Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

giovedì 17 giugno 2010

Phoenike - Fenici


Inizia da oggi una serie di post dedicati a questa grande civiltà del passato, frutto dell'integrazione di alcuni popoli del mare con i superstiti cananei delle città stato costiere del Libano, distrutte dagli avvenimenti del 1200 a.C.

Fenici è il nome dato dai Greci alla popolazione originaria della regione corrispondente all’attuale Libano. Il termine greco phonix (cioè “rosso porpora”), indica che già nell’antichità i Fenici erano ricordati come “gli uomini della porpora”.
Dal 1200 a.C. emergono quelle città costiere che saranno il punto di partenza di un’espansione economica e politica senza precedenti. I Fenici si fecero portatori di nuovi saperi, di nuove conoscenze, di nuove ricchezze, portando un po’ dell’oriente mediterraneo in cui erano fiorite le grandi civiltà antiche, nelle regioni occidentali; una colonizzazione pacifica e duratura, destinata a soccombere di fronte all’emergere del grande impero di Roma
I traffici commerciali delle città fenicie sono attestati sin dalla fine del II millennio a.C.: essi interessavano le regioni del Mediterraneo orientale, in particolare Cipro, le coste dell’Anatolia e l’Egitto. L’Antico Testamento riporta i patti stretti tra Salomone e il re di Tiro Hiram per la costruzione del Tempio di Gerusalemme: si ricorse al legno dei celebri cedri libanesi e alla manodopera degli artigiani tiri, specializzati nella costruzione di tetti in legno.
Le rotte commerciali permettevano ai Fenici di svolgere anche un ruolo di intermediari, caricando merci per conto di altri stati.
Nel corso del I millennio a.C. la ricerca di nuovi orizzonti commerciali spinse i Fenici sempre più a occidente per fondare empori stabili per l’importazione delle materie prime. Solo successivamente i centri portuali dell’occidente si trasformarono in vere e proprie città, grazie anche all’integrazione culturale e demografica con le popolazioni autoctone.
Con Cartagine si assisterà a una evoluzione ulteriore, con la creazione di un impero commerciale e politico, che aggregava sotto la guida della città nord africana tutte le colonie fenicie occidentali.
Una menzione particolare merita l’attività manifatturiera che più ha caratterizzato i Fenici, al punto da dare loro lo stesso nome: la specializzazione dell’industria della porpora, comunque già conosciuta e utilizzata in precedenza da altri popoli.
La manipolazione di un pigmento indelebile color rosso porpora era volto alla tintura di stoffe (lino e lana) prodotte localmente oppure importate (soprattutto dall’Egitto), con la creazione di un prodotto di altissimo pregio, poi esportato. La tintura porpora era già praticata in area minoica, ma l’apporto dei Fenici fu fondamentale sia per l’affinamento delle tecniche di estrazione, sia per la commercializzazione su larga scala. Il pigmento era estratto da molluschi reperibili in tutto il Mediterraneo: si estraevano le ghiandole ipobranchiali e si riversavano in ampie vasche poste ai margini dei centri abitati. Da esse si estraeva un liquido incolore che, durante un periodo di macerazione, assumeva la tipica pigmentazione e a cui si aggiungeva poi acqua di mare per diluirlo e ottenere le diverse gradazioni di colore (dal rosso al viola). Seguiva un processo di purificazione della tintura, che veniva poi bollita per circa dieci giorni fino all’ottenimento del colore prescelto e poi filtrata. Di questa imponente attività (erano necessari quantità enormi di molluschi) rimangono, in prossimità dei centri fenici, grandi cataste di gusci dei molluschi utilizzati.
L'immagine è tratta da Lilliu, 1966, sculture della Sardegna nuragica, bronzetto n° 175 da Olmedo.

Nessun commento:

Posta un commento