Cagliari.
sabato 22 agosto 2015
Sant'Agostino, reliquie, Liutprando e i Saraceni.
Sant'Agostino, reliquie, Liutprando e i Saraceni.
di Rolando Berretta
Se vi
capita di passare nel largo Carlo Felice, a Cagliari, vicino alla Banca
d’Italia, troverete una bella vetrata dietro la quale si scorgono delle statue
di vescovi. Entrate tranquillamente. Padre Vincenzo sarà felicissimo di
parlarvi della cripta che ha ospitato il corpo di Sant’Agostino.
Sant’Agostino
di Ippona! Sulla vita del Santo e del trasferimento dei suoi resti a Cagliari
…è Storia.
Adesso
un po’ di cronaca.
Nel 599
il re longobardo Agilulfo fu ributtato in mare dai Cagliaritani. Poi subirono
la stessa sorte nel nord dell’Isola. (Giuseppe Luigi Nonnis – Cagliari Passeggiate
semiserie Marina).
Poi
arrivarono i Mori. Dopo la conquista del nord Africa passarono a Gibilterra e
conquistarono la Spagna. Verso il 720 fecero una puntatina su
Cagliari.
Cagliari.
Tratto da:
A Pavia –
Associazione Storico Culturale S.Agostino
www.cassiciaco.it >
Sant’Agostino > La La vita.
È noto come
fra la fine del sec. VII e i primi anni dell'VIII, i Saraceni penetrarono nella
Sardegna, e circa il 720 s'impadronirono anche di Cagliari. Orribili furono le
devastazioni alle quali si abbandonarono questi invasori. Il loro fanatismo li portava
in modo speciale contro tutto ciò che era sacro. Era quindi legittimo anche il
timore per le preziose reliquie del grande Dottore Africano. Un tale timore fu
in breve condiviso da tutta la cristianità, tanta e così generale era la
devozione per il gran Santo.
Ne è prova
di ciò indubbia ed eloquente la decisione nella quale venne il re dei
Longobardi, per interessamento, a quanto sembra, del Vescovo di Pavia di quel
tempo, di inviare a Cagliari dei legati, con la missione di riscattare le
reliquie del Santo. S. Beda nel suo Chronicon, sive de sex aetatibus hujus
saeculi, in Monum. Historia Britannica Vol. 1. p. 101, riporta in proposito la
testimonianza tramandataci da Paolo Diacono: "Luitprand quoque audiens,
quod Saraceni, depopulata Sardinia, etiam loca illa ossa sancti Augustini
Episcopi propter vastationem barbarorum olim traslata et honorifice fuerant
condita, foedarent, misit et dato magno pretio, accepit et transtulit ea in
urbem ticinensem, ibique cum debito tanto Patri honore recondit."
Non sono
pervenuti fino a noi i particolari certi di tale riscatto, di sicuro sappiamo
solo che la missione riuscì nel suo intento. Poco dopo la metà del secolo
scorso fece grande rumore ed ebbe estesa risonanza la scoperta di antiche
pergamene palinseste scritte in caratteri longobardi designate col titolo
"carte d'Arborea."
In tali
documenti sarebbero stati inseriti, tra l'altro, brani di una cronaca
contemporanea o quasi, alla invasione dei Saraceni, ed al riscatto del corpo di
S. Agostino per parte dei messi di Liutprando con estesi particolari intorno a
tale riscatto. Fra l'altro viene narrata l'opposizione che fecero i buoni
Cagliaritani a tale mercato, opposizione che costò la vita a diversi. Fra
quest'oppositori si sarebbero trovati vari religiosi che custodivano le
preziose reliquie. Molto si è disputato su l'autenticità di tali documenti. Non
pochi però hanno, avanzato seri dubbi, alcuni hanno gridato al trucco, altri ne
hanno sostenuto la validità storica. Anche intorno all'anno preciso nel quale
ciò si verificò non vi è concordanza. Ad ogni modo, considerato tutto, possiamo
di sicuro affermare, che il riscatto delle reliquie del S. Dottore, ed il loro
trasferimento a Pavia, avvenne intorno all'anno 722. Proprio l'anno 722 stanno
molti e gravi autori. Anche il Muratori sta per questa data.
Starebbe a
conferma il fatto, che la morte del Gialeto, al tempo del quale entrarono in
Cagliari i Saraceni e fu venduto a Liutprando il corpo di S. Agostino, è
segnata precisamente nel 722. Amarissima tornò ai pii Sardi la perdita di tanto
tesoro. ….
(Non so
perché ma, a questo punto della storia, ho provato una strana sensazione.)
Il 15 aprile
1884 furono ispezionate le ossa del santo. Grandi costole e braccio sinistro
più grande del destro.
Nelle sue Confessioni, opera biografica del Santo, non c’è nessun
accenno a particolari patologie. Agostino era sano come un pesce; salvo
un’occlusione intestinale. Nulla da segnalare.
Poi c’è … la versione Araba degli avvenimenti.
LA SARDEGNA E LE
INCURSIONI ARABE ( IBN AL-ATHIR, Annali (XIII secolo)
Giunse poi l'anno 92 (710-711 dell'era cristiana)... Racconto
della spedizione in Sardegna.
Quest'isola si trova nel mare dei Rum ed è la più grande dopo la
Sicilia e Creta. Vi abbonda la frutta. Quando Musa conquistò Al Andalus, mandò
per mare una parte del suo esercito contro quest'isola nell'anno 92 /710-711.
Giunti là i musulmani, i cristiani presero i vasi d'oro e d'argento che avevano
e li gettarono tutti nel porto. Misero, poi, le loro ricchezze in un soppalco
che costruirono nella loro chiesa più importante, sotto il primo soffitto. I
musulmani vi fecero un bottino smisurato e indescrivibile e commisero molte
frodi.
Orbene accadde che uno dei musulmani scese a lavarsi nel porto e
il piede gli si infilò in un oggetto. Tiratolo fuori, [si accorse che si
trattava] di un vassoio d'argento. [Allora] i musulmani presero tutto quello
che c'era. [Successe] poi che un musulmano entrasse in una chiesa [di cui si è
detto] e, vista una colomba, le tirò con l'arco. Mancata [la colomba] colpì
invece il soffitto: un'asse si ruppe e ne caddero alcune monete d'oro. I
musulmani, prendendo tutto, commisero gravi frodi. Alcuni ammazzarono un gatto,
lo sventrarono riempiendolo di monete d'oro; poi, ricucitolo, lo gettarono in
strada per riprenderlo quando uscivano. Altri fissavano l'impugnatura della
spada sul fodero pieno d'oro. Quando ripresero il mare sentirono qualcuno che
gridò: "Annegali, o sommo Iddio!". Annegarono tutti fino
all'ultimo; la maggior parte degli annegati furono ritrovati con le cinture
piene di monete d'oro.
Nell'anno 135 / 752-753 Abd al Rahman ibn Habib ibn Abu 'Ubaydah
al-Fihri assalì quest'isola e fece strage degli abitanti. Poi vennero a patti
[sottoponendosi al pagamento della] giz'yah che fu [effettivamente] riscossa.
[L'isola] rimase [in queste condizioni] e dopo di lui nessuno la invase. Nel
frattempo [continuarono] a popolarla i Rum.
(Laura Galoppini : La Sardegna e il Mediterraneo dai Vandali agli
Aragonesi – Pisa 1993)
Considerazioni:
Dal 456, in Sardegna, ci sono i Vandali. Nel 534, il duca bizantino Cirillo, ottiene la resa dei Vandali. Nel 711 gli Arabi attraversarono Gibilterra. Ritrovare Arabi a saccheggiare Cagliari non
meraviglia affatto. Nel 712 prese il potere Liutprando.
Quello che successe a Cagliari, nel 720, non torna. E’ l’anno che
alcuni agostiniani portarono il bastone (Pastorale) e il cappello (Mitra), di
sant’Agostino, da Cagliari a Valencia che era già in mano araba. Fermiamoci qui; con i dubbi non si scrive la
Storia ma si approfondiscono le ricerche .
Nell'immagine: La Chiesa di Sant'Agostino, in Via Baylle a Cagliari
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Rolando Berretta scrive:
RispondiEliminaA chi fu pagato il riscatto se la flotta dei Mori era finita in fondo al mare? Siamo ai tempi dei primi Giudici. Ai tempi di Gialeto.
Mario Galasso scrive:
RispondiEliminaManca il riferimento più importante sui rapporti fra arabi e rum in seguito alla pace ed all'accettazione della gizyah da parte dei sardi. Leggasi l'importante e misconosciuto libro del Bazama sull'argomento (Mohamed Mustafa Bazama, Arabi e Sardi nel Medioevo, Editrice Democratica Sarda, Cagliari 1986) e in particolare il capitolo sulla gizyah, pp.147-153),