Archeologia:
39 lingotti di oricalco trovati nel mare di Gela
Trentanove luccicanti lingotti di Oricalco, una lega
metallica pregiata, composta da rame e zinco per realizzare oggetti di valore e
la coniazione di monete, risalenti al VI a.C., sono stati ritrovati dai sub
dell'associazione culturale Mare Nostrum, vicino al relitto della
terza nave arcaica scoperta tempo addietro. Ritrovata anche una macina in legno perfettamente
conservata e una statuetta ex voto raffigurante la Dea Demetra alta 30 centimetri. Sono rimasti sepolti negli strati
di sabbia a poche decine di metri dal litorale di contrada Bulala. Una zona
chiave che in passato ha restituito i relitti di ben tre navi arcaiche. Ma le
correnti e le mareggiate degli ultimi giorni hanno risvegliato il tesoro
dormiente. L'oricalco, simile al moderno ottone, anticamente era al terzo
posto per valore commerciale, dopo oro e argento. Secondo le analisi con fluorescenza
a raggi X (eseguite da Dario Panetta) ciascun esemplare è frutto di una lega di
metalli composta per l'80% di rame e per il 20% di zinco e realizzata con
tecniche avanzate. Un metallo legato al mito e alla storia, visto che
secondo Platone erano di Oricalco il muro dell'acropoli di Atlantide e la
colonna nel tempio di
Poseidone, sulla quale erano scritte le leggi. Non solo,
ma i romani, ai tempi di Augusto, coniarono monete con questo metallo proveniente
dall’Anatolia e conosciuto come rame di montagna. Quando sono stati portati in superficie,
luccicavano ancora, e tutti hanno pensato che si trattasse di oggetti d'oro.
Il Soprintendente Sebastiano Tusa, che ha
seguito tutta l’operazione, racconta che il rinvenimento dei lingotti di
oricalco apre prospettive di grande rilievo per la ricerca e lo studio delle
antiche rotte di approvvigionamento di metalli nell’antichità mediterranea.
Finora nulla del genere era stato rinvenuto né a terra né a mare. Si conosceva
l’oricalco attraverso notizie testuali e pochi oggetti ornamentali. Inoltre si
conferma la grande ricchezza e capacità produttiva artigianale della città di
Gela in epoca arcaica come area di consumo di oggetti di pregio. L’oricalco
era, infatti, per gli antichi un metallo prezioso la cui invenzione produttiva
attribuivano a Cadmo.
Secondo Tusa, i lingotti erano in arrivo a Gela,
quando la nave che li trasportava affondò forse per il maltempo, e la presenza
di oricalco a Gela potrebbe connettersi con l’origine rodia della città. Non è
trascurabile il fatto che gli antichi Greci indicavano in Cadmo (figura
mitologica greco-fenicia) l’inventore dell’oricalco. I 39 lingotti pregiati
sarebbero stati destinato a un artigianato locale di alta qualità, per
decorazioni di particolare pregio.
Urgente, ora, lo scavo del relitto cui
appartengono i lingotti poiché è certo che si tratta di un carico di grande
importanza storico-commerciale.
Nessun commento:
Posta un commento