Al lato sinistro dell’ingresso si apre una scala ogivale che gira interna alla struttura e conduce al piano superiore, completamente crollato ma con tracce visibili dei conci del piano del calpestio. Il diametro interno di questo ambiente sovrastante il piano inferiore del nuraghe, doveva essere di circa 2.5 metri, mentre quello del cortile supera gli 8 metri. Perfettamente posizionate a formare angoli di 90° rispetto all’ingresso si notano le cuspidi di tre grandi nicchie, forse funzionali agli ingressi per torri laterali, purtroppo completamente interrate e intuibili solo dal terrazzo superiore. Giudicando dalla tecnica costruttiva, dalla geometria dell’ingresso e dal posizionamento geografico, si può prudentemente inquadrare questo nuraghe appartenente alla tipologia di quelli del XIV a.C., ma si dovranno attendere opportune verifiche sui materiali per confermare questo dato. Questo grande edificio è in “comunicazione visiva” con altri nuraghi posti a coronamento della vallata. A qualche decina di metri si trova la zona funeraria, proprio lungo la rete di confine fra Gairo e Ussassai. La tomba principale, distrutta dai tombaroli, mostra un corridoio funerario affacciato a sud/sud-ovest, lungo internamente 13 metri, pareti a ogiva crollate e facciata a esedra, costruita con muro a sacco, che racchiude idealmente una piazzetta con diametro di 13 metri. Si nota la ricerca dell’eleganza nelle proporzioni. Intorno a questa tomba di giganti se ne notano altre, più piccole, in un’area di qualche centinaio di metri quadrati. Oltrepassata la zona funeraria, procedendo verso nord-ovest lungo il bordo del rio Flumini de Tula, a circa 900 metri di altezza s.l.m., si giunge fino al villaggio, diviso in due settori, uno abitativo e l’altro artigianale. Decine di capanne circolari, e qualcuna rettangolare, si confondono fra le rocce naturali, in un bosco di lecci che ricopre completamente tutto il sito. Fra le altre, le più significative sono due grandi strutture circolari che forse avevano una funzione pubblica.
martedì 18 agosto 2015
Archeologia. Il video del villaggio nuragico di 3500 anni fa scoperto in Ogliastra a 1000 metri di altezza, a Gairo Taquisara.
Archeologia. Il video del villaggio nuragico di 3500 anni fa scoperto in Ogliastra a 1000 metri di altezza, a Gairo Taquisara.
Cliccare sull'immagine per avviare il filmato. Durata 11 minuti.
Nel piccolo centro
montano di Gairo Taquisara, inizia la nostra passeggiata nel sentiero
panoramico sulla valle del fiume Taquisara, fino a raggiungere la parte
superiore del tacco calcareo in una zona priva di vegetazione caratterizzata
dalla presenza di cavità naturali. Questo luogo fu visitato fin dall’Ottocento
da Alberto Ferrero conte della Marmora, il celebre generale piemontese che
combattè al fianco di Napoleone e fu inviato in Sardegna per realizzare rilievi
cartografici dettagliati. La nostra tappa è la località Is Tostoinus, zona
caratterizzata dalla presenza di maestosi lecci, dagli insediamenti nuragici e
dalla presenza di vecchi Cuiles, particolari edifici rurali in pietra e legno
che furono per secoli le abitazioni dei pastori sardi, dove si allevavano
capre, pecore e maiali. Attraversando il tacco calcareo coperto da un bosco di
leccio si giunge in cima dove è ubicata l’area sacra Perdu Isu, con ripostiglio
a cisterna e una serie di strutture cieche, forse magazzini per stivare derrate
alimentari o, verosimilmente, un santuario dedicato alle divinità del cielo nel
quale si svolgevano riti al momento sconosciuti. La roccia a strapiombo domina
la vallata scistosa del Riu Pardu ed è costellata da immensi menhir naturali.
Cliccando sotto si vedrà il servizio giornalistico del tg di Videolina, a cura di Daniela Usai
sentiero sterrato fino al capanno Is Tostoinus, realizzato su una sorgente a quasi 1000 metri di altezza sul mare, e meta ideale per una escursione naturalistica. Certamente le antiche popolazioni locali trovarono in questa sorgente un buon motivo per antropizzare l’area. Non dimentichiamo che a poca distanza si trovano le ricche miniere di piombo e argento che furono il fattore determinante per decidere di realizzare questo millenario abitato in montagna. Proseguiamo a piedi per un centinaio di metri fino a una struttura muraria diroccata che testimonia la presenza di un insediamento nuragico di confine fra Gairo e Ussassai. L’edificio è realizzato con grosse pietre posizionate a secco, e consente una parziale interpretazione solo dall’alto. Saliamo sul terrazzo e notiamo che si tratta di un nuraghe imploso, forse a causa di smottamenti causati poco più a valle dal passaggio di un torrente che, nella stagione piovosa, s’ingrossa notevolmente grazie all’apporto di una serie di rivoli provenienti dai picchi rocciosi circostanti. Un cedimento strutturale nella zona dell’ingresso ha provocato il crollo a valle di parte del nuraghe, con conseguente sfascio di tutta la parte alta che ha ricoperto il piccolo cortile interno. In questo, non apprezzabile perché completamente otturato dal crollo, si nota l’ingresso tronco ogivale, architravato, orientato a sud. Al lato sinistro dell’ingresso si apre una scala ogivale che gira interna alla struttura e conduce al piano superiore, completamente crollato ma con tracce visibili dei conci del piano del calpestio. Il diametro interno di questo ambiente sovrastante il piano inferiore del nuraghe, doveva essere di circa 2.5 metri, mentre quello del cortile supera gli 8 metri. Perfettamente posizionate a formare angoli di 90° rispetto all’ingresso si notano le cuspidi di tre grandi nicchie, forse funzionali agli ingressi per torri laterali, purtroppo completamente interrate e intuibili solo dal terrazzo superiore. Giudicando dalla tecnica costruttiva, dalla geometria dell’ingresso e dal posizionamento geografico, si può prudentemente inquadrare questo nuraghe appartenente alla tipologia di quelli del XIV a.C., ma si dovranno attendere opportune verifiche sui materiali per confermare questo dato. Questo grande edificio è in “comunicazione visiva” con altri nuraghi posti a coronamento della vallata. A qualche decina di metri si trova la zona funeraria, proprio lungo la rete di confine fra Gairo e Ussassai. La tomba principale, distrutta dai tombaroli, mostra un corridoio funerario affacciato a sud/sud-ovest, lungo internamente 13 metri, pareti a ogiva crollate e facciata a esedra, costruita con muro a sacco, che racchiude idealmente una piazzetta con diametro di 13 metri. Si nota la ricerca dell’eleganza nelle proporzioni. Intorno a questa tomba di giganti se ne notano altre, più piccole, in un’area di qualche centinaio di metri quadrati. Oltrepassata la zona funeraria, procedendo verso nord-ovest lungo il bordo del rio Flumini de Tula, a circa 900 metri di altezza s.l.m., si giunge fino al villaggio, diviso in due settori, uno abitativo e l’altro artigianale. Decine di capanne circolari, e qualcuna rettangolare, si confondono fra le rocce naturali, in un bosco di lecci che ricopre completamente tutto il sito. Fra le altre, le più significative sono due grandi strutture circolari che forse avevano una funzione pubblica.
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Molto bello il sito e altrettanto belle le immagini riprese. Complimenti a Sara :)
RispondiEliminaSara e Simone, ideatori di Inside Project, hanno realizzato il video in presa diretta, con tante difficoltà legate alla luce e ai rumori di fondo. Vorrei ringraziarli pubblicamente per aver risposto con entusiasmo alla mia richiesta di filmare questo sito, e sono certo che avranno un grande futuro come videomaker documentaristici.
RispondiEliminail mio più che un commento è una domanda: In questo video si parla di vasca utilizzata per la purificazione o per i riti legati all'acqua. Mi chiedo se in prossimità della citata vasca sono stati rivenuti segni di qualche sorgente, poichè mi sembra alquanto improbabile -considerata l'altitudine- che l'acqua venisse ivi portata con dei recipienti. (Salvo che per detti riti non si attendesse la stagione delle piogge).
RispondiEliminaA circa 300 metri c'è una fonte. Inoltre ci sono tante canalizzazioni con le quali si potrva far circolare l'acqua in tutto il sito. Per quanto riguarda la vasca io ho ipotizzato la presenza basandomi sulla tipologia di capanna. Se è, come penso, una sala delle assemblee, dovrebbe esserci. Ma solo uno scavo scientifico potrà accertarlo. Ci sono almeno due metri di stratigicazione che copre tutto.
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