giovedì 6 giugno 2013
Naviganti dell’era glaciale sbarcarono in Grecia.
Naviganti dell’era glaciale sbarcarono in Grecia.
Gruppi di marinai viaggiarono sul Mar Egeo anche prima della fine dell'ultima era glaciale, secondo la nuova prova fornita da ricercatori che hanno estratto strumenti di rocce vulcaniche del Calcolitico e armi.
Una nuova tecnica che data l'ossidiana, un vetro vulcanico che può essere modellato in strumenti, suggerisce che esistessero miniere di ossidiana nelle acque del Mediterraneo e le rocce all'epoca preziose fossero inviate dall'isola di Melos, nell'odierna Grecia, circa 15.000 anni fa.
"L'ossidiana è un prezioso vetro roccioso naturale che si trova solo sulle isole di Melos, Antiparos e Yali" ha spiegato Nicolaos Lascaris dell'Università dell'Egeo in Grecia. "Da lì si diffuse nel Mar Egeo e nel continente attraverso contatti di commercio".
Se si voleva avere strumenti taglienti e armi prima delle epoche dei metalli, occorreva recarsi in luoghi come Melos, e per arrivarci si doveva navigare. Le prove che testimoniano questi viaggi a Melos prima della fine dell'ultima era glaciale sono manufatti di ossidiana trovati nella grotta Franchthi sulla penisola del Peloponneso, nella Grecia meridionale, lungi dall'isola di Milo. Ricerche di geochimica eseguite negli anni scorsi, hanno stabilito che gli utensili in ossidiana provengono da Melos, ma capire quando furono portati dall'isola è un problema più complicato.
"Questi marinai certamente, in particolare nella regione dell'Egeo, navigarono per gli isolotti in vista di costa, e raggiunsero anche l'Asia minore e la Grecia continentale", ha detto Lascaris, che con i suoi colleghi ha pubblicato un documento sulla scoperta nel numero di settembre 2011 di Journal of Archaeological Science. "Fino a ora solo nella grotta Franchthi si era trovata ossidiana databile circa all'8.500 a.C. ora, invece, abbiamo una testimonianza certa di contatti costieri per commerci".
Lascaris e i suoi colleghi hanno utilizzato un metodo denominato "idratazione dell'ossidiana" che ha una datazione (OHD) combinata con una tecnica più recente nota come spettrometria di massa di ioni secondari di superficie saturazione (SIMS-SS) per determinare quanta acqua era penetrata nelle superfici di ossidiana esposte all'aria dagli uomini preistorici che scheggiarono le rocce per ottenere utensili e armi.
"Una superficie di ossidiana appena esposta, contiene crepe microscopiche in cui l'acqua è assorbita nel tempo", ha spiegato il ricercatore Ellery Frahm, della University of Minnesota Twin Cities, presidente dell'associazione internazionale per gli studi di ossidiana. Il metodo OHD da solo non è molto affidabile per datare le fratture sulle rocce, perché ha un paio di gravi limitazioni. La prima è il fatto che è difficile esaminare la superficie della roccia attraverso un microscopio, per misurare quanto in profondità la zona di diffusione fuzzy dell'acqua è penetrata in una roccia.Dove si misura questa linea fuzzy? In secondo luogo, il fronte di diffusione non è davvero dove sembra essere. Una cannuccia sembra piegarsi in un bicchiere d'acqua a causa della differenza di indice di rifrazione dell'aria e acqua, quindi il fronte di diffusione nell'ossidiana non è dove sembra essere per lo stesso motivo", ha spiegato Frahm.
Ma quando i SIMS-SS, ossia la nuova tecnica di spettrometria di massa, viene aggiunta all'immagine, gli scienziati possono effettivamente quantificare l'acqua che penetra in una roccia.
"I SIMS possono misurare direttamente l'acqua sopra la profondità dell'ossidiana. Un fascio di particelle rimuove gli ioni dall'ossidiana in strati molto sottili, ed è come misurare individualmente la composizione di ogni strato della buccia di una cipolla". In questo modo il cambiamento nel contenuto di acqua può essere tracciato in profondità, rivelando esattamente come cambia.
Utilizzando il nuovo metodo di SIM-SS, Lascaris e i suoi colleghi sono in grado di determinare che i manufatti di ossidiana di Melos sono stati realizzati prima di quanto in precedenza creduto. Naturalmente, ciò implica che le persone attraversavano le isole molto anticamente, utilizzando barche al momento a noi sconosciute.
Fornito da Science News Service
Nell'immagine: La Navicella bronzea nuragica di Costa Nighedda.
Gruppi di marinai viaggiarono sul Mar Egeo anche prima della fine dell'ultima era glaciale, secondo la nuova prova fornita da ricercatori che hanno estratto strumenti di rocce vulcaniche del Calcolitico e armi.
Una nuova tecnica che data l'ossidiana, un vetro vulcanico che può essere modellato in strumenti, suggerisce che esistessero miniere di ossidiana nelle acque del Mediterraneo e le rocce all'epoca preziose fossero inviate dall'isola di Melos, nell'odierna Grecia, circa 15.000 anni fa.
"L'ossidiana è un prezioso vetro roccioso naturale che si trova solo sulle isole di Melos, Antiparos e Yali" ha spiegato Nicolaos Lascaris dell'Università dell'Egeo in Grecia. "Da lì si diffuse nel Mar Egeo e nel continente attraverso contatti di commercio".
Se si voleva avere strumenti taglienti e armi prima delle epoche dei metalli, occorreva recarsi in luoghi come Melos, e per arrivarci si doveva navigare. Le prove che testimoniano questi viaggi a Melos prima della fine dell'ultima era glaciale sono manufatti di ossidiana trovati nella grotta Franchthi sulla penisola del Peloponneso, nella Grecia meridionale, lungi dall'isola di Milo. Ricerche di geochimica eseguite negli anni scorsi, hanno stabilito che gli utensili in ossidiana provengono da Melos, ma capire quando furono portati dall'isola è un problema più complicato.
"Questi marinai certamente, in particolare nella regione dell'Egeo, navigarono per gli isolotti in vista di costa, e raggiunsero anche l'Asia minore e la Grecia continentale", ha detto Lascaris, che con i suoi colleghi ha pubblicato un documento sulla scoperta nel numero di settembre 2011 di Journal of Archaeological Science. "Fino a ora solo nella grotta Franchthi si era trovata ossidiana databile circa all'8.500 a.C. ora, invece, abbiamo una testimonianza certa di contatti costieri per commerci".
Lascaris e i suoi colleghi hanno utilizzato un metodo denominato "idratazione dell'ossidiana" che ha una datazione (OHD) combinata con una tecnica più recente nota come spettrometria di massa di ioni secondari di superficie saturazione (SIMS-SS) per determinare quanta acqua era penetrata nelle superfici di ossidiana esposte all'aria dagli uomini preistorici che scheggiarono le rocce per ottenere utensili e armi.
"Una superficie di ossidiana appena esposta, contiene crepe microscopiche in cui l'acqua è assorbita nel tempo", ha spiegato il ricercatore Ellery Frahm, della University of Minnesota Twin Cities, presidente dell'associazione internazionale per gli studi di ossidiana. Il metodo OHD da solo non è molto affidabile per datare le fratture sulle rocce, perché ha un paio di gravi limitazioni. La prima è il fatto che è difficile esaminare la superficie della roccia attraverso un microscopio, per misurare quanto in profondità la zona di diffusione fuzzy dell'acqua è penetrata in una roccia.Dove si misura questa linea fuzzy? In secondo luogo, il fronte di diffusione non è davvero dove sembra essere. Una cannuccia sembra piegarsi in un bicchiere d'acqua a causa della differenza di indice di rifrazione dell'aria e acqua, quindi il fronte di diffusione nell'ossidiana non è dove sembra essere per lo stesso motivo", ha spiegato Frahm.
Ma quando i SIMS-SS, ossia la nuova tecnica di spettrometria di massa, viene aggiunta all'immagine, gli scienziati possono effettivamente quantificare l'acqua che penetra in una roccia.
"I SIMS possono misurare direttamente l'acqua sopra la profondità dell'ossidiana. Un fascio di particelle rimuove gli ioni dall'ossidiana in strati molto sottili, ed è come misurare individualmente la composizione di ogni strato della buccia di una cipolla". In questo modo il cambiamento nel contenuto di acqua può essere tracciato in profondità, rivelando esattamente come cambia.
Utilizzando il nuovo metodo di SIM-SS, Lascaris e i suoi colleghi sono in grado di determinare che i manufatti di ossidiana di Melos sono stati realizzati prima di quanto in precedenza creduto. Naturalmente, ciò implica che le persone attraversavano le isole molto anticamente, utilizzando barche al momento a noi sconosciute.
Fornito da Science News Service
Nell'immagine: La Navicella bronzea nuragica di Costa Nighedda.
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Tutta la storia umana, quindi la cultura è in corso di retrodatazione
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