Conferenza dell'esperto in numismatica antica Marco
Piga presso l'Associazione Culturale Honebù
di Mauro Atzei
Abbiamo chiesto
all'archeologo lumi sulla moneta conosciuta come “Sardus Pater”, famosa in
Sardegna per essere stata, presumibilmente, dedicata al Dio “Babbaj”.
La numismatica è
la disciplina che studia scientificamente le monete e la loro storia, a partire
dal loro lontanissimo passato e in molti casi è utile agli studiosi per
ricostruire parti di storia che potrebbero presentarsi lacunose.
Marco Piga,
cagliaritano, laureato in Lettere Classiche con indirizzo archeologico
presso il Dipartimento di Archeologia Fenicio Punica della facoltà di Magistero
di Cagliari, oltre ad essere un collezionista tout court di qualsiasi
antichità lo appassioni particolarmente (dai giocattoli, ai libri, alle monete,
ecc...) è attualmente uno dei maggiori specialisti di numismatica in
Sardegna.
Abbiamo seguito
la sua conferenza sulla monetazione antica in Sardegna e siamo rimasti
affascinati da quel modo di raccontare, con grande precisione e al contempo con
estrema semplicità, un argomento complesso e specialistico come la storia della
monetazione in Sardegna sin dall'epoca Cartaginese fino all'annessione
dell'isola alle Provincie Romane.
Relativamente a
quest'ultimo periodo, l'Epoca Romana, gli abbiamo chiesto lumi sulla
moneta conosciuta come “Sardus Pater”, famosa in Sardegna per essere stata,
presumibilmente, dedicata ad un Dio mitologico dei Sardi, detto anche “Babbaj”.
“La moneta
comunemente definita “Sardus Pater”, per via della raffigurazione
dell’iconografia classica del dio eponimo della Sardegna, unitamente
alla legenda “SARD PATER”, presenti nel R/, è un’asse in bronzo della
Repubblica Romana e attribuito, nel Corpus Nummorum Romanorum, alla gens Atia.
La sua
catalogazione deriva dalla raffigurazione al D/ dell’effigie di Marco Azio
Balbo, nonno materno di Ottaviano Augusto; esso è identificato in modo
inequivocabile dalla legenda che ne esprime l’appellativo “M ATIVS BALBVS”,
seguito dalle lettere “PR” che ne qualificano il titolo politico.”
- Quindi,
in realtà, la moneta fu coniata in onore di Azio Balbo?
“Il Marco Azio Balbo che compare sul D/di questa moneta, infatti, fu
governatore della Sardegna nel 60 a.C. col titolo di Propretore; egli è stato
riconosciuto dagli studiosi con l’uomo che Cicerone definì vir in
primis honestus, quindi, persona di grande rettitudine e di particolare
dirittura morale. Il suo cursus honorum, ricostruito dagli storici in soli tre
anni, ci informa che Azio Balbo fu Pretore in Roma nel 61, Propretore in
Sardegna nel 60 e che, nel 59 a.C., come ci testimonia Svetonio, fece parte di
una commissione di Vigintiviri che presiedettero alla realizzazione della Lex
Julia Agraria, introdotta da Cesare nell’Ager Campanus.”
-Cosa si è
appurato in definitiva?
“I numismatici hanno stabilito che non è possibile far risalire la coniazione
del Sardus Pater all’epoca del nostro magistrato, in quanto, il suo peso
rientra nella riduzione ponderale dell’asse romano al sistema quartonciale di
6,79 gr., datato al 39 a.C. durante la guerra tra Cesare Ottaviano e Sesto
Pompeo.
Il peso medio
del Sardus Pater, infatti, è stato calcolato in circa 6,65 gr. attraverso
l’analisi ponderale di centinaia di esemplari esaminati dagli studiosi nel
corso degli anni e conservati nelle principali raccolte pubbliche e private
nazionali ed estere. Se quest’asse fosse stato battuto nel 60 a.C. sarebbe
rientrato, come peso, nella riduzione dell’asse al sistema semionciale di gr.
13,62, come stabilito dalla legge Plautia-Papiria dell’89 a.C.
Non mancano, invero, anche esemplari dal peso ridottissimo (1,45 gr.) ed altri
che raggiungono quasi i 10 gr. Questo testimonia, però, come la coniazione del
Sardus Pater sia stata estremamente discontinua con esemplari di conio
regolare con legende perfettamente incise che pesano tutti tra i 5 e i 7 gr.,
ed altri, soprattutto quelli sotto i 5 gr., che costituiscono il 60% del
totale, che presentano più o meno evidenti anomalie di conio, da esemplari con
legenda regolare al dritto e retrograda al rovescio o viceversa, oppure con
ambedue le legende retrograde e le teste speculari rispetto al conio più
regolare, fino a grossolani errori di grafia, per non parlare dei ritratti di
Azio Balbo e del Sardus Pater spesso rozzamente abbozzati.
L’emissione del
Sardus Pater, pertanto, viene datata dai numismatici dopo il 39 a.C. e l’inizio
della sua coniazione, quindi, fatta risalire al periodo 38-27 a.C. durante il
governatorato della Sardegna da parte di Ottaviano che, diventato Augusto nel
27 a.C., lasciò l’Isola con le altre provincie al Senato Romano”.
Nell’immagine:
Repubblica
Romana. Asse detto “Sardus Pater” (AE, 7,80 g., 27mm.), zecca di Sardegna,
(38-27a.C.); foto tratta dalla casa d’aste Nomisma, asta 46 del 27/10/2012,
lotto 159.
Fonte: http://www.comunecagliarinews.it/
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