lunedì 30 dicembre 2013
Iscrizione punica con dedica a Bashamem, il Signore dei Cieli, da ’YNṢM nome punico dell’isola di San Pietro
Iscrizione punica con dedica a Bashamem, il Signore dei Cieli, da ’YNṢM nome punico dell’isola di San Pietro
di Roberto Casti
Sempre con l’obiettivo di rendere maggiormente fruibile la conoscenza delle iscrizioni fenicie, puniche e neopuniche ritrovate in Sardegna, finora riservate ai soli studiosi e a pochissimi lettori di nicchia, presentiamo oggi una tra le più belle iscrizioni puniche ritrovate in Sardegna.
È la dedica a Bashamem (il signore dei cieli) incisa su un blocco in pietra dolomitica (dim. cm. 61x20x29) provvista nella sua parte superiore di una cavità rettangolare funzionale all’inserimento di una statua, scultura o altro oggetto votivo legato al culto della divinità (Cooke 1903 p. 108). Rinvenuta nel 1877 a Cagliari nel quartiere della Marina e precisamente nella piazza Sant’Eulalia (E. Pais 1884 p. 185; Taramelli 1914 p. 298), fu erroneamente considerata proveniente dal quartiere di Stampace in zona l’Annunziata (cfr. Amadasi Guzzo 1967 sard. 23; idem 1990 p. 43, 74).
Su tali basi é stata ipotizzata la presenza a Cagliari di un tempio dedicato a questa divinità ubicato presso il luogo di ritrovamento, la Marina. Secondo un’altra proposta la pietra dolomitica utilizzata sembrerebbe provenire invece dall’isola di San Pietro, dal santuario dove l’epigrafe sarebbe stata collocata in età tardo punica e solo successivamente prelevata e trasportata a Cagliari non si sa bene come e quando. Va inoltre precisato che Il santuario di Bashamem da cui forse proverrebbe la nostra iscrizione era stato individuato, almeno a livello d’ipotesi, da Gennaro Pesce e Ferruccio Barreca alla periferia di Carloforte, in regione San Vittorio, nei primi anni ’60, ma dopo cinquant’anni, quell’ipotesi è purtroppo rimasta ancora tale.
La cronologia, stabilita dal solo riscontro paleografico, si inquadra intorno al III sec. a.C.
Cagliari Museo Archeologico Nazionale.
Trascrizione
L1 L’DN LB‘ŠMM B’YNṢM NṢBM WḤNWṬM ŠNM 2 ’Š NDR B‘
L2 LḤN’ Š BDMLQRT BN ḤN’ BN ’ŠMN‘MS BN MHRB‘L
L3 BN ’TŠ
Traduzione
Al Signore, a Bashamem, nell’isola dei falchi, stele e ḥnwṭm due 2, che ha offerto Baalhanno, (servo/proprietà) di Bodmelqart, figlio di Hannò, figlio di Eshmunamas, figlio di Maherbaal, figlio di Atish.
Annotazioni
Incerto fino a qualche anno fa il significato dei 2 ḤNWṬ; alcuni ipotizzavano due falchi imbalsamati offerti alla divinità dalla radice ḤNṬ oppure due immagini fuse dalla parola greca χωνευτά (Cfr. Amadasi 1990 p. 75). A seguito del ritrovamento a Cagliari di un’iscrizione punica incisa su un cippo di marmo dove compare la stessa parola ḤNWṬ, in questo caso al singolare, la studiosa della Sapienza ha riconosciuto in quel termine lo stesso cippo in pietra allungata (’BN ’RKT) su cui è inciso il testo di quest’altra iscrizione dedicata a Melqart peraltro simile ad altri due cippi - Agyiei con due iscrizioni bilingui dedicate ad Herakles-Melkart e rinvenuti a Malta intorno alla metà del XVII secolo. Notevole è anche la menzione della divinità a cui è abbinato, caso piuttosto raro, anche il luogo della sua venerazione.
Così come per la dedica ad Ashtarte di Erice rinvenuta a Cagliari sul promontorio della Sella del Diavolo, anche in questa iscrizione al nome della divinità viene associato il principale luogo di venerazione (cfr. Ribichini –Xella 1994 p. 98 ; Moscati 1986 p. 163); in questo caso infatti il luogo di culto di Bashamem è localizzato a ’YNṢM, ossia l’isola dei falchi detta anche isola degli sparvieri (‘Y= isola; NṢM plurale semitico di NṢ = rapaci).
Oltre che nella nostra iscrizione, il nome punico dell’isola, ENOSIM è ricordato da Plinio con queste testuali parole: “Habet (Sardinia) et a Gorditano promontorio duas insulas quae vocantur Herculis: a Sulcensi Enosim , a Caralitano Ficariam” (Naturalis Historia III.7.84) e, sempre in età romana, anche Marziano Capella (De Nuptiis Philologiae et Mercurii, VI 645) la ricorda come ENUSIN. ENOSIM o ENUSIN indicano dunque la stessa isola ’YNṢM come era chiamata in età tardo punica; ma sappiamo che ’YNṢM è anche la Iεράχων νήσος di Tolomeo (III,3,2) e l’Accipitrum insula dei romani; insomma tanti nomi diversi dati da genti diverse che parlano lingue diverse ma che nella sostanza indicano la stessa isola con l’unico appellativo che tutti conoscono: l’isola dei falchi come ognuno con la propria lingua denominava allora l’attuale isola di San Pietro - Carloforte.
È evidente come entrambi i toponimi, sia quello greco che quello latino, facciano riferimento ai rapaci e siano tutti l’identico calco del termine punico originario; e, come quasi sempre accade, i vari toponimi coesistettero per secoli sovrapponendosi finché non furono tutti dimenticati e sostituiti da altro toponimo. Così come potrebbe essere avvenuto anche per l’attuale denominazione dell’isola, forse da attribuire - secondo quanto afferma Battantier- a una errata interpretazione dell’antico termine latino Accipitrum insula, dove il segmento -pitrum di tale toponimo sarebbe stato successivamente corrotto in Pietro e da cui, Isola di San Pietro.
Ritengo possibile che la nuova denominazione si sia imposta in una fase molto più tarda, quando furono modificati centinaia di toponimi, soprattutto riferiti a villaggi e nuraghi in onore dei santi. Il toponimo 'YNSM è documentato anche in un’altra iscrizione votiva del nord Africa, sempre del III secolo a. C., proveniente dal tofet di Cartagine (CIS I 5606). Si tratta di una dedica a TNT PN B’L ( Tinnit volto di Baal) e a B’L Hammon da parte di un personaggio di nome ŠLM, figlio di ḤN’ ŠLM, dove viene anche precisato che appartiene al popolo di 'YNSM (Sznycer 1975 p. 61) .
È opportuno osservare infine come il culto di Bashamem, riconosciuto in Sardegna attraverso quest’ iscrizione il cui nome della divinità si presenta in forma contratta con caduta di L (lamed), lo si ritrova attestato già nel X sec. a.C. in Fenicia nella più consueta forma Baalshamem e più esattamente nell’iscrizione di Yehimilk re di Biblo (KAI 4).
Lo stesso culto è ampiamente diffuso anche tra le popolazioni di lingua aramaica fino ai primi secoli d. C., culto che si propagherà da Oriente a Occidente come attestano diverse iscrizioni puniche del nord Africa. Βάάλσάμην è la stessa divinità richiamata in Filone di Biblo e successivamente verrà menzionata anche nel Poenulus di Plauto nella forma Balsamem (Poenulus, V, 2, 67).
Affinché sia ancora più chiara quale sia stata la portata e la diffusione del culto di Bashamem venerato ad 'YNSM nel III sec. a.C., aggiungiamo quest’ultima nota dell’africano Sant’Agostino (Quaestiones in Heptath., VII, 16, in Migne, Patrol. Lat., XXXIV, col. 797) che dopo circa quindici secoli ci parla ancora di genti per le quali quella stessa divinità, seppur con piccole differenze nella vocalizzazione del nome, è ancora presente e vitale.
“…Nam Baal Punici videntur dicere Dominum; unde Baalsamen quasi Dominum coeli intelliguntur dicere: Samem quippe apud eos coeli appellantur ”
Alcuni riferimenti bibliografici
G. Cara, Sopra un’iscrizione fenicia scoperta in Cagliari, Lettera del Dr. P. F. Elena al Ch.mo Sig. Cav. D. Gaetano Cara, direttore del R. Museo archeologico di Cagliari, Livorno 1878.
A. Renan e P. Berger, CIS I n° 139 pp. 182-184; Tav. XXX , Paris 1883.
M. Lidzbarski, Handbuch der Nordsemitischen Epigraphik 1898 p. 427 a; Tav X, 3.
S. Moscati, Italia Punica, Rusconi editore Milano 1986 pp. 163-164.
E. Pais , Bibliografia, Corpus Inscriptionum….. in BAS Anno I Serie II ed. A. Forni, p. 185, Cagliari 1884.
G.A.Cooke, A Text –Book of North-Semitic Inscriptions Oxford 1903 pp. 108-109.
M. Lidzbarski, Altsemitische Texte Kanaanäische Inschriften n. 58 Giessen 1907 p. 45.
A. Taramelli, Guida del Museo Nazionale di Cagliari in Archivio Storico Sardo 1914 p. 264- 279 spec. p. 298.
G. Pesce, Sardegna Punica, Fratelli Fossataro 1962 p. 39; p.44; p 54. Idem, Sardegna Punica (R. Zucca a cura di) edizione Ilisso Bibliotheca Sarda n. 56 Nuoro 2000 p. 87; 92;102.
H. Donner & W. Röllig, Kanaanaische und Aramaische Inschriften, KAI 64 1962-64 tav. V.
M.G. Amadasi Guzzo, IFPCO Sard. 23, Roma 1967 pp. 101-102 Tav. XXXV
M. Sznycer, L’ “Assemblée du peuple“ dans les cités puniques d’après les témoignages épigraphique in Semitica XXV Paris 1975 pp. 47-68 spec. 61.
M. Marcel Simon, Un document du syncrétisme religieux dans l’Afrique romaine in Comptes rendus de l’Académie des inscriptions…122e année N. 2 1978 pp. 500-525.
C. Grottanelli, Santuari e divinità delle colonie d’Occidente: La religione fenicia. Matrici orientali e sviluppi occidentali (Atti del colloquio, Roma 1979 ) 1981 p.114, nota 17.
G.Tore , Religiosità Semitica in Sardegna …..1989 p. 60 nota 37.
P. Bartoloni, La civiltà fenicia e punica……. in il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Sassari 1989 pp. 167-168 fig.16.
M.G. Amadasi Guzzo, IFPI Roma 1990 p. 44, 74-75, 106 fig 5.
R. Zucca, Le persistenze preromane nei paleonimi e negli antroponimi della Sardinia, in l’Africa Romana VII, Ed. Gallizzi 1990 p. 658.
S. Ribichini- P. Xella, La religione fenicia e punica in Italia, Divinità: Baal Shamem. 1994 p. 98; fig. 30.
M.G. Amadasi Guzzo, Iscrizione punica a Cagliari in Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano( QuadCA 19/2002 pp. 173-179.
M.G. Amadasi Guzzo - M. P. Rossignani, Le iscrizioni bilingui e gli Agyiei di Malta in Da Pyrgi a Mozia. Studi sull’archeologia del Mediterraneo in memoria di Antonia Ciasca a cura di M. G. Amadasi Guzzo, M. Liverani, P.Matthiae (Vicino Oriente – Quaderno 3/1) 2002 pp. 5-28.
R. Zucca, Nota preliminare sull’Accipitrum Insula, in AAVV. Studi in onore di Ercole Contu, Sassari 2003 pp. 251-268.
R. Zucca, Insulae Sardinia et Corsica: con la collaborazione di P. Ruggeri, Roma, Carocci, 2003 pp. 275-287.
M. Adele Ibba, Nota sulle testimonianze archeologiche, epigrafiche e agiografiche delle aree di culto di Karali punica e di Carales romana in Aristeo 2004 p. 120.
P. Bernardini, La regione del Sulcis in età fenicia, in Sardinia, Corsica et Baleares Antiquae, n. IV Pisa- Roma 2006 pp. 109- 150; spec. p. 128 sgg..
P. Bernardini - R. Zucca, "Indigeni e fenici nelle isole di San Vittorio e Mal Di Ventre", Actes du Congrès de Siliana (Siliana, 10 marzo 2004) in Tarros felix 3: Naves Plenis velis euntes
A. Mastino, P.G. Spanu, R. Zucca ( a cura di ) Carocci editore 2009 pp. 193- 201.
G.F. Battantier, L’archeologia dell’isola di San Pietro: dalle prime fonti documentarie all’arrivo dei Tabarchini…..in Atti del I seminario di studi sull’archeologia e sulle prospettive di sviluppo turistico dell’isola di San Pietro Rivista Aidu Entos Archeologia e Beni Culturali Anno III 2009 pp. 59-73.
A. Stiglitz, Cagliari fenicia e punica in Rivista di Studi Fenici XXXV, 1-2007 Agnano Pisano (Pisa) 2009 pp. 54-57, fig. 6:3.
L.A. Ruiz Cabrero, Sociedad, Jerarqìa y Clases Sociales de Cartago, in Instituciones, Demo y Ejésercito en Cartago XXIII Jornadas de Arqueologìa Fenicio-Punica ( Eivissa, 2008 ) Eivissa 2009 pp. 7- 80 spec. p. 57.
M. Minoja - Consuelo Cossu - Michela Migaleddu, Parole di Segni L’alba della Scrittura in Sardegna, Collana Sardegna Archeologica- Guide e Itinerari n. 47 C. Delfino editore 2012 ; cat. n. 54 p. 82.
W. Kahlil – N. Kallas, Mission Archéologique de Carloforte, in Quaderni della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano 24/2013 pp. 261-282.
di Roberto Casti
Sempre con l’obiettivo di rendere maggiormente fruibile la conoscenza delle iscrizioni fenicie, puniche e neopuniche ritrovate in Sardegna, finora riservate ai soli studiosi e a pochissimi lettori di nicchia, presentiamo oggi una tra le più belle iscrizioni puniche ritrovate in Sardegna.
È la dedica a Bashamem (il signore dei cieli) incisa su un blocco in pietra dolomitica (dim. cm. 61x20x29) provvista nella sua parte superiore di una cavità rettangolare funzionale all’inserimento di una statua, scultura o altro oggetto votivo legato al culto della divinità (Cooke 1903 p. 108). Rinvenuta nel 1877 a Cagliari nel quartiere della Marina e precisamente nella piazza Sant’Eulalia (E. Pais 1884 p. 185; Taramelli 1914 p. 298), fu erroneamente considerata proveniente dal quartiere di Stampace in zona l’Annunziata (cfr. Amadasi Guzzo 1967 sard. 23; idem 1990 p. 43, 74).
Su tali basi é stata ipotizzata la presenza a Cagliari di un tempio dedicato a questa divinità ubicato presso il luogo di ritrovamento, la Marina. Secondo un’altra proposta la pietra dolomitica utilizzata sembrerebbe provenire invece dall’isola di San Pietro, dal santuario dove l’epigrafe sarebbe stata collocata in età tardo punica e solo successivamente prelevata e trasportata a Cagliari non si sa bene come e quando. Va inoltre precisato che Il santuario di Bashamem da cui forse proverrebbe la nostra iscrizione era stato individuato, almeno a livello d’ipotesi, da Gennaro Pesce e Ferruccio Barreca alla periferia di Carloforte, in regione San Vittorio, nei primi anni ’60, ma dopo cinquant’anni, quell’ipotesi è purtroppo rimasta ancora tale.
La cronologia, stabilita dal solo riscontro paleografico, si inquadra intorno al III sec. a.C.
Cagliari Museo Archeologico Nazionale.
Trascrizione
L1 L’DN LB‘ŠMM B’YNṢM NṢBM WḤNWṬM ŠNM 2 ’Š NDR B‘
L2 LḤN’ Š BDMLQRT BN ḤN’ BN ’ŠMN‘MS BN MHRB‘L
L3 BN ’TŠ
Traduzione
Al Signore, a Bashamem, nell’isola dei falchi, stele e ḥnwṭm due 2, che ha offerto Baalhanno, (servo/proprietà) di Bodmelqart, figlio di Hannò, figlio di Eshmunamas, figlio di Maherbaal, figlio di Atish.
Annotazioni
Incerto fino a qualche anno fa il significato dei 2 ḤNWṬ; alcuni ipotizzavano due falchi imbalsamati offerti alla divinità dalla radice ḤNṬ oppure due immagini fuse dalla parola greca χωνευτά (Cfr. Amadasi 1990 p. 75). A seguito del ritrovamento a Cagliari di un’iscrizione punica incisa su un cippo di marmo dove compare la stessa parola ḤNWṬ, in questo caso al singolare, la studiosa della Sapienza ha riconosciuto in quel termine lo stesso cippo in pietra allungata (’BN ’RKT) su cui è inciso il testo di quest’altra iscrizione dedicata a Melqart peraltro simile ad altri due cippi - Agyiei con due iscrizioni bilingui dedicate ad Herakles-Melkart e rinvenuti a Malta intorno alla metà del XVII secolo. Notevole è anche la menzione della divinità a cui è abbinato, caso piuttosto raro, anche il luogo della sua venerazione.
Così come per la dedica ad Ashtarte di Erice rinvenuta a Cagliari sul promontorio della Sella del Diavolo, anche in questa iscrizione al nome della divinità viene associato il principale luogo di venerazione (cfr. Ribichini –Xella 1994 p. 98 ; Moscati 1986 p. 163); in questo caso infatti il luogo di culto di Bashamem è localizzato a ’YNṢM, ossia l’isola dei falchi detta anche isola degli sparvieri (‘Y= isola; NṢM plurale semitico di NṢ = rapaci).
Oltre che nella nostra iscrizione, il nome punico dell’isola, ENOSIM è ricordato da Plinio con queste testuali parole: “Habet (Sardinia) et a Gorditano promontorio duas insulas quae vocantur Herculis: a Sulcensi Enosim , a Caralitano Ficariam” (Naturalis Historia III.7.84) e, sempre in età romana, anche Marziano Capella (De Nuptiis Philologiae et Mercurii, VI 645) la ricorda come ENUSIN. ENOSIM o ENUSIN indicano dunque la stessa isola ’YNṢM come era chiamata in età tardo punica; ma sappiamo che ’YNṢM è anche la Iεράχων νήσος di Tolomeo (III,3,2) e l’Accipitrum insula dei romani; insomma tanti nomi diversi dati da genti diverse che parlano lingue diverse ma che nella sostanza indicano la stessa isola con l’unico appellativo che tutti conoscono: l’isola dei falchi come ognuno con la propria lingua denominava allora l’attuale isola di San Pietro - Carloforte.
È evidente come entrambi i toponimi, sia quello greco che quello latino, facciano riferimento ai rapaci e siano tutti l’identico calco del termine punico originario; e, come quasi sempre accade, i vari toponimi coesistettero per secoli sovrapponendosi finché non furono tutti dimenticati e sostituiti da altro toponimo. Così come potrebbe essere avvenuto anche per l’attuale denominazione dell’isola, forse da attribuire - secondo quanto afferma Battantier- a una errata interpretazione dell’antico termine latino Accipitrum insula, dove il segmento -pitrum di tale toponimo sarebbe stato successivamente corrotto in Pietro e da cui, Isola di San Pietro.
Ritengo possibile che la nuova denominazione si sia imposta in una fase molto più tarda, quando furono modificati centinaia di toponimi, soprattutto riferiti a villaggi e nuraghi in onore dei santi. Il toponimo 'YNSM è documentato anche in un’altra iscrizione votiva del nord Africa, sempre del III secolo a. C., proveniente dal tofet di Cartagine (CIS I 5606). Si tratta di una dedica a TNT PN B’L ( Tinnit volto di Baal) e a B’L Hammon da parte di un personaggio di nome ŠLM, figlio di ḤN’ ŠLM, dove viene anche precisato che appartiene al popolo di 'YNSM (Sznycer 1975 p. 61) .
È opportuno osservare infine come il culto di Bashamem, riconosciuto in Sardegna attraverso quest’ iscrizione il cui nome della divinità si presenta in forma contratta con caduta di L (lamed), lo si ritrova attestato già nel X sec. a.C. in Fenicia nella più consueta forma Baalshamem e più esattamente nell’iscrizione di Yehimilk re di Biblo (KAI 4).
Lo stesso culto è ampiamente diffuso anche tra le popolazioni di lingua aramaica fino ai primi secoli d. C., culto che si propagherà da Oriente a Occidente come attestano diverse iscrizioni puniche del nord Africa. Βάάλσάμην è la stessa divinità richiamata in Filone di Biblo e successivamente verrà menzionata anche nel Poenulus di Plauto nella forma Balsamem (Poenulus, V, 2, 67).
Affinché sia ancora più chiara quale sia stata la portata e la diffusione del culto di Bashamem venerato ad 'YNSM nel III sec. a.C., aggiungiamo quest’ultima nota dell’africano Sant’Agostino (Quaestiones in Heptath., VII, 16, in Migne, Patrol. Lat., XXXIV, col. 797) che dopo circa quindici secoli ci parla ancora di genti per le quali quella stessa divinità, seppur con piccole differenze nella vocalizzazione del nome, è ancora presente e vitale.
“…Nam Baal Punici videntur dicere Dominum; unde Baalsamen quasi Dominum coeli intelliguntur dicere: Samem quippe apud eos coeli appellantur ”
Alcuni riferimenti bibliografici
G. Cara, Sopra un’iscrizione fenicia scoperta in Cagliari, Lettera del Dr. P. F. Elena al Ch.mo Sig. Cav. D. Gaetano Cara, direttore del R. Museo archeologico di Cagliari, Livorno 1878.
A. Renan e P. Berger, CIS I n° 139 pp. 182-184; Tav. XXX , Paris 1883.
M. Lidzbarski, Handbuch der Nordsemitischen Epigraphik 1898 p. 427 a; Tav X, 3.
S. Moscati, Italia Punica, Rusconi editore Milano 1986 pp. 163-164.
E. Pais , Bibliografia, Corpus Inscriptionum….. in BAS Anno I Serie II ed. A. Forni, p. 185, Cagliari 1884.
G.A.Cooke, A Text –Book of North-Semitic Inscriptions Oxford 1903 pp. 108-109.
M. Lidzbarski, Altsemitische Texte Kanaanäische Inschriften n. 58 Giessen 1907 p. 45.
A. Taramelli, Guida del Museo Nazionale di Cagliari in Archivio Storico Sardo 1914 p. 264- 279 spec. p. 298.
G. Pesce, Sardegna Punica, Fratelli Fossataro 1962 p. 39; p.44; p 54. Idem, Sardegna Punica (R. Zucca a cura di) edizione Ilisso Bibliotheca Sarda n. 56 Nuoro 2000 p. 87; 92;102.
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M.G. Amadasi Guzzo, IFPCO Sard. 23, Roma 1967 pp. 101-102 Tav. XXXV
M. Sznycer, L’ “Assemblée du peuple“ dans les cités puniques d’après les témoignages épigraphique in Semitica XXV Paris 1975 pp. 47-68 spec. 61.
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G.Tore , Religiosità Semitica in Sardegna …..1989 p. 60 nota 37.
P. Bartoloni, La civiltà fenicia e punica……. in il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Sassari 1989 pp. 167-168 fig.16.
M.G. Amadasi Guzzo, IFPI Roma 1990 p. 44, 74-75, 106 fig 5.
R. Zucca, Le persistenze preromane nei paleonimi e negli antroponimi della Sardinia, in l’Africa Romana VII, Ed. Gallizzi 1990 p. 658.
S. Ribichini- P. Xella, La religione fenicia e punica in Italia, Divinità: Baal Shamem. 1994 p. 98; fig. 30.
M.G. Amadasi Guzzo, Iscrizione punica a Cagliari in Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano( QuadCA 19/2002 pp. 173-179.
M.G. Amadasi Guzzo - M. P. Rossignani, Le iscrizioni bilingui e gli Agyiei di Malta in Da Pyrgi a Mozia. Studi sull’archeologia del Mediterraneo in memoria di Antonia Ciasca a cura di M. G. Amadasi Guzzo, M. Liverani, P.Matthiae (Vicino Oriente – Quaderno 3/1) 2002 pp. 5-28.
R. Zucca, Nota preliminare sull’Accipitrum Insula, in AAVV. Studi in onore di Ercole Contu, Sassari 2003 pp. 251-268.
R. Zucca, Insulae Sardinia et Corsica: con la collaborazione di P. Ruggeri, Roma, Carocci, 2003 pp. 275-287.
M. Adele Ibba, Nota sulle testimonianze archeologiche, epigrafiche e agiografiche delle aree di culto di Karali punica e di Carales romana in Aristeo 2004 p. 120.
P. Bernardini, La regione del Sulcis in età fenicia, in Sardinia, Corsica et Baleares Antiquae, n. IV Pisa- Roma 2006 pp. 109- 150; spec. p. 128 sgg..
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A. Stiglitz, Cagliari fenicia e punica in Rivista di Studi Fenici XXXV, 1-2007 Agnano Pisano (Pisa) 2009 pp. 54-57, fig. 6:3.
L.A. Ruiz Cabrero, Sociedad, Jerarqìa y Clases Sociales de Cartago, in Instituciones, Demo y Ejésercito en Cartago XXIII Jornadas de Arqueologìa Fenicio-Punica ( Eivissa, 2008 ) Eivissa 2009 pp. 7- 80 spec. p. 57.
M. Minoja - Consuelo Cossu - Michela Migaleddu, Parole di Segni L’alba della Scrittura in Sardegna, Collana Sardegna Archeologica- Guide e Itinerari n. 47 C. Delfino editore 2012 ; cat. n. 54 p. 82.
W. Kahlil – N. Kallas, Mission Archéologique de Carloforte, in Quaderni della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano 24/2013 pp. 261-282.
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