Meraviglie da un kurgan sarmat
di Grazia Terenzi
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Lo scheletro
ritrovato in Russia (Foto: Leonid Yablonsky)
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Quest'estate, nelle steppe
meridionali degli Urali, in Russia, è stato scavato un tumulo a Sarmata che
ha restituito un insolito e ricco tesoro. I manufatti contenuti all'interno del
tumulo stanno contribuendo a far luce su un periodo poco conosciuto della
cultura nomade che fiorì nella steppa euroasiatica nel I millennio a.C.. A
studiare il tumulo, detto kurgan, ed i reperti in esso contenuti vi
è la spedizione dell'Istituto di Archeologia dell'Accademia Russa delle Scienze,
guidata dal Professor Leonid T. Yablonsky.
Le popolazioni nomadi non avevano una lingua scritta e gli scienziati possono
apprendere notizie sulla loro vita e le loro tradizioni solo attraverso i dati
archeologici. Queste antiche sepolture, i kurgan, sono sparsi un po ovunque, nelle steppe, e contengono molte reliquie di Sciti e Sarmati che, pur interagendo economicamente con gli Achemenidi e la civiltà
greca, conservarono a lungo una loro identità culturale.
Quest'anno gli archeologi hanno scavato la parte orientale della Tomba 1 del kurgan di Filippovka
1, nella regione di Orenburg. Questa sezione, di 5
metri di altezza e 50 di lunghezza, era stata lasciata inesplorata dalla
precedente spedizione di più di venti anni fa. L'obiettivo del Professor
Yablonsky era quello di completare lo studio di questo straordinario monumento,
già rientrato negli annali dell'archeologia mondiale per la scoperta di 26
statuette d'oro raffiguranti
cervi. La sfida di fronte alla quale si trovano
gli archeologi è anche quella di garantire la conservazione di questo
inestimabile patrimonio culturale, minacciato da ladri prezzolati e senza
scrupoli.
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Il calderone in
bronzo nel corridoio della sepoltura trovata in Russia (Foto: Leonid Yablonsky)
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Nei pressi
dell'ingresso al kurgan è stato esplorato, per primo,
quest'anno, un passaggio sotterraneo. Qui è stato trovato un enorme calderone per
la fusione del bronzo di 102 centimetri di diametro. Le sue anse sono
state modellate nella tradizionale arte scito-siberiana che ricorreva a
raffigurazione di animali, in questo caso due grifoni affrontati
becco a becco.
Sotto il tumulo orientale è stata, inoltre, scoperta una camera funeraria
inviolata, di circa 4 metri per 5, collocata ad una profondità di 4 metri.
Nella parte inferiore di questa camera funeraria, gli archeologi hanno dovuto
rimuovere diversi strati di detriti prima di rivelare un eccezionale corredo ed
uno scheletro umano. Il materiale associato alla sepoltura indicava che il
proprietario della tomba era una donna (sono stati trovati manufatti
e gioielli tipicamente femminili). Gli esami delle ossa e della morfologia
dello scheletro, però, hanno rivelato che quest'ultimo apparteneva ad un uomo.
Si aspettano, ora, le analisi del Dna.
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Uno dei gioielli
ritrovati nella tomba (Foto: L. Yablonsky)
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Accanto al cranio del
defunto è stato ritrovato un piccolo scrigno di vimini, forse una sorta di
antenato del moderno beauty case. Lo scrigno era pieno di oggetti, tra i quali
un contenitore di argento con coperchio, un pettorale d'oro, una scatola
in legno, ampolle in vetro, argento e terracotta, una sorta di pochette
in pelle e denti di cavallo con pigmento rosso. Nelle vicinanze dello
scrigno vi era un grande specchio d'argento dorato con animali
stilizzati sul manico e sul retro una decorazione con al centro
un'aquila circondata da un corteo di sei tori alati.
Quel che si è conservato degli indumenti era decorato con placche con
raffigurazioni di fiori, rosette ed una pantera che assale
un'antilope. Sono stati trovati anche 395 foglie d'oro che erano cucite
sui calzoni, sulla camicia e sulla sciarpa del defunto. Uno scialle
frangiato era tenuto insieme da una catena d'oro e le maniche
della camicia del morto erano state abbellite da perline multicolori che
formano una complessa decorazione geometrica. All'altezza delle ossa temporali
sono stati trovati due orecchini d'oro decorati con smalto.
Tra le scoperte più interessanti vi è, senz'altro, quella di attrezzature
utilizzate nell'arte del tatuaggio, quali due palette in pietra per mescolare i
colori, aghi ricoperti d'oro, cucchiai d'osso e pennini decorati
con animali. Sono più di un migliaio i reperti recuperati dalla sepoltura, che
vanno ad aggiungersi al crescente corpus di dati che consentirà, in futuro, di
ricostruire la storia antica del continente euroasiatico.
Fonte: http://oltre-la-notte.blogspot.it/
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