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mercoledì 12 agosto 2015

Archeologia. Il megalitismo, la prima forma di civiltà europea?

Il megalitismo, la prima forma di civiltà europea?
di Giorgio Giordano

Il megalitismo è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, non solo nelle aree comunemente considerate come la costa atlantica, dal Portogallo al mare del Nord, il Mediterraneo e sparuti avamposti mediorientali. Le stesse edificazioni (dolmen, menhir, circoli, stanze, corridoi, altari e tumuli) sono presenti nelle Americhe, in tutta l'Africa (non solo il Magreb), in Asia, perfino in Australia e nelle isole del Pacifico. Non mi convince la spiegazione "salvifica" secondo cui tutti gli uomini ragionano nello stesso modo e quindi sono giunti a conclusioni identiche, ma indipendenti, in varie parti del mondo. Se le analogie megalitiche riguardassero solo edificazioni come case, strade e muraglioni, non avrei problemi. Alla fine del "Wurm", specie in corrispondenza dei tre grandi collassi delle calotte glaciali (12.000, 9500 e 6000 a.C.) l'attività tellurica è stata tremenda, quindi l'uso di grandi pietre in posti lontani del pianeta risulterebbe solamente una logica soluzione antisismica, quale in effetti è per le costruzioni di tipo "civile", adottata da tutti per necessità. Viceversa, ci troviamo di fronte a strutture con funzione dichiaratamente "sacra", che rivelano il
medesimo culto naturalistico e astronomico, con similitudini talmente clamorose da rendere sospetta l'idea di una convergenza casuale. Sarebbe come dire che il Maometto conosciuto nel Sud-Est asiatico non è lo stesso venerato dai popoli arabi, o che i sudamericani sono diventati cristiani per conto loro, senza un'importazione del culto dal Vecchio Mondo.
A mio avviso abbiamo due possibilità: far risalire tutto alla cultura ancestrale unitaria del Sapiens, oppure rivalutare il raggio delle migrazioni umane nel Neolitico. A questo punto avremmo due indiziati principali. Nell'ipotesi paleolitica guarderei alla biforcazione in area uralica che ha portato i cromagnoidi e i paleo-aurignacoidi in Europa e i paleo-mongolici in Siberia (cultura di Mal'ta) ed estremo Oriente (vedi i Jomon in Giappone), nel Sud-Est asiatico e nel Pacifico, infine in America attraverso Bering (l'uomo di Kennewick condivide dei geni con polinesiani residenti delle isole Chattam discendenti dai Maori neozelandesi). Nell'ipotesi neolitica guarderei a una esplosione con epicentro la Mezzaluna fertile e la cultura pre-Natufiana. E' difficile capire se esiste un punto di origine di questa cultura seguendo unicamente gli aplogruppi, perché un culto o una tecnica edilizia possono diffondersi anche senza una vera e propria migrazione, ma solo attraverso contatti, interscambi, esplorazioni. I grattacieli dell'Asia, per esemplificare, sono costruiti e abitati da persone con “sangue” asiatico, ma l'idea è nata circa 150 anni fa a Chicago. In ogni caso, il sito megalitico più antico conosciuto è Gobekli Tepe in Turchia, datato 11.500 anni fa (ma sembra che ci siano strutture più vecchie di qualche migliaio di anni ancora da disseppellire). Datazioni analoghe emergono dal vicino sito di Nevali Cori sempre nell'area turca.
Secondo alcune osservazioni gli allineamenti astronomici sull'altare piramidale di Monte San Martino (Piacenza) rimandano a 15.500 anni fa, ma la lavorazione piramidale potrebbe essere tranquillamente successiva alla registrazione astronomica, avvenuta in origine su un masso grezzo, quindi resta il dubbio. Sparse su tutto il monte, comunque, ci sono pietre fino a 10 metri. Il sito megalitico di Atlit Yam in Israele, sommerso a una profondità di 8-12 metri, risale a circa 9.200 anni fa e fu abbandonato intorno a 8.400 anni fa. Davanti alle coste israeliane ci sono molti circoli di pietre sommersi, come del resto sulla terraferma. Carahunge in Armenia risale a 9.600-6.500 anni fa. Purtroppo mancano all'appello i territori sommersi dal Mar Nero nel corso del VI millennio a.C. Il circolo megalitico di Nabta Playa in Egitto è stimato tra 6.800 e 5.700 anni fa. I megaliti della Bretagna sono stati eretti tra 6.500 e 4.000 anni fa. Ci sono megaliti sul fondo del Canale della Manica e davanti alle coste atlantiche, nell'area ex Doggerland, ciò significa che sono stati costruiti prima del crollo della Laurentide. Le strutture megalitiche di Malta e Gozo sono datate tra 6.000 e 4.500 anni fa, ma al largo di Sliema, a circa 2,5 chilometri dalla costa, c'è un tempio megalitico a 7,5 metri sotto il livello del mare, così come davanti alle coste di Linosa nel Canale di Sicilia sono stati individuati dei megaliti sommersi. Un monolite di 12 metri è stato rinvenuto nelle acque di Pantelleria a circa 40 metri di profondità; risale a oltre 9.500 anni fa.

Il sollevamento marino ha “segnato” le piattaforme continentali del mondo intero, non solo l'Europa, anche il Sud-Est asiatico (l'area di Sonda), l'India, la zona caraibica, eccetera. Inspiegabilmente, nelle cartine del megalitismo europeo non vengono mai considerate alcune zone megalitiche importantissime, come la Norvegia, Carelia, Penisola di Kola e l'Est europeo, Romania, Bulgaria, il Caucaso. Anche l'Europa centrale è ricca di megaliti, Germania e Svizzera su tutti. Nell'area italica, il megalitismo si estende dalla Calabria alla Liguria, a diverse zone del Nord, con vertici di bellezza rintracciabili in Puglia, Sicilia, Corsica e naturalmente Sardegna con la sua civiltà pre-nuragica, e poi quella nuragica, accomunata a quella talaiotica delle Baleari (le taulas del posto peraltro assomigliano in maniera incredibile ai piloni di Gobekli Tepe). Un discorso a parte meritano le mura “ciclopiche” del Centro-Sud: quelle di Orbetello, appartenenti alla cosiddetta "terza maniera dell'opera poligonale", la stessa di Alatri per intenderci, oggi sono sommerse per la metà: secondo le rilevazioni geologiche, l'ultimo periodo utile per vedere la base all'asciutto va cercato 7.500 anni fa. Comunemente la possibilità di lunghi viaggi per mare in epoca preistorica viene negata. Non mancano tuttavia gli indizi contrari. A complicare tutta la questione c'è poi il continuo riutilizzo dei siti sacri e la serie delle occupazioni che si sono susseguite nel corso dei millenni, cosa che in parte confonde l'inquadramento temporale.
Esiste una zona di irradiazione originaria del megalitismo? Francia e isole britanniche presentano la concentrazione maggiore di pietre, ma non è detto che sia quello il punto di partenza: per dire, Roma ha il maggior numero di chiese in quanto sede papale, ma il culto cristiano si è originato nel Mediterraneo orientale e non a caso è stato formalizzato in greco. Nel Botswana di 70 mila anni fa, un grande serpente è stato scolpito nella roccia da un popolo che ha lasciato segni di ritualità sciamanica. La cosa più logica sarebbe quindi ritenere che il culto megalitico sia il derivato di una cultura paleolitica globale, analogo o addirittura collegato al culto della Dea Madre e alle pitture rupestri (che hanno altrettanto evidenti richiami astronomici, si vedano le grotte francesi Lascaux), probabilmente con una tecnica molto basica ai primordi, penso all'uso di pietre grezze o addirittura tronchi d'albero stile Woodhenge e Seahenge, poi diventata sempre più elaborata con l'evoluzione degli utensili disponibili, sino alla scoperta della metallurgia. Per stare a date antichissime merita segnalare per esempio il sito di Roc-de-Sers in Francia, risalente al Solutreano (tra 21.000 e 18.000 anni fa). A parte lo splendido fregio, sorprendono le dimensioni dei blocchi ricavati nel calcare, anche 165 per 60 centimetri. L'uomo del Paleolitico non si spaventava a lavorare finemente le grandi pietre.
In estremo Oriente sono emerse tracce di evoluzione precoce, già prima dell'ultimo massimo glaciale (ceramica e probabile agricoltura in Cina oltre 20.000 anni fa e strumenti mesolitici in Giappone 30.000 anni fa). L'uomo comunque sa costruire da tempo immemore: nella grotta Teopetra, in Tessaglia, è stata ritrovata una muraglia di pietre e terra lunga decine di metri, datata 23.000 anni (nello stesso sito compare anche la conservazione dei semi delle piante commestibili). Le analisi di alcuni campioni provenienti da sotto la piramide di Gunung Padang in Indonesia hanno messo in evidenza una produzione cementizia alla profondità di 5-15 metri, con un range compreso tra 13.000 e 23.000 anni fa. I materiali organici indicano le date dal 3000 al 5000 a.C., quindi 9600 a.C., 11.000 a.C., 15.000 a.C. Infine dal 20.000 al 22.000 a.C. e precedenti. Tuttavia non abbiamo sepolture o tracce paleolitiche indiscutibilmente associate a megaliti veri e propri (o comunque piccoli e grandi circoli di pietre o altre forme costruttive che possano richiamare il futuro megalitismo) e quindi resta il mistero. Naturalmente, si riaffaccia l'ipotesi di una migrazione ad ampio raggio nel Mesolitico o nel Neolitico, insomma solo da quando questa forma costruttiva risulta in effetti rintracciabile, quindi - per stare ai reperti certi - a partire dal Neolitico pre-ceramico di Gobekli Tepe.
A un tiro di fucile dal sito, a Urfa, compare Balikligol, il prototipo della statua con le mani cinte ai fianchi e il volto ieratico, stile Moai, sorprendentemente diffusa in tutto il mondo. Inoltre, la stratificazione del famosissimo tempio conferma ancora una volta che i monumenti di questo tipo sono stati smontati e rimontati, distrutti e ricostruiti, infinite volte. Il sospetto che le prove organiche restituiscano un quadro falsato è sempre dietro l'angolo. Gobekli Tepe è stato seppellito e abbandonato dopo diversi millenni di utilizzo e rielaborazione, rimanendo sigillato in una "teca temporale": forse non è un caso che le date registrate in loco siano così antiche. In tutti i continenti ci sono segni di estrema antichità. Per esempio, il versante atlantico statunitense è ricco di megaliti: tra le altre meraviglie esistono costruzioni ormai sommerse dalle acque del Lago Michigan (su un masso c'è pure inciso un mammut), quindi anche in questo caso dobbiamo risalire a prima che si facessero sentire gli effetti del crollo della Laurentide 8.000-6.000 anni fa (qualcuno suggerisce anche arrivi via mare dall'Europa atlantica). Il monumento di Yonaguni è stato del tutto sommerso prima del 4000 a.C. (radiocarbonio su alcune corallinacee attaccate alle pietre), l'intera area era all'asciutto 9.000-10.000 anni fa. Considerazioni analoghe valgono per le pietre sommerse a Taiwan nell'area di Kerama e altre sulla falsariga. 

La logica - ma ricordiamo che la mente preistorica non lo era - ci inviterebbe a individuare una forma pre-megalitica basata sulla lavorazione minima di scogli naturali (con incisioni astronomiche e coppelle associate) o sull'utilizzo di massi grezzi, spaccati con strumenti litici. Poi con l'avvento del rame si è passati a sagomare meglio le pietre, quindi a scolpirle e a levigarle al millimetro con scalpelli di bronzo, infine a tagliarle con sega o filo elicoidale. Si va quindi da dolmen e menhir molto grezzi a strutture più raffinate. Per quanto riguarda i muraglioni si può fare un ragionamento speculare, che segue l'evolversi delle tecniche poligonali (e non) adottate: in ogni caso parlerei con sicurezza di tempi preistorici, non storici come si vuole comunemente. In ambito di opera poligonale (Italia, Grecia, Perù, Giappone) abbiamo la prima e la seconda maniera, ovvero pietre grezze in un caso e solo sagomate nell'altro, poi la terza e la quarta maniera (e altre forme derivate come l'opera Lesbia) con pietre scolpite a misura; in tema di pietre squadrate con angoli ortogonali, invece, registriamo il passaggio dall'opera “quasi quadrata” con giunture irregolari a quella quadrata in senso stretto rifinita alla perfezione. L'evoluzione è avvenuta prima in Medio Oriente dove la metallurgia è sbocciata in anticipo, mentre l'Europa ha continuato a produrre megaliti meno elaborati per lungo tempo.
Certo, se le date proposte per Orbetello sono vere, occorre retrodatare l'avvento della metallurgia nel vecchio continente al VI millennio, perché la terza maniera presuppone utensili in metallo. Ovviamente il percorso del megalitismo potrebbe essere stato anche molto meno ordinato, con un susseguirsi di picchi e cadute tecnologiche, quindi non è detto che lo stile più rozzo preceda sempre quello più raffinato, basta osservare la base sotterranea del muro del tempio di Gerusalemme per averne un'idea (senza sottovalutare eventuali scelte dettate dalle circostanze; non mancano comunque i siti a tecnica mista, siano essi nati direttamente così o siano il frutto di interventi successivi). Ci sarebbe anche da fare un discorso su eventuali pietre artificiali o cementizie, tecnica che non imporrebbe la conoscenza dei metalli e potrebbe spostare tutto quanto assai indietro nel tempo. È stato suggerito che alcune strutture megalitiche con pietre perfettamente squadrate siano state realizzate attraverso degli stampi in cui venivano versate malte in grado di trasformarsi in pietra una volta solidificate. Manca però un approfondimento della questione. A proposito di diatribe ancora aperte, in riferimento alla capacità di spostamento dei popoli preistorici, osservo che le deformazioni craniche artificiali spuntano all'improvviso nel IV millennio a.C. in luoghi lontani della Terra (sono del 4000 a.C. quelle di Byblos in Libano e di Tiahuanaco in Bolivia, compaiono in Egitto in epoca predinastica e in Georgia nel Caucaso nel 3000 a.C), riportando d'attualità l'ipotesi di viaggi per mare a largo raggio. Un'ennesima convergenza casuale mi sembra insostenibile. 

Immagini da Wikipedia

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