sabato 7 marzo 2015
Credenze funerarie e religiose dei nuragici e degli etruschi, di Massimo Pittau
Credenze
funerarie e religiose dei nuragici e degli etruschi
di
Massimo Pittau
È
del tutto certo che le “credenze e le usanze funerarie” costituiscono il nucleo
essenziale di una etnia, la radice prima e principale di un “popolo”. Ciò
avviene perché, nell'uomo come “essere vivente”, la “vita” in effetti
costituisce una “lotta contro la morte”, quella che incombe in maniera
continuativa e inesorabile su di lui, già dal suo primo nascere e lungo
l'intero arco della sua esistenza.
Oltre
a ciò le credenze e le usanze funerarie, col loro carattere di radicalità ed
essenzialità, in effetti costituiscono la causa prima e principale del nascere
della “religione” fra i popoli, con la credenza in una vita dopo la morte e
nell'esistenza di divinità che reggono e regolano questa “vita futura”, ad
esempio premiando gli uomini onesti e castigando quelli disonesti.
Anche
in virtù di questa loro stretta connessione con la “religione”, le credenze ed
usanze funerarie sono tra gli eventi umani che si mantengono più a lungo nella
storia dei rispettivi popoli e inoltre quelli che costituiscono la migliore prova
della parentela di un popolo con un altro.
Ed
è appunto questo il caso anche degli antichi popoli del Mediterraneo
centro-occidentale, quello Nuragico della Sardegna e quello Etrusco dell'Italia
centrale, popoli che vivevano in stretta vicinanza geografica fra loro:
esistono numerose, evidenti e importanti prove di una notevole uguaglianza
delle credenze e delle usanze funerarie di questi due popoli, le quali
forniscono chiare e consistenti prove della loro effettiva parentela genetica e
della loro connessione culturale e storica.
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