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giovedì 25 ottobre 2012

La voce della Luna - Riti sciamanici

La voce della Luna.
Riti sciamanici nuragici nelle cosiddette Tombe dei Giganti e il significato simbolico-rituale delle corna sui bronzetti nuragici.
di Melqart Re




Egli uscì dall'edificio di pietra, un santuario fatto di enormi mattoni aggettanti approssimativamente sbozzati e incastrati a secco, l'uno sull'altro a formare un lungo corridoio dalla forma uterina, nel cui fondo era sistemato un largo sedile di pietra per stare comodi. All'ingresso del cunicolo, la sua parte esterna, spesso imponente, era caratterizzata da una grande esedra chiusa, a cerchio quasi completo, da due grandi bracci laterali, come due mezze lune e insieme, come le corna di un toro selvaggio. Il morto, Argantonyo, ovvero il neofita, assisté alla cerimonia di iniziazione, e uscì dalla tomba come la luna esce dall'oscurità. Come un animale lunare che scompare e riappare.
Rientrò il candidato dentro la tomba e allora fu fatto a pezzi dal toro che lo squarciò con le sue potenti corna riducendolo in brandelli, così come è ridotta in tanti frammenti la luna.


Innumerevoli miti rappresentano il dramma della luna spezzettata o ridotta in frammenti, addirittura polverizzata dal Dio Sole. Troviamo lo stesso modello archetipico nelle iniziazioni Osiridee. Plutarco ci trasmise il De Iside, nel quale si narra della tradizione del rituale di Osiride, che regnò 28 anni, e fu ucciso un 17 del mese, a luna calante. Il sarcofago in cui Iside l'aveva nascosto fu scoperto da Seth, che era a caccia, in una notte di luna. Seth divise il cadavere di Osiride in 14 parti, che sparse su tutto il territorio egiziano. Nel rituale, l'emblema del dio morto ha la forma di una luna nuova. C'è un’evidente somiglianza tra la morte e l'iniziazione. Per questo, dice Plutarco, esiste un'analogia così stretta fra i termini greci che significano morire e iniziare. Se l'iniziazione mistica si ottiene per mezzo di una morte rituale, la morte può, allo stesso modo, assimilarsi a una iniziazione.

Le anime che raggiungono la parte superiore della luna sono chiamate vittoriose da Plutarco, e portano corna in testa, come gli iniziati e i trionfatori.

Queste corna non sono altro che spicchi di luna simbolicamente rappresentati.

La forma lunare è il divenire. La luna ripartisce e fila, misura, allineata oppure feconda, riceve le anime dei morti e purifica, inizia e cura. Tale ritmo è sempre presente nei cicli lunari.
Le fasi della luna, danno origine, negli approfondimenti sul tema, alle più complesse corrispondenze. Stuchen ha studiato, e ne ha costruito un'opera completa, le relazioni tra lettere dell'alfabeto e le stazioni lunari, quali le concepivano gli Arabi. Dieci e undici caratteri ebraici, così come mostratici da Hommel, indicano le fasi della luna, in cui alef significa Toro. E' il simbolo della luna nella sua prima settimana, ed è, insieme, il nome del segno zodiacale da cui comincia la serie di mansioni lunari. La stessa corrispondenza si trova fra i segni grafici e le fasi della luna presso i Babilonesi, i Greci, gli Scandinavi. Una delle più chiare e complete assimilazioni dell'alfabeto (considerato come insieme di suoni, non come grafia) con le fasi lunari, si trova in uno scolio di Dionigi di Tracia, ove le vocali corrispondono alla luna piena, le consonanti sonore alla mezza luna (i quarti) e le consonanti sorde alla luna nuova.


Cit: Eliade; Stuchen; Hommel; Hoffler.

Immagine di: ilcerchiodellaluna.it

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