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sabato 13 settembre 2014

I templi megalitici di Mnajdra e Haġar Qim, a Malta

I templi megalitici di Mnajdra e Haġar Qim, a Malta

Le isole dell’arcipelago maltese custodiscono una straordinaria concentrazione di monumenti megalitici, dotati di forme architettoniche peculiari che si identificano come un unicum nel panorama della preistoria del Mediterraneo e che non trovano confronti nella vicina Sicilia o negli altri territori più prossimi.
Il complesso archeologico di Mnajdra è, insieme al vicinissimo sito di Haġar Qim, uno degli esempi meglio conservati del suo genere. Il sito archeologico si trova nei pressi del villaggio di Qrendi, a meno di venti chilometri a sud-ovest de La Valletta, e domina dalla sua spettacolare posizione un ampio tratto della rocciosa costa meridionale dell’isola di Malta, di fronte all’inaccessibile isolotto di Filfla.
Le architetture megalitiche maltesi sono il risultato di un lungo percorso di affinamento delle tecniche costruttive che hanno portato a complessi cultuali frutto di aggiunte e ampliamenti anche molto distanziati nel tempo ma che mantennero, in linea di massima, la stessa concezione di sviluppo degli spazi, sia interni che esterni.

A una prima fase, datata intorno al V millennio, risalgono le prime strutture architettoniche semplici, ad esempio il sito archeologico di Skorba a Mġarr; a queste seguono, in una fase successiva, i primi esempi di tipo complesso, che vedranno la massima fioritura tra il 3600 e il 2500 a. C.Una datazione tra la metà del IV e la metà del III millennio è stata proposta anche per il complesso di Mnajdra. I due siti di Haġar Qim e Mnajdra, distanti tra loro poco più di cinquecento metri percorribili a piedi attraverso un moderno percorso lastricato che supera il pendio della scogliera, sono meno noti al pubblico rispetto ai più “turistici” siti di Ġgantija sull’isola di Gozo e di Tarxien a Malta, in quanto più distanti dalle principali località balneari e dalla capitale; nonostante questo, il loro eccezionale stato di conservazione ne fa uno degli esempi più suggestivi di architettura megalitica nel bacino del Mediterraneo.
I templi maltesi presentano una pianta a trifoglio, con un vano di fondo centrale a cui si addossano altri due ambienti contrapposti lungo l’asse principale dell’edificio, accessibile da un piccolo corridoio che comunica con l’esterno. Tutti gli ambienti mostrano un profilo a ferro di cavallo, che caratterizza lo sviluppo dello spazio interno e che viene riproposto nel perimetro esterno dell’edificio, con una cortina muraria di notevole spessore. 
Il muro di prospetto ha una esedra, al centro della quale si apre l’ingresso agli ambienti interni, sempre costituito da una porta architravata dal profilo rettangolare. 
A volte (ad esempio a Mnajdra) gli ambienti interni erano separati da grandi ortostati in cui si apriva il varco che permetteva il passaggio. Altri ambienti, la cui funzione non è chiara, seguono lo stesso sviluppo curvilineo delle pareti formando edifici più complessi.
La tecnica costruttiva è data da megaliti di dimensioni variabili, accuratamente tagliati e sistemati con estrema perizia tecnica. La copertura delle strutture più semplici e arcaiche era probabilmente con lastroni orizzontali; per i templi più complessi si è ipotizzata una copertura litica realizzata per mezzo del progressivo aggetto dei corsi di pietre, che andavano a chiudersi alla sommità; questa soluzione, verosimile per ambienti di piccole dimensioni, sarebbe stata diversa nei vani maggiori, dove i primi corsi di pietre aggettanti costituirebbero la base d’appoggio di travi a sostegno di una copertura lignea. Il complesso cultuale di Mnajdra presenta tre edifici affiancati e raccolti attorno ad un’ampia area d’ingresso a forma di esedra. A causa del dislivello del terreno, in decisa pendenza verso il mare, le tre parti del complesso hanno i piani di calpestio a livelli differenti. Tutti i vani si dispongono accuratamente secondo uno schema comune anche ad altri siti, allineandosi lungo un asse di simmetria che parte dall’ingresso e passa per la nicchia di fondo. L’esedra all’ingresso dei templi presenta un ampio bancone litico. Tutti e tre i templi che formano il complesso sono caratterizzati da un perimetro esterno a ferro di cavallo, che circonda gli ambienti interni con una cortina muraria spessa diversi metri.
Il rinvenimento di diversi elementi di arredo, ricollocati in fase di restauro, testimonia la presenza di altari all’interno dei vani del tempio. Alcuni siti (ad esempio Haġar Qim e Tarxien) hanno inoltre restituito numerosi frammenti di statue ed elementi architettonici con decorazioni scolpite a bassorilievo. Gli studiosi indagano gli orientamenti astronomici dei templi maltesi. Per quanto concerne il sito di Mnajdra è stato rilevato un orientamento che consente ai raggi del sole, durante gli equinozi, di penetrare all’interno degli ambienti principali del complesso secondo un percorso ben preciso.
I due complessi megalitici di Haġar Qim e Mnajdra attirarono l’attenzione degli studiosi verso la metà dell’Ottocento, cui seguirono interventi di scavo fino al radicale intervento conservativo conclusosi nel 2009, che ha visto la predisposizione di due enormi tensostrutture a protezione dei templi. 
Questo intervento invasivo è tuttavia giustificato dal processo di estremo degrado a cui gli edifici stavano andando incontro negli ultimi anni, soprattutto a causa delle piogge che avevano fatto crollare intere parti dei templi.

Fonte: Il Mulino del tempo



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