Archeologia: lingua e
scrittura antica. I segni geroglifici degli egizi, una scrittura che avvicinava
agli dei.
Marilina Betrò scrive: "Le centinaia di segni
che composero il sistema geroglifico (i più usati sono circa 700) furono
fissati attingendo alla realtà che circondava gli anonimi inventori del codice
grafico dell'antico Egitto. Pur nella loro stilizzazione, le loro sequenze
colorate, sulle pareti dei monumenti superstiti di quella antichissima civiltà,
a distanza di millenni ricompongono per noi un universo perduto o ampiamente
mutato: uccelli ormai estinti o migrati in più lontane regioni incedono
impettiti o si librano in aria; oggetti familiari a chi amorevolmente li incise
e dipinse suggellano per noi il segreto della loro funzione; uomini, donne e
bambini, abbigliati in fogge e costumi esotici, ci offrono il loro profili
immoto (...) Un microcosmo congelato nella pietra".
I geroglifici egizi sono i segni
che compongono il sistema di scrittura monumentale monumentale utilizzato in
Egitto. Era una combinazione di elementi ideografici, sillabici e alfabetici.
L'uso era riservato a monumenti o oggetti, come stele e statue, concepiti
per essere eterni; la scrittura corrente e quotidiana in Egitto era quella ieratica,
simile a quella del sistema minoico all’inizio del II Millennio a.C. Fino a due secoli fa, la più antica iscrizione
geroglifica è stata la Paletta Narmer, datata al 3000 a.C. e trovata a
Hieracompolis, l’attuale Kawm al-Ahmar. Nel 1998, uno staff archeologico
tedesco che scavava ad Abydos, oggi Umm el-Qa'ab, scoprì la tomba U-j di un
sovrano predinastico e rinvenne trecento tavolette d'argilla iscritte con
proto-geroglifici in un sepolcro della fine del
IV Millennio a.C.
La comparsa dei geroglifici fu dovuta al bisogno di
comunicare quanto non si poteva rappresentare visivamente, come i numeri, i
nomi propri, i fenomeni mentali.
Non molto prima dell'era Cristiana si giunse ai tre tipi di
scrittura egizia conosciuti, ciascuno usato per uno scopo diverso:
- GEROGLIFICO, alla lettera «segno sacro inciso». Il termine
si applica ora a tutti i tipi di scrittura egizia pittografici, dai minuziosi
segni policromi che decorano le tombe agli esemplari abbreviati scritti con una
cannuccia sui papiri di contenuto religioso;
- IERATICO, impiegato dai sacerdoti nei libri religiosi e derivato dalla forma
geroglifica abbreviata (di cui sopra). Si è esteso l'uso del termine a molte
altre varietà ancora schematiche di scrittura reperibile nei testi letterari e
nei documenti ufficiali;
- DEMOTICO (popolare), forma derivata da quella ieratica usata a partire dal
700 a.C. ca., epoca della dinastia etiopica, e usata generalmente per esigenze
di vita quotidiana (impiego «laico»).
Fra geroglifico e demotico esistono molte varietà
intermedie.
La scritttura geroglifica era essenzialmente monumentale, incisa su pietra;
quella ieratica, in pratica antica quanto la geroglifica, era impiegata come la
demotica per scrivere su papiri, tavole di legno, cocci di terracotta e schegge
di calcare.
Fonti: Alan Gardiner, 'La civiltà egizia', e Marilina Betrò,
'Geroglifici - 580 segni per capire l'antico Egitto'
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