È vero, un argomento di grande interesse: anzi, un problema di soluzione tutt’altro che semplice, questo degli Sherdana. Sì, proprio gli Sherdana e non gli Shardana, come comunemente si è soliti citare questo popolo. Le scoperte epigrafìche più recenti ci forniscono questa vocalizzazione. Infatti, i documenti egiziani di età amarniana, relativi alla XVIIII dinastia egiziana (1560-1230 a.C.), dunque i primi a citare questo gruppo, non permettevano di vocalizzare compiutamente la parola che risultava scritta con le consonanti S˘RDN. La scrittura egiziana geroglifica è costituita da ideogrammi che, assieme al determinativo, compongono la parola, però indicando unicamente le consonanti. Il determinativo era un ideogramma che precedeva la parola che doveva essere scritta e ne riassumeva il significato. Al pari di un arabo contemporaneo, per un antico egiziano era elementare ed automatico inserire le vocali, perché queste, in base alla loro disposizione prefissata, costituivano la stessa struttura grammaticale della parola. Attualmente è scientificamente impossibile attribuire i reali suoni alle singole vocali che presumibilmente erano inserite nelle parole egiziane. Quindi, quando si legge un antico testo geroglifico, al posto delle vocali di norma vengono usati degli shwa, cioè quelle che, nella scienza glottologica, sono delle vocali convenzionali dotate di un suono neutro quale la vocale ë . Per fare un esempio concreto, prendiamo il nome del grande faraone della XIX dinastia, denominato solitamente Ramses, II nome del faraone attualmente viene menzionato sia come Ramses che come Ramesse perché conosciamo le consonanti che lo compongono ma non l’esatta collocazione delle vocali. Il nome era scritto con le sole consonanti nel modo seguente: USMRÂ STPNRÂ RMSS MMN, che generalmente viene vocalizzato con Usimarâ Setepenrâ Ramesse-Miamun ma che questa vocalizzazione sia quella giusta non c'è certezza.
Pertanto, il termine egiziano che comunemente si è soliti indicare foneticamente con Sˆardana è inesistente e, comunque, non siamo assolutamente in grado di sostenere che sia corretto. Senza dubbio sarebbe più corretto pronunciare la parola S˘ërëdën. Quindi, l’identificazione del termine egiziano S˘rdn, vocalizzato S˘ërëdën o, se si vuole, S˘ërdën, con la parola S˘ardana è assolutamente arbitraria e in ogni caso, non reale. Come che sia, la parola S˘ardana è una parola creata in età moderna. Lo stesso problema fonetico riguarda la ben nota iscrizione di Nora, dove nella terza riga è tracciata la parola S˘rdn che si è soliti ritenere costituisca la prima menzione scritta della Sardegna. Infatti anche la scrittura fenicia è unicamente consonantica, e quindi non sono indicate le vocali. Come è noto, l’iscrizione di Nora, la cui datazione oscilla tra l'XI e l’VIII secolo a. C., è di lettura difficile e controversa, ma praticamente tutti gli epigrafisti sono ancora oggi quasi tutti concordi nel ritenere che nella terza riga sia realmente nominata la Sardegna. La soluzione del dilemma sulla pronuncia del termine Srdn si è avuta solo recentemente, perché solo da poco tempo ai testi amarniani, cioè della XVIII dinastia dell’antico Egitto, scritti in caratteri geroglifici e lingua egiziana, si sono aggiunti quelli ugaritici, di contenuto diplomatico, e dunque scritti in lingua accadica. Ugarit, città-stato della costa siriana, fu distrutta durante l’invasione dei Popoli del Mare e non più ricostruita. Infatti, documenti in lingua accadica, recentemente scoperti in area mesopotamica e siriana, più tardi di circa duecento anni rispetto a quell’evento,
permettono finalmente di vocalizzare la parola S˘RDN con la pronuncia Sherdana. Come è noto, la lingua egiziana geroglifica era scritta con le sole consonanti e senza vocali, che di norma vengono foneticamente sostituite dallo shwa, vocale inesistente nella realtà e appunto per questo utilizzata nell'ambito degli studi glottologici e linguistici. Invece, la lingua accadica, appartenente al gruppo semitico orientale, come Fattuale lingua araba utilizzava tre vocali, rispettivamente la a, la e/i e la o/u (ad esempio Qetab oppure Qitab^ Omar oppure Umar). Queste vocali erano assolutamente inconfondibili tra di loro e non potevano essere sostituite da vocali appartenenti ad altri gruppi, pena il radicale mutamento di significato della parola. In questo caso anche l’onomastica concorre a risolvere il problema, perché sulla base dei testi pervenutici si può constatare che i soldati Serdana in Egitto avevano nomi propri egiziani mentre a Ugarit i loro nomi erano siriani e in Mesopotamia accadici. Come è noto, la scrittura accadica non è pseudo-alfabetica, come quella fenicia, bensì sillabica, composta cioè da (ottantaquattro) sillabe. Queste, precedute da un carattere determinativo di origine sumera e combinate tra di loro formavano l’insieme dei termini del vocabolario. Tra le antiche scritture vicino-orientali, solo la lingua accadica, oggi morta, presentava le vocali. Queste erano unicamente tre; la vocale a, la vocale e/i e la vocale o/u. Le vocali e/i e o/u erano considerate omofoniche, cioè con lo stesso valore fonetico e dunque intercambiabili. Pertanto, una parola accadica poteva essere pronunciata indifferentemente con la vocale e o con la vocale i, ma la stessa parola con un'altra vocale, ad esempio con la a, assumeva ovviamente un altro significato totalmente diverso. Nei testi ugaritici il termine indicante i mercenari in questione è scritto S˘erdana, con la prima vocale e/i e non a, poiché altrimenti avrebbe assunto con ogni probabilità un significato completamente diverso. Pertanto, grazie soprattutto alla lingua accadica, ecco finalmente risolto l'annoso problema della corretta pronuncia della parola S˘erdana indicante questo nucleo di personaggi attivi nell’area del Vicino Oriente tra il XV e il XII secolo a.C. e inseriti tra l’altro nell’elenco egiziano dei cosiddetti "Popoli del Mare". In definitiva, se ne ricava che a volte la storia è molto più semplice di quanto immaginiamo possa essere stata e, spesso, è ben diversa da come qualcuno vorrebbe che fosse stata.
Lei cosa ne pensa signor Montalbano?
RispondiEliminaSenza voler contradire nessuno.......La parola sumera Kalg = Forte – In Akkadico Dannu – Il segno cuneiforme sumero di Forte fu usato foneticamente per la sillaba DAN. Shar in sumero = Signori + la sillaba Akkadica Dan = Forte = I Forti Signori = Shardan. Shardan+a (figlio)= I Figli dei forti Signori. Dannu in sardo = danno o fare danno = I Signori che fanno danno, appunto sono i figli dei Signori che sanno fare danno in combattimento. Shar2= cerchio/recinto + Dan= forte + A=figlio/discendente = Shardana= I figli dei guerrieri del nuraghe. Quindi sembrerebbe che i Shardana sarebbero i discendenti dei costruttori dei Nuraghe. Se aggiungiamo i nomi delle tre città più importanti della Sardegna del 1000/800 a.C., attribuite ai “Fenici”, cioè NGR = Nu.Gi.Ru = I signori che tornarono per erigere. Tharros>Tzuru> Suru = Costruire per elevarsi. Sul.Ki = Terra della giovinezza, almeno a me sembra evidente chi erano i “Fenici”. Malgrado le mie ricerche, non ho trovato nessun significato in sumero/accadico per Sher = S^ =S˘ër
RispondiEliminaS˘ërdën = S˘ër+ D= Dingir= Dio/Divinità + En= Signore. S˘ër = ----+D.EN = Signore Divino, Se S˘ër = Discendente + Den = I discendenti del Divino Signore.
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