venerdì 30 ottobre 2015
Archeologia. Scoperta la tomba di un guerriero miceneo sepolto col suo tesoro 3500 anni fa
Archeologia. Scoperta la
tomba di un guerriero miceneo sepolto col suo tesoro 3500 anni fa
di Andrew Lawler
A Pilo gli archeologi hanno
portato alla luce una tomba rimasta intatta per 3.500 anni con un corredo
funerario composto da oltre 1.400 manufatti e gioielli. È forse la scoperta più
importante avvenuta in Grecia negli ultimi decenni.
Il
messaggio inviato agli archeologi Jack Davis e Sharon Stocker dall'addetto allo scavo era succinto: "Venite subito. C'è del
bronzo". Quella scoperta durante lo scavo di un piccolo passaggio in
pietra su un promontorio roccioso in Grecia è la tomba di un antico guerriero.
La sepoltura, risalente a circa 3.500 anni fa e per molti versi insolita,
potrebbe rivelare indizi importanti sull'origine della civiltà greca. Assieme
allo scheletro ben conservato di un uomo attorno alla trentina, la tomba
contiene oltre 1.400 manufatti disposti attorno al corpo, tra cui anelli d'oro,
coppe d'argento, e un'elaborata spada in bronzo dall'elsa in avorio. Ma la vera
sorpresa è rappresentata da una cinquantina di sigilli in pietra incisa con
figure di divinità, leoni e tori, oltre a sei pettini in avorio, uno specchio
in bronzo e un migliaio fra perle di ametista, diaspro e corniola che un tempo componevano delle
collane (nella foto,
una collana d'oro lunga circa 80 centimetri). Tra le gambe dell'uomo è stata
rinvenuta una placca d'avorio incisa con un grifone. “È dall'epoca di
Schliemann che in Grecia non veniva scoperta una sepoltura così completa”, commenta John Bennet, archeologo della University of Sheffield in Gran
Bretagna e direttore della British School di Atene, non coinvolto nello scavo.
Alla fine del XIX secolo, il pioniere dell'archeologia moderna Heinrich Schliemann riportò alla luce Troia e Micene, due fra le più importanti città greche fra il
1.600 a.C. e il 1.100 a.C. La tomba si trova
nell'estremità sudoccidentale della penisola del Peloponneso e
precisamente a Pilo, un luogo menzionato da Omero nell'Odissea come sito in cui sorgeva il palazzo
"dalle ampie sale" di re Nestore. Gli scavi condotti prima e dopo la
Seconda Guerra Mondiale rivelarono i resti di un grande palazzo miceneo
risalente al 1.300 a.C. circa, così come centinaia di tavolette d'argilla
scritte in Lineare B cretese. La scoperta portò alla decifrazione del Lineare
B, e confermò che
il luogo corrispondeva effettivamente a Pilo. Ben poco si sa però del periodo
che precede il 1.500 a.C., quando cioè la civiltà micenea stava prendendo
forma. Gli archeologi si sono interrogati a lungo sull'influenza esercitata
dalla civiltà minoica
- che iniziò a fiorire a Creta attorno al 2.500 a.C. - sull'ascesa della
società micenea, avvenuta circa mille anni dopo. Le tavolette in Lineare B, i
simboli di tori e figurine di divinità trovati nei siti micenei come Pilo
testimoniano l'impatto della cultura minoica su Micene. Molti studiosi,
basandosi sui resti archeologici che ne evidenziano la
distruzione, ritengono che
attorno al 1.450 a.C. i micenei invasero e conquistarono Creta. Tutto è cominciato lo scorso
maggio, quando i coniugi e colleghi Davis e Stocker, entrambi della University of Cincinnati, hanno messo assieme un team di 35
esperti di dieci nazionalità diverse per dare vita a un progetto di scavo quinquennale che portasse alla luce gli albori di
Pilo. La loro missione ha avuto successo fin dal primo giorno, quando gli
addetti allo scavo hanno individuato il rettangolo in pietra che si è rivelato
essere la sommità del
passaggio, ampio circa 120 centimetri per 240. Un metro più in basso sono stati
rinvenuti i primi manufatti in bronzo.
A giudicare dal loro stile, Davis e Stocker ritengono
che possano risalire al 1.500 a.C. circa. “Scoprire una tomba micenea così
ricca e ancora intatta è una assoluta rarità”, commenta Cynthia Shelmerdine,
docente di studi classici alla University of
Texas di Austin, che ha visitato il sito durante la
stagione di scavi estiva. “Questa inoltre contiene elementi del tutto
inattesi”. Ciò che rende particolare la tomba ad esempio è il fatto che
ospitasse una sola persona; inoltre, contiene un corredo funerario
particolarmente ricco composto da molti elementi non locali e manufatti
solitamente femminili, come appunto i gioielli. Le sepolture delle elíte micenee in genere ospitano più persone.
A circa un centinaio di metri dalla tomba, negli anni Cinquanta gli archeologi
riportarono alla luce una sepoltura collettiva. Secondo le stime di Davis e Stocker, circa i tre quarti dei manufatti
della tomba del guerriero provengono da Creta - a circa due giorni di
navigazione in direzione sud - anziché dal posto. Vi sono inoltre perle d'ambra
provenienti dal Baltico, ametiste mediorientali e oggetti in corniola di
origine probabilmente egizia, forse portati a Creta da commercianti minoici.
“Il numero e la varietà di manufatti minoici o in stile minoico promettono di
ampliare enormemente ciò che sappiamo sulla portata di questa relazione”,
commenta Shelmerdine. La presenza delle
perline, dei sei pettini e di uno specchio nella tomba di un guerriero pone un
ulteriore interrogativo. “La scoperta di un numero così ampio di oggetti
preziosi mette in discussione l'opinione comune secondo cui i gioielli venivano
sepolti solo con donne di ceto elevato”, afferma Stocker.
I guerrieri spartani, ricorda la studiosa, seguivano il rituale di pettinarsi i
capelli prima di andare in battaglia, mentre Davis ipotizza
che i gioielli potessero rappresentare un'offerta da parte del guerriero alle
dee affinché lo assistessero nel suo viaggio nell'aldilà. Un sigillo in
corniola recante inciso un toro fa parte dei tanti manufatti rinvenuti nella
tomba che testimoniano l'influenza che avrebbe avuto la civiltà minoica sui
Micenei. La presenza di oggetti come questo induce anche a riflettere
sull'identità dell'occupante della tomba: potrebbe ad esempio essere stato un
guerriero o un capo minoico, anziché miceneo. Oppure, potrebbe aver combattuto
a Creta e aver poi portato con sé oggetti minoici; o ancora, potrebbe essere
stato un capo miceneo desideroso di stabilire una nuova tradizione. Ciò che è
evidente, affermano gli archeologi, è che il guerriero voleva distinguersi, sia
prima che dopo la sua morte, dagli altri abitanti del luogo sepolti nelle tombe
collettive. Le analisi che verranno effettuate sullo scheletro potranno
contribuire a rivelare la sua identità, afferma Stocker.
Ad esempio, la dentatura ben conservata potrebbe rivelare le sue origini
genetiche, così come le ossa del bacino potrebbero fornire indicazioni sulla
sua dieta. Inoltre, l'esame delle ossa potrebbe contribuire a determinare quale
fu la causa della sua morte. Nelle prossime settimane, Stocker e Davis richiuderanno
la tomba per dedicarsi all'analisi del suo contenuto.
Fotografie University of
Cincinnati/Departments of Classic
Nella foto sopra: i gioielli dopo l'operazione di ripulitura.
Sotto: la spada in bronzo con l'elsa in avorio e
oro rinvenuta nella sepoltura.
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La Pilo greca ha ben poco in comune con il Pilo sabbioso di Omero, e inoltre in Grecia ci sono ben tre località che si chiamano Pilo . Quanto al padre della fantarcheologia consiglio questa lettura http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2014/05/schliemann-scopritore-della-citta-di.html
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