di Massimo Pittau
martedì 17 febbraio 2015
I sardi di epoca nuragica nel Mediterraneo
I sardi di epoca nuragica nel Mediterraneo
di Massimo Pittau
di Massimo Pittau
L'ipotesi delle torri nuragiche come “castelli” e
“fortezze” per 50 anni ha impedito che in Sardegna si intravedesse una sia
pure pallida idea di che cosa sia stata effettivamente la “civiltà nuragica”; e
ciò si deve affermare tanto rispetto alla sua caratteristica interna o
civile e culturale, quanto rispetto a una sua eventuale politica esterna
di espansione fuori dell'isola.
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Segnalerei Capo Cerdenia (si pronuncia con "s") a 20 miglia da Gibilterra, la stessa Sirte, oltre a quelli già citati.
RispondiEliminaSalvatore M. Ruggiero scrive:
RispondiEliminanel territorio del mio paese esiste una grotta delle fate (domus de janas) del tutto simile a quelle sarde e non è detto che non ce ne siano altre, ancora da scoprire; in più il mio dialetto ricorda la lingua sarda: sono uguali l'articolo SU e molti finali di parola in U. Il fenomeno è reso ancora più curioso dal fatto che i dialetti dei paesi confinanti non somigliano a quello del mio paese, creandosi quindi una specie di enclave linguistica. In più le vostre janas sono le nostre janare. ho la passione per la storia e studiando l'origine del mio paese: Coreno Ausonio (FR) sono arrivato ad ipotizzare che possa essere stato fondato da commercianti sardi verso la seconda metà del primo millennio d.C.. Avete delle informazioni dirette o del materiale consultabile che possa suffragare questa mia ipotesi? Grazie.
Massimo Pittau scrive:
RispondiEliminaRisposta a due miei lettori.
1) Molto bello e significativo il toponimo Capo Cerdenia, presso Gibilterra, perché conferna la presenza dei Sardi Nuragici nel regno di Tartesso.
2) L'articolo sardo su, sa; sos, sas deriva sicuramente dal pronome latino ipsu(m), ipsa; ipsos, ipsas, ragion per cui non può essere riportato all'epoca dei Nuragici.
La latina Diana, Iana, dea della luna (perché astro notturno), della morte (perché navigava con una barca che trasportava i morti all'oltretomba, e della caccia (perché fornita dell'arco lunare) in tutta l'area dell'Impero romano è stata declassata dai cristiani al ruolo di "maga, strega, fata, ecc", per cui non c'è nulla di strano che sia documentata anche a Coreno Ausonio.
Tombe scavate nelle rocce si trovano in tutto il bacino del Mediterraneo, per cui è molto azzardato trarre da esse conclusioni di parentele fra i popoli antichi.
La presenza dei Nuragici nel Lazio antico è confermata da varie notizie antiche: si veda il mio studio sui PELASGI, pubblicato anche in questo sito.
Grazie per l'attenzione