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venerdì 25 novembre 2011

Malta, Tas-Silg


Malta, Tas-Silg. Archeologi italiani trovano agata con iscrizioni cuneiformi di 4000 anni fa

Durante i lavori di scavo che la spedizione archeologica dell’Università La Sapienza di Roma, guidata da Alberto Cazzella, in collaborazione con l’Università di Foggia, ha condotto presso Tas-Silg, è emersa una testimonianza in agata frammentario che reca un’iscrizione cuneiforme. L’incisione, decodificata da padre Werner Mayer, del Pontificio Istituto Biblico di Roma, è databile al tredicesimo secolo avanti Cristo ed è riferibile alla città mesopotamica di Nippur. Si tratta di una presenza eccezionale, poiché rappresenta l’epigrafe cuneiforme del secondo millennio avanti Cristo emersa più a occidente.

La scoperta presso il santuario di Tas-Silg di un manufatto esotico in agata, datato alla tarda età del Bronzo, considerato certamente di valore malgrado la scritta probabilmente non veniva compresa da chi l’aveva ottenuta, fa pensare comunque che l’edificio cultuale costituisse un punto di riferimento culturale più ampio rispetto a una scala locale, come sicuramente fu più tardi, in epoca fenicia e romana.

L’agata non si trova in Mesopotamia e quindi doveva essere reputato un materiale prezioso ed è comunque straordinario il suo impiego nella realizzazione di un oggetto votivo. Sebbene non siano ancora disponibili i risultati dell’analisi sulla sua provenienza, i possibili siti di estrazione del materiale si possono trovare sia a occidente, sia a oriente della Mesopotamia. Potrebbe essere solo una coincidenza che nell’antichità fosse conosciuta una zona di estrazione in Sicilia, vicino al fiume Dirillo, dal cui nome greco Achates deriva la parola stessa che tutt’ora usiamo per designare l’agata.

Non si è ancora scoperto come il manufatto sia giunto a Malta: presumibilmente venne trafugato dal tempio di Nippur in seguito a un saccheggio da parte di una popolazione in guerra con i babilonesi ed è possibile che da questa giunse nelle mani di mercanti micenei o ciprioti, che all’epoca intrattenevano intensi rapporti di scambio commerciale con il Mediterraneo centrale.

Nell’iscrizione un gruppo di individui dedica il prezioso manufatto a forma di luna crescente, immagine di Sin, dio della luna, a Ninurta, una divinità della città di Nippur. Il dio, figlio del dio della luna, rappresentò a lungo la divinità più importante di Nippur, poi sostituito da Enlil. E Nippur fu un’importante città santa, dove brulicavano i templi, tra cui quello dedicato proprio a Ninurta, chiamato Eshumesha. La città ospitò anche una famosa scuola di scribi, che ci hanno tramandato moltissimi testi letterari.

Fonte: Archeorivista

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