mercoledì 26 giugno 2013
Scoperta una necropoli fenicia. Tombe intatte a San Giovanni di Sinis.
Scoperta una necropoli fenicia
Tombe intatte a San Giovanni di Sinis
Una necropoli fenicia integra. Con i corredi ceramici accanto alle ossa e ai residui della cremazione conservati all'interno di tombe intatte.
Ancora una volta l'area di Tharros e San Giovanni di Sinis regala agli archeologi una grande scoperta. "È la prima volta che troviamo un lembo funerario fenicio completamente integro (spiega Carla Delvais, responsabile dalla campagna di scavi). Mentre le tombe puniche erano state indagate già negli anni Cinquanta, quelle fenicie sono un'assoluta novità".
La scoperta:
La necropoli settentrionale si trova a San Giovanni di Sinis e si estende per circa quattrocento metri, in linea con le abitazioni della prima fila che si affacciano direttamente sul mare. "Le tombe fenicie sono semplici fosse scavate nella sabbia - spiega l'archeologa - erano coperte, delimitate con circoli di pietre. All'interno abbiamo trovato i corredi ceramici costituiti generalmente da due brocche rituali, una pentola e un piatto".
È probabile che i fenici bruciacessero i cadaveri altrove per poi conservare le ossa, il terriccio e i resti della cremazione in queste tombe le cui dimensioni variano dagli 80 centimetri ai due metri.
Le città funerarie:
Le necropoli del periodo fenicio sono due: quella meridionale a Capo San Marco e quella settentrionale a San Giovanni. "Le due necropoli sono molto simili e risalenti allo stesso periodo: dal VII secolo a.C. sono rimaste in uso fino al VI secolo. Non sappiamo ancora se sono relative a un unico centro abitato - va avanti Carla Delvais - Di certo sono sempre state depredate, già in età romana venivano utilizzate come cava".
Con l'arrivo dei cartaginesi, dal VI secolo in poi, si segue il rituale dell'inumazione. "E si cerca la roccia, le loro tombe sono più grandi aggiunge - sono le classiche tombe a camera alte fino a un metro e settanta. Ovviamente i loro corredi sono molto più ampi e ricchi".
Gli scavi:
La campagna di ricerca è iniziata nel 2009 ed è stata portata avanti dall'Università di Cagliari in collaborazione con il Comune di Cabras. Da cinque anni studenti e specializzandi in Archeologia, sotto la regia di Carla Del Vais sono impegnati negli scavi nell'area di Tharros.
Un lavoro che si conclude proprio in questi giorni. Tanti importanti ritrovamenti, ma resta ancora un punto oscuro. "Non è stata ancora localizzata la Tharrros fenicia - spiega -. Abbiamo trovato la necropoli fenicia, ma non abbiamo idea di dove sia la città, anche perché la zona è molto cambiata persino la linea del mare". Resta ancora un mistero: obiettivo della prossima campagna di scavi.
Foto: Valeria Pinna
Fonte: Unionesarda.it
Tombe intatte a San Giovanni di Sinis
Una necropoli fenicia integra. Con i corredi ceramici accanto alle ossa e ai residui della cremazione conservati all'interno di tombe intatte.
Ancora una volta l'area di Tharros e San Giovanni di Sinis regala agli archeologi una grande scoperta. "È la prima volta che troviamo un lembo funerario fenicio completamente integro (spiega Carla Delvais, responsabile dalla campagna di scavi). Mentre le tombe puniche erano state indagate già negli anni Cinquanta, quelle fenicie sono un'assoluta novità".
La scoperta:
La necropoli settentrionale si trova a San Giovanni di Sinis e si estende per circa quattrocento metri, in linea con le abitazioni della prima fila che si affacciano direttamente sul mare. "Le tombe fenicie sono semplici fosse scavate nella sabbia - spiega l'archeologa - erano coperte, delimitate con circoli di pietre. All'interno abbiamo trovato i corredi ceramici costituiti generalmente da due brocche rituali, una pentola e un piatto".
È probabile che i fenici bruciacessero i cadaveri altrove per poi conservare le ossa, il terriccio e i resti della cremazione in queste tombe le cui dimensioni variano dagli 80 centimetri ai due metri.
Le città funerarie:
Le necropoli del periodo fenicio sono due: quella meridionale a Capo San Marco e quella settentrionale a San Giovanni. "Le due necropoli sono molto simili e risalenti allo stesso periodo: dal VII secolo a.C. sono rimaste in uso fino al VI secolo. Non sappiamo ancora se sono relative a un unico centro abitato - va avanti Carla Delvais - Di certo sono sempre state depredate, già in età romana venivano utilizzate come cava".
Con l'arrivo dei cartaginesi, dal VI secolo in poi, si segue il rituale dell'inumazione. "E si cerca la roccia, le loro tombe sono più grandi aggiunge - sono le classiche tombe a camera alte fino a un metro e settanta. Ovviamente i loro corredi sono molto più ampi e ricchi".
Gli scavi:
La campagna di ricerca è iniziata nel 2009 ed è stata portata avanti dall'Università di Cagliari in collaborazione con il Comune di Cabras. Da cinque anni studenti e specializzandi in Archeologia, sotto la regia di Carla Del Vais sono impegnati negli scavi nell'area di Tharros.
Un lavoro che si conclude proprio in questi giorni. Tanti importanti ritrovamenti, ma resta ancora un punto oscuro. "Non è stata ancora localizzata la Tharrros fenicia - spiega -. Abbiamo trovato la necropoli fenicia, ma non abbiamo idea di dove sia la città, anche perché la zona è molto cambiata persino la linea del mare". Resta ancora un mistero: obiettivo della prossima campagna di scavi.
Foto: Valeria Pinna
Fonte: Unionesarda.it
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Antonio Pischedda:
RispondiEliminaNell'anno della 75 esima olimpiade (480 a.C). vi furono diversi avvenimenti ( tra cui la Battaglia delle Termopoli). "Ambasciatori guidati da Dario,re dei Persiani giunsero a Cartagine recando un editto, col quale si proibiva ai Cartaginesi di sacrificare vittime umane e di cibarsi di carne di cane; si comandava inoltre di cremare i corpi dei morti piuttosto che inumarli......." I cartaginesi ubbidirono. Giustino:...."in Karthaginem venerunt adferentes edictum, quo Poeni humanas hostias immolare et canina vesci prohibebantur; mortuorum quoque corpora cremare potius quam terra obruere a rege iubebantur
darei un braccio x poterne scavare almeno una !!!!
RispondiEliminaCiao Mariella, stanno aprendo gli scavi a Su Mulinu di Villanovafranca, se vuoi partecipare è sufficiente comunicarmelo e ti dirò cosa fare.
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