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giovedì 22 giugno 2017

Archeologia. Economia e traffici commerciali nella Sardegna del Bronzo e del Ferro: lavorazione dei metalli, navigazione e viticoltura furono le armi vincenti della Civiltà Nuragica. Riflessioni di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Economia e traffici commerciali nella Sardegna del Bronzo e del Ferro: lavorazione dei metalli, navigazione e viticoltura furono le armi vincenti della Civiltà Nuragica.  
Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Durante l’età nuragica, intorno ai villaggi si svilupparono fiorenti attività economiche legate all’agricoltura con la produzione di granaglie, legumi e la pratica della viticoltura, come testimonia il recente ritrovamento nei pressi del nuraghe Sa Osa a Cabras di oltre 15 mila semi di malvasia e vernaccia presenti nel fondo di un pozzo che li ha perfettamente conservati per oltre 3200 anni grazie alla capacità di mantenere bassa la temperatura. Nelle coste si praticava la pesca, e in collina si svolgevano le attività pastorali. Negli approdi, individuabili laddove l’acqua dolce dei fiumi si mescolava con l’acqua di mare, i commerci crearono le condizioni per intensificare le operazioni di carico e scarico delle merci, con conseguente realizzazione delle infrastrutture di lavorazione del pescato e di conservazione. Le saline costituivano un valore aggiunto alla produzione locale. La navigazione rivestì un ruolo molto importante e, pur in assenza di
testimonianze archeologiche, è verosimile che moli, cantieri di riparazione, magazzini e botteghe di maestri d’ascia fossero numerosi. Il ritrovamento di ancore, alcune del peso di un quintale, confermano che le imbarcazioni erano robuste, con scafi lunghi fra i 10 e i 20 metri. Ceramiche nuragiche del Bronzo Finale e Recente, oltre la massiccia presenza durante l’età del Ferro, sono presenti a Tirinto, nel porto di Kommos a Creta, a Pyla-Kokkinokremnos a Cipro, in Sicilia, a Lipari e nelle zone costiere iberiche.  I traffici commerciali più importanti sono quelli di rame e argento, e per rendere sicure le rotte dalla pirateria è probabile che le navi da carico fossero scortate da flotte militari. Il ritrovamento in Sardegna di lingotti di metallo di Cipro testimonia l’alleanza commerciale fra la nostra isola e Cipro, l’altra isola ricca di metalli che si trova nel Mediterraneo Orientale. La metallurgia si sviluppò rapidamente perché il contatto fra genti che lavoravano i metalli contribuì a migliorare le conoscenze reciproche sul campo e a muovere ingenti ricchezze in tutto il bacino Mediterraneo, come suggeriscono le ceramiche nuragiche ad askos , le anfore, i tripodi e le spade nuragiche portate alla luce anche nella Spagna orientale e, oltre Gibilterra, a Huelva e Cadice. Gli scambi con le cittadelle dell’Italia centrale furono frequenti e ben documentati dai ritrovamenti in tombe etrusche di bronzetti, navicelle votive e vasi nuragici. Al contempo, in Sardegna sono state ritrovate fibule, spade e altri bronzi di produzione tirrenica, attestando la vitalità degli scambi tra le due aree, entrambe ricche di risorse metallifere. In Svezia, nel 2013, sono stati trovati oltre 70 manufatti in bronzo che attraverso l'analisi degli isotopi del piombo ha svelato che la provenienza era sarda e iberica. La maestria dei nuragici nella lavorazione dei metalli è evidente da ciò che possiamo vedere con i nostri occhi in tutti i musei, infatti, oltre alle collezioni di bronzetti votivi, si possono ammirare anche arsenali di armi che mostrano il notevole livello tecnico e artistico raggiunto dagli artigiani.

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