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domenica 11 ottobre 2015

Lo scheletro di una strega bambina trovato sepolto a faccia in giù dagli archeologi del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana

Lo scheletro di una strega bambina trovato sepolto a faccia in giù dagli archeologi del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana



La paura dei morti che ritornano fa nuovamente capolino sulla collina alle spalle di Albenga, capace di raccontare storie che fanno venire la pelle d’oca. È qui, sul monte San Martino, che gli scavi ripresi da un paio di anni nell'area di San Calocero parlano di presenze inquietanti su cui si arrovellano gli archeologi, anche a livello internazionale. Dopo la scoperta dei resti della “strega bambina” – di cui parliamo sotto - la ragazzina tumulata a faccia in giù, come si faceva con le persone odiate o temute, gli esperti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma si sono ritrovati davanti a una nuova sepoltura anomala che ha ancora tanto da raccontare.
Si tratta dello scheletro, forse di una donna, che presenta segni di bruciature profonde sul
bacino e sul torace, e che è stata poi ricoperta da grossi massi. Come a volerla bloccare a terra per evitare qualsiasi rischio di ritorno in vita, secondo le credenze dell’epoca. I resti sono stati rimossi dalla tomba solo un paio di giorni fa ed è ancora presto per azzardare ipotesi, ma gli archeologi che, tramite gli esami al carbonio 14 hanno fatto risalire la sepoltura della strega bambina al XV secolo, tenderebbero a optare per la medesima collocazione temporale.
E se ci fosse una parentela stretta tra le due misteriose presenze? «È un’idea al momento azzardata, e comunque a dirlo sarebbe un esame del dna – dicono gli archeologi Stefano Roascio e Elena Dellù- le tracce di bruciature sono evidenti e sono arrivate ad intaccare lo scheletro. Oltre al particolare trattamento con il fuoco, il corpo è stato coperto da una grossissima quantità di pesante pietrame, come a volere sigillare definitivamente l’inumazione. Pensiamo che si possa trattare di un individuo che destava timore o preoccupazione».
Come la ragazzina di 13 anni che tutti credevano una strega, ma che probabilmente aveva lo scorbuto, con tutte le manifestazioni fisiche che furono interpretate come segni di possessione demoniaca. «Ci sono molti interrogativi a cui rispondere in un’area, come quella di San Calocero – dice Philippe Pergola, decano dell’Istituto Pontificio – lo scavo sta dando dati significativi sulla destinazione d’uso di tutto il monte». Alle sepolture anomale sarà dedicato un convegno internazionale il prossimo giugno.

La giovane strega tumulata con la faccia in giù.
Chi l’ha sepolta a faccia in giù, secondo un rito che un tempo si riservava alle persone indegne, avrebbe voluto disfarsene per sempre, consegnandola al buio degli inferi e all'oblio; eppure oggi è come se la giovane “strega” di Albenga si prendesse una rivincita, raccontando a poco a poco una storia misteriosa che non può che appassionare.
Si è conclusa da pochi giorni la campagna di scavo nell'area archeologica di San Calocero, alle pendici del monte San Martino, e le conclusioni dello staff di archeologi diretti dal professor Philippe Pergola del Pontificio istituto di Archeologia cristiana riservano altre sorprese relative alla sepoltura anomala che ha portato questo spicchio di Liguria alla ribalta sulla scena anche internazionale.
Che si tratti di una ragazzina di circa 13 anni, alta 1 metro e 48 e che per qualche motivo era temuta o disprezzata dalla comunità di allora è ormai noto; come è nota la contraddizione di una sepoltura a faccia in giù, ma contemporaneamente in una posizione prossima a una chiesa, come si faceva con persone di un certo “peso”. Ora, però, gli esperti sono arrivati a nuove precisazioni relative alla datazione e alle caratteristiche che rendevano questa persona “diversa”: «Dal punto di vista stratigrafico la tomba appare successiva all'installazione del primo sepolcreto cristiano di VI secolo, ed è sicuramente precedente al pavimento del 1300 che la copriva - spiegano gli archeologi Stefano Roascio ed Elena Dellù - Una datazione al carbonio 14 ci permetterà di valutare se la ragazza sia stata sepolta nel corso dell’altomedioevo (VIII-XI secolo, ndr), quando anche il complesso liturgico subisce un periodo di crisi e di probabile contrazione, o poco dopo le sepolture del VI secolo. Significativa appare la profondità della fossa».
Soprattutto, ed è questo l’elemento nuovo, sono state trovare forti tracce di anemia nel cranio: «Questa poteva essere stata causata sia da una malnutrizione durante i primi anni di vita sia da una derivazione genetica - continuano Roascio e la Dellù - La forte anemia riscontrata potrebbe averle procurato svenimenti o crisi epilettiche che, male interpretate, avrebbero potuto assumere l’aspetto di vere e proprie sindromi di possessione demoniaca. Potrebbe essere una delle spiegazioni di questa inumazione con il corpo rivolto verso il terreno: generalmente vanno considerate come un gesto di autodifesa che la comunità dei viventi attua per impedire il ritorno in vita di una persona vista come negativa. Tale sorte veniva riservata ai suicidi e agli assassini, ma anche agli assassinati nel timore che tornassero a vendicarsi, così come alle streghe, nell'intento di evitare che lo spirito potesse fuoriuscire dal sepolcro per partecipare ai “sabba”. Non è da escludere, comunque, che possa trattarsi anche di un gesto di umiltà e di sottomissione che effettivamente è registrato per alcune sepolture privilegiate di ambito carolingio quale, per esempio, quella di Pipino il Breve, padre di Carlo Magno».
Fu sepolta non solo a faccia in giù, ma anche a una profondità tale da assicurarsi – almeno per le credenze popolari di allora – il non ritorno in vita. Fa impressione la piccola voragine che, per secoli, ha ospitato la misteriosa tredicenne di Albenga. A colpire, oltre al tipo di inumazione, riservata agli indegni o a chi era considerato pericoloso e, dunque, temuto, è il confronto con le altre tombe ritrovate nella stessa porzione di terreno e che, seppur più antiche, si trovano a un livello superiore rispetto a quello che ospitava questa inquietante presenza; e poi quella vicinanza alla chiesa, luogo ambito di sepoltura, che “cozza” con il trattamento riservato a quel corpo. Un rebus che gli archeologi stanno cercando di risolvere ma che le tante anomalie rendono piuttosto complicato. Tutto farebbe pensare a una strega: odiata e, dunque, punita capovolgendo il suo corpo, cosicché non potesse “vedere” il cielo; temuta e, quindi, sepolta nella terra a una profondità tale che le impedisse di tornare in vita; ma con un trattamento speciale e incomprensibile, che vede la sua tomba confinare con la facciata di un luogo sacro.


Fonte: www.ilsecoloxix.it



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