martedì 11 giugno 2013
Otzi, la mummia di Similaun
Otzi, la mummia di Similaun
di Mohamed Tharwat
Dopo la decodificazione del genoma di Otzi, la mummia ritrovata nel 1991 al confine tra Italia e Austria, un team di ricercatori dell'Accademia Europea di Bolzano (Eurac) e di altre istituzioni di ricerca europee segna un nuovo traguardo nella ricerca sulle mummie. Da un campione grande come la capocchia di uno spillo estratto dal cervello di Otzi, i ricercatori hanno potuto analizzare le proteine e ottenere così nuovi elementi sull'ipotizzato trauma al cervello. Nel 2007, analizzando la frattura cranica dell'Iceman, erano state individuate per la prima volta due zone più scure nella parte posteriore del suo cervello. Dopo aver eseguito la Tac i ricercatori avevano ipotizzato che un aggressore gli avesse assestato un colpo in fronte e che questo avesse fatto urtare il cervello contro l'occipite, causando l'ematoma evidenziato dalle zone scure. Questa ipotesi non era però ancora stata approfondita. Nel 2010, attraverso due piccoli fori già esistenti nella scatola cranica della mummia, erano stati estratti tramite endoscopia - quindi in modo non invasivo - due campioni di cervello, di pochi millimetri di spessore. La ricerca sulle proteine, in particolare, ha fornito molte informazioni inaspettate. I ricercatori hanno documentato una grande quantità di proteine del cervello e hanno rilevato anche globuli proteici. Inoltre, le analisi al microscopio hanno evidenziato la presenza di cellule neuronali in buono stato e di aggregati di cellule ematiche.
Questo ha dimostrato al team di ricerca che il campione prelevato è costituito effettivamente da tessuti cerebrali - strutturalmente riconducibili ad Otzi - e non da sedimentazioni accumulatesi nel corso dei secoli; questo significa che il cervello dell'Uomo venuto dal ghiaccio è conservato in condizioni straordinariamente buone. Inoltre, gli aggregati di sangue riscontrati nel campione portano ulteriori prove a sostegno dell'ipotesi che le macchie scure potrebbero essere degli ematomi che Otzi si è procurato prima della sua morte.
Se siano comparsi a causa di un colpo in fronte o di una caduta in seguito alla ferita da freccia, è ancora da chiarire. I risultati dello studio congiunto sono stati pubblicati da "Cellular and Molecular Life Sciences". In futuro, con questo metodo di ricerca sulle proteine verranno analizzati un campione dello stomaco di Otzi e diversi campioni di tessuti di altre mummie provenienti da tutto il mondo.
Al seguente link potrete leggere un articolo sul ritrovamento della mummia: http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2011/02/otzi-e-vivo.html
di Mohamed Tharwat
Dopo la decodificazione del genoma di Otzi, la mummia ritrovata nel 1991 al confine tra Italia e Austria, un team di ricercatori dell'Accademia Europea di Bolzano (Eurac) e di altre istituzioni di ricerca europee segna un nuovo traguardo nella ricerca sulle mummie. Da un campione grande come la capocchia di uno spillo estratto dal cervello di Otzi, i ricercatori hanno potuto analizzare le proteine e ottenere così nuovi elementi sull'ipotizzato trauma al cervello. Nel 2007, analizzando la frattura cranica dell'Iceman, erano state individuate per la prima volta due zone più scure nella parte posteriore del suo cervello. Dopo aver eseguito la Tac i ricercatori avevano ipotizzato che un aggressore gli avesse assestato un colpo in fronte e che questo avesse fatto urtare il cervello contro l'occipite, causando l'ematoma evidenziato dalle zone scure. Questa ipotesi non era però ancora stata approfondita. Nel 2010, attraverso due piccoli fori già esistenti nella scatola cranica della mummia, erano stati estratti tramite endoscopia - quindi in modo non invasivo - due campioni di cervello, di pochi millimetri di spessore. La ricerca sulle proteine, in particolare, ha fornito molte informazioni inaspettate. I ricercatori hanno documentato una grande quantità di proteine del cervello e hanno rilevato anche globuli proteici. Inoltre, le analisi al microscopio hanno evidenziato la presenza di cellule neuronali in buono stato e di aggregati di cellule ematiche.
Questo ha dimostrato al team di ricerca che il campione prelevato è costituito effettivamente da tessuti cerebrali - strutturalmente riconducibili ad Otzi - e non da sedimentazioni accumulatesi nel corso dei secoli; questo significa che il cervello dell'Uomo venuto dal ghiaccio è conservato in condizioni straordinariamente buone. Inoltre, gli aggregati di sangue riscontrati nel campione portano ulteriori prove a sostegno dell'ipotesi che le macchie scure potrebbero essere degli ematomi che Otzi si è procurato prima della sua morte.
Se siano comparsi a causa di un colpo in fronte o di una caduta in seguito alla ferita da freccia, è ancora da chiarire. I risultati dello studio congiunto sono stati pubblicati da "Cellular and Molecular Life Sciences". In futuro, con questo metodo di ricerca sulle proteine verranno analizzati un campione dello stomaco di Otzi e diversi campioni di tessuti di altre mummie provenienti da tutto il mondo.
Al seguente link potrete leggere un articolo sul ritrovamento della mummia: http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2011/02/otzi-e-vivo.html
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Da medico, posso dirti che cosa esattamente è rimarchevole in questo studio: hanno trovato FIBRINA. La fibrina si forma immediatamente, dopo un trauma, ma rappresenta una presenza proteica di breve durata dopo il trauma. Il fatto che fosse ancora presente, sta a significare che il trauma cranico è stato la causa della morte. Immediata.
RispondiEliminaGrazie per il contributo Maurizio.
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