venerdì 20 febbraio 2015
Archeologia. Una scoperta rivela che Roma è più antica di almeno due secoli.
Archeologia.
Una scoperta rivela che Roma è più antica di almeno due secoli.
Alcuni scavi eseguiti nel Lapis Niger, un santuario
di pietra nera nel Foro Romano, hanno portato alla luce manufatti di ceramica,
cereali e un muro realizzato con la pietra calcarea di tufo. L'esame del
materiale ceramico recuperato ha permesso di datare la struttura muraria all’inizio
del IX a.C. I nuovi dati anticipano di almeno due secoli la data tradizionale
della fondazione di Roma.
Come
dice il testo di una famosa canzone dei Morcheeba, «Rome wasn’t built in a
day», e infatti è almeno di due secoli più antica di quanto si pensasse. Secondo
la tradizione, l’antica città di Roma fu fondata il 21 aprile dell’anno 753
a.C. da Romolo, gemello di Remo e figlio del dio Marte e di Rea Silvia. Ma alla
luce di una nuova scoperta fatta da un gruppo di archeologi, alle 2767
candeline ne dovranno essere aggiunte almeno 200. Nuovi scavi eseguiti
all’interno del Foro Romano hanno portato alla luce i resti di un muro che
secondo gli archeologi risale al 900 a.C., suggerendo che la Città Eterna
esisteva già da 200 anni rispetto alla data tradizionale della sua fondazione. Utilizzando
una tecnologia di ultima generazione, gli archeologi italiani hanno portato
alla luce il muro di tufo e alcuni frammenti di ceramica e cereali, nel corso
dello scavo del Lapis Niger, un santuario in pietra nera che ha preceduto
l’impero romano di diversi secoli.
“L’esame del materiale ceramico recuperato ci ha permesso di
datare cronologicamente la struttura murario tra il X secolo e l’inizio
dell’IX secolo a.C.”, spiega al Telegraph la
dottoressa Patrizia Fortuni, archeologo della Soprintendenza ai Beni Culturali
di Roma e direttore del progetto di ricerca. “Così, anticipa la data
tradizionale della fondazione di Roma” Il Lapis niger (“pietra nera” in lingua
latina) è un sito archeologico collocato nell’area del Foro romano a Roma, sul
luogo dei comizi a poca distanza dalla Curia Iulia. Il suo nome deriva dal
fatto che anticamente era stato coperto da lastre di marmo nero, con risvolti
sinistri legati a leggende circa la tomba profanata di Romolo. L’area venne
sepolta e recinta nella tarda età repubblicana, coperta da un pavimento di
marmo nero e considerata un luogo funesto, a causa della profanazione della
sepoltura che avevano causato i Galli durante il saccheggio del 390 a.C. Gli
archeologi italiani hanno cominciato a lavorare sul sito nel 2009, utilizzando
fotografie storiche, immagini e studi lasciati da archeologi come Giacomo Boni,
il quale ha guidato gli scavi del Foro Romano dal 1899 fino alla sua morte
avvenuta nel 1925. Dalle immagini di Boni, la dottoressa Fortuni e il suo team
hanno creato una ricostruzione digitale 3D del luogo e utilizzando scanner laser
e fotografie ad alta risoluzione, sono riusciti a individuare l’esatta
ubicazione del muro sepolto che viene descritto come la prima struttura
realizzata nel luogo sacro. Dunque, il vecchio detto che Roma non fu costruita
in un solo giorno è vero. Gli studiosi pensano che la città abbia avuto inizio
con un piccolo insediamento, ampliandosi poi nel corso dei secoli.
Prove archeologiche suggeriscono che gruppi umani potrebbero
avere occupato il monte Palatino, una delle zone più antiche della città, già
nel X a.C. Il muro potrebbe essere una delle prime strutture architettoniche
della città, dal quale poi si è sviluppato il resto dell’area urbana.
Immagine di www.luniversoeluomo.org
Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it
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