venerdì 2 ottobre 2015
Laerru (Comune di L., SS). L’abitante Laerresu, di Massimo Pittau
Laerru (Comune di L., SS). L’abitante Laerresu
di Massimo Pittau
Le più antiche documentazioni del toponimo si trovano nel Condaghe di Silki come Lauerru e Lauirru (ovviamente da pronunziarsi Laverru e Lavirru) (CSPS 82,
140). Di queste due forme la seconda è di epoca successiva come dimostra la
forma Layrru documentata nell'atto
di pace fra Eleonora d'Arborea e Giovanni di Aragona del 1388 (CDS I 837/1)
ed è effetto di un influsso linguistico del dialetto gallurese, come ha detto
giustamente M. Maxia (AnglM 243, 430) e risulta tuttora vitale fra gli anziani
della Gallura come Lairru (NLAC 208). Questa forma Lavirru poi compare come cognome in documenti
successivi. Inoltre è notevole che un toponimo Laerru esista anche nel cuore della Sardegna
centrale, ad Onanì, tra Bitti e Lula.- Tutto ciò premesso, non esito a
prospettare che il toponimo Laverru,
Laerru derivi
da un originario *Lavernu(m) col
significato di “villaggio dedicato e sotto la protezione della lat. Laverna, dea del guadagno (lecito ed illecito)
e quindi anche dei razziatori e dei ladri, di origine etrusca (cfr. antroponimo
etr. Lavelna (ThLE, DELL;suffisso
-ern-; LLE, Norme 9). Si deve tenere
ben presente che mai i popoli razziatori o dediti alla pirateria hanno
accettato di considerare quella loro una attività illecita e inoltre che i
Tirreni (Nuragici ed Etruschi insieme) erano largamente famosi e famigerati
come “pirati” che esercitavano le loro razzie piratesche in tutto il
Mediterraneo. Inoltre si deve tenere presente che nella Sardegna attuale i
pastori della Barbagia non considerano affatto le loro bardanas «grassazioni» o razzie di bestiame come
un'attività illecita, anzi tutt'altro. Tanto è vero che i Barbaricini
considerano tuttora San Francesco - titolare di un famoso santuario vicino a
Lula, ma gestito dai Nuoresi - il loro protettore, al quale offrivano pure una
parte del bestiame razziato (corrige NPC,
TSSO).
Il villaggio di Laerru è citato pure nella Chorographia Sardiniae (176.7)
di G. F. Fara (anni
1580-1589) come oppidum Laerri della
diocesi di Ampurias.
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