venerdì 9 ottobre 2015
Inca, il più importante impero antico dell'America precolombiana
Inca, il più importante impero antico dell'America
precolombiana
di Marina Bucchi
Pur non possedendo sistemi di scrittura (calcoli e
altri tipi di annotazioni venivano elaborati grazie a strumenti costituiti da
gruppi di cordicelle annodate, detti quipu), né disponendo di animali da tiro e di veicoli a ruota,
gli Inca riuscirono a creare in un arco di tempo molto breve un impero
efficientissimo, che gli Spagnoli conquistarono e distrussero approfittando
delle discordie interne.
Il vastissimo impero fondato
dagli Inca nell'America Meridionale si estendeva, al momento dell'arrivo degli
Spagnoli nel 1526, lungo la Cordigliera delle Ande dall'Ecuador all'Argentina,
avendo come capitale la città di Cuzco, in Perù. Come gli Aztechi del
Messico, anche gli Inca consolidarono la loro supremazia molto rapidamente. Giunti
a Cuzco nel 1200, erano una delle piccole tribù in conflitto per il controllo
di una regione favorevole all'insediamento. Nel giro di due secoli controllavano
un territorio sei volte più vasto dell'Italia e abitato da
10 milioni di
individui grazie alla forza militare e alla creazione di un esteso sistema di
imposizione di tributi che giungevano fino a Cuzco attraverso una immensa rete
viaria.
Il Tahuantinsuyu (Impero
delle quattro direzioni) era retto da un sovrano ereditario, detto sapa
Inca (unico Inca), figlio del dio Sole e massima autorità religiosa. Il
sovrano era affiancato da una classe di nobili e funzionari preposti
all'amministrazione del poderoso apparato statale. Sostituendosi ai capi locali
(curaca) delle comunità assoggettate, gli Inca riuscirono ad avvalersi
delle strutture sociali che per millenni avevano permesso alle comunità andine
la sopravvivenza in territori a volte ostili, come le grandi altezze (spesso superiori
ai 4.000 m) della Cordigliera delle Ande. Questa verticalità del territorio
andino, in cui nicchie ecologiche diversificate si trovano a breve distanza
l'una dall'altra, permise all'impero di disporre di una varietà straordinaria
di materie prime e di beni. L'Impero inca fu definitivamente sconfitto nel 1532
dai conquistadores spagnoli comandati da Francisco Pizarro che fece giustiziare
l'ultimo sovrano inca nel luglio del 1533. Gli Inca seppero assimilare e
reinterpretare tratti ed esperienze più antichi, dando vita a peculiari forme
architettoniche, di cui uno dei più celebri esempi è il sito di Machu Picchu, e
a un'arte sobria che prediligeva l'argilla e la pietra. Molti oggetti
recuperati dagli scavi archeologici erano destinati al culto di divinità
celesti (il Sole, la Luna) e telluriche (montagne, laghi) o costituivano il corredo
nelle sepolture dei personaggi di rango. Dei favolosi tesori in oro e pietre
preziose che stimolarono le prime ricerche poco o nulla è restato: depredati
dagli Spagnoli, i templi inca vennero distrutti, come il celebre Corichanca (Recinto
d'oro) di Cuzco, su cui venne edificata la chiesa di Santo Domingo. Descritto
dal cronista spagnolo del XVI secolo Garcilaso de la Vega, che rimase
sbigottito dalla profusione di oro e di materiali preziosi nei numerosi templi
del recinto, questo era il principale santuario dell'impero, in cui erano
venerate anche le divinità dei popoli conquistati ed erano ospitati i corpi
mummificati dei sovrani deceduti, che venivano riesumati ed esposti alla
popolazione ogni anno, nel corso di una cerimonia collettiva. Cuzco, capoluogo
del dipartimento omonimo in lingua quechua significa ombelico e si riferisce
alla posizione geografica della città che sorge a 3326 m s.l.m. in una conca
assai fertile. Ha clima rigido e vive di industrie tessili (cotonifici),
conciarie, alimentari (zuccherifici) e fertilizzanti. Per l’epoca
precolombiana la storia di Cuzco coincide con quella del Perù incaico. Fondata
dal mitico Manco Capac, fu conquistata da Pizarro nel 1533 e privata del suo
grado di capitale con la fondazione di Lima (1535). Sebbene fosse centro
importante del Perù spagnolo, intorno a Cuzco continuò ad accentrarsi il potere
spirituale degli Inca. Fra il XII e il XIII secolo, il sovrano inca Pachacùti
avviò a Cuzco un ambizioso piano di ristrutturazione urbanistica che trasformò
il villaggio in una grandiosa città divisa in due settori: uno a carattere
politico-cerimoniale, l’altro, periferico, a carattere residenziale. I maggiori
edifici della città furono edificati con grossi conci rettangolari o poligonali
di andesite, diorite, calcare e granito, oppure utilizzando il tradizionale mattone
crudo. Il centro politico era organizzato attorno alla piazza Haucaypata,
marcata al centro da un ara-trono. Sul lato nord-occidentale era il palazzo di
Huayna Capac (1493-1528) con una ampia
costruzione per riunioni di massa, e dalla parte opposta altri due complessi
palaziali: Amarucancha (con torre
dall’alto tetto conico) e Hatuncancha, dove vivevano le donne votate al
servizio dell’imperatore. Il luogo più sacro del Cuzco era il Coricancha, il
tempio del dio Sole che Pachacúti
dotò di possenti mura rivestite d’oro; al suo interno era il tempietto del dio
Sole e altre cappelle dedicate alle più importanti divinità inca. Della
fortezza di Sacsahuaman rimangono i bastioni ciclopici, così come le mura
megalitiche, costituite da enormi massi poligonali perfettamente tagliati e
incastrati fra loro.
Foto da wikipwedia
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