mercoledì 14 giugno 2017
Archeologia. Scoperto un relitto dell’età del Bronzo a Devon, una contea vicina alla Cornovaglia, con un carico di lingotti di rame e stagno.
Archeologia. Scoperto un relitto dell’età del Bronzo a Devon, una contea vicina alla Cornovaglia, con un carico di lingotti di rame e stagno.
Un relitto di 3000 anni fa è stato scoperto al
largo dalla costa del Devon, in Cornovaglia. La nave mercantile al momento
del naufragio trasportava centinaia di lingotti di rame e un carico di
stagno, metallo prezioso per l’epoca poiché rarissimo nel Mediterraneo.
Ricordiamo che per ottenere la lega di bronzo sono necessarie 9 parti di rame e
una di stagno.
La
scoperta fornisce nuovi elementi di prova riguardo l’estensione e la
complessità dei legami commerciali tra le terre minerarie che si affacciano nel
Canale della Manica e l’Europa continentale durante l’ Età del Bronzo,
nonché la notevole abilità di navigazione della popolazione di questo periodo.
Il
bronzo era il prodotto primario delle lavorazioni e veniva utilizzato nella
fabbricazione di armi, strumenti, utensili, gioielli, ornamenti di vario tipo e
oggetti di uso quotidiano. Gli archeologi dell’Università di Oxford stanno
analizzando i materiali per stabilire le miniere di estrazione, tuttavia, si
pensa che il rame provenisse da miniere localizzate nella penisola iberica e dall’arco
alpino, nei versanti svizzero e austriaco.
Il
relitto è stato trovato a 300 metri dalla costa, su un fondale di dieci metri
nella Baia di Salcombe. Sono stati recuperati 295 reperti per un peso di circa
un quintale. E’ stata trovata anche una spada di bronzo, due oggetti
perfettamente sferici in pietra e tre braccialetti d’oro. Lungo 15 metri e
largo 3, costruito con tavole di quercia fissate alla chiglia, poteva ospitare
una ventina di persone e attraversare con facilità il Canale della Manica fino
alla Francia.
Il
sito del relitto si trova in un fondale chiamato Wash Gully, e a terra vi sono
campi coltivati in età preistorica e capanne dell’età del Bronzo, e si ritiene
che la nave sia probabilmente affondata durante il tentativo di prendere terra
per raggiungere questi insediamenti, oppure durante un passaggio in navigazione
lungo la costa. Quest’ultima è notoriamente infida ed è anche presente nelle
vicinanze una scogliera sommersa, che potrebbe aver causato l’affondamento
della nave. I reperti recuperati sono stati trasportati al British Museum per
l’esposizione al pubblico, tranne qualche oggetto destinato alle analisi
chimico-fisiche. Peter Northover, uno studioso dell’Università di Oxford,
ha analizzato il ritrovamento e ha dichiarato che il carico raggruppa i
prodotti nativi di una moltitudine di paesi, localizzati in tutta l’Europa,
lungo la costa atlantica e nell’entroterra. I commercianti e gli artigiani
scambiavano partite di metallo attraverso vari passaggi, muovendosi lungo le
varie reti di collegamento esistenti in Europa e in Gran Bretagna. I traffici
avvenivano come e quando ce n’era bisogno, secondo le regole di mercato.Le
merci venivano trasportate anche via terra, ma già in questa fase storica,
c’erano delle reti di scambi marittimi sofisticate, con imbarcazioni che
muovevano su rotte precise. Erano guidate da esperti navigatori, genti in grado
di leggere le maree e le stelle. Il cardine di questa rete di scambi potrebbe
essere stata una flottiglia di piccole navi che intraprendevano brevi viaggi
lungo costa, tuttavia, ciò non esclude che esistessero navi e uomini che
intraprendevano viaggi più lunghi. E’ da segnalare che un’altra nave dell’età
del bronzo è stata trovata nella stessa zona, e conteneva oltre 50 oggetti.
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