martedì 4 novembre 2014
Castel di Castro, l’antica Cagliari medievale
Castel di
Castro, l’antica Cagliari medievale
di Alberto
Massazza
Con il
definitivo spostamento della capitale del Giudicato di Cagliari da Karalis a
Santa Igia, avvenuto non più tardi del tentativo d’invasione arabo del
1015-1016, il territorio in cui sorgeva l’antica città, già provato dalle
scorribande barbariche e saracene per tutta la seconda metà del I millennio,
venne progressivamente abbandonato dalla popolazione. All’inizio del XIII
secolo, i Pisani, già da due secoli assidui frequentatori dell’isola, al pari
dei rivali genovesi, iniziarono ad interessarsi al colle che dominava da una
posizione centrale ed elevata il territorio della città abbandonata, come luogo
ideale per stabilire un presidio di salvaguardia degli interessi commerciali e
territoriali che la Repubblica Marinara aveva nel sud dell’isola. A tale scopo,
nel 1217 i fratelli Ubaldo I e Lamberto Visconti, rispettivamente Podestà di
Pisa e Giudice di Gallura, costrinsero la Giudicessa cagliaritana Benedetta di
Lacon-Massa a cedere il colle e a fare un formale atto di vassallaggio nei
confronti di Pisa, sotto la minaccia dell’invasione del suo territorio.
Benedetta, rimasta vedova nel 1218 , fu obbligata a sposare lo stesso Lamberto.
Nonostante il
matrimonio, la situazione per i pisani fu tutt’altro che tranquilla nei
successivi decenni, a causa dei concomitanti interessi dei rivali genovesi e
dell’ostilità della popolazione e del Papa Onorio III. Ciò comunque non impedì
di iniziare l’opera di fortificazione e di edificazione della cittadella,
battezzata Castel di Castro, governata da due castellari scelti da Pisa e
regolata da un codice, il Breve di Castel di Castro. Tra i primi edifici ad
essere costruiti ci fu la Chiesa di Santa Maria in Castello, di cui si ha la
prima menzione nel 1254. Questa chiesa divenne Cattedrale dopo la distruzione
di Santa Igia e della relativa Cattedrale di Santa Cecilia nel 1258, dopo
alcuni anni turbolenti che videro anche la temporanea cacciata dei pisani
dall’acropoli, voluta dal Giudice Chiano e dai suoi alleati genovesi. Con la
distruzione di Santa Igia, gli abitanti superstiti iniziarono a stabilirsi alle
propaggini del Colle di Castello, andando a formare i nuclei originari di altri
due quartieri storici cagliaritani: Stampace, a vocazione artigianale, e
Villanova, a vocazione agricola. Il quarto dei quartieri storici, La Pola o
Marina, divenne residenziale solo dopo la conquista dei Catalano-Aragonesi del
1326, mentre sotto Pisa l’area, opportunamente fortificata, venne adibita alle
attività portuali.
Dopo la
disfatta nella Battaglia della Meloria nel 1284
e la successiva onerosa pace
con Genova del 1288, Castel di Castro avrebbe dovuto passare in mano genovese,
ma il Podestà e Capitano del Popolo Ugolino della Gherardesca disattese il
trattato e anzi si impegnò per rafforzare il dominio di Pisa. La fortificazione
della città venne allargata ai borghi di Villanova e Stampace, come testimonia
la Torre dello Sperone, nell’odierna via Porto Scalas, al limite della zona
alta di Stampace. Un’iscrizione riporta il casato del castellaro che ne volle
la costruzione, Alberti, e la data di completamento, marzo 1293. Un ulteriore
rafforzamento delle fortificazioni avvenne all’indomani dell’infeudazione del
Regno di Sardegna, creato appositamente da Papa Bonifacio VIII nel 1297, alla
Corona d’Aragona, come ricompensa per la rinuncia al Regno di Sicilia. Temendo
l’attacco degli aragonesi, i pisani si adoperarono per il più poderoso
intervento di rafforzamento. In particolare, all’architetto cagliaritano, ma di
formazione pisana, Giovanni Capula venne affidato l’incarico di progettare e
dirigere i lavori di tre torri poderose, tutte nel tipico calcare bianco
cagliaritano attinto dal Colle di Bonaria.
La prima fu la
Torre del Leone, detta anche dell’Aquila, che venne bombardata a più riprese
nel corso del settecento; i resti vennero inglobati nell’ottocentesco Palazzo
Boyl, situato in prossimità del moderno Bastione di Saint Remy. Successivamente
vennero erette le due torri gemelle di San Pancrazio e dell’Elefante, poste
rispettivamente al limite settentrionale e sudoccidentale di Castel di Castro,
la prima completata nel 1305 e la seconda nel 1307, entrambe arrivate in ottimo
stato di conservazione ai giorni nostri e punte di diamante del patrimonio
monumentale della città. La città dovette assumere un aspetto temibile, tanto
che l’esperto Capitano Corrado Lancia, su espressa richiesta di informazioni da
parte di Giacomo II d’Aragona, la definì “quasi inspugnabile”. Ma nonostante
ciò, quando il re aragonese decise di occupare il sud dell’isola per rendere
effettiva l’infeudazione, Castel di Castro finì per capitolare nel 1326 agli
assedianti che avevano posto il loro presidio sul Colle di Bonaria. Alla resa
dei conti, i pisani che tanto si affaccendarono in opere urbanistiche civili,
religiose e militari, poterono godere del loro mirabile lavoro solo per pochi
decenni.
Fonte: http://albertomassazza.wordpress.com/
Immagine di Wikipedia
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