venerdì 7 novembre 2014
La "Disattenzione" di un collega attentissimo, di Massimo Pittau
La "Disattenzione" di un
collega attentissimo
di Massimo Pittau
Nell'ultimo
volume LXXI della rivista «Studi Etruschi», (anno 2014, pgg. 11-31) compare un
articolo dell' archeologo Raimondo Zucca intitolato “Un confronto sardo per le tombe con camera a tholos di Populonia della prima età del Ferro?”,nel
quale l'Autore mostra – come al solito – di essere bene informato di tutta la
bibliografia precedente e di essere accurato nell'analisi dei dati documentari
rinvenuti.
Egli
conclude il suo studio con questa frase testuale: ”Una lunga tradizione di
studi ha evidenziato il ruolo della Sardegna agli albori della prima età del
Ferro nella trasmissione di “know-how” a Populonia e Vetulonia, in un momento,
quello della seconda metà del secolo IX a.C., in cui non si palesano ancora con
chiarezza a Populonia presenze levantine o euboiche.- Il ruolo della Sardegna
potrebbe essere stato determinante per una precoce diffusione in area
populoniese dei saperi metallurgici legati alla siderurgia, già attestata in
Sardegna in fase prefenicia.- La accertata deposizione di bronzetti nuragici in
tombe sarde [evidente lapsus per “etrusche”] della prima età del
Ferro di varia tipologia suggerisce la possibilità, già evidenziata da Renato
Peroni, che Sardi immigrati nella penisola italiana potessero proseguire tale
rituale nelle nuove sedi, sia in Etruria, sia in Campania.- In questa
prospettiva il recupero antiquario del possibile monumento funerario a tumulo
di Pranu-Sòrgono, con il suo corredo di bronzetti figurati e di un manico di
specchio, forse riferibile rispettivamente ad ambito maschile e femminile, che
dovrebbe alludere ad una tomba familiare, potrebbe rafforzare l'ipotesi
sostenuta da molti studiosi di una introduzione a Populonia allo scorcio del IX
secolo a.C. della tomba a tholos, con
deposizione plurima di inumati, dalla Sardegna della prima età del Ferro”.
Ripeto
che anche in questo suo scritto Raimondo Zucca manifesta la assoluta
completezza dei suoi riferimenti bibliografici: li cita tutti gli studiosi
precedenti, che hanno anche semplicemente sfiorato l'argomento. Uno solamente
questa volta ne ha trascurato , il suo collega dì Università Massimo Pittau, il
quale pure aveva pubblicato sette anni or sono un' intera opera, di 330 pagine,
intitolata “Storia dei Sardi Nuragici” (Domus de Janas edit. Selargius, 2007).
Sarebbe
troppo lungo se io trascrivessi tutti i numerosi brani dai quale risulta
evidente che l'ultima “scoperta” effettuata da R. Zucca è stata preceduta da
numerose mie considerazioni sul medesimo argomento.
Mi limito pertanto ad
elencare alcuni paragrafi nei quali io tratto la questione:
§ 59 Il rinvenimento del ferro in Etruria;
§ 60 Gli sbarchi dei Sardi Nuragici nelle coste dell'Etruria;
§ 62 La cronlogia degli sbarchi dei Sardi Nuragici in Etruria;
§ 64 L'”Orientalizzante nella civiltà etrusca e
nella civiltà nuragica, ecc. ecc.
Calo di
attenzione da parte di Raimondo Zucca, oppure altro?
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